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Un film di Roberto Benigni. Italia 1997

Con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Giorgio Cantarini, Marisa Parades, Horst Buchholz, Giustino Durano, Sergio Bustric, Giuliana Lojodice e Amerigo Fontani.

Guido Orefice č un ragazzo ebreo che si reca ad Arezzo con l'amico Ferruccio. Durante il "movimentato" viaggio Guido incontra casualmente una giovane maestra di nome Dora che soprannomina da subito principessa. Arrivato in cittą va a casa dello zio Eliseo, possessore dell'hotel pił lussuoso della cittą: il Grand Hotel. Guido vorrebbe diventare un cameriere in quell'hotel. Quello stesso giorno, in municipio, avviene il litigio con Rodolfo, un arrogante fascista, in seguito al quale entrambi si soprannominano lo scemo delle uova perché Guido involontariamente appoggia alcune uova nel cappello del gerarca e, quando Rodolfo lo indossa, gli si rompono sulla testa. Un giorno Guido, incontrando nuovamente Dora, scopre che essa č fidanzata con Rodolfo. Intanto, all'hotel, fa anche amicizia con un medico tedesco che ha la particolare fissazione per gli indovinelli. Il giorno dopo, nella speranza di rincontrare Dora, Guido, si spaccia per ispettore scolastico e "dimostra" la superioritą della razza ariana. Una sera Dora, con i suoi amici, va a teatro, naturalmente Guido la segue e, con uno stratagemma, la porta via a Rodolfo. I due quella sera parlano a lungo e Guido le confessa infine il proprio amore per lei. Una sera, proprio al Grand Hotel, Rodolfo festeggia il suo fidanzamento ufficiale con Dora, anche se entrambi non si desideravano. Nel corso della festa Dora si rende conto di quanto sia pił attratta da Guido e, al termine della serata, sale sul cavallo che Guido fa entrare nell'hotel e si lascia "rapire". Guido e Dora si sposano e dal loro amore nasce Giosuč. Da qui inizia il cambiamento totale del clima del film, da allegra commedia a tragedia. Questa grande svolta dą molto l'idea di quanto le vittime del nazismo siano state sconvolte e derubate di qualsiasi privacy e libertą.' Sei anni dopo la famiglia č ancora felice, Guido apre una libreria, ma, proprio il giorno del compleanno di Giosuč (suo figlio), Guido e lo zio vengono deportati in un Campo di concentramento a scopi lavorativi assieme ad altri ebrei. Dora, che non č ebrea, li segue volontariamente, incontrando il marito per l'ultima volta appena arrivati al campo. Pur di proteggere Giosuč dagli orrori della realtą, Guido si spaccia come interprete del comandante tedesco, e "traduce" tutte le regole del lager in un emozionante gioco in cui si dovranno affrontare prove tremende per vincere il meraviglioso premio finale, un carro armato vero. Col passare dei giorni Giosuč entra attivamente nel vivo del "gioco". Qualche giorno dopo Guido riuscirą a parlare con Dora per l'ultima volta attraverso il microfono del campo. Durante la visita medica, Guido incontra nuovamente il medico tedesco del Grand Hotel che gli offre di lavorare come cameriere ad una cena degli ufficiali tedeschi. Guido accetta credendo che il medico voglia aiutarlo ad evadere dal lager, ma grande sarą la sua delusione quando, quella stessa sera, il dottore lo chiamerą solo per sottoporgli un assurdo indovinello.. Una notte, all'improvviso, i soldati tedeschi abbandonano freneticamente il campo dopo aver fatto strage dei deportati rimasti. Guido riesce a nascondere Giosuč in una cabina dicendogli di giocare a nascondino e promettendogli di ritornare; purtroppo, mentre č alla ricerca della moglie, mascherato da donna, viene scoperto e ucciso. Le scene finali del film mostrano come al mattino seguente il lager venga liberato. Giosuč esce dalla cabina in cui era stato tutta la notte nascosto in silenzio ed č infine salvato da un soldato americano, che lo fa salire su un carro armato mentre, convinto di aver vinto il premio finale, grida: Č vero! Il film si conclude con una scena in cui il bimbo, accompagnato dall'americano, ritorna felicemente dalla sua mamma, mentre la voce narrante in sottofondo termina dicendo: Questa č la mia storia, questo č il sacrificio che mio padre ha fatto, questo č stato il suo regalo per me.

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