La
Sentinella |
Anno III, nn. 44/45, 21 set. - 19 ott. 2003
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SANTA MARIA C.V. N. 556 - STAMPA Tipografia Bianco—Aversa |
IL PRESIDENTE CIAMPI NELL’AGRO-AVERSANO Agro-Aversano.
Il Presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi sarà nella nostra terra di disagio nel
prossimo mese di dicembre. Oramai la sua venuta è certa e noi de “La
Sentinella”, che molte volte abbiamo invitato il Presidente sia formalmente
che informalmente ne siamo veramente lieti. “La nostra terra è una
zona della provincia di Caserta dove vivono circa 300000 abitanti ed intere
citta sono state costruite e sopravvivono abusive con condizioni di vita ben
al di sotto di quelle africane. In questa terra è stato assassinato nella sua
Chiesa, come solo in Sudamerica, un prete e pochissimo tempo fa anche un
sindacalista è stato trucidato dalla mano della camorra, perché denunciavano
le stesse cose che qui le stiamo denunciando. Per farle comprendere
meglio la situazione che viviamo sarebbe utile che Lei visitasse la zona o
che almeno inviasse sul posto una persona di fiducia alla quale potremmo fare
da guida. Qualunque cittadino, di
altro Stato europeo sia stato a trovarci ci ha chiesto se provassimo vergogna
e se avessimo mai denunziato queste realtà; anche il problema del
territorio che è letteralmente coperto
da rifiuti di ogni genere è gravissimo! Non riusciamo a
comprendere perché non ci sia nessun intervento da parte di nessuna
istituzione. La nostra non è una zona
povera economicamente ma gran parte della sua struttura sociale è comunque
sotto il controllo criminale. Senza una reale visione
della zona è impossibile credere od anche solo comprendere le condizioni di
vita degli abitanti di Aversa e di tutto l’Agro-Aversano. Scriverle è per noi
l’ultimo grido di allarme che possiamo lanciare, ci sembra di lottare contro
i mulini a vento: troppe istituzioni locali, composte da persone del luogo,
sembrano, eufemisticamente, assuefatte dalle condizioni in cui si trovano ad agire.” Questo è il testo
integrale della lettera di invito spedita a Ciampi nove mesi fa, per
invitarlo a toccare con mano la situazione di degrado socio-ambientale del
nostro martoriato territorio. Finalmente, nel prossimo
dicembre, Ciampi sarà qua. Speriamo che la
sua visita sia un’occasione di
svolta, di rinascita. Luigi Cangiano - Antonio Graziano I GIOVANI DELL’AGRO-AVERSANO SEMPRE PIU’
TEPPISTI Agro-Aversano. E’ praticamente impossibile non provare una brutta sensazione di scoraggiamento, quando si vede scorrere sotto i nostri occhi il film dell’imbarbari-mento dei nostri cittadini. Questa sensazione diventa ancora più mesta, quando sono i giovani, con i loro brutali “istinti”, a mettere in pratica dei comportamenti che definire teppistici è semplicemente eufemistico. Nei giorni scorsi è stato riportato da alcuni giornali locali il fatto che un gruppo di ragazzi casalucesi, definiti una vera e propria orda di vandali, ha devastato una nave della SNAV sulla quale erano imbarcati per giungere al campo estivo “in vacanza premio?”. Su questa vicenda la cui cronistoria è molto controversa c’è anche una totale smentita scritta di cui qui pubblichiamo uno stralcio. “Non chiamateci teppisti perché i veri teppisti sono: 1) i giornalisti e gli opinionisti, che scrivono stronzate sui giornali senza preoccuparsi di verificare la veridicità della notizia; 2) Coloro che danno false notizie ai giornali senza preoccuparsi di ferire dei ragazzi innocenti e le loro famiglie; 3) Le persone del paese che hanno goduto del fatto ed hanno criticato questo e quello giudicandoci colpevoli di chissà quale reato pur conoscendoci”. Certo è pur vero che certi fatti di cronaca certe volte vengono anche enfatizzati ed ingigantiti da una stampa locale quotidiana troppo spesso alla ricerca della diatriba di paese per vendere qualche copia in più. Ma quando, solo per fare alcuni esempi, un ragazzo di 19 anni viene stato accoltellato dopo una lite per motivi di nessun rilievo. Quando altri ragazzi per rubare un motorino ad un loro coetaneo di 16 anni non ci pensano sopra due volte a spaccargli la testa con il calcio della pistola. Quando decine e decine di altri ragazzi, molto spesso in preda ad uso di sostanze stupefacenti, compiono ogni giorno scippi e rapine quasi sempre a danno delle persone più deboli ed indifese. Donne anziane scaraventate a terra per poche decine di euro, possono anche trovare la morte solo per il semplice fatto di uscire di casa. I problemi esistono e vanno affrontati in modo serio. Non tutto ciò che accade intorno a noi sono delle semplici stronzate. La morte di persone innocenti non è una stronzata! Se anche un solo ragazzo, che oggi ruba, o si buca o fa altre cose sbagliata potesse salvarsi grazie al fatto che qualcuno affronta il problema, certo in modo serio e non per interesse, vivremo in futuro in un modo migliore, meno buoi di quello che ci si prospetta giorno per giorno davanti ai nostri occhi. La ricerca di una gioventù meno bruciata, che torni ad essere legata ai valori che hanno sempre governato la nostra zona e che negli ultimi anni cadono sempre più nel dimenticatoio, sarebbe il primo passo per vedere il rifiorire dell’agro-aversano. Bisogna che tutti noi ci impegnano in tal senso se vogliamo liberarci almeno da qualche maglia di catena che ci opprime. Luigi Cangiano 28 SETTEMPRE. PULIAMO IL MONDO
Torna anche quest’anno “Puliamo il Mondo” l’iniziativa promossa dal circolo Geofilos di
Legambiente. Nella zona
atellana la manifestazione, che ogni volta raccoglie grandi adesioni, si
terrà il prossimo 28 settembre. “Quest’anno abbiamo deciso – spiega Antonio Pascale, responsabile del circolo di
Legambiente – di pulire il vecchio Municipio di Atella. La manifestazione ha sempre voluto
essere un momento di grande sensibilizzazione. Per circa sei anni, Puliamo il
Mondo si è interessata delle Vasca Castellone. Dopo aver creato un interesse
intorno a questo spazio, adesso il nostro compito di associazione è terminato
e lasciamo ai comuni il ruolo di promotori attivi di tutte quelle azioni
sinergiche che dovranno servire ad un rilancio dell’area. Per questo adesso
cambiamo obiettivo”. Legambiente, dunque, punta sul recupero del vecchio
municipio di Atella, la
casa comunale che ospitava gli uffici quando esisteva un solo comune. Una
struttura da tempo abbandonata a se stessa, al centro di diverse iniziative
di recupero, che però ancora devono trovare attuazione pratica. “Così come
abbiamo fatto per la Vasca Castellone vogliamo agire per questo importante
sito- aggiunge Antonio Pascale – per questo l’appuntamento è per tutti domenica 28
settembre, con mazze e
palette, per ripulire questo sito”. Ogni anno alla manifestazione “Puliamo il
Mondo” hanno aderito oltre alle amministrazioni comunali di Succivo, S.
Arpino e Orta di Atella, importanti aziende del settore, come la Geo Eco, e
sono stati sempre tanti i volontari che hanno dato un contributo fattivo alla
campagna di sensibilizzazione. “Contiamo – conclude Pascale – anche per
questa edizione di avere una adesione di circa 500-600 persone, segno che la
manifestazione riscuote sempre un grande successo”. Nicoletta Scotto Rinaldi RISTORANTE CASTELNUOVO, LA SIMPATIA CHE…
COMBATTE CONTRO IL DEGRADO DEL PORTO DI NAPOLI Napoli. Nelle vicinanze del Porto, a Piazza Francese, l’unico barlume di luce che riesce a fuoriuscire dalla coltre di degrado che continua inesorabilmente a colpire la zona, a causa di tanti interventi come sempre unicamente di facciata, è la simpatia e la disponibilità dei ragazzi che lavorano al Ristorante Castelnuovo di Paola e Cosimo, che riescono ogni giorno a portare il buon umore fra i dipendenti degli uffici pubblici della zona, loro avventori, e i turisti di tutto il mondo che arrivano al Porto pensando di poter vivere nel mondo da cartolina loro prospettato nei depliants turistici e che, invece, si ritrovano nell’incuria e nel degrado più totale. 2003! Eppure in questa
zona di Napoli sembra di trovarci ancora in pieno “medioevo” partenopeo,
sembra di stare ancora fra gli anni ‘70 e ‘80 quando Napoli diventò una città
veramente brutta e pericolosa. Gli abbellimenti e le
cure che hanno interessato una parte della città qui forse non sono mai
arrivati, eppure il luogo per la sua importanza e per il significato che
racchiude dovrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della città. Grazie al cielo, persone
come quelle che ti ospitano al Ristorante Castelnuovo hanno sempre la forza
di farti ritrovare il sorriso, anche quando tutto ciò che hai intorno cerca
di deprimerti. Nicoletta Scotto Rinaldi MAGO ALPHIUS. NON E’ VERO MA CI CREDO… UNA
SCELTA DI VITA Mi scrive una amica
lettrice e mi dice: Sono ormai mesi e mesi che mi arrovello il cervello per
cercare di dare una risposta al sogno
che notte dopo notte ripeto puntualmente. Cammino lungo una strada che
conosco bene, eppure ad un tratto mi accorgo che da quella via si diparte un
sentiero di cui, precedentemente, non avevo mai notato l’esistenza. Ne vedo
l’inizio e mi appare breve ed affascinante. Comincio, quindi, subito a
percorrerlo, ma ecco che una improvvisa coltre di nebbia viene giù, sicché
non riesco più a capire dove mi trovo e non so più orientarmi. Bene. Ecco un'altra
persona che è giunta al momento di operare una scelta che le appare
importante e che, giustamente, è
preoccupata delle possibili conseguenze sul futuro. Può accadere, infatti,
che in un bel momento della nostra vita, di punto in bianco, si ponga il
dilemma di lasciare il ripetitivo
quotidiano, la routine giornaliera, per inseguire quello che nemmeno si
conosce. E’ un modo come un altro per abbandonare le cose che sembrano non
piacerci con la scusa di doverne inseguire altre per noi più importanti. Che fare? La scelta
apparentemente non è semplice. Anzi
sembra rimandare ad un dubbio amletico del tipo essere o non essere: lasciare
ogni cosa e costruire una nuova esistenza ovvero continuare la propria vita
di ogni giorno? Certo sarebbe bello se si
potesse avere la botte piena a la moglie ubriaca; ma si sa che le cose non vanno
così e che, conseguentemente, se si vuole qualche cosa di concreto, il più
delle volte occorrerà rinunciare a qualche altra cosa. L’esperienza popolare,
che tante volte ho richiamato per dare piccoli suggerimenti su come
affrontare le questioni e questioncelle che si presentano sul nostro cammino,
può tornare utile anche in questa occasione. Meglio un uovo oggi che una gallina domani; chi si contenta gode; chi
troppo vuole nulla stringe; chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quello
che lascia ma non sa quello che trova. Da questi ben noti adagi,
si capisce quindi che nel buon senso comune è assolutamente vincente l’idea
che le persone debbono operare scelte che siano rispettose delle esperienza
maturate quotidianamente, senza abbandonarle, da un momento all’altro. Sono,
infatti, proprio queste esperienze che consentiranno a lungo andare di
costruire case forti come la roccia. Le operette morali di
ogni epoca ripetono pressoché lo stesso concetto. Così La Fontane ci racconta
di una formichina laboriosa che derisa tutta l’estate da una cicala canterina
e nullafacente, prende la sua rivincita in inverno, allorché la cicala, che non
ha messo da parte alcuna provvista, è costretta a chiederle aiuto per
sopravvivere. E lo stesso fa Collodi narrandoci le avventure di Pinocchio, il
simpatico burattino di legno che, errore dopo errore, capisce che la strada giusta, quella che dà i frutti buoni, è
quella che si affronta di giorno in giorno con applicazione e sacrificio. Ed allora, alla mia amica
lettrice, a voi lettori ed a me stesso dico di non lasciarsi tentare dalle
promesse di facili guadagni o dalle lusinghe di onori e di fama. Si continui,
invece, per la strada che già si crede di conoscere, e si vedrà che, tutto sommato,
non la si conosce poi tanto bene. Infatti, nessuno di noi può sapere quante
emozioni ci può riservare la vita. Un giorno, la via che all’apparenza sembra
la più monotona, potrebbe diventare straordinariamente elettrizzante; e
sarebbe davvero stupido se proprio quel giorno avessimo deciso di cambiare
percorso. Lo
ammetto sono stato tedioso come non mai, però, vi ho voluto dire che nella vita è
importante non arrendersi mai. Ora che ci penso, però, potevo dirvelo in
maniera un po’ più spassosa, ad esempio con una barzelletta: c’è
elefante che passa sopra ad un formicaio e lo distrugge. Le formiche
infuriate gli saltano addosso, ma lui con un colpo di proboscide se le
scrolla tutte di dosso tranne una che gli rimane sul collo. Le altre da sotto
le gridano: "Strozzalo!" Questa sì che è forza
d’animo!! TRE CAZUNE FORTUNATE. 26 SETTEMBRE AL
METROPOLITAN DI AVERSA Aversa. La Compagnia del Teatro Stabile Meridionale, il prossimo 26
settembre alle ore 20:30 al Cinema
Teatro Metropolitan, tornerà al suo pubblico con un meraviglioso lavoro della
tradizione farsesca partenopea: “Tre Cazune Fortunate” di Eduardo Scarpetta,
celebre autore del teatro comico napoletano. Con questo lavoro, Scarpetta, presenta Napoli nei suoi aspetti veri e
malinconici, con il suo popolino, i suoi bassi, i suoi panni stesi al sole,
la sua ironia e la sua miseria. Aspetti, questi reali dai quali spesso gli scrittori e commediografi ne
hanno tratto quadretti patetici e umoristici, trasfigurando queste immagini
in poesie, commedie e farse. Situazioni vissute ai confini tra reale e irreale, diventano spunti di
grande e irresistibile comicità. La regia è dell’orami indiscutibile deus ex machina della Compagnia Teatro Stabile Meridionale: Gianni Truosolo, il cui
impegno decennale nel campo artistico ottiene sempre più riconoscimenti del
proprio valore. La Compagnia Teatro Stabile Meridionale ha una scorsa ormai che si potrai
da almeno due decenni. Grazie all’appoggio morale del carinarese Cardinale
Crescenzio Sepe, i successi di suoi successi di anno in anno diventano sempre
più numerosi. Questo è certamente un bel modo di far conoscere la cittadina di
Carinaro, di cui sono originari i componenti della Compagnia, nel mondo. Così come ha fatto e speriamo continuerà a fare il Cardinale Crescenzio
Sepe, giunto alla importantissima carica di
Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei
Popoli, partendo dal piccolo comune dell’Agro-Aversano. Luigi
Cangiano LA GRANDE MUSICA DI MUSICHEVOLMENTE Puccianiello. Ha riscosso grande successo il Concerto dell’Associazione Culturale
“Musichevolmente” Coro Polifonico da Santa Maria C.V. che si svolto il 15
settembre 2003, nella Chiesa S. Maria delle Grazie a Puccianiello (Caserta),
ove è Parroco il Rev. Don Antonella Giannotti. La serata ha previsto un
ricco programma composto dalle più celebri AVE MARIA alle composizioni di
Vivaldi-Handel-Schubert, ecc. Il Coro Polifonico
formatosi nel 1993, è composto da circa 45 elementi, che si suddivino fra le
quattro sezioni: Soprani-Tenori-Bassi e Contralti, che sono diretti dal
Direttore Artistico e d’Orchestra M° Prof. Gerardo Cavallo. Nicoletta Scotto Rinaldi FORMAZIONE FORENSE S. Maria C.V. Sono
aperte le iscrizioni per due corsi che si terranno prossimamente presso la
sala convegni dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria C.V. Il “Corso di Formazione sul Processo
Penale davanti al Giudice di Pace e sulla mediazione penale”,
organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Santa Maria C.V. presieduto dall’Avv. Elio Sticco, la cui quota di
partecipazione è di 40 euro. “Le
novità in tema di diritto societario” è il titolo del prossimo
corso di lezioni, organizzato dall’IPSOA con il patrocinio dell’Ordine degli
Avvocati di Santa Maria C.V. che si terrà dal 16 ottobre al 20 novembre 2003.
Questo corso sarà strutturato in sei lezioni, che verranno tenute professori
universitari, magistrati ed avvocati. La quota di partecipazione a tale
corso, comprensiva del materiale didattico e del volume “La riforma del
diritto societario”, è di € 620 (più iva), ridotta a € 508 (più iva) per i
Praticanti. Maria Rosaria Debora Scotto di Rinaldi CONVEGNO DI STUDIO SULL’INTERETNICITA’.
BELVEDERE DI SAN LEUCIO 3 OTTOBRE Belvedere di San Leucio. Il prossimo 3 ottobre, a
partire dalle ore 9:30, si terrà, presso il Sito Reale del Belvedere di San
Leucio, il Convegno internazionale “Governo delle trasformazioni territoriali
per la Città Interetnica Europea”. Tale convegno è
finalizzato alla presentazione di un Master universitario di uguale
intestazione ed oggetto, organizzato dalla Scuola di Ateneo per l’Alta
Formazione Europea “Jean Monnet”, della Seconda Università di Napoli, e dalla
Fondazione “Aldo della Rocca”, Ente Morale riconosciuto e con una prestigiosa
e cinquantennale esperienza, anche
internazionale, in materia urbanistica. A tali lavori parteciperanno rappresentanti del personale diplomatico dei
Paesi maggiormente interessati dai fenomeni migratori, organi del governo
nazionale, docenti di numerose ed importanti amministrazioni, centrali e
territoriali, autorità religiose, rappresentanti delle categorie produttive. Il Master trae origine da una ricerca trentennale condotta dalla
Fondazione Della Rocca, cui hanno concorso insigni docenti del mondo
universitario, sociologi, economisti, urbanisti provenienti da vari Paesi. Il fulcro del Convegno e del Master è la “Città” europea, perché la città
è il luogo della memoria collettiva dell’Europa, è il luogo dove si
concretizzano e si tramandano i valori comuni della cultura europea che è una
cultura essenzialmente urbana; è il luogo dove si concretano e si esasperano
i problemi comuni dei cittadini
europei e le incongruenza del modello di sviluppo: degrado, carenze
strutturali ed infrastrutturali, congestione, mobilità coatta, assuefazione
al degrado, differente velocità di trasformazione della città fisica, della
città delle relazioni, della città del vissuto. Gli esperi che hanno per anni lavorato al progetto affermano che il popolo europeo è destinato a configurarsi, sempre più, come un’unica comunità urbana, che pone una nuova domanda, in termini quantitativi e qualitativi, di città ovvero di luoghi, di funzioni, di valori. L’Unione Europea è chiamata a rispondere alla domanda posta da questa comunità in rapida evoluzione, caratterizzata dalla forzata compresenza di popoli, culture e religioni differenti costretti a convivere in un modello di sviluppo già inadeguato quando le città storiche europee non erano state ancora interessate da queste pressioni esterne. Pertanto, i progettisti della città del futuro dovranno realizzare un nuovo modello di città europea multietnica in cui possa attuarsi una convivenza pacifica, civile e colta di razze diverse. Nicoletta Scotto
Rinaldi IL LIVING THEATRE In seno al primo ciclo degli “Annali delle
Arti”, ideato e
diretto da Achille Bonito Oliva in relazione alla programmazione culturale
per l’anno in corso della Regione Campania (curatore responsabile Eduardo
Cicelyn), nella sede di Castel dell’Ovo a Napoli, è in svolgimento dal 3
luglio fino al 28 settembre la mostra “LIVING THEATRE – Labirinti
dell’Immaginario”, dimensione comunicativa che ha previsto, oltre alla
sezione espositiva, molte attività correlate, con proiezioni
cinematografiche, concerti, performances, reading di poesia, seminari, eventi
teatrali. I curatori della mostra, Lorenzo Mango e Giuseppe Morra, hanno
evidenziato il complesso quadro di rapporti e nessi che da un punto di vista
storico ed ambientale possono essere considerati per ripercorrere la
singolare vicenda del “Living”; in primo
luogo le radici newyorkesi, che fra gli anni quaranta e cinquanta hanno
costituito il momento di formazione degli iniziatori e protagonisti della
ricerca: Judith Malina (nata
in Germania nel 1926), influenzata da Alexander Moissi (attraverso
registrazioni discografiche) ed Erwin Piscator, del quale aveva frequentato
il Dramatic
Workshop fra il ’45 ed
il ’47, e Julian Beck (1925, New York – 1985 , New York) , pittore fra i
più promettenti, negli anni cinquanta, della scuderia Guggenheim. La Malina e Beck
s’incontrarono una sera di settembre 1943 nei pressi del Genius
Incorporated (club per
attori in cerca di lavoro) per fantasiosa intermediazione di William
Marchant, e nacque immediatamente fra i due un profondo amore e sodalizio
artistico; Beck lasciò la pittura per dedicarsi al teatro, condividendo la
predizione della compagna per l’invenzione di una forma nuova di spettacolo,
radicalmente realista e contrapposta alla epidermica dimensione del teatro
convenzionale dell’epoca. Misero in
scena (fin dal ’47), con significati
fortemente legati al problema sociale, lavori di Paul Goodman, Bertolt Brecht, Garcia Lorca, Gertrude Stein, sfidando la chiusura repressiva
del maccartismo (1952/54), che tacciava di propaganda politica ogni spunto
critico ed energicamente motivato di espressione. Cominciando con spettacoli
in una stanza dell’appartamento in cui abitavano (789 -West End Avenue), e
sostenendo per vivere impieghi ausiliari di fortuna, fu lanciata nell’agosto
1951 l’esperienza di un teatro libero e profondamente innestato nelle
dinamiche della vita, come teatro della vita e teatro «vivente». Nel dicembre dello stesso anno
aveva esordio pubblico il Living in una piccola sala, il “Cherry Lane Theatre”, con brevi periodi di
discontinua permanenza nel “Loft Theatre” (The Studio) della centounesima strada, e nei
teatri della quattordicesima e della terza strada a New York. Ai testi
inizialmente adottati, di Cocteau, Pirandello, Pound, Picasso, Stein, Eliot, che evidenziavano il legame con le avanguardie europee, si
avvicendarono elaborazioni di poeti americani dediti al teatro: Paul Goodman, Kennet Rexroth, John Ashbery, Claude Fredericks, William Carlos Williams, W.H.Auden. Di lì a poco prevalsero
atteggiamenti controcorrente che portarono ai primi arresti. Judith fu
coinvolta nel caso “Rocco Parilli e altri ventotto” nel 1955, ed arrestata per la
disobbedienza pacifista che contrastava il pubblico ordine di immediata
evacuazione generale delle strade al momento di un allarme (per
esercitazione), posizione che trovava ancora più incisiva espressione nel
1961 con la promozione dello “Sciopero Generale per la Pace”, indetto nel corso di una tournée
con molteplici contatti e stimoli ai gruppi anarchici, in collaborazione con
l’associazione Catholic Worker ;
fra i sostenitori, anche Marco Pannella le scrisse una lettera di
incoraggiamento. In tale atmosfera si apriva la fase detta ‘teatro
nel teatro’, nella
quale si accentuava il gioco di intenso coinvolgimento emotivo dello
spettatore, operando il nascondimento della finzione (pratica in breve accantonata), e
determinando un profondo scuotimento delle coscienze attraverso la cruda
evidenza delle contraddizioni. La rappresentazione di testi particolarmente
scabri come Many Loves di W.C.
Williams, The Connection di
jack Gelber, In The Jungle of Cities di Bertolt Brecht, si alimentava con la acquisizione dei principi della
teorizzazione di Antonin Artaud (Le Théâtre et son Double, pubblicato in Francia nel 1938 e tradotto in America nel ‘58) che
rendevano il senso dell’ineluttabile conoscenza della sofferenza e della
limitazione dell’esperienza umana. Nel 1961 il Gruppo del Living venne in Europa per prestigiosi
riconoscimenti del “Théâtre Des Nations” a Parigi; per l’occasione tenne una breve tourné
esibendosi, nella fase italiana, a Roma, Torino e Milano. Il 17 ottobre 1963,
in seguito a provvedimento governativo di chiusura del teatro della
quattordicesima strada (con l’ufficiale motivazione di mancato pagamento
delle tasse, in realtà per repressione dello spettacolo The Brig, ‘La Brigata’, fortemente critico
nei confronti del corpo dei Marines) e mancato adempimento da parte degli
attori della sospensione, l’intero staff del Living venne arrestato. Trasformarono il processo
in un grande spettacolo, con imputati dediti a cantare “Help save the
Living Theatre”; furono
prosciolti dell’accusa di evasione fiscale, ma condannati per oltraggio alla
corte; la Malina dovette scontare trenta, e Beck sessanta giorni di carcere.
In quello stesso periodo era cominciata la trasformazione interna del gruppo
che mutò la struttura di ‘compagnia’ in ‘collettivo’, che estendeva la
funzione di promotore ad ogni membro del gruppo. Nuovi testi di marcata
protesta contro ogni forma d’oppressione (Les Bonnes -presentato alla Biennale di
Venezia- di Genet, Frankenstein della Shelley, Antigone di
Sofloche di Brecht, Paradise Now del Living su ispirazione di
M.Buber) segnavano una lunga stagione in Europa fra il ’64 e il ’68.
L’atmosfera infuocata di rinnovamento del 1968 in Europa registrava
l’equivalente in America l’anno seguente, ed una straordinaria tournée in
tutti gli States, nelle
Università e nei college (fra gli
altri Berkeley, il Massachussets Institute of Technology, la Columbia
University…) dimostrava un nuovo corso con l’esplodere nella cultura
americana di tante tematiche che il Living aveva anticipato. Nuovi arresto a
Yale in seguito ad una sfilata (non autorizzata) in strada con allievi
sorreggenti attori seminudi. Dopo poco ricominciarono le rappresentazioni
all’estero con scalo in Marocco ed una prima tappa a Napoli. La produzione degli
anni settanta accentuò il carattere di ‘opera aperta’ degli spettacoli con azione
all’esterno del palcoscenico, in strada o in ambienti significativi per la
considerazione sociale (per es. le favelas in Brasile) e con tutta la carica ideologica in favore
di una rivoluzione non violenta che spezzasse l’imperante anello
sado-masochista presente nei rapporti di potere, come in quelli economici e
nei modelli familiari. Anche in Brasile l’arresto dei teatranti per
sovversione, ed il rilascio in seguito ad un vasto movimento di solidarietà. L’eredità di Caino
e Sette Meditazioni
sul Sadomasochismo Politico testi di creazione collettiva del Living , miravano alla denuncia delle atrocità osservate,
senza poter intervenire, all’interno delle carceri e delle realtà marginali.
Le espressioni pacifiste simboliche (donazione del pane e delle rose), le tecniche di rappresentazione
di strada, la ‘biomeccanica’ taylorista funzionale alla Torre del Denaro (1975), racchiudono un profondo
messaggio di critica ed alternativa al sistema capitalistico. Dal 1975 al 1983 il Living Theatre è di nuovo in Europa con un numero
notevole di rappresentazioni (ben 810) ed azioni di appoggio alla diffusa
contestazione di sinistra di quegli anni, ed interventi nelle fabbriche in
sciopero, incontri con gruppi politici, con personaggi di rilievo. Nuove
formulazioni (Prometeo di J. Beck
al ‘Palazzo d’Inverno’, Masse Mensch di E. Toller) ristabilirono, dopo dieci anni, un nuovo rapporto con lo
spazio teatrale. Nel 1885 Julian Beck, in seguito a malattia, moriva; il grande interprete aveva recentemente
interpretato L’Archeologia del sonno; negli ultimi tempi,consapevole della prossima fine, aveva continuato a
realizzare cose straordinarie, films, poesie, progetti. Tre anni dopo Judith
sposava Hanon Raznikov,
affiliato al Living già quindici
anni addietro. Anche lui, come Beck, era stato studente a Yale. Aveva nel ’68
assistito a Mysteries del
Living, ricevendone una
forte attrazione-ripulsione, e si era allontanato con una sorta di astio dal
teatro; ma qualche anno dopo si era presentato al gruppo e aveva chiesto di
farne parte. Uno spettacolo segnò la chiusura di un ciclo: The Living Theatre
Retrospectacle; il
ritorno al ‘punto zero’ per nuovi testi e nuovi spettacoli, fra i quali “VKTMS: Orestes in Scenes” di Michael McClure. Nell’anno 1989
nel Teatro della Terza Strada a New York il Living Theatre risorgeva; The Tablets, adattamento teatrale di H.
Reznikov, I and I di E
Laser-Schüler, Tumult,or Clearing the Streets di H. Reznikov, The Yellow Methuselah di H. Reznikov, e molti altri lavori rilanciavano la
forte riflessione ideologica per valori di equità sociale e solidarietà dalla
profonda ispirazione esistenziale. La mostra in Castel Sant’Elmo, oltre ad
una straordinaria raccolta di documenti, opere, filmati, relativa
all’ambiente americano, richiama pure in modo straordinario gli aspetti
partenopei della interferenza ed influenza del Living, con una importante documentazione fotografica (C. Accetta, L. De Cunzo,
F. Donato, L. Ferrara, M. Russo), e la ricerca di tracce rivelatrici e
consonanze della avanguardia locale (sintetizzate da LUCA ed Errico Ruotolo). Il Catalogo (edizioni Morra), con scritti di A. Tecce, A.B.Oliva, L.
Mango, J. Mekas, J. Malina, H. Reznikov, I. Cohen, G. Mantenga, D. Ashton,
M.D’Ambrosio, per la quantità e rarità dei materiali proposti, rappresenta
senza dubbio un contributo di altissimo interesse, importante per l’ampia
rilettura storica di una stagione i cui frutti sono ancor oggi in via di
maturazione. A conclusione della mostra, dal 15 al 28 settembre, con
inaugurazione di J. Malina ed H. Reznikov,
si succederanno presso l’Auditorium del Castello incontri e seminari;
il 27 ed il 28 settembre, in prima mondiale, l’ultimo lavoro del Living
Theatre: Enigmi. Raffaele Bonifacio
Gambardella
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