XVIª settimana dal 6 al 12 marzo:

 

Dopo i festeggiamenti, oggi lunedì, andiamo tutti quanti, volontari, in aeroporto ad accompagnare Eric che rientra a Indianapolis (USA). Ritorniamo a casa con molta tristezza, é stato un buon collega, há dato molto al petrape ed é stato molto paziente a stare con tutti noi italiani pur non capendo niente della nostra lingua. Martedì arriva un altro bambino, Junior, 9 anni, ha pianto tutto il giorno, voleva tornare dalla sua mamma adottiva, la vera mamma lo ha abbandonato alla nascita. Mercoledì arriva un ragazzino di 13 anni da Juazeiro, lo há lasciato lo zio, ancora non conosco le cause. Questa notte é rientrato Jarlandie e il fratello Jeferson; Vieira é andato a prenderli a casa dopo aver saputo via radio che Jeferson é stato accoltellato. La mattina seguente é stato riportato in ospedale, ha avuto due coltellate sulla costola destra da un suo amico, adulto, di strada, ha la ferita infiammata e gonfia. A mezzogiorno sono stato in ospedale per sostituire l’infermiera del petrape, sono stato con il ragazzino più di due ore, non ho potuto farle tante domande perché ogni volta che parlava si faceva male alla ferita. Prima che tornassi al petrape siamo andati a fare i raggi-x per sapere se sono stati toccati degli organi. Mi complimento con l’ospedale e con i medici che hanno aspettato il terzo giorno per fare i raggi. Jefferson deve essere operato, le coltellate hanno perforato il polmone. Speriamo vada bene, preghiamo per lui. Giovedì mi precipito al petrape di mattina presto per aver notizie, nessuno sa ancora niente, lo sta assistendo la zia. Ci sono molti problemi di razzismo nella struttura, un ragazzino bianco continuava a prendere in giro Clécio, il bambino di colore che é arrivato la scorsa settimana, si unisce a lui Serginho, geloso dal rapporto che ho instaurato con il bambino, alla fine mi sono beccato un taglio alla gamba provocato da Serginho tirandomi una pala, per fortuna non ha tanta forza e le pietre che mi ha lanciato non mi hanno preso. Ci é voluto molto tempo per calmarlo, la sera non ho fatto uscire lui, l’altro complice (Irailson) e Ailton perché li ho puniti, sono fuggiti per nascondersi dietro ad un albero vicino la casa dove abito per tirarmi le pietre appena sarei passato. Per fortuna altri ragazzi sono andati dietro per fermarli. La situazione al Petrape si fa sempre più dura, per gelosia i petrapesi possono anche uccidere. Io mi comporto con tutti nello stesso modo, non posso fare particolarità. Come vedete é anche pericoloso voler bene. Venerdì, dopo pranzo, mi distendo un po' sul letto, é il terzo giorno che tutti i pomeriggi piove. Bussa alla porta della mia stanza Simone dicendomi che sta entrando molta acqua dal tetto della cucina, apro la porta e mi trovo una cascata d’acqua che fuoriesce dal un piccolo buco del soffitto, pensiamo di allargare il foro per evitare il rischio che ci viene il tetto addosso, sicuramente sarà strapieno d’acqua, ma, appena Simone va a prendere un coltello cade un quarto di tetto della cucina e si riempie la casa di fango e pezzi di gesso, la pioggia é sempre più forte e ci troviamo in una situazione di disperazione. Mandate dall’Italia dei fondi per tappezzare il tetto? Scherzo! Ci sono volute circa due ore per pulire tutto e togliere le macerie, per fortuna non si é fatto male nessuno, é andata a rischio la Tv e la radio che si trovavano sotto. Sabato pomeriggio con Chiara e Francesca siamo andati in ospedale a trovare Jeferson, il ragazzino sta meglio, non é stato operato, forse non é necessario, solo fanno drenaggi. Lo sta assistendo la zia, almeno lei era la in stanza, ma credo che non viene lavato da quando é entrato al nosocomio e ancora ha glie stessi pantaloncini dal giorno che é fuggito dal petrape, più di un mese fa. Sono andato a visitare la sala di rianimazione accompagnati da una mamma che ha ricoverato dentro il suo bambino di 3 anni entrato in coma dopo aver ingerito una pillola scaduta. Pensavo che almeno quella stanza fosse più pulita e sterilizzata. Era piena di persone in coma di cui bambini, adulti e anziani. A fianco una porta che porta in un cortiletto, sarebbe l’obitorio, dove vengo lasciati i deceduti sotto il sole e la pioggia in attesa che un parente li venga a prendere. Mah! Dopo questa lugubre scoperta passiamo in sala maternità, in corridoio una donna sulla barella che aveva appena partorito con il neonato appoggiato sulla parte intima. Passando ancora per il corridoio una stanza normale con pazienti e visitatori, ma in uno di quei letti una donna stava partorendo con l’aiuto di due infermieri alla vista di tutti. Ma non esiste manco una sala parto? Più passa il tempo più rimango scioccato!

Tutti in aeroporto ad accompagnare Eric

Le macerie provocate dalla caduta del tetto