PROGETTO LIUTERIA

Fori meccaniche

Per quanto riguarda i fori per le meccaniche molto dipende dal tipo di meccaniche scelte (link).

Io ho scelto le Schaller M6Lock staggered. Questo perché sono più basse delle normali meccaniche e quindi non necessiterò poi di un abbassacorde  e soprattutto perché sono autobloccanti.

A parte ciò, il posizionamento delle meccaniche (o chiavi di accordatura) è a mio avviso da non trascurare, anche se sono ben altre le cose fondamentali.

Un motivo per cui non bisogna lasciare tutto al caso è perché, soprattutto usando una paletta tipo Fender (cioè non inclinata rispetto al manico), l’inclinazione delle corde e la forza che esse fanno sul nut (capotasto) e limitata, perciò se le meccaniche sono troppo lontane dal nut la loro incidenza su di esso diminuisce. Inoltre è buono che le corde, per rimanere accordate più a lungo, e per durare di più siano dritte il più possibile e parallele l’una all’altra. Nel mio caso le meccaniche sono obbligatoriamente montate in linea, comunque con altre forme della paletta la loro dosposizione può essere delle più svariate, come per esempio 3 + 3 tipo Gibson, o 5 + 1 o 4 + 2, tutto ciò è puramente un fatto di gusto ed estetico.

La distanza invece delle meccaniche dal bordo è legata alla rotazione della chiave stessa quando si accorda, che non può ovviamente essere impedita dal legno.

Anticipato ciò se non si volessero sperimentare nuovi posizionamenti delle chiavi, con una paletta del tipo Fender la distanza tra il centro della prima a quello dell’ultima è di 11,9 mm, 2,38 mm tra l’una e l’altra, questo per evitare che le meccaniche si impediscano a vicenda.

Io nel mio caso ho prolungato la linea immaginaria di tutte e sei le corde e prendendo la parallela al lato dritto della paletta ho segnato i sei punti in cui forare. La distanza tra una meccanica e l’altra è esattamente di un pollice (cioè 2,54 cm).

Una volta segnati con accuratezza i punti dove fare i fori, utilizzando sempre il trapano a colonna si possono fare i fori del passo giusto delle meccaniche. Nel mio caso le meccaniche avevano il dato che entra nella paletta di forma conica, perciò ho fatto il foro col passo più stretto del dato (nel punto minore il diametro è di 9,5 mm) e poi con la cartavetra e un tondino di ferro ho allargato la parte che non entrava fino a che, provando di tanto in tanto con le meccaniche, non sono riuscito a farle entrare tutte e sei giuste.

Il foro non deve assolutamente essere più largo del diametro della meccanica. Un consiglio per evitare di rovinare il legno del manico quando si fanno i fori per le meccaniche è quello di morsare sotto la paletta, nella parte dove uscirà la punta del trapano, un pezzo di legno di scarto (magari l’acero avanzato). In questo modo la punta non trova una differenza di resistenza al movimento e non slabbra il sotto della paletta.

Nel mio caso le meccaniche prevedevano una vite per meccanica sotto la paletta. Il foro in questo caso è molto piccolo, 1,5 mm, e l’ho fatto direttamente con le meccaniche messe nella loro posizione finale.

Un’altra cosa importante da dire riguardo alla paletta, in stretta relazione con i fori delle meccaniche, è lo spessore della paletta. Come potete vedere nelle specifiche tecniche di quasi tutti i produttori di meccaniche, viene specificato lo spessore minimo e massimo che può avere la paletta per poter avvitare le meccaniche. Generalmente questo spessore va dai 13 ai 15 mm, io ho portato l’acero a 13,5 mm e mi sono trovato bene. Per fare questa lavorazione, cioè di spessorare la paletta mi sono servito della fresa, usata a mano libera all’incirca fino all’inizio dell’accesso al nottolino di regolazione del truss rod.

Poi con le sgorbie e in seguito la cartavetra ho creato il classico stondo che si trova nelle Fender, e che parte da poco dietro il nut (cioè verso la paletta) a dove finisce l’accesso al truss rod.

 

Ecco una foto che riprende i fori delle mie meccaniche sulla paletta:

 

 


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