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Un film di Eric Emmanuel Schmitt, Belgio/Francia 2006

Con Catherine Frot, Albert Dupontel, Fabrice Murgia, Nina Dreco, Laurence D'Amelio e Julien Frison.

Questo è un film pieno di clichè contrapposti (come del resto ha fatto notare il protagonista al suo editore a metà film): il figlio gay gentile e la figlia sgorbutica (almeno per la prima metà del film); il fidanzato del figlio ben educato e quello della figlia buono a nulla e poi sopratutto i due protagonisti. Odette poco intelligente e quindi spensierata; mentre Balthazar scrittore rinomato e quindi depresso. Come non confrontare il parallelo Odette/Gesù, fino alla resurrezione finale. Poi ancora Rudy (il figlio di Odette) che mentre balla vestito all'improvviso si vede nudo con una cintura di banane al posto delle mutande e il suo fidanzato che facendo firmare il libro di Balthazar al suo autore si definisce "non uomo". In questo film ci sono troppe situazioni che non filano con la logica; però se si stacca il cervello e si vede il film solo come una favola diventa non solo piacevole; ma anche spensierato.

Frase chiave. Odette dopo il primo incontro fallimentare con il suo scrittore preferito, dove non era nemmeno riuscita a dire il proprio nome per l'emozione, saputo che Balthazar Balsan ritornava nella sua città decide di scrivergli e consegnargli una lettera. "Caro signor Balsan, io non scrivo mai perchè anche se non faccio errori, non so essere poetica. Invece ci vorrebbe parecchia poesia per spiegarle quanto lei sia importante per me. La verità è che io le debbo la vita; senza di lei io mi sarei uccisa una ventina di volte. Ho amato un solo uomo: mio marito: Antonine. E' ancora bello, magro e giovane come una volta. Incredibile come non sia cambiato: c'è da dire che è morto da dieci anni e questo aiuta! Non ho mai voluto risposarmi: è il mio modo di amarlo ancora. E così, ho cresciuto due figli da sola: Sue Helen e Rudy. Rudy è a posto, credo: fa il parrucchiere, si guadagna da vivere, è allegro e garbato. Tende a cambiare ragazzo un pò troppo spesso; ma insomma ha 19 anni, si diverte. Sue Helen è un'altra storia. E' ispida per natura, sempre imbronciata. Anche di notte, mentre sogna, brontola. Sta con un cretino, una specie di scimmione che passa le giornate a trafficare con i motorini, ma che non porta un soldo a casa. Da due anni vive con noi e in più ha un problema: gli puzzano i piedi! In tutta franchezza prima di conoscerla provavo spesso brutta la mia vita. Brutta come una domenica pomeriggio a Charleroi quando il cielo è basso; brutta come una lavatrice che ti molla in asso quando ne hai più bisogno; brutta come un letto vuoto. Ogni notte mi veniva voglia di mandare giù dei sonniferi e farla finita. Poi un giorno ho letto un suo libro. E' come se qualcuno avesse aperto le tende per far entrare la luce. I suoi libri dimostrano come in qualunque vita, anche la più miserabile, c'è sermpre qualcosa per cui gioire, ridere, amare. E che anche le persone insignificanti come me hanno un grande merito, perchè ogni piccola cosa gli costa più che agli altri. Grazie ai suoi libri ho imparato a rispettare me stessa, ad amarmi un pò. A diventare l'Odette Toulemonde di oggi. Una donna che apre le persiane ogni mattina e le richiude la sera con altrettanto piacere. I suoi libri avrebbero dovuto iniettarmeli per endovena dopo la morte di Antoine. Avrei risparmiato tempo. Quando un giorno, spero il più tardi possibile, lei salirà in paradiso, Dio le si avvicinerà e le dirà: "C'è un sacco di gente che la vuole ringraziare per il bene che ha fatto sulla terra, signor Balsan". E tra quei milioni di persone ci sarà Odette Toulemonde. Odette Toulemonde che le chiede scusa per non aver avuto la pazienza di aspettare quel momento".

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