MARTIRI ED EROI I dispersi nell'attentato al WTC sono oltre cinquemila: è il primo bilancio provvisorio, diviso per oltre 60 nazioni, diffuso dal municipio di New York City. La cifra definitiva è impossibile da rintracciare. Gli italiani sono 38, anche se l'ufficio del sindaco Rudy Giuliani avverte che tra questi vi possono essere molti italo-americani. Secondo la Farnesina “solo” per dieci persone si ha la certezza della cittadinanza italiana. Dall’elenco sotto riportato sono esclusi gli statunitensi che dovrebbero essere circa 1250 persone, senza contare i caduti al Pentagono e i passeggeri dei quattro aerei dirottati (tra loro anche le bambine di tre anni). Antigua/Barbuda 3 Argentina 5 Australia 55 Austria 1 morto 26 dispersi Bahamas 1 Bangladesh 55 Barbados 3 Belgio 5 Bielorussia da 1 a 3 Belize 4 Brasile 8 Gran Bretagna da 200 a 300 Burundi 1 Canada 3 morti, 75 dispersi Cile 1 Cina 4 Colombia 208 Costarica 1 Repubblica Ceca 10 Danimarca 1 Rep. Dominicana 25 Ecuador 34 Egitto 4 El Salvador 71 Finlandia 50 Francia 10 Germania 4 morti, 96 dispersi Gana 1 Grecia da 30 a 50 Guatemala 6 Honduras 7 India 250 Indonesia 1 Iran 5 Irlanda 4 morti, 40 dispersi Israele 133 Italia 38 Giamaica 7 Giappone 23 Giordania 2 Kenya 1 Libano 4 Mexico 17 Olanda 3 morti, 400 dispersi Nuova Zelanda 1 Nigeria 94 dispersi Pakistan 200 Panama 3 Paraguay 1 Perù 3 Polonia 30 Portogallo 4 Russia 96 Slovacchia 10 Sudcorea 30 Sudafrica 6 Sri Lanka 1 St. Lucia 1 Svizzera 6 morti, 100 dispersi Taiwan 7 Trinidad/Tobago 4 Turchia 1 Ucraine 1 Venezuela 3 Yemen 8 A New York, lo scorso Natale, il giocattolo più regalato è stato un pupazzo di colore rosso di nome "Bill Blazes". Non era un personaggio dei cartoni animati, uno di quelli che sparano a raffica e dicono frasi del genere "verso l’infinito e oltre” . Era un pompiere snodabile, capace di evoluzioni incredibili, ma sopratutto di far sognare una generazione di bambini. Dopo l' 11 settembre, nella mente dei newyorchesi il termine “eroe” è immediatamente associato alla faccia sporca e sudata di un tizio che sale affannosamente verso la cima delle Torri Gemelle in fiamme. Si chiama Michael Kehoe ed è un pompiere. Alla fine si salva e grazie a lui la scampano una trentina di persone. Ma non è il solo “eroe” della grande mela. Di persone come lui, come Michael Kehoe, New York ne ha a bizzeffe. Jimmy Grillo, ad esempio, che all’indomani della tragedia è apparso in tv e, col volto tumefatto pieno di bruciature tagli scottature cerotti e fasciature, ha pronunciato parole più forti del suo coraggio (sembra strano ma è così), parole in cui l’America di ieri e di oggi riversa tutto il suo amore e la sua ammirazione per chi ha dato la vita o l’ha rischiata in quell’11 settembre. “I am a fireman, and all my life I shall be a fireman. Always here, always in New York. To protect my city and my people and my friend”. Oppure John Baldassarre, 44 anni di cui 22 in uniforme rossa, che urla: "Facciamo soltanto il nostro lavoro. Certo non è piacevole quando trovi i resti di una persona, oppure scopri la faccia di un collega tra le macerie. Ma questo è il mestiere e noi facciamo soltanto il nostro lavoro". Pochi giorni fa Baldassarre ha visto su un giornale la foto di un collega. Era corso alle Twin Towers, quel giorno, si era lanciato su per le scale e infine era rimasto a terra senza fiato avvolto dal fumo, schiacciato dal peso dell' equipaggiamento, fin quando la mano di un collega lo ha trascinato di sotto, a terra, verso la salvezza. Ora, a distanza di tempo, quel pompiere cercava di scoprire chi fosse il suo salvatore. " So chi lo ha portato giù, -racconta Baldassarre- si chiama Mike ed era nella mia stessa squadra. Non ho dimenticato la scena: c'era parecchia gente e ricordo quel tipo, era in affanno. Mike lo ha portato giù, poi però, è voluto tornare su. E da allora non l'ho più visto." Nessun cenno di commozione per una città dove gli eroi camminano per strada, tra la gente.
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