La Piatha del Diaol

I dis che l'è opera del Diaol, che l'è la so piazza e che l'è geloso che 'l sie. Parché non passe nessun par de là, 'l ha fat rodolar na montagna creando an labirinto par chi vol passar via. I dis che tanti se ha pers e non i é pi tornadi a casa, e alora i sentia rider e sghignazzar. I dis che lassù 'l è el ritrovo delle strighe, che le ariva da tute le parti par far na gran festa, montade su scoe e can e altre bestie. Le bala, le ride, le canta par tuta la not. Le fa consilio e gran orge. I ha vist foghi e fiame e sentì urli e gran bacan. A la matina bonora le se dilegua par la so strada.

Dicono che è opera del Diavolo, che è la sua piazza e ne è geloso. Perché nessuno vi passi, ha fatto franare una montagna, creando un labirinto per chi vuole attraversarla. Dicono che tanti si sono persi e non sono più tornati a casa, e allora si sentiva ridere e sghignazzare. Dicono che lassù è il ritrovo delle streghe, che arrivano da tutte le parti per fare una gran festa, montate chi su scope, chi su cani o su altre bestie. Ballano, ridono, cantano per tutta la notte. Fanno consiglio e grandi orge. Hanno visto fuochi e fiamme, sentito urli e un gran baccano. Al mattino di buon ora si dileguano per la loro strada.

[Murle di Pedavena (Bl), ott. 1992; Germano, a. 50, contd.; E. Ricci]