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Un film di Giuliano Montaldo. Italia, 1973

Con Gian Maria Volontè, Charlotte Rampling, Renato Scarpa, Mathieu Carriere, Hans Christian Blech, Giuseppe Maffioli, Mark Burns e Massimo Foschi.

E' la storia degli ultimi mesi di vita di Giordano Bruno, dal ritorno in Italia, a Venezia, sino alla condanna a morte per eresia, eseguita in Campo de’ Fiori a Roma il 17 febbraio 1600. Viene descritto un Giordano Bruno pieno di contraddizioni dal punto di vista umano (l’amore per il bere e per le donne, gli scoppi di ira), ma allo stesso tempo coerente fino in fondo nel combattere la propria battaglia: quella difendere la libertà (propria ma allo stesso tempo di ogni uomo) di parola e di pensiero.

Frase chiave. Al prete che informa Giordano Bruno che i giudicanti sono divisi e che qualcuno cercherà di salvarlo dal rogo se abiura, lui risponde: "Non dovete credere che io disprezzi la vita o che io abbia paura. Contro la pazzia del sangue e della morte, la natura grida ad alte voci che materia e forme non devono temere la morte perchè materia e forme sono principi costantissimi. L'eternità del tutto comprende universo, le stagioni i giorni e le notti. Ed è tutto per tutti"

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