Feroci
La sceneggiatura originale
di Fonzi Rabbioni
Regia
Ladislao Hajagos
ORFANI FEROCI
 

PERSONAGGI 
NICOLA CELLINI
SANDRO CELLINI
ELISA MIGLIORI
CORDELIA ASPASI
MARTINO STROZZI
EMILIO CAFASSO, detto SADU
GIOVANNI BARDI, detto ROIPNOL
ed altri studenti del liceo Amilcare Veltroni

PAOLO LANCILLOTTI, preside del liceo
GINEVRA FRANCESCHINI, professoressa di matematica

TOMMASO BLANGIS, scrittore ed intellettuale vicino ad un noto partito.
GINO SALVINI, funzionario di partito.
ALBERTO VIDOCCHI, vicequestore
MARIO E GIUSEPPE, poliziotti della Celere
ed altri celerini.

L’azione si svolge interamente all’interno e nelle immediate vicinanze del liceo Amilcare Veltroni, un liceo classico di una città dell’Italia settentrionale. E’ autunno e nel liceo è in corso la tradizionale occupazione di inizio anno scolastico. Nell’anno in cui si svolge la vicenda qui raccontata il movimento nazionale degli studenti, seguendo l’esempio di movimenti studenteschi del passato, si è voluto dare, o ha accettato che gli venisse imposto da altri, un nome fantasioso. Questo nome è GLI ORFANI FEROCI.


 


SCENA PRIMA
INTERNO GIORNO: LA PALESTRA DEL LICEO.
Nicola e Sandro Cellini, che sono entrambi ottimi pugili dilettanti oltreché valenti matematici, sono impegnati in un incontro di allenamento. Mentre schivano e sferrano i colpi, si pongono vicendevolmente quesiti di matematica.

NICOLA
Qual è la somma degli interi naturali? Tieni!
SANDRO
Parato! N per N più 1 diviso 2!
NICOLA 
To’! La somma dei quadrati?

SANDRO
Là! N per N più 2 per N più 3 diviso 6!
NICOLA
Hai sbagliato!

Sandro finisce al tappeto, ma si rialza prontamente.

SANDRO
Lo so benissimo. Dicevo per ridere. Qual è allora la somma dei cubi?
NICOLA
La somma dei cubi? Aspetta un attimo...
SANDRO
Tempo scaduto! Prendi!

Nicola finisce a sua volta al tappeto.

NICOLA
Non vale! La sapevo. E’ il quadrato della somma degli interi.
SANDRO
Non avevi che da dirlo.

In quel momento entrano Elisa Migliori e Cordelia Aspasi.

ELISA MIGLIORI
Éhi voi due! C’è l’assemblea.
STUDENTESSA
Venite!
NICOLA E SANDRO
Veniamo!
 
Nicola e Sandro seguono le studentesse.

NICOLA
Ah, care ragazze!
SANDRO
Leggiadre creature! Come portano con grazia le loro poppe!
NICOLA
Già, sembra che siano le poppe a portare loro.
SANDRO
Festoso corteo è il nostro, fratello.
NICOLA
Saremo iniziati a misteri al confronto dei quali quelli eleusini sembreranno cosa da nulla. Ah, riti selvaggi ci attendono! Saremo sacrificati sull’altare dell’amore!

SANDRO
Io mi sento già un montone.
SECONDA SCENA
INTERNO GIORNO: L’AULA MAGNA DEL LICEO.
Un centinaio di studenti sta ascoltando il discorso di Martino Strozzi, il leader locale  dell’occupazione. Accanto a lui è seduto Tommaso Blangis. Strozzi, desideroso di essere approvato dall’illustre ospite, durante il suo discorso si rivolge continuamente a Blangis, che risponde con cortesi cenni di incoraggiamento. Sono stati ammessi come osservatori anche il preside Paolo Lancillotti e la professoressa Ginevra Franceschini.

STROZZI
Dobbiamo inviare un comunicato alla stampa dove spiegheremo la nostra posizione riguardo ai finanziamenti alla scuola privata. Non devono prendere un soldo, quei cagoni! Tutti i soldi alla scuola pubblica! Io ho già pronta una bozza del comunicato.

Qualcuno applaude. Interviene Nicola Cellini, che sta fumando una canna con Elisa Migliori in fondo alla sala, mentre il fratello è impegnato a condurre una puntigliosa esplorazione  di Cordelia Aspasi. Con loro c’è anche Roipnol.

NICOLA
Senti, Strozzi. Va bene quello che dici, ma abbiamo bisogno di palestre nuove.
ROIPNOL
Ha ragione Cellini! - poi a bassa voce a Nicola - Fammi fare un tiro Nicola, per favore. Nicola?
STROZZI
Avrai le palestre, Cellini!
NICOLA
 Ed i punching-ball?
ROIPNOL
Ed i punching-ball? - Un tiro solo Nicola...
STROZZI
Anche i punching-ball...credo.
NICOLA
E le scarpe da ginnastica?
ROIPNOL
E già! E le scarpe da ginnastica? - Dai Nicola...
STROZZI
Beh...anche quelle, certo.
NICOLA
E i lacci di ricambio?
ROIPNOL
I lacci di ricambio ci servono, accidenti! - Ti si è spenta, Nicola. Te la accendo, Nicola?
STROZZI
I lacci?
NICOLA
Non avremo i lacci?
STROZZI
Avrai anche i lacci, Cellini!
NICOLA
Grazie, Strozzi. Ma bisognerà che scrivi sul tuo comunicato che vogliamo almeno trenta paia di lacci a testa.
ROIPNOL
No, almeno trecento paia di lacci di ricambio, accidenti! - Oh, grazie Nicola, grazie tante. - quasi gridando -Ah, cazzo, quant’è buona! 

Mentre Roipnol attira l’attenzione di tutti, si alza dalla prima fila, per prendere la parola, Emilio Cafasso, che ama farsi chiamare Sadu. Sadu è un cultore di religioni orientali ed è convinto di aver acquistato con la pratica dello yoga poteri magici. Tuttavia prevalgono in lui, che viene dalla provincia, i modi e la mentalità del montanaro. E’ un amico di Strozzi. Vedendo Sadu alzarsi in piedi, vestito di una tunica bianca, Cordelia Aspasi si rivolge a Sandro, che ora ha la testa sotto il suo maglione.

CORDELIA 
Sandro! Esci di lì.

SANDRO
Non sono in casa.
CORDELIA 
Su esci!.
SANDRO
Signora, bisogna che definiamo più precisamente i nostri rapporti.
CORDELIA
Falla finita! Guarda, invece. Ha preso la parola Sadu.
SANDRO
Bravo, evviva, urrà! E’ un ragazzo che farà strada.

Infila di nuovo la testa sotto il maglione di Cordelia.

CORDELIA
Sai che ora Sadu riesce a spostare gli oggetti con la mente oppure a farli scomparire?
SANDRO 
da sotto il maglione
Chi lo dice?
CORDELIA
Lui.

Sadu apostrofa Nicola.

SADU
Tu, Cellini, devi smetterla di fare lo spiritoso.
NICOLA 
Oh! Oh! Perché non mi fai scomparire, Cafasso?
SADU
Tutti sanno che il mio vero nome è Sadu.
NICOLA
Tutti sanno che sei  rincoglionito, Cafasso. 

Sadu si avventa contro Nicola, che si mette in guardia con indolenza. Il fratello controvoglia emerge da sotto il maglione di Cordelia. Ne nasce un generale parapiglia. Senza poter distinguere nella confusione i due contendenti sentiamo la voce stridula di Sadu.

SADU
Per il fuoco di Agni, scompari! Ahi! Per la proboscide di Rainesh, scompari! Ahi! Ahi!

TERZA SCENA
INTERNO GIORNO: LO STESSO LUOGO
Gli studenti hanno lasciato l’aula. Steso sulla cattedra, Sadu, riceve le cure della professoressa Franceschini e del preside Lancillotti. Con loro c’è Roipnol.
GINEVRA FRANCESCHINI
Povero ragazzo, come ti senti?
SADU
Male.
PAOLO LANCILLOTTI
Ma no! Ai miei tempi sì che ci si picchiava a dovere! Che passione, che energia ci mettevamo. Che pugni! Uno due, uno due...
GINEVRA FRANCESCHINI
Davvero professore?
PAOLO LANCILLOTTI
Eh sì. E devo dire che io ero uno dei più temuti! 
GINEVRA FRANCESCHINI
Oh...
PAOLO LANCILLOTTI
Che bei tempi! Che goliardi eravamo! Le ho mai raccontato di quando...

I due escono a braccetto, del tutto dimentichi di Sadu, che resta disteso sulla cattedra e si massaggia la testa. Gli si avvicina invece Roipnol.

ROIPNOL
Sadu!

SADU
Ah, che male! 
ROPINOL 
Sadu?
SADU
Chi sei?
ROPINOL
Sono Roipnol, Sadu.
SADU
Che vuoi?
ROIPNOL
Ti volevo chiedere, Sadu...Dammene un po’, su Sadu.
SADU
Di che?
ROIPNOL
Come di che? Su, dammene un po’!
SADU
Ma di che? Ahi! Ahi! Come fa male!
ROIPNOL
Lo so che sei stato in India durante le vacanze. Perciò dammene un po’ o vado a chiamare Nicola!
SADU
No!

ROIPNOL
Io vado a chiamarlo.
SADU
Senti Roipnol, io non sono stato in India.
ROPINOL
A chi la racconti? Tu vai sempre in India.

Sadu viene colto da una crisi di pianto.

SADU
Io non sono mai stato in India. 
ROPINOL
Non sei mai stato in India? E dove sei stato allora quest’estate?
SADU
A Mondovì, da mia zia.

Sadu è scosso di nuovo dai singhiozzi.

ROIPNOL
Hai raccolto i funghi? Dicono che crescano bene dalle parti di Mondovì..
SADU
I funghi?

ROIPNOL
Non fare lo gnorri, altrimenti vado a chiamare Nicola.
SADU
Non so niente dei funghi. Aiuto!

Sadu scappa inseguito da Roipnol che urla.

ROIPNOL
Nicola! Vieni, Nicola!

QUARTA SCENA
INTERNO GIORNO. UN UFFICIO INTERNO NOTTE: UNA SEDE DI PARTITO.
Martino Strozzi è stato convocato da Gino Salvini. Lo studente è in piedi dinanzi alla scrivania del funzionario. Seduto su una comoda poltrona al di sotto di una fotografia di Clark Gable, Tommaso Blangis da un angolo dell’ufficio assiste alla conversazione.

SALVINI
Così non va, Strozzi. Ci aspettavamo qualcosa di meglio da te. Non credo che sarai di nuovo eletto alla federazione giovanile.
STROZZI
Ma non è colpa mia.
SALVINI
Tu ti devi prendere le tue responsabilità, moccioso.
STROZZI
Non è colpa mia...non è colpa mia...
SALVINI
Niente scuse. Non farai nemmeno parte della delegazione che invieremo a Zurigo per portare il nostro saluto ai lavoratori dell’industria dolciaria, e che sarà guidata dal nostro caro Blangis.

Interviene Blangis.

BLANGIS
Beh, non siamo troppo severi con questo giovane.
SALVINI
No, niente Zurigo!
BLANGIS
Compagno Salvini, posso chiamarla così, no?
SALVINI
Ah, certo, compagno Blangis! Certe cose non si possono dimenticare!
BLANGIS
Dunque, le dicevo, la severità è importante, ma non deve mai risultare eccessiva.

SALVINI
Ma sì, forse, si può vedere...
STROZZI
Grazie, grazie.
SALVINI
Zitto tu!
STROZZI
Grazie, grazie, compagni, maestri, amici....
SALVINI
Ti ho detto di stare zitto, cacchetta!
STROZZI
Sì, certo, certo. Ma...grazie, grazie ancora, compagni, amici, maestri...
 

QUINTA SCENA
ESTERNO GIORNO: DAVANTI AL PORTONE DEL LICEO.
Una squadra di Celerini è schierata davanti al liceo, al comando del vicequestore Vidocchi. Alcuni studenti dalle finestre del liceo sorvegliano la situazione. Due celerini, Mario e Giuseppe, stanno conversando tra di loro.  

MARIO
Che posto è questo, Giuseppe?
GIUSEPPE
Un liceo, Mario.
MARIO
Un liceo?
GIUSEPPE
Il liceo classico Amilcare Veltroni.
MARIO
Il liceo classico Amilcare Veltroni, ah ecco! E senti un po’, Giuseppe, chi era Amilcare Veltroni?
GIUSEPPE
Amilcare Veltroni? Ma se lo sanno tutti! Non sei stato a scuola, Mario?
MARIO
Beh, sai, degli studi regolari  veri e propri non li ho fatti. Ma sono sempre stato abbonato alla Gazzetta dello sport. Anche mio padre era un abbonato. Finito il lavoro nei campi, là nell’assolato Molise, ci sedevamo all’ombra di un pino marittimo, e leggevamo, leggevamo. Spesso cadeva la notte e noi eravamo ancora là, immersi nella lettura.  Nel buio sentivo allora  la voce di mio padre che mi diceva: “Ricordati di questa massima, figliolo. Fatti una cultura. E’ questo che conta nella vita”. E riprendevamo a leggere, dimentichi di tutto. Ah, quante volte l’alba ci ha sorpresi ancora chini sul nostro giornale. 
E quante volte è ridiscesa silenziosa la notte, mentre noi continuavamo a leggere! 
I fogli si gualcivano, e noi leggevamo, leggevamo. E se per caso mi capitava di assopirmi, ecco che subito mi arrivava un ceffone e nelle tenebre sentivo la voce severa di mio padre che mi diceva: “Leggi, figliolo. E’ questo ciò che conta nella vita”. Ah, caro vecchio! Gli devo tutto! 

Il Vicequestore si rivolge alla truppa.

VICEQUESTORE VIDOCCHI
Preparatevi a fare irruzione.

In quel momento arrivano di corsa il preside e la professoressa Franceschini.

PAOLO LANCILLOTTI
Non vorrete fare irruzione!
VICEQUESTORE VIDOCCHI
Non c’è niente da fare. Dobbiamo entrare.
GINEVRA FRANCESCHINI
Ah no! Questo no!
VICEQUESTORE VIDOCCHI
Senta un po’, lei, io ho degli ordini.
GINEVRA FRANCESCHINI
Ah no! Questo no!
VICEQUESTORE VIDOCCHI
Come sarebbe a dire?
GINEVRA FRANCESCHINI
No, questo no.
VICEQUESTORE VIDOCCHI
Ma no cosa, accidenti?
GINEVRA FRANCESCHINI
No tutto!
VICEQUESTORE VIDOCCHI
Io la faccio arrestare, sa?
GINEVRA FRANCESCHINI
No e poi no!
VICEQUESTORE VIDOCCHI
Arrestatela! 

 Interviene Paolo Lancillotti.

PAOLO LANCILLOTTI
No, aspetti!
VICEQUESTORE VIDOCCHI
Non aspetto un bel nulla. La signora è in arresto.
PAOLO LANCILLOTTI
No!

VICEQUESTORE VIDOCCHI
No cosa? Faccio arrestare anche lei?
PAOLO LANCILLOTTI
 Oh no! 
VICEQUESTORE VIDOCCHI
Arrestatelo, arrestatelo, perdio!
PAOLO LANCILLOTTI
No, per favore....Volevo dire....
VICEQUESTORE VIDOCCHI
Cosa voleva dire, lei? La devo arrestare?
PAOLO LANCILLOTTI
No!
VICEQUESTORE VIDOCCHI
 Ah ecco! Dice no, eh? No? Arrestatelo! Arrestatelo subito!
PAOLO LANCILLOTTI
Oh noooo.....Mi aiuti, professoressa!
GINEVRA FRANCESCHINI
Oh sì, Paolo! Sì, caro! Ti aiuto! Sì, ti aiuto! Siiiiii!
PAOLO LANCILLOTTI
Sì, aiutami! Sì!
VICEQUESTORE VIDOCCHI
Portateli via! Accidenti, portateli via!
PAOLO LANCILLOTTI E GINEVRA FRANCESCHINI
No! Aiutateci! Ragazziiiii!

Gli studenti affacciati alla finestra osservano incuriositi la scena

UNO STUDENTE
To’, hanno arrestato il preside e la professoressa Aspasi.
SECONDO STUDENTE
Già, sono sempre i migliori che se ne vanno per primi.
UNA STUDENTESSA
Quei due, secondo me, si amano.
SECONDA STUDENTESSA
Ah, anime infelici! Non più libri galeotti! Non più, ormai, teneri abboccamenti al complice riparo delle lavagne!
PRIMA STUDENTESSA
Addio!
SECONDA STUDENTESSA
Addio!
PRIMO STUDENTE
Addio!
SECONDO STUDENTE
Addio!
STUDENTI IN CORO
Addio, addio!

PAOLO LANCILLOTTI E GINEVRA FRANCESCHINI
attraverso il finestrino posteriore del cellulare che li sta conducendo in carcere
Addio! Addio, cari ragazzi!

Osserviamo che nella schiera dei celerini molti, tra cui Mario e Giuseppe, stanno piangendo.

SESTA SCENA
ESTERNO NOTTE: LO STESSO LUOGO.
Alla luce dei riflettori, il vicequestore Vidocchi, munito di megafono, si rivolge agli studenti asserragliati nel liceo. I ragazzi che si sporgono dalle finestre indossano dei passamontagna.

VICEQUESTORE: STUDENTI DEL LICEO AMINTORE VELTRONI, SIATE RAGIONEVOLI! USCITE! STUDENTI DEL LICEO AMINTORE VELTRONI, DOVETE USCIRE! STUDENTI DEL LICEO...

Si avvicina Mario.

MARIO
Scusi, dottore...
VICEQUESTORE
Che c’è? Torna in fila! -  STUDENTI DEL LICEO...
MARIO
Dottore, scusi...
VICEQUESTORE
CHE C’È? - Accidenti a te! Cosa mi fai fare! Che vuoi, si può sapere?
MARIO
Volevo dirle che questo non è il liceo Amintore Veltroni, ma Amilcare Veltroni.
VICEQUESTORE
Ah sì. Beh grazie, vattene, ora. - STUDENTI DEL LICEO AMILCARE...
MARIO
Dottore?
VICEQUESTORE
PORCO MONDO! - Si può sapere che cazzo vuoi, tu? Ti faccio arrestare!
MARIO
Scusi tanto, dottore. Volevo solo chiederle se lei sa chi era questo Amilcare Veltroni. Sa, io ho sempre nutrito l’ambizione di diventare un uomo colto. Laggiù in Molise, mio padre...
 

VICEQUESTORE
Tuo padre doveva essere un caprone come te! Tutti sanno chi era Amilcare Veltroni! Era un illustre...Beh, ha combattuto, ora mi sfugge...
MARIO
Giuseppe dice che ha combattuto nella seconda guerra...
VICEQUESTORE
Ecco, nella seconda guerra d’indipendenza! E’ stato un eroe!
MARIO
No, Giuseppe dice che ha combattuto nella seconda guerra punica e che dai lui ha tratto origine un’illustre casata...
VICEQUESTORE
Sì, sì, certo! Lo sapevo naturalmente.
MARIO
Però Giuseppe non ricorda se era un romano o un cartaginese.
VICEQUESTORE
In effetti la questione è controversa. Gli storici sono divisi su questo punto. Ora vai! - STUDENTI DEL LICEO...
MARIO
Dottore? Dottore?
VICEQUESTORE
Vai via, carogna! - AMILCARE BARCA, EHM...SCUSATE, AMILCARE VELTRONI, USCITE...

MARIO
Dottore, Giuseppe dice che si distinse durante una famosa carica di cavalleria. Sa per caso quale carica era?
VICEQUESTORE
La carica? te la do io la carica! Ah porco boia! Ma sì! - FACCIAMOLA FINITA! CARICA! CARICA! FACCIAMOGLIELA PAGARE, RAGAZZI! CARICA! CARICA! CENTURIA A ME!  UNGUIBUS ET ROSTRO!

Inizia la battaglia. I celerini tentano di sfondare il portone del liceo. Gli assediati riversano sui poliziotti una pioggia di mattoni.
 

SETTIMA SCENA
INTERNO NOTTE: UNO DEI PIANI SUPERIORI DEL LICEO
Tre studenti mascherati con i passamontagna armeggiano, davanti ad una finestra, con una bottiglia molotov.

NICOLA
Lascia fare a me! Tu non hai mira!
SANDRO
Ho molta più mira di te!
NICOLA
Il rapporto tra velocità iniziale ed angolo di inclinazione è fondamentale.
SANDRO
Che discorsi! Fai attenzione, piuttosto, che quello se la sta bevendo!
NICOLA
Falla finita Roipnol! Dai qua... Su, accendi, Sandro.

La bottiglia molotov viene scagliata.

OTTAVA SCENA
ESTERNO NOTTE: SOTTO LE MURA DEL LICEO
Mario è disteso a terra. Dall’agente si leva un denso fumo nero.
Giuseppe lo assiste, tenendosi un fazzoletto davanti alla bocca.

GIUSEPPE
Ah, povero Mario! Ti hanno arrostito!
MARIO
E’ vero, accidenti! Addio, Giuseppe.
GIUSEPPE
Addio, Mario!

MARIO
Giuseppe, fammi un ultimo favore...
GIUSEPPE
Sì, Mario...
MARIO
Guarda nella tasca interna della giacca...
GIUSEPPE
Sì?
MARIO
Dovrebbe esserci l’edizione speciale della Gazzetta dedicata alla morte di Coppi. La tenevo sempre con me. Sai, come portafortuna...

Giuseppe estrae dalla giacca di Mario, un foglio di giornale tutto bruciato.

MARIO
Si è salvata?
GIUSEPPE
Oh, certo Mario. E’ intatta.
MARIO
Meno male. Tienila per ricordo.
GIUSEPPE
Grazie, Mario.

MARIO
Giuseppe?
GIUSEPPE
Sì, Mario?
MARIO
Sto morendo, Giuseppe.
GIUSEPPE
Di nuovo addio, Mario.

Arrivano alcuni barellieri. Mario viene caricato su un’autoambulanza. Giuseppe lo guarda allontanarsi, mentre i resti carbonizzati dell’edizione speciale gli si sbriciolano in mano.

NONA SCENA
INTERNO NOTTE: I CORRIDOI DEL LICEO
La polizia ha fatto finalmente irruzione. Gli studenti in alcuni punti strategici hanno organizzato l’ultima disperata resistenza.

NICOLA
Ti avevo detto che le fionde ci sarebbero state utili, Sandro.
SANDRO
Non mi sembra il momento adatto alle recriminazioni...Attento, Nicola!

NICOLA
Grazie!
SANDRO
Ahi! Ah, Cagnaccio bastardo! Ti sistemo io!

Uno dei celerini che stanno combattendo a colpi di manganello contro i due fratelli, che sono armati di robusti randelli, finisce a terra. In quel momento da una delle aule esce Sadu. I celerini lo notano.

SADU
Che brutto mal di testa! Meno male che sono riuscito a farmi una bella dormita...Ah, che succede? Chi siete?
UNO DEI CELERINI
Sentite, ragazzi. Lasciamo perdere questi due energumeni! Guardate quello lì con la tunica bianca. Mi sembra più arrendevole. Forza, diamogliele!
SADU
No! Che volete? Ahi! Pace! Pace! Viva la non violenza! Ahi!

Mentre i celerini stanno riempiendo di botte Sadu, vediamo i due fratelli Cellini che si calano da una finestra.
 

DECIMA SCENA
ESTERNO NOTTE: UNA DELLE VIE INTORNO AL LICEO.
I fratelli Cellini sono a bordo di un furgone. Sta giungendo di corsa Roipnol. Con lui ci sono Elisa Migliori e Cordelia Aspasi.

NICOLA
Ah, eccoli! Metti in moto, Sandro.
ROIPNOL
Le ho salvate io, ragazzi!
SANDRO
Bene, si parte.
NICOLA
Attento, Nicola! C’è qualcosa la davanti!

In mezzo strada Sadu cammina barcollando. Ha la tunica tutta lacera. Il furgone si avvicina pericolosamente.

SADU
Ahi! Ahi! Che botte! Cos’è questo rumore? Aiuto, mi vogliono investire!

Sandro frena, ma ciononostante il furgone urta Sadu. Gli occupanti dell’autoveicolo scendono a terra.

ROIPNOL
Sadu? Sadu?
SADU
Chi sei?
ROIPNOL
Sono Roipnol, Sadu.
SADU
Oh no! Non ho nulla da darti, Roipnol.
ROIPNOL
No, non ti preoccupare, Sadu.
SANDRO
Senti, Nicola, non possiamo lasciarlo qui.
ELISA MIGLIORI
Ha ragione.
CORDELIA ASPASI
Portiamolo con noi.
NICOLA
Va bene. Puoi venire con noi, Sadu.
SADU
Dove andate?
SANDRO
In India.
SADU
In India? Davvero? E quanto ci resterete?
NICOLA
Non so. Forse per sempre.
SANDRO
Vieni anche tu?
SADU 
Oh sì! Sì! Che bello ! In India! In india...Ma cosa faremo laggiù?
ROIPNOL
Coltiveremo i funghi, Sadu.
 
 
 

UNDICESIMA SCENA
INTERNO GIORNO: UNA CORSIA DI OSPEDALE
Mario occupa uno dei letti. Ha un braccio fasciato. Giuseppe è venuto a fargli visita.

GIUSEPPE
Te la sei cavata a buon mercato, Mario.
MARIO
E’ vero, Giuseppe.
GIUSEPPE
Una bella fortuna davvero.

MARIO
E’ tutto merito del mio portafortuna, il numero speciale della Gazzetta. A proposito, ti devo chiedere di restituirmelo...
 

DODICESIMA SCENA
INTERNO GIORNO UNA STANZA DI ALBERGO A ZURIGO.
Tommaso Blangis è a letto. Indossa uno sgargiante pigiama di seta. In piedi, ai lati del letto, Martino Strozzi, reggendo un vassoio, sta aspettando che lo scrittore finisca di bere la sua cioccolata calda.

BLANGIS
Fa schifo questa cioccolata, cacchetta.
STROZZI
Scusa Tommaso, vado subito a prepararne un’altra.
BLANGIS
Sbrigati, piccolo sporco revisionista!
 

TREDICESIMA SCENA
ESTERNO GIORNO: UNA SPIAGGIA TROPICALE
I fratelli Cellini e le loro amiche, in costume da bagno, contemplano il mare azzurro. Un po’ discosti, vediamo anche Roipnol e Sadu.

SADU
Si sta bene qui, Roipnol, è vero?
ROPINOL
E’ vero, Sadu. Si sta bene qui.

FINE