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“Il Quotidiano della Calabria” – Martedì 29 luglio 2008 - pag. 13

 

Gli esperti di Legambiente spiazzano i bagnanti insoddisfatti: «Mare blu nel 94 per cento delle coste»


Goletta Verde vede mare «cristallino»


Le foci dei fiumi e la cementificazione i più gravi allarmi registrati

TROPEA – Dicono che addirittura sia «cristallino», il mare calabrese. Alla faccia di quelle scie di sporcizia che i bagnanti ritrovano sulle coste. Goletta Verde di Legambiente promuove le acque di balneazione del versante tirrenico calabrese. Mare blu nel 94% dei punti campionati, inquinato nel restante 6% dei prelievi effettuati. Cemento in riva al mare e depurazione le note dolenti della Regione. Secondo Legambiente, ci sarebbero «acque cristalline lungo tutta la costa calabrese. Eccezione fatta per Villa S. Giovanni, sul versante tirrenico, e Melito di Porto Salvo per quello ionico. Allarmante, invece, la situazione delle foci dei fiumi, immancabilmente inquinate». Questi i risultati emersi dal monitoraggio sulle acque di balneazione della Regione realizzato da Goletta Verde.
Un’analisi in controtendenza, in realtà, con quanto rilevato dai bagnanti calabresi, alle prese con una condizione delle acque tutt’altro che nitida. «Anche quest’anno - ha dichiarato Franco Saragò Segreteria Legambiente Calabria - a conferma delle nostre varie denunce, dai campionamenti di Goletta Verde emerge una situazione di grave sofferenza nei pressi delle foci dei corsi d’acqua delle coste Vibonesi e degli Dei. In particolare il fiume Mesima, che forse più di altri raccoglie liquami non depurati provenienti anche dai comuni dell’entroterra, si riconferma fortemente inquinato. Stessa situazione, anche se in misura più lieve, viene evidenziata a Bivona, uscito leggermente inquinato. Altre sofferenze sono evidenti anche nei pressi dei punti di scarico di alcuni depuratori. Ciò a testimonianza che il vero tallone d’Achille dell’inquinamento marino continua a essere una depurazione del tutto deficitaria».
In generale, dai risultati delle analisi sulle acque di balneazione effettuate dai biologi di Goletta Verde, le condizioni del mare calabrese, e in particolare delle coste vibonesi, appaiono buone. «Ma, nonostante il quadro positivo – ha proseguito Saragò – non bisogna abbassare la guardia, tanto più che questi risultati sono stati condizionati in positivo da una presenza turistica ridotta. Sull’attribuzione delle Vele della Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano assegnate alla costa Vibonese registriamo una sostanziale stabilità, ma se confrontata con le valutazioni degli ultimi anni si evidenzia un calo generale, segno evidente di scarsa attenzione verso politiche di valorizzazione e riqualificazione del territorio. Apprezzabile, invece, lo spunto offerto dalla legge regionale che ha previsto l’istituzione di cinque nuove aree marine protette».
Se dal mare calabrese non arrivano allarmi, a preoccupare, e molto, sono le foci dei fiumi e non solo quelle del Vibonese. Sul versante tirrenico, tre su quattro sono risultate gravemente inquinate e una leggermente inquinata. A far schizzare alle stelle i valori degli indicatori microbiologici analizzati sono state le foci di Lao (Cs), Turrina (Cz) e Mesima (RC). Leggermente inquinato, invece, la foce di un canale a Bivona (VV). Speculare alla situazione del versante tirrenico, anche lo stato di salute delle acque di balneazione della costa jonica della Calabria. Dove diciassette campioni analizzati su 18 sono risultati puliti, mentre il diciottesimo è uscito inquinato. Ancora: due delle quattro foci prese in considerazione sulla costa orientale della Regione sono risultate gravemente inquinate e una leggermente inquinata, mentre l’ultima non ha fatto registrare parametri oltre i limiti di legge. «I risultati delle analisi riscontrati da Goletta Verde - ha sottolineato Nino Morabito, presidente Legambiente Calabria - evidenziano una situazione pressoché stazionaria rispetto agli anni precedenti. A parte qualche variazione puntuale si può dire che permane il generale forte deficit depurativo che denunciamo da anni. Infatti sono gravi le situazioni riscontrate su tutti i fiumi analizzati soprattutto lungo i litorali di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria che la situazione delle foci è da codice rosso. E tutto questo carico di inquinamento microbiologico si riversa in mare. Segno di interventi di depurazione molto carenti, che richiedono la massima attenzione e iniziative non più procrastinabili. E come se non bastasse l’inquinamento arriva in un territorio già ingiuriato dal cemento abusivo in riva al mare».

 

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