L'APPELLO: il nuovo quartiere sia a misura di disabili

(LA GAZZETTA 18/09/04)

Il nuovo quartiere che sta per sorgere in Mantova, nella zona sud est e che comprenderà via Allende, via don Mazzolari, la ex ceramica, via Daino, via Argine Maestro, rinnoverà anche una buona parte dell’urbanistica cittadina. Quale occasione migliore di questa per migliorare anche la viabilità e tutte le altre componenti connesse, con criteri moderni (senza barriere architettoniche) marciapiedi, ciclabili e le altre strutture sulla base dei criteri moderni delle migliori città occidentali nel rispetto dei criteri necessari per rendere la città maggiormente vivibile, più a misura d’uomo, ad esempio costruendo marciapiedi inclinati i cui cordoli siano collegati a raso con le vie sottostanti, senza pali segnaletici in mezzo al calpestio, senza tombini d’ispezione i cui coperchi siano sporgenti o infossati in modo da costituire pericolo, al limite siano posti allo stesso livello del calpestio. Gli apparecchi del telefono pubblico, i bancomat, le cassette postali pubbliche, siano collocati a cm. 90 dal suolo, come previsto al punto 7 dell’allegato alla legge della Regione Lombardia n.6 del 20/2/89, in modo da essere raggiungibili anche da persone in carrozzella. Vengano tenute presenti nella costruzione quelle speciali attenzioni di cui parlò l’assessore sulla Gazzetta 27/8 (attenzione per gli anziani, donne in gravidanza, persone in difficoltà di deambulazione, persone in carrozzella, mamme con passeggini per neonati, ecc.). Sia questa una occasione di riscatto per tutti i lavori pubblici eseguiti contravvenendo alle disposizioni della legge di cui sopra, creando condizioni di difficoltà e a volte di pericolo, come spesso noi dell’Uildm abbiamo segnalato. A questo punto l’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare sez. di Mantova, chiede all’assessore di far controllare i progetti di quest’opera pubblica per evidenziare e togliere eventuali barriere architettoniche che fossero sfuggite ai progettisti. Inoltre far controllare la conformità al progetto «ripulito» e alle leggi sull’abbattimento delle barriere architettoniche dei lavori eseguiti, onde mettere in pratica le buone intenzioni su espresse. Per parte sua la Uildm controllerà i lavori finiti, che saranno sotto gli occhi di tutti, segnalando all’opinione pubblica mediante i quotidiani locali le difformità riscontrate. Auguriamoci, in quest’occasione, un inizio di inversione di tendenza nel costruire opere pubbliche, che favorisca la vita di relazione a tutti e in particolare alle persone in difficoltà motorie.

Lino Mancini

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