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“Calabria Ora” – Martedì 11 novembre 2008 - pag.34

 


SONO TORNATI


Catena di attentati a Santa Domenica di Ricadi. L'episodio più grave è contro Franco Saragò

Il vile attentato a Saragò
Il vile attentato a Saragò
Il vile attentato a Saragò

Una notte da far west, laddove la mala tenta di riappropriarsi di un territorio che la controffensiva dello Stato gli aveva sottratto. Teatro dell’improvvisa escalation, che riporta il terrore sulla Costa degli dei, è la frazione Santa Domenica di Ricadi. Prima vittima di un raid in tipico stile mafioso è Franco Saragò. Dipendente dell’amministrazione provinciale, dirigente di primo piano di Legambiente, presidente dell’Ambito territoriale caccia Vibo Valentia 2, componente del consiglio direttivo del Parco regionale delle Serre e esponente di rilievo del Partito democratico ricadese, Saragò è figura rara nel panorama vibonese. E’ un ambientalista convinto, che negli anni si è sempre schierato in prima linea, mettendoci la faccia e conducendo intense battaglie per la legalità e contro la cementificazione selvaggia di uno dei luoghi più belli del Mediterraneo. In passato è stato anche dirigente nazionale della Margherita, componente del collegio dei probiviri, nonché consigliere comunale di Ricadi, centro della costa in cui storicamente hanno trovato convergenza gli interessi del clan Mancuso e La Rosa, con evidenti influenze anche da parte delle cosche provenienti dalla Piana. Nella notte tra domenica e lunedì, tra le 2.40 e le 2.45, gli emissari della malavita si sono recati in via Monumento, dove Saragò vive, assieme alla moglie e ai suoi due bambini, in una casa su due livelli. Hanno cosparso con del liquido infiammabile la sua Alfa 33, dando così fuoco ad una miccia legata alla sua vecchia Arna, sul cui cofano era stata lasciata una tanica di benzina. In pochi minuti si è scatenato un rogo infernale, che ha anche attaccato le vicine finestre della sua abitazione. Franco Saragò, che dormiva al piano superiore, è stato svegliato dall’asfissiante fumo che saliva su per le scale ma, improvvisandosi pompiere, è riuscito ad evitare guai ben peggiori. Poteva essere strage. Dopo pochi minuti sono giunti sul posto i vigili del fuoco, il comandante della stazione carabinieri di Spilinga, Francesco Cocciolo e i poliziotti del Posto fisso di Tropea. Già nelle prime ore della mattina, il noto ambientalista ha ricevuto numerosi attestati di solidarietà di fronte ad un episodio destinato a destare evidente clamore. «E’ assurdo quel che è successo – ha evidenziato Saragò - Non so che spiegazione darmi. E’ evidente che si sia trattato di un fatto intimidatorio. Ma non riesco a collegare nulla con il presente, penso più al passato. Oltre gli interessi che può aver intaccato la mia attività politica, non vedo altro».
Ancora scosso, commenta con evidente amarezza quanto è successo: «Siamo stati fortunati, perché poteva davvero accadere l’irreparabile. Sono molto dispiaciuto per mia moglie e per lo spavento che hanno avuto i miei bambini. Penso che per la nostra comunità sia una perdita di democrazia».
Santa Domenica, però ha subito nella stessa notte tra domenica e lunedì una vera e propria catena di attentati. Dopo quello perpetrato contro Franco Saragò, infatti, un altro atto intimidatorio è stato compiuto ai danni di Giovanni De Pascali, piccolo imprenditore edile, il cui escavatore, posteggiato nel piazzale di via Calvario, di fronte alla sua abitazione, è stato dato alle fiamme. I danni ammontano a circa 20 mila euro. A pagare a caro prezzo la notte di fuoco nella frazione ricadese, anche un cittadino slavo di 41 anni, proprietario di una Alfa 147, parcheggiata in via dei Gesuini e gravemente danneggiata dalle fiamme.

p. com.

 

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