IVª settimana dal 12 al 18 dicembre:

Per fortuna la settimana inizia tranquillamente, tutte le mattine vado nella scuola ad aiutare professori e direttrice e a volte vado anche nel presto pomeriggio. I bambini mi temono peró mi vogliono bene, quelli esterni mi invitano a visitare la loro casa, magari in questi giorni faró un giretto, prima vorrei procurarmi una macchina fotografica. Come tutti i lunedí i volontari ci riuniamo, la sera, assieme a Nicola, per discutere della scorsa settimana e organizzarci per questa. La casa sembra quella del grande fratello, e il lunedí ci sediamo nel pubblico confessionale!!!

Il martedí ho portato due ragazzini della scuola al Petrape, Serginho si é ingelosito, é scappato piangendo, há iniziato a litigare, a tirare oggetti e per calmarlo non é stato semplice. La sera, il gruppo culturale del Petrape é stato invitato dalla Chiesa Santa Luzia per i festeggiamenti della Santa. Serginho, punito, non l’hanno lasciato andare, ricomincia con la pazzia, minacciava di scappare e la mia pasienza non sopportava piú i suoi capricci, quando l’ho lasciato perdere, mi há detto vaffanculo in italiano. Chissá quale Santo mi affianca per avere tutta questa pasienza. Comunque la serata é stata graziosa; una ragazza vestita da Santa Lucia há raccontato la vita della Martire, mi sono sentito un pó vicino casa quando citavano Siracusa e Sicilia in questa piccola cittá nell’entroterra brasiliano. Il mercoledí pomeriggio ho sostituito per 2 ore una maestra alla scuola, la direttrice si é complimentata, é la prima volta che tutta la classe riesce a seguire la lezione in silenzio. Giovedí mattina un bambino del LAR2 mi há raccontato la sua storia, si chiama Marcos (12 anni), é arrivato cinque anni fa al Petrape con i due fratelli Alfredo (14 anni) e Agnaldo (13 anni) accompagnati dal papá di circa 22 anni. Vivevano per la strade di Salvador, la madre alcolizzata e veggente fu uccisa dopo aver letto la mano a una persona, aveva detto che sarebbe morto ammazzato dopo un anno, aveva indovinato il destino e i parenti della vittima l’hanno fatta fuori. Il padre trafficante di droga é stato ucciso subito dopo aver lasciato i bambini al Petrape, conosceva giá la sua fine. Ogni bambino del Petrape há tanto da raccontare, non mi permetto mai a chiedere per non portarli ai brutti ricordi, peró sono sempre pronto ad ascoltarli quando hanno voglia di parlare. Verso le 11:00 é arrivato dalla scuola Luan (12 anni) al Petrape Luan piangendo e com sintomi di soffocamento, un ragazzino le há dato un pugno sulla spalla e faticava a respirare, abbiamo chiamato l’ambulanza ma al telefono il medico há risposto che non c’era nulla da preoccuparsi, era solo nervosismo. Credo che l’ambulanza in Brasile viene in soccorso solo quando non c’é piú nulla da fare. A quel punto abbiamo preso la macchina e siamo corsi in ospedale, arrivati abbiamo dovuto fare quasi mezzora di fila per il turno e piú di un’ora di attesa per entrare. “campa cavallo”. Per fortuna il bambino non há niente. La sera com Chiara e Jessica abbiamo portato 4 ragazzini a mangiare un panino fuori. Anche il venerdí abbiamo portato dei ragazzi a mangiare fuori, a gruppetti cercheremo di portarli tutti. Sabato mattina arrivo al Petrape e mi mandano con 10 ragazzi del centro in una Chacara (casa di campagna) per una orazione. Eravamo piú di trenta, con me anche Jessica, tre suore e un gruppo universitario. La casa, rustica e molto accogliente, grande piscina, immenso giardino, campetto di calcio. Con me non avevo costume e asciugamano perché non sapevo nulla di questa gita, il bagno l’ho fatto ugualmente, carne arrosto e bevande, finalmente niente riso a tavola. La sera ho portato due ragazzi a una festa della soledarietá, festa un po monotona, alle dieci ero giá a letto. Domenica mattina, i volontari siamo andati alla Ilha, un’isoletta nel mezzo del Rio dove tutte le domeniche si riempie di migliaia di persone. Il bagno nel fiume é molto differente, se non ti tieni bene la forte corrente ti trascina via. A pranzo ho mangiato il piranha, ammetto che é buonissimo. Ciao