Cronaca - il sito di zon@ venerd́

Droghe


Io non sono depresso. Non lo sono più da dieci anni. Quando parlo provocatoriamente di cocktail di farmaci intendo in realtà l’uso di un antidepressivo (Effexor 0,75 mg, che è il dosaggio minimo esistente, c’è anche da 150 e da 300mg e io non l’ho mai aumentato), unito a un ansiolitico (Xanax, con effetti collaterali molto inferiori a sonniferi come il Tavor o il Minias che mi risulta essere usato dalla stragrande maggioranza della popolazione).
La mia depressione è esplosa nel 2001 dopo la morte improvvisa di Massimo Riva, seguita da quella del mio più caro amico d’infanzia, Mario Giusti, che, dopo un periodo di tossicodipendenza da eroina durato quattro anni dal 1982 al 1986, era uscito da una comunità dopo due anni completamente trasformato e maturato. Aveva smesso e da dodici anni non si faceva più. Lavorava e viveva serenamente quando improvvisamente si è sentito male in settembre (epatite C) e a gennaio è morto.
Questo fatto ha scatenato in me una rabbia e una disperazione tali per una così ingiusta e crudele fine che, aggiunta alla sensazione di essere un sopravvissuto, di avere raggiunto ogni mèta e realizzato ogni sogno al di là di qualsiasi immaginazione... ha fatto il resto.
Non c'entrano quindi l’uso di droghe o sostanze pericolose che comunque ogni giorno consiglio ai miei fan, amici e figli di non usare. E non c’azzecca nemmeno la noia o lo stress da successo fama o «prezzo» in termini di vita privata che pago molto volentieri. Ma semplicemente di un momento di profonda malinconia che non definirei nemmeno depressione, anche per rispetto a chi davvero ne soffre e non riesce neppure a parlarne.

(Vasco Rossi)

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