Il cacciatore che non aveva paura dei lupi



Un cacciatore, mentre vagava per i boschi, incontrò un lupo.
- Bravo, - disse il lupo, - adesso ti mangio.
- Perché mi vuoi mangiare? - si spaventò il cacciatore. - Ti ho forse fatto qualcosa di male?
- Male o bene, io ho fame e perciò ti mangio. Il cacciatore capì che non era facile farla al lupo e si sforzò di riflettere rapidamente.
- Va bene, se proprio la intendi così, mangiami pure. Prima però vorrei fare un bagno nel ruscello. Sono tutto sporco, non ti piacerei davvero.
- D'accordo, lavati in fretta, - approvò il lupo. lì cacciatore andò al ruscello e vide nell'acqua un robusto bastone. Lo afferrò lesto lesto, saltò addosso al lupo, lo acchiappò per la coda e giù bastonate da levargli la pelle. Il lupo ululava per il dolore ma non poteva liberarsi perché il cacciatore gli teneva la coda come in una tenaglia. Alla fine diede uno strappo così brusco che la coda si staccò e il lupo se la diede a gambe così in fretta che si ve deva appena la polvere. Il cacciatore si ficcò nel carniere la coda del lupo e andò per la sua strada. Il lupo andò dai suoi fratelli e si lamentò con loro del trattamento ricevuto dal cacciatore.
- Quel cacciatore non sa con chi ha a che fare, - si arrabbiarono i lupi e subito corsero in cerca di lui per vendicarsi.

Il cacciatore, sentendosi inseguito dal branco, fece appena in tempo ad arrampicarsi su un albero. I lupi lo circondarono, saltavano più in alto che potevano ma non riuscirono a raggiungerlo perché il cacciatore stava sul ramo più alto.

- Facciamo una cosa, fratelli - suggerì il lupo più vecchio. - Montiamo uno sulla schiena dell'altro così riusciremo ad acchiapparlo.

- Buona idea, - dissero gli altri lupi.

Sotto a tutti stava quel lupo senza coda, in groppa a lui il secondo, sopra il secondo il terzo, poi il quarto e così via fin che l'ultimo era proprio a un palmo dalla preda.

Allora il cacciatore cavò di tasca la coda del lupo, la gettò a terra e gridò:

- O quel lupo che mi volevi mangiare, riprenditi la tua coda e attaccatela di dietro.

Appena il lupo ebbe sentito così balzò sulla sua coda senza curarsi dei suoi fratelli che stavano in groppa. I lupi caddero al suolo uno sopra l'altro e si spaventarono talmente che scapparono da tutte le parti.

Il cacciatore rise tanto che dovette tenersi la pancia. E siccome per tenersi la pancia lasciò andare il ramo, cascò a terra anche lui e si ammaccò ben bene.

        (Lettonia)


Un finale da comica

Il finale di questa favola rassomiglia a una comica, a quel genere di spettacoli dove si presentano situazioni che generano una risata dopo l'altra.

Proviamo a immaginare la rappresentazione della scena finale con il cacciatore che butta la coda del lupo, il lupo che va a raccogliere la sua coda, gli altri lupi che cadono tutti insieme e cominciano a fuggire e, infine, il cacciatore che si mette a ridere e a furia di ridere cade anche lui.