Movimenti e internet
di
Giulio Bufo

La sistematica criminalizzazione che viene fatta di Internet, mostrata come fonte di pornografia e come una distorsione amorale della società, in realtà non fa altro che mostrare l’incapacità e l’impossibilità di controllare un universo parallelo, un “matrix”, qual’è Internet. D’altro canto la volontà di disciplinare la rete mediante delle leggi repressive (si vedano le proposte di legge del ministro Urbani circa il “p2p”) si sono dimostrate un enorme fallimento. Insomma, nonostante la criminalizzazione e la repressione che ne viene fatta, Internet si dimostra impossibile da controllare, oltre che un reale strumento d’opposizione al potere dominante. Una conferma di ciò la si è avuta negli ultimi tempi, mediante l’utilizzo che le varie brigate di “resistenza” irakena ne hanno fatto; Internet per loro è diventato un modo, forse l’unico, per poter lanciare ultimatum, appelli, comunicati e non ultime le terribili immagini sulle sommarie esecuzione dei sequestrati. Ma ancora prima che questi gruppi “terroristi” si accorgessero della potenzialità di questo mezzo di comunicazione, c’era chi da sempre ha rilevato la potenza di Internet. A metà degli anni ’90 quando i rivoluzionari col passamontagna del Chiapas, si vanno affermando nel globo terrestre, la loro diffusione avviene soprattutto mediante i comunicati via internet e con la creazione di un proprio sito (www.ezln.org) con cui rendere archiviabile la storia dell’Esercito di Liberazione Nazionale.
Spesso, in storiche manifestazioni di piazza, ci si è trovati a chiedere meravigliati come fosse possibile una partecipazione di gente (variabile tra i 500 mila ed i 2 milioni), dal momento che i media ufficiali ignoravano, quando non proprio criminalizzavano, tali memorabili appuntamenti. Nella riuscita di tali appuntamenti importante è stato il passaparola ed il tam tam mediatico, ma il loro successo era dovuto anche alla nascita dei gruppi di discussione via internet (mailing list) o con l’affermarsi delle cosiddette “open zones” o “newswire”.
Per quanto concerne i gruppi di discussione (ML) molti sono nati per esigenze di organizzazione di specifici eventi, tipo il “GSFInfo” nato per organizzare il G8 di Genova e poi subito dopo estinto, altri, invece, che vanno ben oltre il singolo evento, restano ben vivi e vegeti, ed è il caso di gruppi tipo “ForiSociali”, “Libertari”, “Centri Sociali”, “Movimento”, “Dissobedienti” ed altri la cui lista sarebbe infinita.
Parlando dell’open zone o della newswire ci affacciamo sul mondo dei numerosi siti di movimento. Questi sono spazi liberi in cui chiunque può porre comunicati, appuntamenti o notizie, cosa che se da un lato rende il sito altamente democratico in quanto oltre al webmaster (colui che gestisce il sito) lo spazio comunicativo è creato dai medesimi visitatori in maniera dinamica, dall’altro lato rende facile le infiltrazioni da parte di chi col movimento a poco a che fare, anche se in vari modi si sta cercando di evitare ciò nascondendo i “post” (tutto ciò che viene immesso nell’openzone o newswire) sgraditi. Grazie a tali strumenti si è reso celebre un sito come Indymedia (www.indymedia.org ). Sito nato all’indomani delle manifestazioni di Seattle e diventato nel giro di pochi anni il più importante spazio informativo di movimento. Attualmente Indymedia presenta ben 140 sezioni geografiche ognuna gestita in diversi parti del pianeta terra che vanno dalla Palestina ad Israele, dall’Asia all’Africa, dagli USA a Cuba. Ben curata è anche la sezione italiana (italy.indymedia.org/), sezione che a sua volta presenta dodici sezioni regionali. Tale complessa mappa rappresenta perfettamente il motto del movimento “dal locale al globale”. Ma Indymedia non è l’unico sito a possedere la democraticità degli spazi web aperti agli utenti, similmente avviene con siti come “triburibelli.org” o l’italo-francesce “bellaciao.org”.
Cercare di capire quanto il movimento sia presente su Internet e quanto Internet sia importante per il movimento è un’impresa faraonica, in cui si rischia di perdersi. Perché ciò non accada, si potrebbe analizzare il fenomeno partendo da alcuni portali di movimento o per tematiche oppure per personalità importanti del movimento. Noi cercheremo di analizzarlo da tutte queste facciate. Per quanto concerne i portali, oltre all’ottimo “zabrinskypoint.org” ben gestito e continuamente aggiornato , è da segnalare lo storico “Isola nella Rete” (www.ecn.org), portale in cui sono presenti numerosi link a siti di centri sociali, organizzazioni anarchiche e comuniste ed ospita diversi gruppi di discussioni tematiche e non solo, fra cui lo storico gruppo di “movimento”. Senza dubbio all’Isola nella Rete spetta il primato di longevità, sperando che nonostante le numerose cause intentate contro di essa e la magra situazione economica possa continuare la sua vita. Oltre il semplice portale va il sito di “autistici” (http://www.autistici.org/it/index.html) il quale in più offre il servizio di posta elettronica, ossia la possibilità di creare una propria casella email, con una protezione maggiore rispetto a quelle delle multinazionali informatiche, mediante un frequente cambio di password. Se invece ci poniamo ad una analisi del movimento internautico mediante le varie componenti ideologiche e morali o per tematiche in tal caso tutto sembra complicarsi e non finire mai.
Tanti sono i siti che puntano a fornire un’informazione indipendente, fuori dagli schemi-schermi propagandistici, spesso aggiornata quotidianamente. In tale excursus, partendo dall’area anarchica (anarcotico.net) per arrivare all’area cattolica missionaria (misna.org, e la sua sorella femminile, femmis.org) o laica (unimondo.org), troviamo una serie innumerevole di siti, tra cui, per elencarne solo alcuni: amisnet.org e reporterassociati.org (entrambi facenti capo a due agenzie stampa indipendenti e, dopo una nascita separata, ormai gemellati), comedonchisciotte.net, informationguerrilla.org, ventimarzo.org (nato in occasione della manifestazione contro la guerra del 20 marzo 2004 ma che continua ad essere aggiornato), clorofilla.it, criticalpoint.it, disinformazione.it, sconfini.net, decoder.it, newbrainframes.org, per citarne solo alcuni. Accanto a questi, presenti esclusivamente in Internet, vi sono poi quei siti che sono presenti anche nella veste editoriale e che spesso si muovono in maniera separata dalla versione cartacea. Oltre ai tre principali quotidiani della sinistra (ilmanifesto.it, liberazione.it, unita.it) sono da segnalare le due riviste carta.org e vita.it, nonché il sito della casa editrice “NuoviMondiMedia” (nuovimondimedia.it), quest’ultimo, uno di quei siti presi di mira più di altri dalla voglia di censura, spesso è stato tacciato di essere para-terrorista con una menzognera accusa tipica dei media ufficiali.
Ugualmente complicata diviene una ricerca in base alle tematiche di movimento, oltre ovviamente al “no incondizionato alla guerra senza se e senza ma”, che trova il suo corrispettivo in siti quali peacelink.it, peacereporter.net, warnews.it o mediawatch (osservatorio sulle menzogne di guerra http://italy.peacelink.org/mediawatch/) , un’attenzione particolare va ai maggiori focolai di tensione internazionale oltre l’Iraq (uruknet.info) ed il mondo arabo (arabmonitor.info), vi sono per l’America latina (selvas.org) e per i Balcani (osservatoriobalcani.it). Non sono sottovalutate la questione del lavoro (rassegna.it), quella dei migranti (meltingpot.org), quella di genere (womenews.net) e l’antiproibizionismo (droghe.aduc.it o antiproibzionisti.it). Altresì non è sottovalutata la questione ambientale, oltre che dai siti di organizzazioni ambientaliste riconosciute (greenpeace.it o legambiente.com) particolare attenzione all’ambiente ed al mondo animale e data dal sito animalieanimali.rai.it, sito che porta dietro la firma della presentatrice televisiva Licia Colò.
Avere una firma importante dietro al sito potrebbe dare un certo risalto al sito stesso, ma non nel caso dei siti di movimento, in realtà la presenza di firme importanti nasconde un forte personalismo che sfiora la volontà di leadership, nomi importanti in tal caso sono Giulietto Chiesa (megachip.info), il diessino Giulietti (articolo21liberidi.org), Francesco Berardi “Bifo” (rekombinant.org), Dario Fo (alcatraz.it), Fulvio Grimaldi e la sua Lega Antimperialista (anti-imperialism.net), ma un discorso a parte merita lo splendido sito dei “WuMing”. (http://www.wumingfoundation.com/). In quest’ultimo caso l’importanza del sito è dovuta al fatto che tratta, fra l’altro, uno degli argomenti intellettuali preferiti dal movimento: il “copyleft”, di cui i WuMing sono tra i maggiori teorici.

Un ultimo discorso da sviluppare nel rapporto tra il movimento e la rete Internet è circa la diffusione delle radio e delle tv in “streaming”. La loro notevole diffusione via internet è stata permessa soprattutto in seguito ai prezzi notevolmente ridotti rispetto all’etere, costi bassi sia perché non occorre acquistare una frequenza e sia per le apparecchiature. Con l’avvento dello streaming, la maggior parte delle radio indipendenti nate alla fine degli anni ’70 sono passate da essere radio locali, o di quartiere, ad essere radio globali, al giorno d’oggi basta un programma audio, tipo “winamp”, e potremo, in qualsiasi parte del pianeta terra, ascoltare “Global Radio”, “GapRadio” la padovana “Radio Sherwood”, la romana “Radio Onda Rossa”, la torinese “Radio Black Out”, la milanese “Radio Popolare”, la bolognese “Radio K Centrale” o la casertana “Esse8Radio”, per citarne solo alcune. Medesimo discorso riguarda le Tv, le quali molto più che la radio hanno trovato la possibilità di espandersi via internet, infatti se di radio indipendenti vi è una storia ventennale ciò non è avvenuto per le tv, se escludiamo i casi, del resto recenti, delle tv di quartiere. Emittenti tipo “Arecoris Tv”, “Iride Tv”, “Atlantide Tv” o “Global Tv”, nascono espressivamente per Internet, usando il satellite e quindi l’etere (appoggiandosi al monopolio Sky) tranne in rari casi di eventi in diretta. Ma la loro caratteristiche non è tanto la diretta quanto l’essere un archivio di immagini di eventi e di interviste a personalità note del movimento altermondialista.
Gruppi di discussione, siti internet, radio e tv via streaming, è fatto di ciò il composito mondo del movimento via internet, un mondo talmente complesso che se da un lato risulta utile a creare una rete di informazione indipendente, ma nel quale, nello stesso tempo, potrebbe essere facile perdersi. Per evitare ciò da tre anni opera il bollettino-rassegna del “GrandenudNews”, una newsletter quotidiana nata inizialmente come uno strumento per informarsi ma cresciuto in questi anni e diventato utile per orientarsi nella giungla matrix di internet. (per ricevere il bollettino scrivere a grandenud@tin.it).
La cosa certa è che il potere cercherà sempre di regolarizzare gli strumenti che gli sfuggono di mano e che facilmente potrebbero rivoltarglisi contro. Ma certamente l’universo internautico del web sarà quello più difficile da controllare, anche per la forte alleanza sviluppatasi negli anni tra la rete Internet e i movimenti noglobal, newglobal, altermondialista, ecc. e che quindi, in tal caso, sarebbe meglio definire, con un sol termine, come “movimento internautico”.

settembre - dicembre 2004