LETTERATURA ITALIANA :     ANALISI DEL NOVECENTO

ALDO PALAZZESCHI

Nato a Firenze nel 1885, Palazzeschi (anagraficamente Aldo Gìurlani) compì studi di ragioneria, frequentò una scuola dì recitazione e fece per qualche tempo l'attore nella compagnia di Lida Borelli, Fu compagno di strada dei futuristi (scrisse anche su «Lacerba» ), ma se ne staccò presto per il loro interventismo e nazionalismo. Visse gran parte della sua vita a Firenze - con brevi soggiorni a Venezia e a Parigi - e a Roma, dove morì nel 1974.

Nel panorama del Novecento italiano la sua produzione, che occupa più di un cinquantennio, è di notevole importanza sia nell'ambito della poesia (L'incendiario, 1910; Cuor mio, 1968; Via delle cento stelle, 1972) che in quello della narrativa (oltre II codice di Perelà, i racconti di Stampe dell'Ottocento, 1932; II palio dei buffi, 1937; II buffo integrale, 1966; i romanzi Le sorelle Materassi, 1934, Roma, 1953, e II doge, 1967).

Il codice di Perelà, che più che romanzo si potrebbe definire una sorta di "favola allegorica" o "favola surreale", fu pubblicato nelle edizioni futuriste di «Poesia» nel 1911, col sottotitolo di «romanzo futurista». Fu ripubblicato con qualche variante e come Perelà uomo di fumo nel 1954 da Vallecchi. «La vicenda è estremamente lineare: il protagonista giunge in un'anonima città dove, come più tardi nel Doge, l'ambientazione mischia gli elementi realistici della cronaca agli elementi eterni delle favole. Per le sue inconsuete caratteristiche psicofisiche, Perelà viene accolto nella reggia, nella quale gli sono subito presentati i notabili del paese e le dame di corte. Gli viene affidata, compito supremo, la stesura del Codice. Ma la morte di un servitore, Alloro, lo perde: l'uomo di fumo viene condannato alla reclusione a vita. Ma come il Cristo, Perelà fugge dal suo sepolcro (il carcere) e s'invola nel cielo».

 

  (C) 2000 Luigi De Bellis 900: ALTRO ARGOMENTO