The solution to the game draw

  Lara Vertigo Story

LA SOLUZIONE DEL GIOCO
di Ranieri Meloni

1
Un leggero balenio. Un battito di ciglia ed un respiro interrotto dalla luce della luna. Lucas alzò lo sguardo e dalla posizione della Luna tra le stelle del firmamento si rese conto che la notte stava finendo.
Guardò fuori dalla piccola finestra e ammirò quelle piccole luci brillare sul cielo nero: salve, mie piccole stelle, pensò.
Si pulì la faccia con un po' di acqua fredda ed indossò il saio recitando mentalmente una preghiera.

Attutiti dagli spessi muri gli provenivano i rumori del risveglio del monastero. Uno scampanellio lontano, delle porte che si chiudevano, i rumori dei passi lungo il corridoio. Un attimo prima di uscire dalla sua cella, Lucas non resistette all'impulso che gli veniva dal cuore: appoggiò allora le nude ginocchia sul freddo pavimento ed allungò la mano destra sotto il suo letto. Con le dita sfiorò un oggetto ricoperto da pezzo di stoffa ruvida e quel contatto lo rassicurò intimamente. C'era ancora, non se l'era sognato... Sorrise. Ora poteva unirsi agli altri per cantare gli inni al Signore.

2
La vasta sala era ben illuminata dalle grandi finestre che si aprivano sulle montagne imbiancate. Quello era l'unico posto luminoso dell'intero convento, perchè era preposto ad uno scopo nobilissimo: tramandare il sapere degli uomini nel tempo mediante la tenace copiatura manuale degli antichi libri. Lucas era uno di quegli amanuensi, anche se non era certamente il più bravo. Disegnava con poca perizia diavoli e santi e conseguentemente il suo incarico si limitava nel ricopiare parola dopo parola, pagina dopo pagina, soltanto il testo di centinaia di libri. Ma per Lucas andava benissimo così: le miniature sono soltanto degli ornamenti, diceva a se stesso.

Era felice di questo suo lavoro; per farlo aveva abbandonato la sua famiglia, la sua nobiltà, il suo stemma del casato. Non si sentiva ricco dentro il suo palazzo della vallata, perchè i doveri di feudatario l'assorbivano totalmente, lasciandogli solo pochi intimi momenti in cui poteva leggere i suoi amati libri. Da quando era fuggito dalla sua famiglia ed era diventato un umile ed anonimo frate aveva avuto accesso alla più grande biblioteca del mondo cristiano d'oriente, dalla quale poteva attingere innumerevoli fonti di sapere. Il suo mondo era dentro quelle pagine, la più grande avventura che aspirava vivere era quella di scoprire un messaggio divino dentro le parole di un libro. Perchè quel testo avrebbe contenuto tutte le verità dell'universo...

Paradossalmente, ultimamente aveva cercato le parole d Dio tra i numeri. Forse perchè si era reso conto di avere uno spiccato talento per quel settore della scienza. Per esempio, con gran facilità, riusciva a tenere a mente complicatissime equazioni. In quel campo non aveva rivali, nè nel convento, nè in tutta la regione. Forse era il più grande matematico del tredicesimo secolo dopo Cristo, solo che nessuno lo sapeva. Ma nel suo convento la matematica non era ben vista: tutto quello che si doveva calcolare era già stato calcolato, diceva a voce alta l'anziano priore invitandolo a concentrarsi invece sui colori degli abiti dei santi che ornavano le pagine della Bibbia.

Ma Padre, ribadì un giorno Lucas al priore, tra il rapporto costante che c'è tra il diametro del cerchio e il suo raggio, e cioè dentro quel 3.14, numero immutabile in tutte le lingue di questo pianeta, valido ed univoco per gli architetti del Papa a Roma così come per quelli dell'imperatore della Persia a Babilonia, non riusciamo a comprendere una prova dell'esistenza di Dio? Il priore non capì e proprio per questo condannò Lucas a tre mesi di silenzio assoluto ed ad alcune umilianti penitenze. Tutto questo per Lucas aveva ormai ben poca importanza. Perchè ora lui possedeva una macchina meravigliosa...

3
La notte scese improvvisamente. Il sole, che aveva arrossato il cielo facendo luccicare i ghiacciai delle vette, era scomparso ancora una volta. Una raffica di vento gelido entrò nella cella di Lucas spegnendo la candela che aveva acceso. Lui era inginocchiato davanti al suo letto e pregava.
Anzi, faceva finta di pregare.
Aspettava, invece. Attendeva che il sonno rapisse tutti i frati. Dopo molti minuti di buio assoluto Lucas riaccese la piccola fiammella del cero, mentre fuori la neve incominciava a coprire i tetti del convento. Allora tirò da sotto il giaciglio il sacchetto di tela e se lo mise sulle ginocchia dopo essersi seduto sul materasso.
Con le mani tremanti scostò la stoffa e tirò fuori una sottile scatola nera.
Trattenne il respiro mentre accarezzava la superficie lucida e liscia del coperchio. Un clic metallico, uno sguardo furtivo verso la porta, un piccolo sforzo sul coperchio, due cerniere che girano, si apre, si apre...
Oh Dio, Dio mio...

Un pulsante da premere, un leggero e sconvolgente tremito di vita dentro la scatola seguito da un ronzio improvviso, un battito di palpebre per compensare la luce che fuorusciva, vivida ed abbagliante nel buio della piccola cella, e lo schermo del computer si era acceso.

- Tomb Raider XII. Adventures of Lara Croft... - sussurava Lucas ogni volta che accendeva il piccolo notebook.

4
Da dove veniva quella macchina meravigliosa? Perchè proprio lui, l'eletto? Come poteva utilizzarla? Queste erano le tre domande che ottenebravano tutti i pensieri della testa di Lucas dalla notte della comparsa del computer. Ricordava bene quel momento. Stava sognando con incredibile realismo una stella iridescente che attraversava il cielo di mille pianure tagliate da lunghissime strade nere, e sorvolava città fantastiche dagli alti edifici di acciaio e vetro con mille luci colorate. Poi, improvvisamente, un bagliore e la stella, innaturalmente silenziosa, era entrata dalla finestra della sua cella e si fermata accanto al suo giaciglio. Si era svegliato urlando ma con un improvviso e dolce tremore dentro il cuore. Incubo o sogno bellissimo? si era chiesto madido di sudore con la schiena appoggiata ad una parete mentre guardava quello strano oggetto comparso dal nulla e, in quel momento, immobile sul pavimento, lì proprio dove nel sogno la stella cadente si era fermata.

Da dove veniva?

Dal futuro, si era alla fine risposto. C'erano viti e incastri, fili colorati e meccanismi delicati. No, non poteva essere opera del diavolo. Lui, l'avrebbe costruita diversamente, ancor più magicamente, ancora più diabolicamente. Era dunque un manufatto umano, che poteva proveniva solamente dal futuro.Perchè quella macchina era apparsa dentro la sua cella? Era convinto che l'avrebbe saputo solo quando sarebbe stato capace di rispondere alla terza domanda: come utilizzarla.

Lucas aveva passato le sue notti cercando di svelare l'arcano o la sua magia. La macchina possedeva una tastiera con incise tutte le lettere dell'alfabeto e i dieci numeri fondamentali: dunque doveva servire per scrivere e per calcolare. Ma come? Ma cosa?

Poi, la notte del giorno prima, la quindicesima da quando il notebook era comparso nella vita di Lucas qualcosa successe. Premette la sequenza giusta e un programma di autoistruzione entrò in funzione. La mente svelta di lui fece il resto. Poche ore prima dell'alba conosceva già i rudimenti della programmazione. E mentre si univa al canto di gloria di Dio, tra mille fiammelle di cero ondeggianti nel vento, tra la musica di un organo suonato a pedali, comprese quello che avrebbe cercato con il suo magico computer.

5
Possedeva il libro dei libri. Il testo che conteneva tutti gli altri testi. Le ombre delle colonne del chiostro scandivano il cammino di Lucas e del suo amico Marcus. Tra un'ombra e l'altra, la luce del sole abbacinante del mezzodì.

-Ho scoperto qualcosa d'incredibile... - bisbigliò Lucas senza alzare gli occhi dal breviario e continuando a camminare nell'ombra del porticato. Marcus annuì col capo. Finalmente, pensò, finalmente si vuole confidare, saprò che cosa tormenta da tanti giorni Lucas.

- Sai, ho scoperto che tutto è già scritto... che esiste un libro che contiene tutti gli scritti del mondo. Di tutti i tempi, di tutte le lingue... l'ipertesto!-

-L'ipertesto? Non dire eresie Lucas. Ma sei impazzito?-

- Magari, magari. Aspetta che ti spieghi. In questo ultimo mese, non ho dormito molto. E nelle ore di dormiveglia, oltre a pregare Nostro Signore, sono riuscito a sviluppare un ragionamento.-

- E quale sarebbe mai?-

-Ventisei lettere. Ho a disposizione le ventisei lettere dell'alfabeto. E allora, supponiamo di avere un libro bianco. Alla prima pagina scrivo la lettera "A" . Nella seconda la lettera" B". Poi proseguo così di seguito per le altre ventiquattro pagine. Alla ventisettesima pagina, e cioè dopo la pagina dove scrivo la lettera "Z" , procedo con la combinazione di due lettere dell'alfabeto: "AB"," AC", "AD" e così via. Bene. Ora ammettiamo che siamo in grado di scrivere qualcosa di più difficile e cioè combinare tutte le lettere dell'alfabeto creando parole di tre, quattro, cinque e sei lettere, mescolando opportunatamente vocali e consonanti. Già alle pagine delle parole composte da quattro lettere, oltre a parole di nessun significato tipo "TRAQ" o "HKIO", si comporrebbero parole come "ACRE", "DITO", "REMO", "ZERO", parole che nella nostra lingua possiedono un senso compiuto. Capisci ora Marcus, dove voglio arrivare?-

Marcus si fermo un attimo, e guardò il volto dell'amico. Quest'uomo ha un grande ed inspiegabile tormento, pensò osservando l'espressione eccitata che arrossava il viso di Lucas. Per carità cristiana decise che fosse opportuno continuare a dialogare con lui.

-Anagrammi, Lucas, sono solo dei semplici anagrammi, amico mio ...-

Lucas cercò di sorridere ma riuscì solo ad incurvare le labbra in una piccola smorfia. Era deluso di quella risposta, ma non si arrese.

- Semplici anagrammi? Va bene, potrebbe essere, te lo concedo. Ma se prosegui in questo gioco, se l'esasperi fino al limite estremo, troverai delle sorprese. Supponiamo di aggiungere la punteggiatura, le parole con la prima lettera maiuscola, e combiniamo il tutto. Se proseguiamo con la lettura del nostro ipertesto o Libro Infinito, prima o poi incapperemo in qualche pagina dove una frase di senso compiuto si sarà necessariamente composta... ne converrai, Marcus, oh no?-

- Beh... si. Certamente, se avessimo la forza di scrivere pagine e pagine di combinazioni, se possedessimo carta ed inchiostro a sufficienza, un'enorme pazienza, prima o poi, in maniera del tutto casuale...-

- No, Marcus, non del tutto casuale ma bensì: con criterio matematico...

- Già, grazie per la correzione... in maniera del tutto razionale, troveremo una frase di senso compiuto... -

- Veritas dium perit... -

-Come? "La verità genera l'odio"? Cosa c'entra col nostro discorso questo modo di dire tolto da un verso del commediografo Terenzio?-

- Perchè quella frase non l'ha scritta solo lui. Infatti è la combinazione "matematica" che si trova alla pagina numero diecimilionitrecentosessantasei del Libro Infinito, dell'ipertesto... Capisci Marcus, ancora prima che Terenzio la vergasse su di un papiro, la frase era già scritta e aspettava solo di essere tirata fuori e mostrata al mondo degli uomini...-

Un attimo di silenzio. Pochi passi lenti. Le ombre delle colonne che si fermano.

- Ma allora Lucas, se potessimo comporre tutte le combinazioni possibili di lettere, parole e punteggiatura, e sfogliare le pagine del Libro Infinito, potremmo... potremmo leggere tutto quello che è stato scritto!-

- E tutto quello che sarà scritto in futuro da mano umana. Tutti i libri. Tutti i testi che parlano di scienze che noi neppure immaginiamo possano esistere. Testi di storia che raccontano di un passato che per noi ancora deve arrivare: tutto è già scritto, ed è dentro il Libro Infinito, si tratta solo di avere i mezzi per poterli tirare fuori, per leggerli, oggi, quando i loro autori devono ancora nascere...-

- Grazie Signore Onnipotente! Grazie perchè noi miseri uomini non possiamo fare una cosa del genere. Nessuna vita è così lunga da consentire la stesura del Libro Infinito: nessuna mente umana può leggere tra le sue pagine!- disse Marcus inginocchiandosi sull'acciottolato polveroso.

Lucas fece alcuni passi e si allontanò dall'amico. Preferiva che non lo vedesse in volto: avrebbe potuto pensare che fosse indemoniato e mandarlo al rogo. Chiuse di scatto il suo breviario e appoggiò la fronte sul liscio marmo del fusto di una colonna. Chiuse gli occhi. Già, nessuna mente umana..., ma lui aveva la mente portentosa dell'Ex Libris Elettra al suo totale servizio.

Ma, si chiedeva, con angoscia, perchè io? Ora che conosco il funzionamento della macchina meravigliosa, ora che so cosa mi può donare, rimane ancora senza risposta l'ultima domanda: perchè io l'eletto?

Ma nel suo intimo, sapeva bene che non era esattamente quella la domanda che lo angosciava. Era un'altra, e se ne vergognava ...

6
Il vento freddo della notte, il rintocco di una campana lontana, il canto di un uccello notturno, la piccola spia verde accesa, il ronzio rassicurante, la musica dei tasti premuti in rapida sequenza.

Una decisione da prendere. Mi conviene far scorrere le pagine dell'ipertesto in maniera sequenziale? Certamente no. Anche se Ex Libris Elettra riuscisse a leggere più di un milione di pagine al secondo impiegherei tutta la vita a trovare una pagina con un testo di senso compiuto per me interessante. E' sicuramente più conveniente continuare a sfogliare il Libro Infinito in maniera casuale.

In maniera del tutto casuale?

No, potrei indirizzare la ricerca verso un piccolo settore, risparmiando enormi quantità di tempo. Magari un ben preciso settore del Libro Infinito... Certo, poteva farlo. Doveva scegliere in quale branca della scienza indirizzare la sua ricerca.

Teologia: Il nome di Dio? No, no...

Medicinali: l'elisir della giovinezza? No...

Matematica: le formule dell'universo? No, no, no...

Un respiro veloce e poi le sue dita incominciarono a premere i tasti. Scrisse: Tomb Raider XII, la soluzione del gioco.

Per tutta la notte, per tutta quella lunghissima notte lo schermo del computer rimase in pausa, mentre la spia che segnalava l'utilizzo delle risorse interne di memoria della macchina lampeggiava continuamente. Poi, mentre il sole si alzava illuminando il cielo e i monti, mentre tutto il monastero riprendeva la propria vita, dopo che Lucas aveva dichiarato di sentirsi molto raffreddato e che non si sarebbe unito agli altri frati, comparve la risposta.

"gira alla tua destra, salta con rincorsa, aggrappati alla sporgenza. Sali e premi l'interruttore."

Lucas si alzò di scatto. Che stupido, si disse sono rimasto fermo a secondo livello per tutto questo tempo per una inezia! Certo, dovevo girare a destra e saltare... Poco male, ora posso andare avanti.

Sia lodato il Signore....

Epilogo
- Come sta andando l'esperimento professore?-

- Abbastanza bene collega, anche se leggermenteal di sotto delle aspettative.-

- Sembra che un computer non venga utilizzato per fini propriamente "scientifici" . Le risulta professore?-

- Sì, lo usano per giocare con Lara Croft! Incredibile , ma vero. Dovevamo scegliere meglio gli individui cui inviare i computer.-

- Non sono d'accordo con lei. Faceva parte dell'esperimento osservare i comportamenti di quegli uomini primitivi con un computer della serie IntelX 3986 improvvisamente a loro disposizione. Piuttosto siamo in grado di trarre qualche risultato?-

- Direi di si. Dei sei computer inviati a ritroso nel tempo, tre hanno esaurito la superbatteria e uno viene utilizzato per giocare a Tomb Raider. Per gli altri due sembra che i loro possessori fatichino ad accettare la loro presenza e conseguentemente non li stanno utilizzando. Allora abbiamo questi risultati:

" Scozia, Salisbury. Fine del neolitico. Il sacerdote cui abbiamo inviato il computer ha utilizzato il programma applicativo di astronomia per progettare la costruzione di Stonehenge;

"Scandinavia, Gokstad,789 a.C. Il capo vichingo ha utilizzato il programma di simulazione navale per progettare le chiglie delle sue navi;

" Nazca, 345 a.C. Il re di Paracas ha utilizzato il programma di disegno topografico per tracciare i famosi disegni geometrici sulla pianura di suo dominio. Il quarto computer inviato in un convento francese del 1332 è quello utilizzato per Tomb Raider. Abbiamo sprecato una occasione.-

- Teoricamente a che cosa avrebbe dovuto servire? Quale evento storico avrebbe dovuto influenzare?

- Diversi eventi. La progettazione delle Cattedrali, la pianificazione delle Crociate, ma fondamentalmente speravamo potesse essere utilizato per l'archiviazione di tutte le miniature presenti nel convento.... Sà, nel 1335 un terremoto distruggerà totalmente il convento, con la sua biblioteca. Migliaia di testi unici si sono persi. Li avremmo potuti avere se quel frate invece di giocare a Tomb Raider li avesse trascritti sul computer. Pazienza, il mondo è andato avanti anche senza l'ausilio di quel quarto computer...-

-Senta professore, ma pensa che abbiamo infranto delle leggi nell'inviare indietro nel tempo quei computer? Abbiamo alterato la storia?-

-Credo proprio di no. Io quando sono nato sapevo che esistevano i disegni di Nazca. Lo sapeva anche mio padre, mio nonno e il mio bisnonno. Forse il nostro compito temporale era proprio quello di consentire che certi avvenimenti si concretassero. Nella storia era scritto che noi compissimo quest'esperimento. Abbiamo fatto bene. Non si preoccupi.-

- Ma lei ha mai giocato a Tomb Raider, professore?

- Certamente...-

.

FINE

-


 


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