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Cesare

De Bello Gallico

Libro VII - Paragrafo XII
Cesare e Vercingetorige davanti a Novioduno


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Vercingetorige, quando venne a sapere dell'arrivo di Cesare, toglie l'assedio e gli va incontro. Cesare aveva deciso di mettere sotto assedio una cittā dei Biturigi, Novioduno, situata lungo la strada. Da quella cittā gli erano stati inviati degli ambasciatori per implorarne il perdono e la grazia. Per portare a termine il resto delle operazioni velocemente, cosa che gli aveva fruttato la maggior parte dei successi, ordina di consegnare le armi, i cavalli e di restituire gli ostaggi. Entrati in città alcuni centurioni con pochi legionari per raccogliere le armi e i cavalli, già condotta una parte degli ostaggi, mentre si provvedeva a quella rimanente, si scorse in lontananza la cavalleria nemica, la quale precedeva l'esercito di Vercingetorige. Non appena gli abitanti la videro e nacque in loro la speranza di rinforzi, tra alte grida iniziarono a prendere le armi, a serrare le porte, a riversarsi sulle mura. I centurioni all'interno della cittā, poiché avevano capito, dal loro comportamento, che i Galli avevano preso una qualche nuova decisione, sguainate le spade, assunsero il controllo delle porte e condussero tutti i loro in salvo.




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