Cronaca - il sito di zon@ venerdì

Editoriali


Non scrivo questa lettera per far giungere i miei pensieri a qualcuno; anche se so benissimo che qualcuno potrebbe leggerla qui in Rete. Non mi interessa, come non mi è mai interessato il pensiero degli altri. Ho semplicemente bisogno di sfogarmi ... e poi non ho nulla da nascondere. Chi si crede superiore e vuole farsi i suoi giudizi dall'alto se li faccia; a me non toccheranno proprio ...

So benissimo che questa lettera potrebbe invece non essere considerata da nessuno sommersa via via in questo blog aperto cinque anni fa e che tratta cose di tutt'altro genere. E anche su Facebook dove si riporta automaticamente farebbe la stessa fine. Non importa, il mio intento non è quello.

Nonostante abbia avuto le condoglianze di molte persone, alcuni anche semplici amici,  altri familiari che non sentivo da tempo voglio scrivere queste righe in modo che il tempo lasci inalterata la fotografia di quello che provo adesso. 

 

Caro papà ti sei ammazzato e hai deciso di chiudere alla grande la tua vita, sempre protagonista e sempre sulla bocca di tutti come volevi tu. Chissà quante risate ti stai facendo da lassù; peccato che lassù non esiste niente e (nel tuo caso) visto che ti farai cremare i "vermi" ci metteranno anche meno a finire i tuoi resti.

Forse da questa prima frase non si capisce ma ti ho voluto un sacco di bene. Il bene misto a rabbia che si vuole a un genitore con cui non si è mai riuscito a costruire un rapporto. A un genitore che prima mi ha preferito mia sorella, poi mio fratello (che ho conosciuto solo quando aveva tre anni e con cui vorrei tanto ricostruire un rapporto). Tu sei stato anche in vita "la persona dei memoriali" e anche in morte non ti sei smentito. Ben quindici pagine in cui racconti una storia che ho scoperto che era già nota a molti (anche a me avevi tentato di dirmela, ma ero troppo bambino per afferrare il concetto). Su quella parte di storia io ti credo (anche se mi sembra un pò stile Dinasty). Voglio dire, le singole cose che racconti saranno sicuramente vere, ma sono davvero legate tra loro? Tu dici di si e io ne prendo atto.

Quando invece racconti la tua vita privata (almeno quello che mi riguarda) non racconti che non sei stato quel padre amoroso che fai percepire nella lettera. Io non ti davo soddisfazione; non ti trattavo come il "mio Dio" e allora tu mi ammazzavi di botte regolarmente. Ma io restavo li senza proferir dolore e tu continuavi per più di mezz'ora a suon di cintate e manate. Io non provavo nemmeno a dimenarmi, non accusavo esteriormente alcun tipo di dolore: non ti davo soddisfazione. E così che sono riuscito a farti smettere di menarmi. Tu hai detto che ero talmente scemo che un giorno di quelli sarei anche riuscito a farmi ammazzare da te. Tu volevi solo essere il protagonista in qualche modo nella mia vita. Tu non hai mai dato importanza al segno negativo o positivo delle cose. "L'importante è esserci", questo è sempre stato il tuo motto. Mia sorella ha ricordato che c'era un periodo in cui quando il citofono annunciava il tuo rientro a me veniva una forma di tic in cui naso e giancie venivano possedute facendo uno strano balletto che faceva andare su e giù i miei occhiali.

La verità che io ho avuto sempre TERRORE di te: mio padre! Qualunque cosa facevo era in funzione a quello che mi faceva scampare alle tue ire. Mentre a te importava essere protagonista e venerato. Ma io, che volevo solo un padre e non un re non ti ho mai dato soddisfazione. Io sono molto diverso sia da Agata e penso anche da Riccardo e anche se sono contento che loro siano riusciti ad avere molti più momenti belli con te di quanti ne abbia avuti io; ho capito che anche loro hanno sofferto in qualche modo l'averti vicino.

Io ho deciso che voglio ricordare solo le pochissime cose belle fatte con te e tornare a dimenticare le cose brutte come i tick, le cintate, i castighi, le denudazioni; come quando costantemente declassavi tutte le cose belle che realizzavo dicendo che avevo fatto solo il mio dovere; facendomi sentire invece come un fallito quando sbagliavo qualcosa. Mi ricordo, inoltre, che una volta mi avevi sbeffeggiato dicendo di chiamare il Telefono Azzurro se non mi trovato bene; visto io era la persona che rompeva l'armonia della famiglia. In realtà ero solo la persona che non ti dava soddisfazione. Io sono sempre stato una testa dura nella mia vita, nel bene e nel male. Chi mi conosce ne sa qualcosa. A tutti i livelli.

Dicevo che voglio ricordare di te solo le belle cose; come quando vedemmo insieme la Piovra 3 dove Giuliana de Sio moriva tra le braccia di Michele Placido; o quando nel maggio del 1995 andammo a Cinturipe a trovare zia Antonina e mi feci conoscere la Sicilia (ricordo anche lo sbarco a Messina dove comperammo quelle fragole gigantesche e succossisime). Sembrano cose sciocche forse quelle che sto dicendo; ma solo gli unici ricordi belli di cose fatte assieme a te; gli unici momenti in cui tu smettevi i panni dell'imperatore per essere semplicemente un papà. Il mio papà! Come invece quando eravamo a Pioltello e dicevi che "un boss non può abbassarsi a lavare una bicicletta" e mandavi solo me e mia sorella; quando invece poteva essere una buona occasione per passare del bel tempo insieme.

La verità è che ho scoperto che nel corso di questi anni tu hai tagliato tutti i ponti con tutti e quando anche Riccardo in qualche modo si è allontanato da te, isolato da tutti hai voluto dare l'addio da questo mondo alla grande; come alla grande hai voluto vivere la tua vita. Mi dispiace per tuo padre; ma non credo che centri con la tua morte, caro papà ...

Adesso io vorrei sinceramente riavvicinarmi a Riccardo e cercare di costruire un vero rapporto tra fratelli e fargli sapere che comunque io ci sono sempre se vorrà. Non so se mi verrà permesso. Spero solo che almeno io sia abbastanza forte di farmi avanti; perchè non posso lamentarmi degli altri se non ci provo nemmeno io. Poi quel che sia sia. Io non voglio creare fastidi a nessuno; quindi se Riccardo non vorrà avere nessun rapporto con me lo rispetterò. Mi ricordo comuque che da almeno quattro anni avevo reperito su internet l'indirizzo suo e di papà e pur trovandomi numerose volte con il telefono in mano non ho mai avuto il coraggio di digitare il numero sulla tastiera. Spero che non si ripeta più. Comunque non penso che avrei cambiato il "destino"; ma almeno mi sentirei meno in colpa adesso ...

Lunedì prossimo ci sarà il tuo funerale caro papà e poi si chiuderà un grosso capito della vita di noi tutti. Non penso che chi muoia sia degno di più rispetto solo per il fatto in se. Tu non farai nessuna eccezione. Tutti ti ricorderanno, ma esattamente come facevano quando eri in vita; con la stessa intensità e la stessa valenza. La tua morte (come tutte le morti autoprodotte del resto) è stata assolutamente inutile. Anzi ti dirò per rispondere a una domanda che ti ponevi nella lettera che hai scritto. Io tra barbone e suicida come un fiammifero umano in una automobile preferisco essere un barbone. In qualche modo è comunque vita; non si può dire al stessa cosa del secondo esempio. Ma io e te siamo stati sempre diversi quindi non mi meraviglio se neanche in questa cosa così fondamentale come il valore della vita siamo d'accordo.

Io ho scritto questa lettera pur sapendo che non la potrai mai leggere; ma mi serve per bloccare le immagini e fermare quello che provo in questo momento e per ricordarsi semmai diventerò prima o poi padre di non comportarmi mai come hai fatto tu. A tuo modo mi hai dato un insegnamento degno di essere seguito. 

Anche se dai miei scritti non si percepisce ti voglio veramente un sacco di bene papà e di auguro di riposare in pace (visto che tu a queste cose ci credevi). Ma voglio ricordare solo le poche cose belle di te pur sapendo che un buon padre proprio non lo sei mai stato.

Tuo "figlio" Nunzio.

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