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LE NOTIZIE
 
“Calabria Ora” – Domenica 17 febbraio 2008 - pag. 9

 

«Diciamo no al carbone a Saline»


Manifestazione di Legambiente.
Barillà: «La Calabria punti sulle energie alternative»

REGGIO CALABRIA – Un blitz contro la centrale al porto di Saline Joniche di Reggio per dire “no” al carbone. Una tappa della “Settimana amica del clima di Legambiente”, che dall’11 al 17 febbraio ha promosso una serie di iniziative di sensibilizzazione. Esposizioni dimostrative sulle energie rinnovabili, gazebo in piazza, mostre, biciclettatte di protesta e blitz, contro le centrali a carbone. L’assunto di base è che le centrali a carbone non rispettano l’ambiente, ma producono quantità di anidride carbonica di gran lunga superiori ad altri impianti ad olio combustibile o gas naturale.
In occasione del terzo anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto, Legambiente ha scelto Reggio come location per concludere una serie di inziative che hanno riguardato l’Italia. «Piuttosto che realizzare centrali a carbone bisogna puntare su fonti di energie alternative», afferma Nuccio Barillà del direttivo nazionale, durante l’incontro tenutosi ieri alla Regione.
«La Calabria per le sue peculiarità e l’esposizione al sole, potrebbe attivare una serie di laboratori per sperimentare la produzione di nuove energie. Tanti ragazzi potrebbero essere impegnati nella ricerca applicata - continua Barillà - per la diffusione di fonti energetiche e per l’efficienza dell’energia». «La manifestazione serve per fermare la corsa al carbone – sostiene Stefano Ciafani Responsabile dell’ufficio scientifico di Legambiente – che allontana il nostro paese dagli obblighi di riduzione di gas serra ratificati nel Protocollo di Kyoto. Se non rispettiamo tali obblighi – continua Ciafani – il nostro paese sarà multato, la multa è pari a 20 euro per ogni tonnellata di CO2 emessa, attualmente stiamo sforando di 100 milioni di tonnellate».
«Non basta dire no al carbone, dichiara Francesco Falcone – direttore di Legambiente Calabria – ma anche all’attuazione di progetti riguardanti nuove industrie di questo tipo, non esiste nessuna soluzione all’abbassamento di quest’effetto inquinante». Nello specifico, le centrali a carbone italiane nel 2006 hanno emesso 42,2 milioni di tonnellate di CO2, pari al 30% delle emissioni del settore termoelettrico per produrre solo il 14% dell’elettricità nazionale.
Solo nel 2006, in tema di emissioni, l’Italia ha sforato di circa 3 milioni di tonnellate i limiti imposti dal Piano nazionale delle emissioni italiano. A Saline Joniche l’ex Liquichimica è stata acquistata allo scopo di costruire una centrale termoelettrica alimentata a carbone, a Rossano Calabro è ancora in ballo la proposta di Enel di riconvertire la centrale a carbone entro il 2010.

Maria Giordano

 

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