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Putin-Berlusconi-Bush: l'abisso del compromesso. 

 

L'Occidente adora tirarsi la zappa sui piedi, far crescere i propri acerrimi nemici, concedere loro tutto quello che essi vogliono e poi chiedersi "perché ci vogliono male? Perché colpiscono le nostre città?" 

Le nostre cancellerie hanno sempre cercato compromessi e appeasement con i Paesi islamici, anche con l'Iran. Gli Americani considerano tuttora l'Arabia Saudita e il Pakistan come loro alleati. Risultato? Lo si è visto l'11 settembre. Adesso gli stessi che hanno commesso questo errore, ne stanno commettendo uno ancora peggiore. Stanno alleandosi (e ne vanno fieri, Berlusconi in testa) con il principale sponsor e fornitore di armi di distruzione di massa di tutti i nostri nemici: la Russia di Putin. Non impariamo mai dagli errori del passato?

La politica del compromesso è sempre stata alla base delle democrazie occidentali, almeno a partire dalla I Guerra Mondiale in poi. Fosse riuscita, almeno una volta, a portare a risultati positivi, si capirebbe il perché di questa perseveranza. Ma i compromessi, oltre ad essere altamente immorali, soprattutto se si cerca il compromesso con regimi che incarnano la follia al potere, sono anche sempre perdenti. Come è possibile fare concessioni a un dittatore che vuole conquistare il mondo (e lo dice anche) e credere di avere ottenuto un successo? Eppure le cancellerie europee e americane perseverano. E se ne vantano. Nel 1938 la Gran Bretagna e la Francia hanno dato la Cecoslovacchia in pasto alla Germania. Il risultato? Solo un anno dopo si sono dovuti battere per la loro stessa esistenza contro una potenza militare che si poteva stroncare sul nascere. 

Churchill e Roosevelt hanno armato oltre misura Stalin per permettergli di battere la Germania nazista. Il risultato? Quarant'anni di incubo, in cui un'Unione Sovietica ormai potentissima tentava di esportare ovunque la sua rivoluzione e costruiva armi per distruggere letteralmente l'intera umanità. Non si poteva fare altrimenti in quell'occasione? E che bisogno c'era di alimentare la macchina bellica dell'URSS piuttosto che quella nazista? Sapendo che, tanto, chiunque dei due avesse vinto sarebbe stato molto più forte contro di noi? Non si poteva seguire il saggio consiglio dell'inglese Eden (che pure era direttamente in guerra contro la Germania nazista), secondo il quale le due tigri totalitarie dovevano sbranarsi l'un l'altra e andare entrambe all'inferno? 

Nixon, per contrastare l'URSS, ha alimentato la potenza cinese. La Cina di Mao Tse Tung, la cui dottrina consisteva, in parole povere, nell'annientare con una guerra nucleare l'umanità intera, calcolando che i sopravissuti (per il loro numero) sarebbero stati soprattutto cinesi e comunisti, pronti a dare un nuovo imprinting a un nuovo mondo post-nucleare. Neanche la Spectre, nei film di James Bond, dichiarava intenzioni così megalomani e così distruttive! Il risultato? Il mondo trema ad ogni mossa che la Cina compie per allargare la sua area di influenza e si teme una nuova guerra fredda nel Pacifico fra USA e Cina. 

Reagan, sempre per battere l'URSS, strinse la mano all'Arabia Saudita e al Pakistan. Le intenzioni arabe e poi anche quelle pakistane sono sempre state dichiarate e manifestate in tutti i modi: far trionfare l'Islam nella sua versione più puritana e oscurantista in tutto il mondo. Anche con la violenza e con il terrorismo internazionale. Il risultato? Lo si è visto l'11 settembre e c'è da sperare che non si veda pure di peggio in futuro. 

Clinton, per saziare gli appetiti degli Arabi, ha costretto Israele a cedere su tutto a vantaggio dei "Palestinesi": territori, riconoscimento dei confini, coloni, perfino a rinunciare a metà di Gerusalemme. Il risultato? Guerra da due anni, in cui Israele rischia l'annientamento. 

Bush, oggi, sta facendo la stessa cosa, assecondato dall'entusiasmo degli Europei e degli Italiani in testa. Putin, il nuovo "alleato", non fa altro che dichiarare di voler ricostruire, col ricatto economico e con la pressione militare, la vecchia Unione Sovietica di una volta. Arma l'Iran (facendolo diventare la prossima potenza nucleare), l'Iraq, la Corea del Nord e la Siria, per costruire una coalizione anti-americana attorno alla Russia. Con gli stessi Stati che hanno sponsorizzato e che tuttora proteggono gli autori dell'11 settembre. Non lo fa segretamente: lo dichiara. Aiuta gli Stati che armano e spingono masse di Islamici in Europa per colonizzarci, pezzo dopo pezzo. E ci si allea con Putin per fare cosa? Per battere l'Islamismo internazionale? Per invadere e mettere a tacere i suoi santuari in Iran, in Iraq e in Siria? Nemmeno! Non è nemmeno un'alleanza militare, come quella che fecero Roosevelt e Churchill con Stalin per battere il nazismo. No: sarebbe troppo comprensibile! E' un'alleanza vaga, fatta per scopi astratti, contro la "proliferazione" (alimentata dallo stesso Putin: si allea contro se stesso?), contro il "terrorismo" genericamente inteso (nominare l'Islam non è politically correct), contro eventuali minacce militari (di Stati armati da Putin: se li fa e se li disfa?), per compiti formali come il salvataggio in mare e il controllo reciproco degli armamenti di teatro. 

Per di più, alle spalle dell'alleanza con la Russia, ci sono non anni, ma decenni di bidoni rifilatici da Mosca. A partire dal trattato per lo smantellamento delle armi batteriologiche, che ha fatto sì che i Sovietici incominciassero a lavorarvi in segreto e in modo molto più massiccio. Dal trattato sui diritti umani di Helsinki, che ha fatto si che i Sovietici compissero le loro repressioni e punissero quelle dei loro nemici. Dai troppi trattati sulla riduzione degli armamenti strategici, che hanno fatto sì che i Sovietici aggiornassero i loro armamenti. Ma come facciamo a fidarci di questa gente? Che è la stessa di allora! 

La lezione è sempre quella: se c'è un governo che dichiara di volere la tua distruzione, non allearti con quello. Bella scoperta. Lo capirebbe un bambino. Un diplomatico medio o un medio capo di Stato, evidentemente, non ci arriva. Perché? Siamo comandati da stupidi? No, non necessariamente. Il fatto è che l'Occidente (Stati Uniti ed Europa occidentale) ha perso la sua identità culturale da un pezzo. Non c'è più una politica di difesa, perché un medio politico risponderebbe qualcosa del tipo: "difendere chi e da che cosa?". Non solo non si distingue più il bene dal male, ma non si riesce nemmeno più a distinguere fra il noi e il loro. Le società europea e statunitense sono state per troppo tempo divise al loro interno. Hanno tollerato troppo e per troppo tempo, grosse sacche di nemici della civiltà occidentale, tuttora presenti e fortissime. Il risultato è uno sprofondamento generale verso il nichilismo, in cui l'unica cosa che può emergere e di cui ci si vanta è il pragmatismo di brevissimo periodo, è l'affare del giorno che il giorno dopo può portare effetti indesiderati troppo forti per essere sopportati. 

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