I tessuti che si utilizzano maggiormente per tali creazioni artistiche sono la seta, che è il tipo di stoffa che riassume i pregi della grande qualità intrinseca e della grande adattabilità al trattamento del colore, e in utilizzi minori, la juta, il lino e il cotone.

Si interviene con il disegno scelto dall'artista, seguendo due procedimenti fondamentali che sono il batik ed il serti, entrambi di lontane origini asiatiche. Il batik ha riscontri storici addirittura nei primi decenni dopo Cristo, con lavori indonesiani o malesi. Lo stesso termine "batik" significa in una delle lingue malesi "dipingere con la cera".

Il batik è infatti una tecnica di decorazione del tessuto che utilizza un sistema in negativo, applicando della cera fusa solo in alcune parti del tessuto, che alla fine rimarranno libere dal colore. L'insieme di parti trattate con le tinte, e di parti protette dalla cera, daranno origine ad esiti espressivi che collocano il batik fra i metodi più significativi ed intensi del trattamento artistico del tessuto.

Il serti invece consiste nel delimitare la decorazione creata dall'artista con materie naturali (fra cui la più importante è la gutta)  che evitino l'espansione del colore oltre i confini disegnati.

Le tecniche del serti e del batik sono i procedimenti più importanti  per la decorazione delle fibre tessili, fra le quali emerge la seta per i considerevoli pregi che essa presenta, sia per la duttilità all'intervento d'arte, sia per la qualità della fibra stessa.

La pittura su seta, nell'attualità, corrisponde a sofisticate esigenze di composizione degli arredi interni, come ad esigenze di abbigliamento di alto livello. L'arte di dipingere la seta predilige funzionalmente una policromia sfumata e non violenta e si innesta in una linea di ricerca di sensibilità ed eleganza, utilizzando una materia prima, appunto la seta, dalle fluttuanti forme avvolgenti e dagli armoniosi panneggi.

Il batik

Il serti

L'arte su seta