LEGAMBIENTE RICADI

Via Monumento, 4 - 89865 Santa Domenica (VV)

Tel. 0963/669908 * Fax 0963/669908 - 1782715780 * e-mail: legambientericadi@libero.it

HOME PAGE
CHI SIAMO
ADERISCI
LEGAMBIENTE IN CALABRIA
SCRIVICI
LINKS AMBIENTALISTI
SEGNALA UN SITO
SITI SEGNALATI
SITI AMICI
GALLERIA FOTOGRAFICA
..........
SERVIZIO METEO
Piccola Grande Italia
   
 
PENSARE GLOBALMENTE E AGIRE LOCALMENTE
 
Pace
 
Goletta Verde
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LE NOTIZIE
 
“Calabria Ora” – Lunedì 28 luglio 2008 - pag. 15

 

Soffocati dal cemento


Allarmanti i dati di Goletta verde per il Vibonese

«Soffocata dal cemento in riva al mare». E’ questo il giudizio, laconico, espresso da Goletta Verde riguardo allo stato di salute della “Costa degli dei”. Il giudizio è inesorabile, e giunge all’indomani del monitoraggio delle acque di balneazione effettuato dal “veliero ambientalista” in occasione della tappa di Tropea, alla presenza dei volontari di Legambiente e del comandante della Capitaneria di porto di Tropea, Pino Colloca. L’allarme riguarda principalmente gli abusi edilizi in riva al mare e la pesca di frodo, e si inserisce nel quadro più ampio della speciale classifica delle illegalità sull’ambiente marino, stilata da Legambiente nel rapporto “Mare Monstrum 2008”. Questi i numeri snocciolati dall’associazione ambientalista: 1.675 reati e infrazioni distribuiti sui litorali e fondali calabresi, che vedono la nostra regione occupare il quarto posto, dietro Campania, Puglia e Sicilia, nella speciale classifica, con una media di 2,3 infrazioni per chilometro di costa. Ed è insignificante anche il decremento del 3,5% di illeciti registrati rispetto all’anno scorso. Perché – si spiega nel rapporto - «la stessa tendenza rapportata a livello nazionale fa registrare una riduzione dei reati ben maggiore, che si attesta al 25%».

Ricadi e Joppolo
Goletta Verde stringe lo zoom su quegli ecomostri presenti sulla costa vibonese che, in maniera più eclatante rispetto ad altri, costituiscono «un’ingiuria per questo splendido litorale». «Nel comune di Ricadi, il piano regolatore ha dato, di fatto, il via libera a scempi del calibro del villaggio “Le Capannelle”, oggi denominato “Borgo di Riaci”, a Santa Domenica. Un villaggio realizzato a pochi metri dalla battigia che, con alcuni interventi, ha precluso l’accesso pubblico dei bagnanti al resto della spiaggia e che, nonostante le denunce, i sequestri e le ordinanze di ripristino dell’area, continua a rimanere al suo posto senza la minima variazione». La nota prosegue con Joppolo dove domina, “incontrastato”, «il grande complesso residenziale a cinque piani, costruito a picco sul mare lungo la costa». «La cementificazione selvaggia che hanno subito le coste calabresi – ha detto Franco Saragò, di Legambiente Calabria – è stata favorita da comportamenti schizofrenici della pubblica amministrazione che, mentre da una parte avvia la demolizione di alcuni ecomostri, dall’altra approva piani regolatori che consentono l’edificazione dei suoli a soli 30 metri dal mare. In molti casi, gli scempi delle nostre coste sono stati finanziati da contributi comunitari o, peggio, realizzati nell’ambito di opere pubbliche di indubbio impatto ambientale. Caso emblematico, il tentativo di costruire un porto turistico per oltre 500 posti barca a Santa Maria di Ricadi».

Vibo Valentia
Non è indenne dalla piaga del cemento in riva al mare, nemmeno il comune di Vibo. «Basti pensare – ha spiegato Lorenzo Passaniti, del Comitato scientifico di Legambiente Calabria – al quartiere “Pennello”, costruito su demanio pubblico e in un’area al di sotto del livello del mare che, nel luglio del 2006 fu oggetto di pesanti danni a seguito dell’alluvione che colpì la città. Sia la zona del “Pennello” che quella di Vibo Marina dovrebbero essere oggetto di riqualificazione ambientale e urbanistica, così come tutto il territorio della provincia di Vibo. In particolare risultano urgenti il trasferimento dei depositi costieri e la delocalizzazione di alcune industrie, provvedimenti che darebbero una fisionomia diversa al centro abitato, aprendo la strada ad un diverso sviluppo socio – economico di questo Comune. E che la situazione delle nostre coste sia critica, è testimoniato anche dalla “Guida blu” di Legambiente e Touring club che ha tolto una Vela a Pizzo e Tropea».

Nessuna programmazione
L’impietosa analisi della condizione in cui versano le spiagge della “Costa degli dei” prosegue con gli interventi di Osvaldo Giofrè, vicepresidente del Circolo Legambiente di Ricadi, e Nunzio Cirino Groccia, della segreteria nazionale di Legambiente: «La mancanza di una programmazione seria – ha affermato Giofrè – si traduce in un’offerta di posti letto di gran lunga maggiore alle reali possibilità ricettive delle spiagge. Restando in tema di spiagge, inoltre, va segnalato anche il problema degli arenili blindati. A Parghelia, per citare un caso, sono privati quasi tutti gli accessi al mare ed è, di fatto, compromessa la libera fruizione di spiaggia e mare». Non ci va leggero nemmeno Groccia che conclude facendo il punto su questi dati allarmanti, mettendo chiaramente a nudo tutte le falle di una regione ed una provincia caratterizzate da una forte e imprescindibile vocazione turistica ma che, di turistico, allo stato attuale, hanno ben poco da offrire: «Oltre allo scempio delle coste calabresi, questi dati mettono in evidenza un altro elemento, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, le regioni a “tradizionale presenza mafiosa”, sono le regioni in cui si concentrano il 58% del totale nazionale di infrazioni accertate sull’ambiente e il 61,5% - sempre su scala nazionale – degli abusi edilizi. Segno evidente che la criminalità usa il mare e le coste per compiere le proprie attività e arricchirsi illegalmente. Senza dubbio questa lunga manus rappresenta un forte impedimento a qualsiasi ipotesi di rilancio basato su sviluppo sostenibile e turismo di qualità».

Andrea Fera

 

Calabria Ora - www.calabriaora.it

 

legambientericadi@libero.it

 

Contatore visite

Sito ottimizzato per Microsoft Internet Explorer - Risoluzione consigliata 800 X 600 pixel
Copyright © Legambiente Ricadi