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A cura del circolo LEGAMBIENTE "le Perseidi" - ROMA

OSSERVAZIONI AL PIANO REGIONALE DEI RIFIUTI DEL LAZIO
settembre 2006



PREMESSA.

il Commissario sull'emergenza rifiuti della regione Lazio in vista della scadenza dell'attuale regime commissariale (31/01/2007) e in attesa di una possibile ordinanza di proroga limitata all'anno 2007 si è dato 2 obiettivi:

  • la Rimodulazione Piano Commissariale Rifiuti 2007 (entro il 31/12/2006)
  • la Rimodulazione del Piano Regionale Rifiuti 2008 -2010 (entro 31/12/2007) Per entrambi sono state prodotte delle Linee Guida alle quali fanno riferimento le nostre osservazioni.


    OSSERVAZIONI SULLE LINEE GUIDA.

    La regione Lazio nel corso degli ultimi anni ha accumulato un vistoso ritardo nella gestione della Raccolta Differenziata dei Rifiuti portandola ad occupare l'ultimo posto tra le regioni dell'Italia Centrale. Il grafico mostra senza pietà l'enorme differenza tra la media italiana e la percentuale di raccolta differenziata realizzata nel Lazio. Come si può notare, nel corso degli anni la distanza è aumentata.


    Percentuale di Raccolta differenziata nel Lazio e in Italia (fonte APAT)

    Obiettivo 35% al 2010! Ma per caso il Lazio è una regione di serie B?

    Partendo dunque da una percentuale di raccolta differenziata che per il 2004 si attesta all' 8,6% , le Linee Guida indicano il 35% come obiettivo da raggiungere nel 2010. Esso rappresentava l'obiettivo minimo indicato dal D.lgs. Ronchi da raggiungere entro il 2003!. Il Nord Italia nel suo complesso l'ha superato nel 2004, alcune regioni nello stesso anno hanno avuto percentuali di tutto rispetto: Veneto 43,9%, Lombardia 40,9%, Trentino Alto Adige 37,8% . Perché indicare per il 2010 un obiettivo che nel 2004 è stato abbondandemente superato da molte regioni italiane? Sarebbe come dire che si considera il Lazio una regione di serie B dove la raccolta differenziata più di tanto non possa essere spinta. Cosa del resto smentita dal fatto che alcuni comuni del Lazio, avendo adottato il sistema di raccolta domiciliare dei rifiuti, in pochissimo tempo hanno raggiunto percentuali ragguardevoli. Nel 2005 Lenola ha raggiunto il 61%, Sermoneta il 55% (fonte Legambiente: Comuni Ricicloni 2006), Roccagorga il 48%, Castelforte il 52% e Sonnino il 54%. Quasi tutti hanno adottato il sistema di raccolta domiciliare nel 2004. In particolare Sonnino è passata dallo 0,5% del 2003 al 54% del 2005, dimostrando come enormi balzi in avanti possono essere fatti, volendo, anche in poco tempo.

    Noi suggeriamo quindi che il piano indichi per il 2010 l'obiettivo di raccogliere in modo differenziato il 60% dei rifiuti e che entro il 2012 la percentuale si attesti all'80%.


    I Rifiuti Organici

    Le Linee Guida, nella prima versione, non indicavano nei servizi rivolti ai cittadini la raccolta separata dei rifiuti organici. Né ritroviamo traccia del trattamento di tale rifiuto nella sezione dedicata all'impiantistica. Si tratta di un refuso? In ogni caso ci teniamo a ricordare che l'organico rappresenta 1/3 dei rifiuti domestici ed è il responsabile dei maggiori problemi di inquinamento in discarica: varie emissioni rilasciate nell'aria che la rendono irrespirabile (anidride carbonica, metano, ecc.) e percolato.
    Noi chiediamo pertanto che il piano esplicitamente preveda la raccolta separata dei rifiuti organici anche dalle utenze domestiche e il loro successivo trattamento con le migliori e meno inquinanti tecnologie oggi conosciute. Tra queste osiamo suggerire la produzione combinata di BioGas e Compost (1) che oltre a produrre metano (materia prima di cui l'Italia ha enorme bisogno) e compost (fertilizzante molto utile per fermare l'impoverimento dei terreni e la loro progressiva desertificazione), risulta un processo a basso impatto ambientale.


    Gli inceneritori

    "Chiamiamo le cose con il proprio nome, così tutto diventa più facile". Citiamo qui Oscar Wilde perché in Italia sono stati coniati vari nomi (termovalorizzatori, termodistruttori, ecc.) probabilmente per segnare una cesura con gli impianti degli anni settanta-ottanta del secolo scorso, molto inquinanti e molto mal visti dagli abitanti che dovevano subirne le malefiche emissioni. E dunque la lotta all'inquinamento da inceneritore passa anche attraverso questa battaglia "nominalistica". Certo oggi gli inceneritori hanno filtri più potenti e inquinano di meno di quelli costruiti nel secolo scorso, come ci ricorda un documento del 2005 del ministero dell'ambiente tedesco (2). Occorre però rammentare che:

    1. la loro economicità in Italia è drogata da una legge (per cui riceve indebiti incentivi) che considera energia rinnovabile [sic!] quella prodotta dagli inceneritori, legge che Legambiente chiede di cancellare (sul sito www.legambiente.com è possibile firmare l'appello).
    2. Secondo uno studio dell'Università Bocconi (2005) l’energia prodotta dagli inceneritori non è conveniente (infatti il costo di 1 MWh prodotto dall' incenerimento dei rifiuti è di 228 €, mentre da un impianto idroelettrico medio è di 66 €, da un impianto eolico 63 €, da biomasse 121 €).
    3. Nel processo di combustione, anche quando si svolge in condizioni ottimali, hanno luogo reazioni casuali in cui si producono migliaia di nuovi composti chimici chiamati PIC (Prodotti di Combustione Incompleta). Solo un centinaio di questi PIC sono stati individuati. Le altre migliaia di sostanze sono sconosciute, anche nei loro possibili effetti sulla salute (3).
    4. Per ogni tonnellata di rifiuti bruciata, un inceneritore produce :
      • una tonnellata di fumi immessi in atmosfera;
      • 280/300 Kg di ceneri "solide";
      • 30 Kg di "ceneri volanti";
      • 650 Kg di acqua di scarico;
      • 25 Kg di gesso.
      Complessivamente la materia in uscita è maggiore di quella in entrata in quanto l’inceneritore addiziona ai rifiuti ossigeno per la combustione e acqua per il raffreddamento. I composti chimici contenuti nei residui dell’incenerimento sono tipicamente: vapore, anidride carbonica, polveri fini, ossido di carbonio, acido cloridrico, acido fluoridrico, anidride solforosa, metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio, arsenico,…), diossine, furani, idrocarburi policiclici (3)
    5. E dunque l'incenerimento non chiude il ciclo dei rifiuti in quanto a fronte di 1000 Kg di rifiuto bruciato vengono prodotte tra l'altro più di 300 Kg di ceneri, parte delle quali estremamente tossiche e quindi da trattare con speciali procedure prima di essere gettate in discarica.
    6. Secondo Stefano Montanari , direttore scientifico del laboratorio «Nanodiagnostics» di Modena: "più elevata è la temperatura alla quale un processo di combustione avviene, minore è la dimensione delle particelle che ne derivano; le polveri realmente patogene sono le pm2,5 (cioè particelle con un diametro [...] medio di 2,5 micron), le pm1 (diametro da 1 micron) e le pm0,1 (diametro da 0,1 micron). Non esiste alcun tipo di filtro industriale capace di bloccare il particolato da 2,5 micron o inferiore a questo , ma dal punto di vista dei calcoli che si fanno in base alle leggi vigenti, questo ha ben poca importanza: il termovalorizzatore produce pochissimo pm10 e la quantità enorme di altro particolato non rientra nelle valutazioni. Ragion per cui, a norma di legge l’aria è pulita." (4)
    7. Un impianto di incenerimento richiede investimenti elevati, per rientrare dai quali ha bisogno, una volta costruito, di funzionare a pieno carico, entrando così in concorrenza tra l'altro sleale (si veda il primo punto di questo elenco) con il riciclaggio.
    Purtroppo e Linee Guida prevedono l'incenerimento ( 20% - 24% ). Noi suggeriamo per le suesposte ragioni di non ricorrervi affatto e di chiudere progressivamente gli impianti attualmente in funzione.


    La riduzione dei Rifiuti.

    L’attuazione di questo punto rappresenta uno dei passaggi più importanti per una corretta gestione dei Rifiuti. Occorre tendere a modificare la progettazione degli oggetti e degli imballaggi affinché possano essere totalmente e facilmente riciclabili. Occorre ridurre gli imballaggi in peso e volume o eliminarli del tutto in molti casi. Oltre alle indicazioni presenti nelle Linee Guida suggeriamo di considerare:


    LA NOSTRA PROPOSTA IN SINTESI

    Riprendiamo da pagina 38 e da pag. 41 delle Linee Guida i seguenti passaggi che condividiamo in pieno e sui quali poi basiamo la nostra proposta. "Un sistema integrato di gestione dei rifiuti che parte da una significativa percentuale di raccolta differenziata è più facilmente accettato dall’opinione pubblica sempre diffidente soprattutto quando è necessario al completamento del ciclo la localizzazione di discariche o inceneritori. ... Oltre tutto in un paese come l’Italia povero di materie prime il recupero dei rifiuti e la trasformazione degli stessi in nuovi materiali sono diventati in questi anni una scelta obbligata per garantire il reperimento di materiali utili all’industria della trasformazione. ... La crescita delle raccolte differenziate consentirà la realizzazione sul territorio regionale di industrie di produzione di vari materiali oggi localizzate prevalentemente nel centro nord. ... Quantitativi significativi di materiali che fossero raccolti nella nostra regione consentirebbero la nascita di nuove imprese con la creazione di nuovi e duraturi posti di lavoro".

    Premesso tutto questo ci sembra ovvio che il Piano Regionale sia improntato sul riuso dei prodotti e il riciclaggio dei materiali e dunque si ponga i seguenti obiettivi:
    1. Riduzione dei quantitaivi di rifiuti prodotti per abitante;
    2. Raccolta Differenziata al 60% nel 2010 e all'80% nel 2012 da raggiungere modificando le modalità di raccolta da cassonetto stradale a domiciliare o di prossimità;
    3. Avvio immediato in tutto il Lazio della raccolta separata dei rifiuti organici
    4. Impiantistica modulata sul raggiungimento dell'obiettivo del punto 2) (si valuti in particolare la produzione combinata Biogas-Compost per il trattamento del rifiuto organico (1));
    5. Trattamento Meccanico Biologico per tutto il resto (5)
    Circolo LEGAMBIENTE "le Perseidi" - via dei Sabelli, 119 - 00185 ROMA




    NOTE: (1) da "La Digestione Anaerobica rifiuti organici e di altre biomasse: situazione e prospettive in Europa e in Italia" - Ecomondo di Rimini nov. 2004 – pag. 74 di Sergio Piccinini (comitato tecnico del Consorzio Italiano Compostatori).
    "L’integrazione dei due processi [aerobico / anaerobico] può portare dei notevoli vantaggi, in particolare: (2) "Waste Incineration — A Potential Danger? Bidding Farewell to Dioxin Spouting" – Ministero Federale Tedesco per l'Ambiente, la Conservazione della Natura e la Sicurezza Nucleare

    (3) Sergio Cirelli: "Inceneritori sì, inceneritori no".

    (4) da: http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=1763

    (5) "La miglior tecnica è il Trattamento Meccanico Biologico a freddo , cioè senza combustione" di Federico Valerio , direttore del Dipartimento di Chimica Ambientale dell'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova. (da www.dilloadalice.it n.120 del 13/09/2006)



     
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