LEGAMBIENTE RICADI

Via Monumento, 4 - 89865 Santa Domenica (VV)

Tel. 0963/669908 * Fax 0963/669908 - 1782715780 * e-mail: legambientericadi@libero.it

HOME PAGE
CHI SIAMO
ADERISCI
LEGAMBIENTE IN CALABRIA
SCRIVICI
LINKS AMBIENTALISTI
SEGNALA UN SITO
SITI SEGNALATI
SITI AMICI
GALLERIA FOTOGRAFICA
..........
SERVIZIO METEO
Piccola Grande Italia
   
 
PENSARE GLOBALMENTE E AGIRE LOCALMENTE
 
Pace
 
Goletta Verde
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LE NOTIZIE
 
“Calabria Ora” – Domenica 27 luglio 2008 - pag. 23

 

«La palafitta va buttata giù»


Blitz di Legambiente: l’edificio di Falerna nella top five degli ecomostri

FALERNA – «Il paesaggio e i beni demaniali sono di tutti, se qualcuno tenta di privare la collettività di questi beni è giusto che si intervenga». Per questo il sindaco di Falerna, Daniele Menniti, ieri mattina è sceso in spiaggia insieme agli attivisti di Goletta Verde, per chiedere l’abbattimento della “Palafitta”. Come ha spiegato il sindaco, l’attività amministrativa deve fare il suo corso e deve stabilire se i proprietari dell’edificio hanno edificato su un terreno privato o demaniale. Tuttavia questo non significa che non rimanga a monte un problema paesaggistico.
E per Legambiente, demanio o privato non fa alcuna differenza. Quell’ecomostro, ha detto Nunzio Cirino Groccia, della segreteria nazionale, va abbattuto, perché da oltre trenta anni deturpa la costa di Falerna. «Legambiente – si legge in una nota – non è disposta a tollerare scempi, né situazioni di illegalità che offendono il territorio».
Presenti all’iniziativa anche il Circolo Legambiente Vibo Valentia, rappresentato dal presidente Antonella Pupo e il Circolo Legambiente Ricadi, rappresentato dal vicepresidente Osvaldo Giofrè.
La Palafitta, sostiene Legambiente, «è un caso eclatante di cemento abusivo in riva al mare su una costa, quella del Lametino, che subisce da decenni le ingiurie dell’abusivismo edilizio. Tanto clamoroso da meritarsi un posto nella top five degli ecomostri da abbattere denunciati dal rapporto Mare Monstrum di Legambiente».
Nata sul bagnasciuga di Falerna nei primi anni Settanta, la Palafitta è un edificio a tre piani di 1.260 metri cubi di cemento, che i costruttori sostengono insista su terreno privato, ma che per Legambiente è evidentemente in terreno demaniale, avendo le sue fondamenta sulla battigia. La storia di questo manufatto è fatta di ricorsi al TAR, di ordinanze di demolizione e sospensioni delle stesse. La licenza edilizia risale al 1972. Nel 1993 la Capitaneria di Porto di Vibo Marina, accertata l’occupazione abusiva di una zona del demanio di 770 metri quadrati (superficie necessaria a ottenere il permesso per costruire la volumetria voluta su una base di 140 mq), ha ingiunto ai proprietari di demolire le opere e ripristinare lo stato della zona. Questi hanno fatto un primo ricorso al TAR della Calabria, ottenendo nel 1994 la sospensione del provvedimento. Le verifiche della Capitaneria di Porto accertano che il fabbricato era stato realizzato sulla base di planimetrie false. Nel maggio del 1999 il Comune di Falerna dispone l’annullamento della licenza ed emette un’ordinanza di demolizione, congelata più volte dai ricorsi al TAR.
«Davvero troppo – ha commentato Franco Saragò, della segreteria Legambiente Calabria – In questa querelle giudiziaria che dura da quasi dieci anni, contrapponendo proprietari da una parte, amministrazione comunale e società civile dall’altra, Legambiente si è costituita parte civile, testimoniando la sua ferma posizione contro l’abusivismo e a favore della legalità. Come se non bastassero tutti gli abusi che infestano la Calabria, la Regione ha bocciato due fondamentali articoli della legge urbanistica nella difesa del territorio: il 58 bis e il 65, la cui cancellazione autorizza di fatto a costruire nella fascia di tutela costiera e apre all’edificazione anche le aree non comprese nei suoli urbanistici. In pratica si tratta di un via libera per nuove colate di cemento, condannano la Calabria a subire ancora questa vergognosa aggressione».
Secondo Groccia se la Regione ha davvero a cuore la tutela della costa «approvi in tempi rapidi una moratoria che vieti qualsiasi edificazione all’interno dei 700 metri dalla battigia. Sarebbe un segnale univoco contro possibili nuovi scempi in riva al mare».

Cinzia Guadagnuolo

 

Calabria Ora - www.calabriaora.it

 

legambientericadi@libero.it

 

Contatore visite

Sito ottimizzato per Microsoft Internet Explorer - Risoluzione consigliata 800 X 600 pixel
Copyright © Legambiente Ricadi