IIIª settimana dal 5 al 11 dicembre:

Eccomi nella terza settimana di soggiorno a Petrolina, oggi porto Josep in infermeria, non mi piace come respira, credo abbia la bronchite, l’infermiera gli da solo lo sciroppo, purtroppo non si puó avere una visita medica, in Brasile si va dal dottore solo per emergenza. Qui non conoscono il detto “meglio prevenire che curare”. L’única cosa che posso fare é quella di fargli evitare di bagnarsi la testa quando fa la doccia, mi promette che non la bagnerá, ma purtroppo non é stato cosí, é uscito dalla doccia tutto bagnato. Al petrape non si usano asciugamani, si fanno la doccia e si rivestono senza asciugarsi con gli stessi indumenti che avevano prima di entrare. Per punirlo tolgo per un giorno il saluto. Non é stato facile far finta di non vederlo e essere indifferente. Si capiva bene che entrambi stavamo soffrendo, punivo lui ma nello stesso tempo punivo me stesso.

L’altro mio figlio, Serginho, oggi non si é presentato, sabato é andato a casa da sua madre. Ho chiesto a suo fratello minore, George, cosa fosse successo é mi há detto che stava male, la cosa non mi quadrava tanto perché mi cambiava versione in continuazione. Ho cercato in tutti i modi di trovare il numero di telefono di casa per chiamarlo, ma senza successo. Con Viera, poliziotto e vice presidente del Petrape siamo rimasti daccordo che l’indomani saremmo andati a casa di Serginho per vedere cosa sia successo.

Il martedí la madre di Serginho si presenta a scuola e dopo al Petrape, ho chiesto cosa sia successo al figlio e mi há detto che non era vero che stava male, solo che lui non vuole piú andare a scuola perché há tutti i voti alti e l’anno sta per chiudere. La cosa, adesso, mi stranizza ancora di piú, mi avrebbe parlato, il ragazzino, di questa cosa; ho chiesto alla madre se gentilmente poteva farmi telefonare per parlargli. Nel pomeriggio ero davanti la porta del Petrape ad aspettare Viera per andare assieme a casa di Serginho per constatare cosa stia succedendo. Suona il telefono, é il ragazzino, mi dice che sta bene e che gli manco, lo convingo a venire al Petrape e dopo mezzora é arrivato. Sta bene ma é sporchissimo, sudicio, come fosse uscito da un bidone della spazzatura, dimenticavo un piccolo commento della madre, partorisce un figlio l’anno e non é in ottime condizioni mentali, menomale che i figli sono venuti molto “sperti”. Adesso manca la versione di Serginho, e come immaginavo é differente; mi racconta che la madre gli há detto che la Irma Dourado non vuole piú che Serginho e il fratello George alloggiano al Petrape, senza nessun motivo.

Questa sera ho portato a mangiare fuori un pastel a 3 meninos, Serginho, Davide (14 anni, arrivato un mesetto fa al Petrape da solo perché il compagno della madre lo picchiava sempre) e João Victor (scappato anche lui un mese fa da Belo Orizonte, cittá del sud, partito con un passaggio senza méta e arrivato nella vicina cittá di Juazeiro, trova alloggio nella casa di una di una ragazza di 21 anni che per campare si prostituisce, la polizia quando trova il ragazzo di 15 anni nella casa della ragazza lo prende e lo porta al Petrape.

Quando stavamo per rientrare al Petrape, Davide mi scappa, lo chiamo e non si gira, non so cosa sai successo, non capisco. Arrivo al Petrape e non lo trovo, si era nascosto in angolo al buio e piangeva, chiedo cos’há, cosa gli ho fatto, mi dice che io non centro nulla, sta male perché “ninguem gosta de ele”, nessuno le vuole bene e che tutti lo evitano. L’ho rassicurato che puó contare su di me e cosí dopo una lunga chiacchierata l’ho mandato a nanna.

Con Josep abbiato chiarito la discussione, ho prestato la collana regalatami da Fabio, mio fratello, é lui é molto felice, mi há rivelato che la notte non há chiuso occhio, temeva di avermi perso.

Mercoledí mattina mi precito da Viera e parlo della versione di Serginho, mi dice che é una balla e che la suora (irma) non sa nulla di questa storia. Adesso mi sento nelle vesti del commissario Montalbano, indagheró su questa strana storia fino alla scoperta della veritá, intanto, se c’é tempo, giovedí andiamo di sorpresa nella casa del ragazzino per accertare cosa stia accadendo. Oggi trascorro tutta la mattinata a scuola, sostituisco Juarez perché lui deve andare in una riunione com la nuova presidente del Petrape, Irma Francisca, arriva da Recife, é la presidente delle salesiane di tutta la regione del Pernambuco. Il compito é quello di girare in continuazione le aule e accertarsi che tutto vada bene, che nessuno scappa, litiga, etc.. A parte questo ne ho approfittato per insegnare un po di buone maniere, intanto a sedersi composti, niente piedi sui banchi, a non scrivere sui muri, a non lanciare oggetti dalla finestra, a chiedere il permesso alla maestra per uscire, a non gridare, etc... sembra l’abbiano capito, per oggi intendo. La sera siamo usciti com tutti i volontari per festeggiare un progetto finanziato dalla regione Veneto per il Petrape, la cena é stata offerta da Nicola.

Giovedí alle 5.30 vado con Viera e sua moglie in chiesa per la messa dell’Immacolata, che orario, eh? Dopo la scuola, si va a casa di Serginho con lui, Viera e la moglie. Il bambino vive nel piú pericoloso quartiere della cittá, João de Deus, si puó entrare in zona solo accompagnato dalla polizia o da qualcuno che ci vive, altrimenti nessuno si azzarda ad avvicinarsi. Sin da lontano é palese la diversitá della zona, strade sterrate e fangose, pantani d’acqua ovunque, gente seduta a terra con sguardi nel nulla. Ci fermiamo davanti la casa, al numero 18, esco dalla macchina e il piede mi rimane bloccato sulla strada fangosa, appena entriamo in casa migliaia di mosche sembrano assaltarti, una piccola saletta com un divano sfasciato, una tv rotta, un foto appesa al muro della nonna defunta; la camera da letto, piccolissima, un matrimoniale e un lettino, strettisimi, e ci dormono in 6, lensuola sudice e ricoperte di mosche; la cucina, beh, ho solo allungato la testa per curiositá e sono scappato fuori. Abbiamo chiesto alla madre spiegazioni sulla storia che la Irma non voleva piú i bambini al Petrape, prima há negato tutto, poi há detto che era solo per George. Insomma, la conclusione é che la madre si é inventato tutto; a lei fa comodo che Serginho vada per le strade ad elimosinare o spacciare droga e portare soldi in casa!!! Al rientro al Petrape, il bambino minaccia di scappare, cerco di calmarlo ma non vuole piú parlare com me, piangeva, é arrabbiato perché non l’ho creduto, assicura che non há mai detto una bugia a me e mai lo fará, mi rispetta molto! Ho chiesto perdono e com molta pasienza sono riuscito a calmarlo. In mia assenza há litigato con ragazzi e assistenti, é molto nervoso e prende a calci chiunque si avvicina, oggi é indomabile. Non dimenticheró mai una giornata pesante come oggi, sono sconcertato e non piango per vergogna. Il venerdí sera la banda e il gruppo culturale del Petrape si sono esibiti nella piazza della Chiesa Santa Luzia in occasione della novena della Santa siciliana, sono stati veramente bravi, complimenti!

Sabato sera noi volontari accompagnati da Nicola e Viera, siamo andati alla IV Vinhuva Fest, sagra dell’uva e del vino, nella cittá di Lagoa Grande a un’ora di Petrolina, é stata una bella serata, ospiti d’onore dal sindaco della cittá, accompagnati dalla polizia; tutta la gente ci guardava con curiositá, da queste parti non si vede mai un straniero. Domenica mattina il Petrape da una festa, come ogni anno, per gli ex-petrape, i ragazzi che sono usciti dal centro. I volontari ci siamo divisi in due gruppi, io sono stato nel gruppo che accompagnammo i ragazzi del Petrape al parco municipale dove si sono divertiti abbastanza; gli altri hanno dato assistenza al centro. Come ogni domenica, di sera, accompagno alcuni ragazzi in Chiesa, 2 ore di messa ti distruggono! Dopo cena sono andato a giocare a domino con Eric a casa della sua ragazza.