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“Calabria Ora” – Giovedì 10 gennaio 2008 - pag. 32

 

Bambini, Vibo non pervenuta

L’indagine di Legambiente e ciò che manca in una città non “a misura”

Una città a misura di bambine e di bambini non esiste. E Vibo Valentia non potrebbe candidarsi nemmeno se si usasse la più fervida immaginazione. In “Ecosistema bambino”, l’indagine con cui Legambiente ha voluto fotografare la situazione di tutte le province italiane, l’antica Monteleone nemmeno compare o meglio non è disponibile. Il Comune, probabilmente, e forse per vergogna, non avrà voluto rispondere al questionario, segno che qualcosa proprio non va. E mentre Torino, Roma, Ravenna e Modena nella calza dell’associazione ambientalista hanno trovato solo caramelle, per essere state capaci di dare un seguito alla stagione dei “Consigli comunali di ragazzi”, de “Le città sane, educative e possibili”, de “La città dei bambini”, ecco che Vibo si ritrova con un pugno di carbone, quello stesso carbone, anzi forse più amaro, che i piccoli della città, se interpellati, di certo assegnerebbero a quegli amministratori che non sono stati in grado di inventare una città a misura di bambino perché distratti da altre “faccende”.
I Parametri presi in esame da “Ecosistema Bambino 2008” vanno dagli strumenti di coinvolgimento messi in campo dalle amministrazioni (consulte giovanili, consigli comunali dei ragazzi, incontri e occasioni di confronto con le istituzioni), alle forme di partecipazione (azioni di adozione del territorio, progettazione partecipata), alla presenza e al funzionamento di strutture e uffici dedicati ai giovani, alla quantità e qualità dell’offerta culturale (musei, aree riservate, eventi, teatri, ludoteche, biblioteche), alle iniziative di promozione culturale e sociale ad hoc per i cittadini più piccoli (pubblicazioni e riviste per ragazzi, manuali educativi, feste, rassegne cinematografiche, soggiorni in città e fuori città, corsi, laboratori, ecc…). Tutti elementi che, se si riflette bene, a parte l’eccezione rappresentata dal consiglio comunale dei ragazzi, che per quel che si sa non ha prodotto grandi risultati, a Vibo non hanno mai visto la luce. Come dire, qui l’imbarazzo della scelta per genitori e bambini proprio non c’è e lascia spazio a delle alternative poco edificanti rappresentate dalla villa comunale, da Villa Gagliardi, dal parco delle Rimembranze e da piazza Annarumma. Anche in questo caso, infatti, con la buona pace di chi ne ha promosso la realizzazione si è stati capaci di dare vita ad una grossa polemica, prerogativa esclusiva degli adulti, su chi fosse stato investito del compito di provvedere alla manutenzione dei giochi e alla pulizia dell’area. Sugli altri tre parchi della città, forse, sarebbe meglio sorvolare, perché anche qui l’elenco delle attrezzature rotte, della spazzatura sparsa tra gli alberi e nelle scuole, delle panchine divelte o “abbellite” dai “ti amo” dei ragazzi vibonesi, quando non dagli epiteti che generosamente sono pronti a scambiarsi a colpi di pennarello, sarebbe davvero troppo lungo. Quanto a ludoteche, a laboratori, a rassegne cinematografiche nemmeno a parlarne. E poi mica Vibo è come Giffoni? Cosa rimane? La recente iniziativa organizzata alla biblioteca quando i bambini sono stati chiamati a dipingere le pareti di una sala dedicata a loro, e poi? Non viene in mente altro. Segno che si è pronti a rivolgersi ai più piccoli solo se c’è da dire, nelle conferenze e nei convegni, che «rappresentano il nostro futuro» quando poi, infatti, manca quasi del tutto l’attenzione al ruolo attivo che possono esercitare nella società, alla loro capacità di essere i primi suggeritori delle scelte loro destinate. Rimane il fatto che se qualcuno si fosse deciso a segnalare quel poco che vi è, avremmo potuto confrontare l’attività delle politiche dedicate all’infanzia della nostra città con quelle di altre realtà. Forse avremmo scoperto cose che ignoriamo o che, magari, non stiamo proprio così male…, forse avremmo cominciato a credere “nell’isola che non c’è...

Tiziana Adamo

 

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