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Il cinema di Ayn Rand
di Marco Faraci


Ayn Rand ha sempre tenuto in notevole considerazione l'arte cinematografica ed i suoi romanzi particolarmente si prestano ad una trasposizione su pellicola.
E' così avvenuto in due occasioni che i personaggi creati dalla Rand si siano materializzati sul grande schermo.

Il film più noto è sicuramente "La Fonte Meravigliosa", diretto da King Vidor, con la supervisione della stessa Rand sulla sceneggiatura. Del cast fanno parte alcuni degli attori in quel periodo più in voga a Hollywood, come Gary Cooper (nel ruolo di Howard Roark) e Patricia Neal (nel ruolo di Dominique Francon).
L'interpretazione di Cooper è particolarmente intensa e la scena finale che lo vede sulla sommità del grattacielo è memorabile.
Notevole è inoltre la scena dell'arringa di Howard Roark, durante il processo che lo vede imputato, nel quale egli difende il valore della mente e delle aspirazioni dell'uomo contro la morale dominante dell'autosacrificio. Il film, prodotto dalla Warner Brothers, fu presentato nel luglio del 1949, guadagnando immediatamente l'attenzione della critica e del grosso pubblico.
Non è azzardato dire che il successo di questo film rappresenta uno spartiacque nella vita della Rand, avendo esso contribuito in modo determinante a farla conoscere agli americani.

"La Fonte Meravigliosa" non è tuttavia il primo film tratto da un romanzo di Ayn Rand. Alcuni anni prima era stato realizzato, proprio qui in Italia ed ad insaputa della Rand, un film in due parti tratto dal romanzo "Noi vivi".
Il regista del film è Goffredo Alessandrini. Fosco Giachetti interpreta Andrei Taganov; Rossano Brazzi interpreta Leo Kovalensky mentre una giovanissima Alida Valli ha il ruolo della protagonista, Kira Argounova.
Il film uscito nel 1942 ottiene un notevole successo tra il pubblico e si aggiudica il premio Volpe alla Biennale del Cinema di Venezia.
Lo stesso Mussolini, spinto anche dal governo tedesco, si mosse tuttavia per mettere al bando la pellicola ed ordinare che il negativo fosse bruciato. Non poteva infatti sfuggire che la condanna così forte del comunismo in nome della sacralità diritti individuali che emergeva dal film era inevitabilmente una condanna di tutti i totalitarismi, compreso quello nazi-fascista.
Fortunatamente il produttore Massimo Ferrara, capo della Scalera Films, riuscì a nascondere una copia della pellicola . La Scalera fallì tuttavia poco dopo la guerra ed il film di Alessandrini restò per circa 20 anni dimenticato fino a quando Ayn Rand decise di inviare due suoi avvocati in Italia per cercare di reperirla. La ricerca non fu facile ma nel 1968 "Noi vivi" fu finalmente reperito e portato in America.
Visionato il film, la Rand espresse su di esso un giudizio nel complesso molto positivo e decise di lavorare personalmente ad una riedizione dell'opera. La nuova edizione di "Noi Vivi" - più corta di alcuni minuti e sottotitolata in inglese - è uscita ufficialmente nel 1986, ricevendo una critica unanimemente positiva.

L'interesse che tutt'oggi esiste per la figura di Ayn Rand è dimostrato anche dalla nomination all'Oscar ottenuta, nel 1997, dal film-documentario del regista Alan Paxton, "Ayn Rand, A Sense Of Life". Tale film ripercorrendo tutte le fasi salienti della vita della scrittrice, dall'adolescenza in Russia negli anni della rivoluzione bolscevica fino alla consacrazione in America come capofila della battaglia per la ragione, l'indvidualismo ed il sistema politico capitalista.
Realizzato con la collaborazione dell'Ayn Rand Institute, il film contiene tra l'altro immagini dei film tratti dai romanzi della Rand, preziosi spezzoni di interviste televisive della scrittrice, oltre a commenti di alcuni delle persone che hanno condiviso il suo itinerario intellettuale.


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