Le leggende del Sile

Sul Sile si narrano molte leggende; possiamo ricordarne qualcuna come quella che narra di una signora malvagia e ricchissima, padrona di tutti i territori dell'alto Sile. Un giorno la signora, mentre passava vicino ad un "fontanasso" con una carrozza trainata da cavalli bianchi, incontrò un sacerdote che andava a portare il viatico ad un moribondo camminando nel fango, seguito da due chierichetti. Il cocchiere fermò la carrozza e disse alla signora che passava il Signore del cielo. La signora però aveva fretta e disse di andare avanti perché era padrona della terra. La terra allora si aprì con un boato e inghiottì la signora con la carrozza; si salvò solo il cocchiere che vide uscire dal baratro una cagna brutta e spelacchiata. Da quel giorno la cagna, detta "Cornara", continuò a vagare abbaiando di notte. L'origine di questa leggenda risale al '600, quando la nobile famiglia veneziana Corner, era proprietaria dei terreni di Torreselle e Levada,che un tempo appartenevano alla comunità. I contadini vedevano nella punizione della signora presuntuosa, la giusta rivincita contro i potenti Corner.

Un'altra leggenda è questa:
Nelle paludi di Villanova ed Ospedaletto di Istrana, qualcuno diceva di aver visto una testa di cavallo fiammeggiante. Un certo Coccolo, un omone grande e grosso che non credeva nella leggenda, una volta volle andare a vedere. Quando tornò in osteria dette un gran pugno sul tavolo e disse che non aveva paura di nessuno, ma nella palude non sarebbe tornato mai più. Nelle paludi, la combustione del materiale torboso può dar luogo ad un fenomeno fisico che è conosciuto con il nome di fuochi fatui. Tale fenomeno si verifica anche nei cimiteri grazie alla putrefazione dei cadaveri. E infine un ultima leggenda dice che Rolando, uno dei dodici paladini, venne a Treviso con 2000 uomini per portare la pace, combattendo contro i Saraceni che erano circa 3000. Rolando stava per perdere e si riparò nella chiesa di Sant'Angelo finchè, insieme ai suoi, riuscì a recuperare le forze. I Saraceni irruppero con furore in quel luogo; Rolando allora si raccolse in orazione pregando Dio e implorò l'aiuto di Sant'Angelo affinchè gli concedesse la vittoria. Al tramonto, presero le armi e si diressero senza paura verso i malvagi che si diedero alla fuga; molti furono uccisi altri catturati e messi in carcere. Rolando e i suoi compagni dedicarono la loro vittoria a Dio e all'Arcangelo Michele; ordinarono quindi la consacrazione della chiesa stessa in onore di Dio e dell'Angelo. Per questa ragione ogni primo giorno del mese di Maggio vi è una celebrazione nella chiesa di Sant'Angelo.