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L'Isola

di Cinzia Lombardo
Classe V Sezione A dell'Istituto Magistrale Statale di Mesoraca (KR)

Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1888. Dopo i primi studi, il 1912 si reca a Parigi per completarli. Partecipò alla prima guerra mondiale, combattendo in Italia e in Francia. Il 1916 fu pubblicata la sua prima raccolta di versi, IL PORTO SEPOLTO e il 1919 la seconda, ALLEGRIA DI NAUFRAGI. Trasferitosi a Roma visse, non senza difficoltà, di una modesta attività letteraria e giornalistica, Ungaretti deve considerarsi l’iniziatore di una nuova poesia, cioè quella dell’ermetismo. La nuova corrente letteraria ermetica si sviluppa fra il 1930 e il 1940, quando un gruppo di poeti e critici formarono una scuola ermetica dove il linguaggio era semplice e denso, usavano analogie e paragoni , però succedeva che i termini dei paragoni erano lontani quindi difficili da capire. Nel 1933 uscì Sentimento del tempo che consolidò la sua forma di poeta. Con questa raccolta di poesie, Ungaretti tende a ricostruire forme poetiche meno semplificate nella metrica e nelle immagini. La tematica non è più legata a situazioni concrete e drammatiche, ma più in generali: il trascorrere delle stagioni e del tempo e con esso l’età dell’uomo. Per Ungaretti la parola è un breve squarcio di silenzio,è un frammento che sta tra il mondo fugacemente toccato, ma molto complesso e il silenzio che su di esso si richiude. Questo carattere di frammentarietà è proprio di tutte le poesie di Ungaretti: più evidente ed efficace nei componimenti brevi, ma non meno presenti in quelli più lunghi. Tale frammentarietà, che produce quell’effetto di oscurità, si può cogliere bene nella lirica, metricamente libera.

" L’ISOLA"* : La presenza di un soggetto di terza persona, i predicati verbali al passato remoto, i motivi a carattere mitologico bucolico( la ninfa, il pastore) indicavano nel lettore l’illusione e l’aspettativa di un racconto. Ma arrivati all’ultimo verso: levigate da fioca febbre ci rendiamo conto che quei segnali di narrativa non esprimono nessun avvenimento. Troviamo un "egli" , un pronome che non rinvia a nessun nome. L’indeterminatezza e accresciuta dall’allineamento senza legami degli elementi menzionati: l’isola del titolo, le selve, la ninfa, le vergini, le pecore, il pastore che rientrano in un campo idilliaco bucolico che qualunque lettore non stenta a riconoscere perché i vari eventi sono allineati senza alcun nesso di consequenzionalità. Sono solo le strutture grammaticali che ci fanno intravedere una vicenda: vv 1-13

 

A una proda ove sera era perenne*

Di anziane selve assorte, scese,

e s’inoltrò

e lo richiamò il rumore di panne

ch’erasi sciolto dallo stridulo

batticuore dell’acqua torrida,

e una larva (languiva

e rifioriva) vide;

ritornato a salire vide

ch’era una ninfa e dormiva

ritta abbracciata ad un olmo.

 

In sé da simulacro a fiamma vera

Errando, giunse a un prato

ove l’ombra negli occhi si addensava

delle vergini come

sera appiè degli ulivi;

distillavano i rami

una pioggia pigra di dardi

qua pecore s’erano appisolate

sotto il liscio tepore,

altre brucavano

la coltre luminosa;

le mani del pastore erano un vetro

levigato da fioca febbre.

 

 

qualcuno approda s’inoltra viene richiamato da un rumore di penne, vede, risale, vede e infine giunge ad un prato. A questo punto la "vicenda" si interrompe, resta sospesa come un frammento di cui ignoriamo l’inizio e la fine. Infatti anche nei versi 17- 24

distillavano i rami

una pioggia pigra di dardi,

qua pecore s’erano appisolate

sotto il liscio tepore,

altre brucavano

la coltre luminosa;

le mani del pastore erano un vetro

levigato da fioca febbre*

 

 

sembra aver dimenticato la vicenda iniziale come se essa e il suo soggetto non fossero mai esistiti. La fissità dei personaggi di questi ultimi versi (vergini, pecore, pastore) e i verbi all’imperfetto sottraggono la scena alla dimensione del tempo, mentre le immagini (i rami che distillano una pioggia di dardi, il liscio tepore dell’ombra marezzata di luce, le mani del pastore erano come un vetro levigato) accentua il tono ermetico del componimento.

Il contenuto della poesia di Ungaretti si risolve nelle linee di movimenti : un vagare un incontro, un arrivo una quiete. Sono movimenti astratti e ambigui: astratti perché la vicenda in cui si manifestano li rende misteriosi;ambigui perché potrebbero svolgersi in una successione diversa, non avendo la loro successione nessuna necessità logica.

1*: da " Sentimento del tempo"

2*: da Salinari – Ricci pagg 3851-3852

3*: da Salinari – Ricci pagg 3852

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