L ' A
T T I Z Z A
T O I O
d i
La pagnottona
Sveglia!, organo dei testimoni di Geova
L'Attizzatoio
di Wittgenstein
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La pagnotta pesa due quintali e otto etti. Lo so perché l'ho pesata.
Il prestinaio che l'ha portata a piedi al terzo piano ha preteso la mancia.
L'ho tolta dalla busta in cui l'avevano avvolta al giornale, prima di
mandarmela a casa, e l'ho deposta sulla scrivania. Ha la crosta istoriata
di riflessi cangianti (blu, arancione e oro) e briciole d'argento. Lungo
le bruciature corrono alcune saette dorate. Ho provato a tagliarla a metà:
(sorpresa!) era un libro:centinaia di foto a colori e in bianco e nero,
molte pagine traslucide, riproduzioni di pellicole virate rosso e di appunti
manoscritti. Liste, testi, battute. Ho richiuso il libro. Qui ci vuole
tempo.
Il libro si intitola "Nforneeescion: la mia vita con le mani in
pasta". Sottotitolo, "La vita e i tempi di Ninetto Davoli".
Il titolo cita una celebre pubblicità degli anni Settanta. "Nforneescion"
era l'urlo catartico di una delle più celebri intrepretazioni di
Ninetto Davoli, titolo completo dello scritto "Lievitazione e cottura
dei crackers più leggeri, one for you and one for me" (ricordate
i fratelli La Bionda ?)
I nomi degli autori del libro sono iscritti in briciole d'argento sulla
costola dello scrigno-pagnotta: "Michele Mick Etta e Ninetto Davoli".
Bene, il libro ha chiaramente a che fare con Ninetto Davoli: raccoglie
foto, appunti, ricordi e memorabilia del suo periodo più creativo
e leggendario, quello "gnam" (sì, viene onomatopeicamente
da "gnam": e gnam-spot è il modo con cui si definisce
la voga attoriale dei testimonial degli anni Settanta che aveva come caratteri
principali il travestitismo dei protagonisti e modi carichi di lanciare
lo slogan: l'eccesso come forma di sbarcare il lunario). E Ninetto Davoli
è l'autore dei testi del libro, didascalie e commenti odierni al
museo di se stesso. Ma Mick Etta, chi è?
Mick Etta è quello che ha fatto le foto. Mick Etta è "l'uomo
che ha addentato gli anni Settanta", come è noto tra chi se
ne intende. Mick Etta è il fotografo che ha seguito Ninetto Davoli
durante tutto lo straordinario periodo di reclames come Nforneescion,
ma anche la pastiglia Zigulì e il RossoAntico.
E sì, la risposta è sì: Mick Etta è il suo
vero nome.
Michele Augustolo Etta è nato a Zagarolo nel 1949, ha studiato
per corrispondenza alla Radio Elettra perchè era troppo pigro per
andare alla Bocconi, si è trovato ventenne nei Settanta di borgata,
e ci si è buttato a capofitto ("avevo studiato Belli e Trilussa,
e alcune delle loro cose mi hanno guidato verso il pizzicagnolo di Cinecittà").
Anche se ci ha messo un pò a decidere se voleva fare il giornalista
o il fotografo: quindi ha cominciato con tutti e due, mettendosi sulle
tracce delle star più rivoluzionarie del tempo, a cominciare da
Memmo Carotenuto e Capannelle. Poi, un giorno del 1972 in cui riuscì
ad arrivare nel camerino di Ninetto Davoli per intervistarlo per L'Eco
della Parrocchietta, cominciò la loro lunga convivenza on the road,
come racconta nell'introduzione al libro. Oggi si vedono e si sentono
ancora: hanno lavorato assieme al libro, che è uscito lo scorso
autunno per celebrare il trentennale della pubblicità di Nfornation.
Mick Etta vive ai Parioli e ha 54 anni. Nella piccola foto che firma l'introduzione
è esattamente come te lo aspetti: come un burino di 54 anni che
ha vissuto l'epoca d'oro del Carosello, come uno dei cugini di Campagna
o dei Camaleonti, ancora con i capelli lunghi e forforosi e improbabili
ray-ban. Come uno di "A mò lo famo", il cortometraggio
del Mucchio Servatico sugli anni ruggenti del giornalismo musicarello
romano: "E chè nun l'ho visto ? " dice Mick Etta, "e
m'è pure rimbarzato de bbrutto. Quela non è la storia de
noantri. E' 'na storia molto milanese, cò Calimero e tutti quei
pupazzi lì. Noi erimo autentici, noi erimo "gnamme":
è come se tu ce potessi vedè l'artra faccia - quela scura
- de la luna, ma foderata de porchetta".
Mick Etta ha una voce radiofonica e gentile, malgrado gli siano passate
sopra diverse sfrenatezze e un bypass installato sei anni fa. Si scusa
di non parlare l'italiano, malgrado i nonni gli avessero regalato l'abbecedario.
E non gli è mai venuta voglia di "ripulisse l'accento, come
fanno certi" per poter scrivere senza problemi su La Padania ? "Beh,
ci ho avuto morto da fà, ci ho certi carichi pendenti
".
Ha ancora assai da fare pure oggi. Le tendenze grafiche e artistiche degli
anni Settanta sono sempre molto di moda e - dopo la scomparsa di Bombolo
e la prematura senescenza di Alvaro Vitali - tutti quelli che vogliono
ottenere un effetto del genere lo chiamano. I direttori delle riviste,
la gente della moda, sono appassionati di quel gusto e di quei tempi e
vogliono lavorare con lui.
E nel frattempo, c'è stato il libro, e a maggio verrà una
pubblicazione analoga su Ernesto Calindri "contro er logorio daa
vita moderna", e l'anno prossimo su Franco Cerri, "l'uomo in
ammollo". Un archivio sterminato di scatti viene riaperto ed esibito.
Mick Etta sa tenere i piedi in ognuna delle sue epoche come in calze spaiate:
"Cioè, dimo, famo.. Gli anni Settanta sò come quella
zoccola della mia prima moglie. Erimo 'ngenui e facevamo fesserie, ma
erimo giovani, e io penzo che da pischelli se deve provà a sparalle
grosse, arzà er tiro. Noi volevimo vivere 'na vita avventurosa,
volevimo come dicono i francesi er paté de burgiuà".
Quindi era meglio allora o adesso, l'eccesso o la normalizzazione? "Nun
zò che era mejo, io me diverto pure oggi (tosta Floriana der Grande
Fratello). Ma forse noi avemo visto l'urtima era ribelle del Carosello
prima che i pubblicitisiti se ne impossessassero. Oggi faccio n'intervista
a settimana: m'aessero dovuto intervistarmi alora, invece alora ero io
che intervistavo gli altri. Ma oggi nun ci ho tempo de guardamme indietro
e rimpiagne gniente, me la godo ancora troppo. Sai, er passato è
nà bella cosa, ma nun bisogna identificasse troppo. Io sò
stato fortunato".
Sono stato fortunato, lo ripete quattro o cinque volte mentre parliamo.
A un certo punto è "quasi morto" ("doveo de pagà
pe li peccati mia"), spiega a proposito della sua operazione chirurgica.
Ho preso un paio d'ore, ho staccato il telefono, e ho riaperto il libro.
C'è il corpo efebico e forzuto del giovane Ninetto Davoli, ci sono
Franco Citti e Laura Betti e c'è pure Pasolini con loro, ci sono
foto di scena di quelle che creavano scandalo, locandine, stivaletti di
pelle e catenazze con la madonna, scherzi, preghiere, cappelli, matriciane,
borchie, fellatio mimate in scena e acconciature da arresto immediato.
Ci sono 659 fotografie, virate pajata.
In questi casi si parla di "un pezzo di storia", o di "miti"
e cose così.
Io l'ho trovato tenero, anzi un pò raffermo.
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