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Un film di Ferdinando Vicentini Orgnani. Italia, 2002

Con Giovanna Mezzogiorno, Rade Serbedzija, Erika Blanc, Giacinto Ferro, Angelo Infanti, Amanda Plummer, Andrea Renzi, Barbara Begala, Tony Lo Bianco e Luca Biagini.

Voci concitate, ansiose, preoccupate. Immagini che ritraggono scenari di guerra e distruzione, nessuna persona. Poi due spari, poi più nulla. Inizia così il film che narra la tragedia di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin. Il film è concepito come se fosse un cerchio. La scena iniziale e quella finale sono le stesse: tutta la vicenda che si dipana a partire dal tragico accaduto, ripercorre tutte le tappe che lo hanno preceduto e quindi lo mostrano nuovamente. Si procede attraverso ricostruzioni basate sui veri filmati della televisione americana e svizzera, sui reportage di Ilaria, sulle testimonianze. Si racconta l'ultimo mese di vita della giornalista e del cameraman, dei loro spostamenti fra l'Italia, l'ex Jugoslavia, la Somalia. Si mettono in luce l'umanità, la forza e la passione di Ilaria, l'accanimento verso qualcosa che viene taciuto ma che può nuocere a migliaia di persone. Non bisogna però credere che sia un film-inchiesta: si parte sì da fatti realmente accaduti, si fanno i veri nomi di tutte le persone coinvolte, ma in alcuni punti, dove non ci sono né materiali nè testimonianze, il regista e gli sceneggiatori hanno lavorato di fantasia, anche se basandosi su una delle ipotesi più accreditate.

Frase chiave. Ilaria si prepara per il video dello scoop. "Signori del publico, ecco, per spiegarvi quanto sia stato utile spendere centinaia di mld della cooperazione italiana in Somalia. Questa è la Garoe Bosaso, uno strada come vedete molto trafficata, indispensabile (viene inquadrata una strada a una corsia per senso di marcia completamente vuota). Ma almeno è servita a coprire ogni sorta di porcherie tossiche e radioattive che l'Occidente ha la buona abitudine di affidare a questi poveri disgraziati del terzo mondo. Tutto questo con la complicità di politici, militari, servizi segreti, faccendieri italiani e somali. E questi morti di fame ci comprano anche le armi. Ma allora lasciamoli continuare con le loro piccole guerre, in fondo non danno fastidio a nessuno". Miran: "Cosa fai?". Ilaria: "Faccio le prove per il servizio di stasera. Certo, cambierà la forma, ma è esattamente quello che ho intenzione di dire con nomi e cognomi".

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