CRITICA LETTERARIA: IL QUATTROCENTO

 

Luigi De Bellis

 
 
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INTENZIONI E CARATTERI DELL'ARTE DI MASUCCIO

di
GIORGIO PETROCCHI



Le due direzioni fondamentali del Novellino sono individuate nella novella di tono nobile e drammatico e in quella comica e giocosa. Su entrambe esercita la sua influenza il grande modello del Decameron, ma l'imitazione del Boccaccio lascia maggior spazio, nelle novelle comiche, alla personalità e alla 'libertà inventiva di Masuccio, grazie al lievito dialettale e al gusto del grottesco, che intervengono anche, talvolta, a temperare il greve moralismo e l'eccesso drammatico delle narrazioni tragiche.

Il Guardati è lontano dagli ideali espressivi del pieno Quattrocento non già perché li rifiuti o li ignori, ma perché, pur vagheggiandoli come suprema finalità di un ingegno duttile e moderno, non riesce a realizzarli nella sua prosa. La ricerca del linguaggio elevato è sempre in sottordine all'esigenza dell'argomentazione moralistica, che vuol filosofeggiare e lo fa con buona dose d'ingenuità e di pesantezza, e cerca un rimedio nel sostegno di uno stile grave e accorto, che è invece soltanto ripetizione supina di ritmi e di accorgimenti della prosa del Decameron, quasi sempre senza rendersi conto delle regole interne che condizionano la prosa boccacciana, e imitando dall'esterno o un costrutto complesso e di bell'effetto oratorio, o un taglio di narrazione popolaresca, o un incastro d'aggettívazione vivace ed estrosa.
Il Novellino, infatti, non può dare l'impressione di un'opera costruita organicamente e fusa in ogni sua parte, sotto il rilievo stilistico. Il Boccaccio è compreso in due direzioni, senza che Masuccio ne afferri l'unità artistica: o la ricca solennità delle pagine moralistiche e delle narrazioni drammatiche, o il rapido ritmo degli scorci giocosi. Quindi l'imitazione si falsa, nel Novellino, o reíterando, e quindi esagerando, l'alto tono boccacciano in sequenze moralistiche di dubbia validità letteraria, o ripetendo (ma quivi senza cadere nell'affettazione o nell'esagerazione) le pagine d'impegno rappresentativo umoristico. Si potrà annotare, di conseguenza, che gli incisi o le digressioni moralistiche pur avendo rispondenza piena nell'animo appassionato e polemico di Masuccio, restano pagine di confusa imitazione retorica; ed è vero, ché il Guardati ha una sua moralità dignitosa, un senso probamente reattivo di fronte alle compromissioni dell'ambiente in cui vive. Si potrà, poi, inferire che le narrazioni di tono burlesco e grottesco del Novellino sono quelle dove l'esemplare boccacciano meglio insegna e' più libertà inventiva lascia al Guardati. Ma ciò non vieta di concludere che la presenza del Boccaccio, che è presenza di lingua oltre che di stile, stabilisce su ogni parte del Novellino una diffusa tonalità espressiva e un'imitazione d'effetti letterari che non si compongono mai in struttura unitaria.
Abbiamo osservato che nelle novelle a carattere comico o grottesco l'imitazione del Boccaccio lascia una maggiore libertà d'invenzione e di resa artistica al Guardati. L'elemento che consente questo svincolo (che non è mai, si badi, assoluto), è offerto dal lievito dialettale che anima quelle novelle.
Il complesso della novella comica può attingere o non all'elemento grottesco, e questo può essere adoperato per risolvere in riso o sorriso le trame fosche, truculente, sanguinose delle quali il Novellino fa spesso mostra.
In talune novelle la comicità muove dal fatto in sé, dalla scelta di un determinato argomento narrativo, e poi dal diletto di raccontarlo in tutti i suoi momenti; in altre il Guardati ricorre all'elemento comico per variare le conseguenze di una narrazione drammatica, colma di malvagità e di terrore, in vetta alla spregiudicatezza e alla ferocia umana. Il Novellino vuol essere, per Masuccio, la raccolta « completa » di tutti i casi umani assommati in gamme diverse; non può, quindi, essere rifiutato il ricorso alla materia orrida, paurosa, truce, della quale tanto avevano trattato le fonti novellistiche precedenti, ed anche il Boccaccio, sia pure con ben altro senso artistico della tragedia umana. La scelta dell'orrido, muovendo dal proposito di variare gli argomenti del Novellino e di non trascurare alcun aspetto della contraddittoria umanità di cui Masuccio è testimone, non vuol essere punto d'arrivo, ché la fantasia dello scrittore brama piuttosto situazioni festose e a lieto fine. Grave stonatura sarebbe, d'altronde, una risoluzione in farsa di una narrazione tragica; e allora Masuccio sfugge alla materia spietata ricorrendo al grottesco. Ma queste tonalità grottesche, per il fatto di prendere origine dalla materia truculenta, conservano un che di ambiguo, di sinistro. Anche siffatti stridori ed equivocità fanno parte del timbro artistico del Novellino.
Trascorrendo dalle novelle giocose, popolaresche, erotizzanti, o da quelle grottesche, alla materia drammatica, s'avverte immediatamente un'impressione di stanchezza, come se il ritmo narrativo si rallentasse e si disperdesse.

2001 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it  - Collaborazione tecnica Iolanda Baccarini - iolda@virgilio.it