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“Calabria Ora ” – Martedì 6 giugno 2006 - pag. 27

 

Altre due bandiere nere al Comune di Ricadi

Cemento selvaggio: conferenza stampa di Legambiente

RICADI – Domenica mattina si è svolta la conferenza stampa organizzata da Legambiente, in collaborazione con Goletta Verde, nell’ambito dell’iniziativa “Occhio alle coste”. Presenti, tra gli altri, il sindaco di Ricadi, Mimmo Laria, quello di Spilinga Franco Barbalace, Valerio Mangialardo, assessore del comune di Joppolo, l’assessore provinciale all’Ambiente Matteo Malerba, il presidente della Lega Navale di Tropea Gerardo Barone Adesi, il coordinatore di Legambiente Calabria Antonino Morabito, i rappresentanti e il presidente del circolo Legambiente di Ricadi Franco Saragò. Ha aperto i lavori Antonino Morabito: «Dopo 30 anni di aggressione selvaggia – ha affermato – ci aspettiamo dall’amministrazione di Ricadi una netta inversione di tendenza che salvi la Costa degli Dei». Dall’animata discussione è emerso come a partire dagli anni ’70, nel comune di Ricadi, siano state autorizzate costruzioni a soli 60 metri dalla battigia e come nel 1998, un’ulteriore variante al Piano regolatore, abbia consentito il raddoppio della volumetria e la cementificazione da 60 metri fino a 30 metri dal mare. «La sfida odierna – ha dichiarato Antonino Morabito – è porre un chiaro stop a nuove richieste con l’introduzione nel nuovo piano strutturale comunale di distanze di salvaguardia della fascia costiera e l’avvio della riqualificazione delle strutture esistenti anche con il recupero delle porzioni di demanio sottratte alla pubblica fruizione».
Secondo i rappresentanti di Legambiente, invece, l’ecomostro de “Le Capannelle” a Riaci, è di fatto il simbolo di una strategia illegale che dà la possibilità di costruire a 30 metri dal mare e di «riempire la spiaggia di massi e la riva di scogli artificiali per giustificare la cementificazione selvaggia celandosi dietro l’erosione delle coste».
Tra i problemi emersi durante il dibattito, oltre agli scempi edilizi, anche l’inadeguatezza dei porti presenti sulla costa calabrese ai quali la Goletta Verde si è appoggiata in queste prime tappe. «Le strutture portuali sono utili e necessarie – ha proseguito ancora Morabito – ma devono essere inserite in una credibile pianificazione complessiva che parta dall’adeguamento delle strutture esistenti e sottoponga le nuove proposte ad una seria valutazione d’impatto ambientale. In questo caso la proposta di realizzazione di un approdo a Santa Maria di Ricadi è stata fortemente contestata dal circolo locale di Legambiente che ha organizzato un blitz nel 2004 per impedire la realizzazione dannosa di un’opera che con i suoi 400 posti barca avrebbe causato la distruzione dell’ultimo tratto di costa ancora intatta».
A tal proposito da sottolineare la dichiarazione del neosindaco di Ricadi Laria che ha annunciato: «Confermo che l’amministrazione di Ricadi da me guidata ritiene sbagliata e dannosa la proposta di progettazione di un porto a Santa Maria. In altre parole il porto non si farà».
In sede al dibattito sulla drastica situazione in cui versa la fascia costiera di Ricadi è stato formulato un importante messaggio alle nuove amministrazioni comunali insediatesi nelle elezioni del 28 maggio scorso: «Ripensare una nuova organizzazione del territorio attraverso il Piano strutturale comunale che salvaguardi la Costa degli Dei».
La mancanza di adeguati collegamenti fognari rende il mare nel litorale di Ricadi impraticabile ormai da anni e la grave situazione chiama in causa da una parte l’inquinamento del fiume Mesima, che porta liquami e schiume marroni non depurate in mare, dall’altra il fiume Angitola nel territorio di Pizzo Calabro la cui zona antistante non è altrettanto balneabile.
Una situazione inaccettabile viste le continue spinte da parte di associazioni ambientaliste come Legambiente che ha consegnato all’amministrazione comunale di Ricadi 2 bandiere nere per l’edificazione selvaggia concentrata sulla fascia costiera, e la Lega Navale di Tropea, il cui presidente Barone Adesi ha dichiarato: «I comuni costieri del vibonese stanno scontando anni ed anni di inerzia ed assenza di intelligenti politiche ambientali a livello non soltanto regionale. Inerzia che sta provocando il collasso di molte strutture necessarie. Il porto turistico di Tropea – ha continuato il presidente – deve tornare ad essere simbolo dell’indispensabile trinomio ambiente, turismo, qualità». Infine l’assessore all’Ambiente Malerba, ha messo in evidenza l’importante lavoro svolto dall’amministrazione provinciale, specie sul versante della protezione e valorizzazione dei Siti di interesse comunitario e sul fronte della prevenzione dell’inquinamento ambientale. In particolare l’assessore ha garantito l’appoggio e la piena collaborazione del suo assessorato sulla rilevazione ed il monitoraggio degli scarichi fognari.
Ha concluso i lavori Franco Saragò, presidente del circolo ricadese e membro del coordinamento regionale di Legambiente, oltre che esponente di punta della Margherita a Ricadi. In particolare, è emersa dalle parole di Saragò, la necessità di collaborare con i diversi enti preposti, in relazione alla salvaguardia ed alla preservazione dell’ambiente costiero.
Saragò ha fatto riferimento anche alla presenza nel territorio dei comuni di Ricadi e Spilinga della “Woodwardia radicans”, una felce ritenuta estinta e il cui sito va preservato con particolare attenzione, non solo dalla contaminazione umana, ma anche dall’inquinamento delle acque, in considerazione della sua vicinanza alla fiumara della Ruffa, dove a detta anche dei sindaci Laria e Barbalace esistono diversi scarichi e condotti di acque nere.

Domenico Princi

 

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