LEGAMBIENTE RICADI

Via Monumento, 4 - 89865 Santa Domenica (VV)

Tel. 0963/669908 * Fax 0963/669908 - 1782715780 * e-mail: legambientericadi@libero.it

HOME PAGE
CHI SIAMO
ADERISCI
LEGAMBIENTE IN CALABRIA
SCRIVICI
LINKS AMBIENTALISTI
SEGNALA UN SITO
SITI SEGNALATI
SITI AMICI
GALLERIA FOTOGRAFICA
..........
SERVIZIO METEO
Piccola Grande Italia
   
 
PENSARE GLOBALMENTE E AGIRE LOCALMENTE
 
Pace
 
Goletta Verde
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LE NOTIZIE
 
“Il Quotidiano della Calabria” – Lunedì 3 aprile 2006 - pag. 7

 

Della Seta: «Ci sono altre emergenze»

Il lungo elenco di Legambiente


«Dopo quello di Punta Perotti ci sono almeno altre 16 emergenze, altri 16 ecomostri che dovrebbero seguire la sorte del complesso immobiliare abusivo del lungomare barese, a partire dalle case fuorilegge nell'area archeologica della Valle dei Templi di Agrigento, dalle ville abusive di Pizzo Sella, la collina del disonore di Palermo, dallo scheletrone di Palmaria, che sfregia il paesaggio di Portovenere in Liguria, dai mattoni non autorizzati a Giannutri, nel Parco dell'arcipelago toscano».
Lo sottolinea Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, sintetizzando così i contenuti del dossier “Storia di Punta Perotti e di altri ecomostri”, che l'associazione ambientalista ha distribuito oggi a Bari in occasione dell'avvio della demolizione del megacomplesso abusivo sul lungomare.
«Più in generale - aggiunge - è necessaria una nuova stagione della legalità che consenta di contrastare e mettere fine al fenomeno abusivismo che ancora oggi, anche grazie ai condoni e talvolta alla complicità delle amministrazioni locali, vede spuntare dal niente ogni ora 3 nuove costruzioni fuorilegge». Gli altri “monumenti” dell'illegalità edilizia individuati da Legambiente vedono al primo posto le 700 villette abusive nella Valle dei Templi di Agrigento, area sottoposta a vincolo di inedificabilità edilizia grave; assoluta.
Tra queste anche la magione, abusiva anch'essa, dell'ex sindaco Calogero Sodano. Altre 147 ville svettano a Pizzo Sella, la “collina del disonore di Palermo”. Sempre Sicilia, l'area archeologica: Triscina, a due passi da Selinunte, è completamente abusiva con circa 5 mila case fuorilegge, la maggior parte delle quali colpite da ordinanze di demolizione. Le ruspe qui però non sono mai arrivate. Si passa a Capo Rossello, una baia nel tratto più bello della costa meridionale sicula, comune di Realmonte (Agrigento). Nei primi anni Novanta, utilizzando uno strumento urbanistico scaduto ed in violazione del vincolo paesistico, alcuni assessori del Comune di Realmonte rilasciarono a se stessi una serie di concessioni edilizie per realizzare palazzine in riva al mare, piantando i piloni nella sabbia e sbancando la costa di pietra bianca che costituiva il tratto costiero. Si attende ancora, che il Comune demolisca lo scempio. A Catania, nell'Oasi del Simeto (una delle aree umide di maggior pregio ambientale d'Italia) da anni si è fermato il programma di abbattimenti che aveva visto la demolizione di 119 delle 550 case illegali complessive.
Nell'Area Marina di Capo Rizzuto sono 75 le strutture abusive, per un totale di 48.600 metri cubi. Questa, però, è solo la punta dell'iceberg dei 1.440.000 mc di costruzioni abusive sulla costa che stanno per essere sanate. “Palafitta” e “Trenino” sono i soprannomi delle due costruzioni realizzate sul bagnasciuga della costa calabrese, a Falerna Scalo, la prima proprio dentro l'acqua, la seconda sul bagnasciuga.
Altra tipologia di abuso nel Salento: il grazioso comune di Santa Cesarea Terme in provincia di Lecce ha un tratto di costa devastato dal cantiere per la costruzione di attrezzature balneari nautiche, per il tempo libero e complementari al turismo con tanto di piscine, parcheggi, sala ristorante ed altri corpi di fabbrica su un area complessiva di più di 60mila metri quadri.
Nel “dossier" di legambiente, poi tra gli ecomostri, in Campania troviamo gli scheletri dell'ecomostro di Alimuri, a Castellabate in provincia di Salerno dove, a partire dalla metà degli anni '80, è stato costruito l'Hotel Castelsandra, confiscato come bene del clan camorristico Nuvoletta. In Sardegna va avanti l'inchiesta giudiziaria iniziata nel 2004 con il sequestro di un intero complesso residenziale realizzato sull'Isolotto di Corrumanciu, dentro lo Stagno di Porto Pino, nel territorio del comune di Sant'Anna Arresi, in provincia di Cagliari. Si tratta di 36 unità abitative, tutte ultimate e pronte per la consegna, e di due fondamenta in calcestruzzo, destinate alla realizzazione di 9 unità commerciali.
Forse l'ecomostro più prossimo alla demolizione è quello dell' ”Isola dei Ciurli” di Fondi, che ospita 21 scheletri in cemento armato illegali. Nel luglio del 2004, il Tribunale di Terracina ha infatti disposto con sentenza di primo grado la confisca dei terreni dove sono stati edificati i manufatti e ha condannato il costruttore a un anno di arresto e 40.000 euro di ammenda. Si tratta indubbiamente di un provvedimento importante che arriva al termine di una lunga battaglia per la legalità, combattuta in prima linea dal Circolo Legambiente di Fondi.

Massimo Di Pietrantonio

 

Il Quotidiano della Calabria - www.ilquotidianodellacalabria.it

 

legambientericadi@libero.it

 

Contatore visite

Sito ottimizzato per Microsoft Internet Explorer - Risoluzione consigliata 800 X 600 pixel
Copyright © 2004 - 2006 - Legambiente Ricadi