Vantaggio N.6

Abbandonare i neo-ingannatori Tutte le autorità inutili e non produttive e tutti i neo-ingannatori oggi esistenti, diverrebbero privi di ogni potere se la persona produttiva ritirasse il suo aiuto e la sua cooperazione semplicemente dicendo loro: "NO". Se tutte le vittime dei neo-ingannatori e dei mistici dicessero "NO", gli oppressori perderebbero il loro potere di estorcere e distruggere.

Notate la seguente citazione da "Un Discorso della Servitù Volontaria" di Etienne de La Boetie, scritto nel XV sec.:

"L'oppressore non ha nessun potere per distruggervi se non quello che voi stessi gli conferite. Dove ha egli acquistato gli occhi per spiarvi se voi stessi non glieli avete provveduti? Come può avere tante braccia per percuotervi, se non le prende in prestito da voi? I piedi che egli usa per calpestare le vostre città, da dove li prende, se non da voi? Come può avere potere sopra di voi se voi non glielo concedete? Come potrebbe assalirvi senza la vostra collaborazione?"

Stanley Milgrams nel suo libro: "Obbedienza all'autorità", ha dimostrato, che una persona obbedisce alle autorità fino al punto di ferire o uccidere altre persone. Citiamo dal libro di Milgrams:

"...La gente normale, compiendo semplicemente il suo dovere nel posto di lavoro e, senza nessuna particolare ostilità, può divenire agente di un terribile processo distruttivo. Ed anche quando si accorgerà che il risultato del suo lavoro è palesemente distruttivo e micidiale, e anche quando sarà costretta ad agire incompatibilmente contro i suoi principi morali, non avrà la forza ed il coraggio di resistere alle autorità".

Ma che cos'è l'autorità? E', a dire il vero, un mito che non ha fondamento nella realtà. L'autorità si trasforma sempre in una macchina distruttiva quando la maggioranza della gente, senza pensare o per timore, obbedisce alle sue regole e desideri.

Veramente nessuno possiede un'autorità obiettiva e fondamentale su di un'altra persona ed è proprio rendendoci conto di ciò, che saremo in grado di dire "NO" ed interrompere così la tradizione distruttiva dell'obbedienza al mito dell'autorità.




"Conoscersi" Comunque lo zelo di tutti coloro che malgrado i tempi sono rimasti attaccati alla libertà, per quanto numerosi essi siano, rimane senza effetto perché non si conoscono tra loro. Sotto la tirannia ogni libertà di fare, di parlare, e quasi di pensare viene loro tolta: così rimangono tutti soli e isolati nei loro desideri.


Il Discorso sulla Servitù volontaria di Etienne de La Boétie inaugura, all’alba del pensiero politico moderno, la critica del dominio, ponendo una domanda che inquieta e travaglia la stessa forma politica: come possono gli uomini combattere per la propria servitù come se si trattasse della propria libertà? Come possono volere obbedire allo Stato? È il nostro tempo - che ha conosciuto il tragico rovesciarsi delle lotte contro l’oppressione in una nuova forma di totalitarismo burocratico e che sperimenta sempre nuovi tentativi totalitari - a poter cogliere appieno il cuore segreto del Discorso di La Boétie, ossia la denuncia che l’ambizione dello Stato moderno non è di controllare a distanza le dinamiche sociali, ma precisamente di codificarle, ridefinirle, disciplinarle. Solo oggi si può capire il messaggio di La Boétie, che individua nelle stesse logiche profonde dello Stato moderno - la volontà di rappresentazione, l’attrazione dell’eterogeneo nella logica dell’omogeneo, la riduzione dell’Altro al Simile - il fondamento del desiderio di servitù. Sono questi i motivi che rendono di straordinaria attualità questa riproposizione di un classico, per la prima volta tradotto sulla base delle più recenti edizioni critiche.





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Uscire Dall' Ipnosi