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Volevo solo dormirle addosso (Italia 2004) di Eugenio Cappuccio con Giorgio Pasotti, Cristiana Capotondi, Eleonora Mazzoni, Carlo Freccero

la multinazionale francese per cui lavora come formatore offre al trentenne Marco Pressi(Giorgio Pasotti) la possibilità di guadagnare una promozione ed un bonus di €50.000 se riuscirà a licenziare 25 dipendenti in tre mesi. Giorgio, vera e propria macchina da lavoro, accetta e si mette all'opera mentre, senza che lui se ne renda conto, le due donne che lo amano lo abbandonano. Qualcuno ha definito Volevo solo dormirle addosso una commedia. Sarà, ma a noi il terzo film di Eugenio Cappuccio, che ha finalmente abbandonato l'argomento "giovani registi all'opera", fa pensare più ai film sociali di Laurent Cantet (A tempo pieno) di cui ricorda persino la fotografia livida e glaciale. Rispetto ai film del regista franco tedesco, duri come macigni, qui si dà anche spazio all'ironia, ma si tratta di un'ironia amarissima che parte da un'osservazione precisa: il lavoratore integrato è deprivato della vita. Così Pressi, non a caso soprannominato El Muerto dalla fidanzata, deve mangiare, copulare ed andare in bagno nei ritagli di tempo, magari cercando di fare almeno un paio di cose copntemporaneamente. 

La casa per Pressi è una tana disordinata dove nascondersi tra una giornata di lavoro ed un'altra, mentre l'azienda, dalle cui finestre non si vede mai il sole come se fosse sempre notte, è un campo di battaglia. Pasotti regge bene un ruolo non semplice e molto diverso da quello da lui interpretato in Dopo mezzanotte confermandosi attore versatile ed il film merita tutta l'attenzione che qualsiasi film italiano che, come questo, voglia cimentarsi con intelligenza con il sociale, possa meritare.
Una nota: il finale è forse è un po' troppo sofisticato: gli sceneggiatori non hanno dimenticato nulla, fate mente locale.

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