Quarto numero

Genova: IL G8 DELLA VERGOGNA!

Feroce violenza della polizia stile cileno
Un giovane militante del Movimento ucciso da un carabiniere
Centinaia di feriti e di arresti
PROTESTE IN TUTTA EUROPA

Il nemico per loro è questo grande Movimento di massa che sta crescendo
contro la globalizzazione e contro questo mondo fatto di ingiustizie e di barbarie.
I contenuti ci sono tutti: diritto al lavoro, stato sociale, diritti umani, sanità, sviluppo e libertà, accesso alla cultura, ambiente, ecc.
LA REPRESSIONE NON CI FERMERA'!

 

TESTIMONIANZE
Parla il fratello di Agnoletto

Cari amici,

allora io ero a Genova. Io ho visto.

Non date retta ai giornali ed ai telegiornali.

E' stata una cosa pazzesca, un massacro.

E' difficile raccontare cio' che e' avventuto tra venerdi' e sabato.

Per farlo mi aiuto con quello che ho visto io e quello che hanno visto altri carissimi amici presenti a Genova.

Vi prego di avere la pazienza di leggere e' veramente la cronaca di un incubo che difficilmente sentirete sui grandi mass media.

 

1.Io arrivo Giovedi' a Genova dopo la festosa manifestazionedei migranti, 50.000 persone.

Ci sono i campi di raccolta, siamo tantissimi.

Migliaia di persone assolutamente pacifiche, un clima meraviglioso (vi ricordate i campi scout?)

si discuteva si cantava si stava bene insieme.

Scout e militanti, volontari e professionisti e venerdi' mattina iniziamo le piazze tematiche in una citta' blindata:le varie associazioni si troveranno sparse nella citta' per fare un assedio festoso con danze, performance e slogan alla famosa linea rossa.

A questo punto sul lungo mare arriva il famoso blak blok, alcuni di loro vengono visti parlare con la polizia, altri direttamente escono dalle loro fila.Parlano soprattutto tedesco.

Iniziano a sfasciare tutto. Polizia e carabinieri stanno fermi. I Black block cercano di infilarsi nel corteo dei lavoratori aderenti ai COBAS e altri sindacati, di cui picchiano uno dei leader, vengono respinti a fatica.

Poi i black blok puntano sulla prima piazza tematica (centri sociali), piombano armati fino ai denti.

La polizia li insegue, i manifestanti si trovano attaccati prima dai black e poi dalla polizia che a quel punto inzia le cariche violentissime. I Black se ne vanno e piombano sulla piazza dove c'era la rete di Lilliput (commercio equo, gruppi cattolici di base, Mani Tese..ecc.). La gente facendo resistenza pacifica cerca di allontanarli. La polizia insegue: carica la piazza. La gente alza le mani grida pace! Volano lacrimogeni manganellate. Ci sono feriti. I Black se ne vanno e continuano a distruggere la città...

300-400 del Black Bloc vagano per Genova, chi li guida conosce perfetttamente la citta': il loro percorso di distruzione punta a raggiungere tutte le piazze tematiche dove ci sono le iniziative del movimento.. E' impressionante.

Si muovono militarmente, si infiltrano, i capi gridano ordini, gli altri agiscono. E a ruota arrivano polizia e carabinieri

Intanto nella piazza tematica dove c'e' l'ARCI e l'Associazione Attac ecc.: tutto va bene, nel primo pomeriggio si decide di andarsene dal confine con la linea rossa fino ad allora assediata con canti, scenette, ecc. La gente sfolla verso Piazza Dante, la polizia improvvisamente lancia lacrimogeni alle spalle,. Fuggi fuggi generale.

Gli ospedali si riempiono di feriti. Molti pero' non vanno a farsi medicare in ospedale: la polizia ferma tutti quelli che ci arrivano.

E' sera. La gente e' sconvolta, molti inziano a essere presi dalla rabbia. Dei black improvvisamente non si ha piu' notizia.

Alla cittadella dove c'e' il ritrovo del Genoa Social Forum saremo diecimila.E' arrivata la notizia della morte del ragazzo.

C'e' paura, i racconti di pestaggi violentissimi si moltiplicano. Ragazzi e suore che piangono. C'e' un sacco di gente ferita. Un anziano che piange con una benda in testa, è un pensionato metalmeccanico.

C'e' Don Gallo della Comunita' di San Benedetto. C'e' la mamma leader delle Madri di Plaza de Mayo in Argentina, quelle che da anni cercano notizie dei loro figli desaparecidos: dice che e' sconvolta per quello che ha visto con i suoi occhi, gli ricordano troppo l'Argentina della dittatura: non pensava fosse possibile in Italia

Intervengono mio fratello, Luca Casarini delle tute bianche e Bertinotti (l'unico politico che ha avuto il coraggio di correre ) calmano tutti: ragazzi non uscite in piccoli gruppi, non accettate la sfida della violenza. Si decide che la risposta sara' la grande manifestazione del giorno dopo, saremo in tantissimi, pacificamente contro tutte le provocazioni e le violenze di black block e forze dell'ordine.

Il senatore Malabarba racconta che e' stato in questura. Ha trovato strani personaggi vestiti da manifestanti, parlano tedesco ed altre lingue straniere. Confabulano con la polizia e poi escono dalla questura.

Scoppia improvvisamente un incendio in una banca vicino alla cittadella. Gli elicotteri ci sono sopra: per piu' di 40 minuti non arriva ne' pompieri ne' niente.

Di notte uno dei campi dove siamo a dormire, il Carlini, viene circondato dalla polizia. Entrate a perquisire, fate quello che volete. La gente piange: implorano di non essere ancora caricati. La polizia entra: nel campo non trova niente.

 

2. Sabato: la grande manifestazione, siamo veramente una moltitudine. Il corteo parte, ci sono mille colori. Gente di tutto il mondo. Tutte le associazioni, il volontariato, i contadini, i metalmeccanici, i curdi, ....ecc. Canti, danze, mille bandiere.

Piazzale Kennedy. Non ci sono scontri. Non c'e' niente.

Sbucano i black Block La polizia improvvisamente, senza alcun motivo, spacca in due l'enorme manifestazione. . Si scatena la guerra. Cariche dovunque, manganellate. Sono impazziti. La polizia carica i metalmeccanici della FIOM, i giovani di Rifondazione. Iniziano inseguimenti per tutta Genova. Chi rimane solo è inseguito, picchiato. Decine di persone testimoniano di inseguimenti e pestaggi solo perche' riconosciuti come manifestanti. E' picchiato dalla polizia un giornalista del Sunday Times (sul numero di oggi racconta la sua avventura...)

In un punto tranquillo della manifestazione, sul lungomare, improvvisamente da un tetto vengono sparati lacrimogeni che creano panico. Usano gas irritanti, producono dermatiti, non fanno respirare.

I Black Bloc? compaiono e scompaiono, nessuno li ferma. Attaccano un ragazzo di Rifondazione. Gli spaccano la bandiera e lo picchiano. Attaccano a pietrate i portavoce del Genoa Social Forum. Spaccano vetrine ed incendiano. Sono armati fino ai denti: ma come ci sono arrivati nella Genova blindatissima?

La testa della grande manifestazione è tranquilla, il Genoa Social Forum fa l'appello di defluire con calma, di non girare da soli per la citta'. Veniamo indirizzati verso Marassi dove ci sono i pulman di quelli arrivati la mattina. Siamo fermi li'. Non si puo' andare avanti: a piazzale Kennedy e' guerra. Siamo in tanti fermi, seduti per terra. Improvvisamente partono i lacrimogeni. Fuggi fuggi generale. Si cerca di tornare verso la cittadella del Genoa Social Forum: passano camionette della polizia da dove urlano: vi ammazzeremo tutti!

La seconda parte del corteo non arriverà mai alla piazza dove era prevista la conclusione. Tutte le persone vengono caricate indistintamente sul lungo mare. Chi riesce scappa nei vicoli verso la collina, dove si scatena una vera e propria caccia all'uomo.

Sabato notte, la manifestazione era ormai finita da alcune ore, la polizia irrompe nella Sede stampa del Genoa Social Forum. Picchiano tutti con una violenza impressionante. In particolare sono interessati alla documentazione (testimonianze, video, foto...ecc.) che raccontano quello avvenuto tra venerdi' e sabato: sono molti attenti a distruggere tutto. Vengono distrutti tutti i PC e tutto il materiale che trovano, viene arrestato l'avvocato che coordina il gruppo di avvocati presenti a Genova. Viene distrutto o portato via anche tutto il materiale che gli avvocati avevano raccolto per difendere le persone arrestate. Adesso non si sa piu' neanche quante sono e quali sono le accuse.

Durante la perquisizione, fatta senza alcun mandato, a parlamentari, avvocati, giornalisti e medici e'impedito di entrare.

Le famose armi comparse oggi in conferenza stampa ieri non si erano viste....rimangono i feriti e gli arrestati.

Del black blok non si sa piu' niente.

 

Vi assicuro, due giorni da incubo: black block e forze dell'ordine hanno fatto un massacro e volevano farlo.

Poliziotti e carabinieri erano stati montati in modo pazzesco, fin da venerdi' mattina urlavano e insultavano..

Gli hanno veramente lavato il cervello.

E poi oggi a sentire televisioni e leggere giornali:

Dio mio sembra proprio un regime: dove hanno scritto la verita' che tutti noi che eravamo li' abbiamo visto?

Divento poi matto a pensare che alcuni potranno ancora pensare: "voi contestatori, dite le solite cazzate..."

Non fatevi imbrogliare, abbiate il coraggio di mettere in discussione i vostri convincimenti sulle meravigliose forze dell'ordine

italiane e sugli apparati democratici del nostro Stato.

A Genova veramente e' avvenuto qualcosa di pazzesco. Hanno inaugurato il nuovo governo....

Un'altra piccola cosa: sul giovane ammazzato. La sapete la prima versione della questura prima che comparissero i video? ammazzato da un sasso lanciato da altri manifestanti.......

Se pensate che molta della documentazione raccolta da testimoni e' stata distrutta dopo l'irruzione alla sede del Genoa Social Forum di questa notte....ci rimangono le "sicure" versioni delle forze dell'ordine...

 

Meditate e per favore fate girare, stampate, parlate, c'e' bisogno di raccontare la verita'. A vostri amici, parenti, colleghi di lavoro.

Vi prego non voltatevi dall'altra parte.

grazie

Stefano

P.S. Mio fratello e' distrutto, mi ha detto: è pazzesco, sembra di essere nell' America Latina negli anni 70.

Forse neanche lui aveva capito fino in fondo con chi aveva a che fare e che governo e responsabili delle forze dell'ordine potessero arrivare a tanto

 

ALTRA TESTIMONIANZA

"E' stato segnalato che alcuni membri torinesi di Forza Nuova

costituirebbero un nucleo di 25-30 'militanti fidati' da infiltrare tra i

gruppi delle Tute Bianche allo scopo di confondersi tra i manifestanti

anti-g8. Tale gruppo, in possesso di armi da taglio, avrebbe come obiettivo

principale colpire, nel coso in cui si dovessero verificare incidenti, i

rappresentanti delle forze dell'ordine, screditando contestualmente l'area

antagonista di sinistra anti-G8".

Questo c'e' scritto a pagina 34 dell'ordinanza di servizio distribuita la

settinana scorsa a tutti i funzionari delle forze dell'ordine e delle

forze armate che presidiano il capoluogo ligure; il documento (oltre 200 pagine

a firma del questore di Genova Francesco Colucci) e' stato presentato

venerdi' 13 luglio dal capo della polizia Di Gennaro al ministro degli

interni Scajola. Si tratta di un documento riservato di cui ha potuto

prendere visione il giornalista Paolo Colonnello, il quale ne ha riferito

il contenuto sul quotidiano La Stampa del 18 luglio 2001.

Il documento segnala anche "l'uso di computer portatili, radio

ricetrasmittenti, nonche' telecamere per trasmettere" in tempo reale

immagini sui circuiti Internet; si fa esplicito riferimento alla

comunicazione via SMS per coordinare la piazza e all' "interesse nel

settore delle telecomunicazioni" dei movimenti antiglobalizzazione.

 

 

Incontro conTommaso Cascella
di Ubaldo Buttafava

 

Tommaso, viviamo in un'epoca di cambiamenti, anche sconvolgenti.
Nel contesto della globalizzazione, tu, figlio di generazioni di pittori e quindi memoria dell'arte figurativa, quale futuro intravedi per essa?

I cambiamenti continui e incalzanti sono il segno di questi tempi che definiamo moderni.
L'Arte delle avanguardie appartiene ai primi decenni del '900 ed è l'espressione di questo susseguirsi di scoperte e conquiste. In pochi anni si è rivoluzionato il nostro concetto estetico, di funzione e di linguaggio. L'Arte era identificata in madonne, paesaggi, nudi, ma in pochissimo tempo, siamo passati all'Astrazione, al DaDa, al futurismo. Un susseguirsi d'eventi perfettamente allineati ai temi che si vivevano dal piccione viaggiatore al telefono, dalla carrozzella all'auto, dalla mongolfiera all'aereo.
Tempi eroici e lontani, ma questa loro convulsione d'eventi sono così intimamente funzionali al sistema da cui sono nati che il ritmo di idee, oggetti, "rivoluzioni", continua sino ad oggi.

Dell'era della pubblicità, della moda, del messaggio occulto, quali possono essere le fondamenta e le soluzioni dell'arte, come espressione superiore dello spirito?

L'industria capitalista produce oggetti " bomba ad orologeria", cioè prodotti dove è già inserita la loro fine, proprio come le bombe ad orologeria. Televisori che dopo tot migliaia d'ore si devono gettare, idem per le automobili o per qualsiasi altro manufatto che, anche se fisicamente sopravvive ai tempi, è obsoleto per forma, colore e/o per presunta inaffidabilità tecnica: sarà sostituito dal nuovo modello. In Arte avendo alle spalle la gloriosa tradizione delle avanguardie storiche, l'operazione " usa e getta " è venuta spontanea ed, anche quì, perfettamente funzionale al sistema.
L'Arte è intesa come moda: quadri e autori venerati per poche stagioni e poi giubilati, archiviati e sostituiti da altri personaggi - meno cari e famosi - che propongono apparenti scelte in un circolo infinito.
Arte come prodotto allineato al mercato globale dove l'opera di un artista giapponese è indistinguibile da quella di un suo collega portoghese, greco o statunitense.
Arte come complemento d'arredo.
Queste comuni assurdità sono emblematiche del sistema di capitalismo privato o di stato che sia, dove neppure dove il "comunismo" aveva preso il potere di meccanismo di arte per il consenso e di "arredo" n'era esente; anzi le modalità delle direttive iconografiche erano precise per suffragare la visione della "dittatura del proletariato".
Insomma povera creatività e povero mondo. Penso solo che nel mezzo del bazar internazionale della globalizzazione, nel souk affollato di prodotti omogenei si aggirino artisti / poeti / zingari / nomadi che inventano e producono idee e le rivendano; che trasformino e risacralizzano oggetti/feticcio, che siano i primi "apostoli" di nuove isatnze. Inoltre, con l'allargamento -falsamente democratico- ma pur sempre allargamento degli utenti del mondo, dovrebbero emergere altre figure portatrici di valori creativi, che immagino tra gli yppies anni '60, il nomade o, in ogni caso, un "santo" inteso nel senso più ampio della parola.

Tu quale percorso intendi seguire per fare arte; per dialogare con la realtà e il futuro?

Il futuro della creatività dipenderà da questi personaggi che riscopriranno il vero senso dell'Arte e della Vita che poi sono la stessa cosa. sarà una guerra lunghissima che dovrà sconfiggere le ideologie e le religioni per riscoprire che tutti gli uomini sono artisti, santi e poeti.

 

Intervista di Daniele Luttazzi a:

Stefano Benni, Sergio Saviane e Riccardo Manelli

DOMANDE SULLA SATIRA A CHI LA SATIRA LA FA

Daniele Luttazzi
Cos'è la satira?

 

Stefano Benni
La satira è una delle cinquantasei tonalità della scrittura umoristica-immaginativa e come tale è contraddittoria, emozionante e complessa, a differenza del dibattito che spesso la accompagna.

 

Sergio Saviante
La satira è un mezzo che permette di esprimere con ironia, sarcasmo o cattiveria giudizi proibitivi, critici o morali spiazzando ed eliminando l'avversario a volte con lo sberleffo più atroce. Può smuovere anche al riso, ma è un riso cattivo, molto amaro.

 

Riccardo Mannelli
Una volta mi piaceva rispondere come Kurt Toucholsky (1934): "Tutto." Ma in questi giorni di "predominio dell'imbecille" conviene specificare un po' meglio. Intendo per "tutto" (e Toucholsky prima di me) semplicemente le cose della vita che mi entrano in corpo attraverso i miei cinque sensi: vista, tatto, olfatto, udito e gusto. È roba materica, chimica, che ha a che fare con il metabolismo. E non con il giornalismo, come piace pensare a tanti passerini in carriera. Accidentalmente può diventare anche un mestiere. Ma prima vivere.

 

Daniele Luttazzi
La satira ha dei limiti?

Stefano Benni
L'autore di satira (quello che piace a me) non ha altro limite che quello che si pone autonomamente e cioè il limite di tutto ciò che lui profondamente rispetta. Non sonno gli altri a doverglielo indicare.

Sergio Saviane
Non ha limiti.

Riccardo Mannelli
L'arte ha dei limiti? Secondo la Santa Inquisizione per esempio sì, doveva averli. E anche per i Soviet. Per i nazisti. I Taleban...

Daniele Luttazzi
Ci sono degli argomenti tabù per la satira?

Stefano Benni
I tabù della satira non dovrebbero essere gli argomenti, ma il modo di affrontarli e cioè la ripetitività, il tormentone, la prevedibilità, la megalomania, la familiarità col potere e l'ipocrisia di dire che "non si è schierati". Questi dovrebbero essere i veri tabù da evitare, altroché le mutande e l'onore dei politici.

 

Sergio Saviane
Gli argomenti tabù distruggerebbero il basamento della satira.

Riccardo Mannelli
Gli argomenti tabù sono quelli che danno più sugo. Quando m'accorgo di avere qualcuno nascosto nelle budella il sugo raddoppia.

Daniele Luttazzi
Il buon gusto è un criterio per giudicare la satira?

Stefano Benni
Il buon gusto, di questi tempi, è un criterio invocato soprattutto da persone cattivissime e senza gusto.

Sergio Saviane
Il termine buon gusto non esiste nella satira. Sarebbe come distinguere la satira di sinistra dalla satira di destra, un'abitudine orrenda entrata in uso e dilagata purtroppo in Italia. L'esempio più recente è il caos, la confusione e l'immaturità dei partiti-televisione scatenata dal caso Satyricon. La satira non va mai discussa e non va mai spiegata. È un gran evento della natura. Il minuetto Luttazzi-Travaglio è un raro esempio di satira autentica.

 

Riccardo Mannelli
Quelli che si appellano al buon gusto non sono per caso gli stessi che s'ingolfano dalla nascita di sofficini e plastiche precotte? Che si masturbano coi calendari? Che si bastonano tutte le domeniche guardando dei miliardari che ricorrono un pallone? Che s'acculturano da Costanzo? Che comprano tonnellate di lamiere cromate per farci spappolare dentro i figli ogni sabato sera? Che si vestono come manichini Standa? Che s'indebitano per farsi deportare 15 giorni all'anno in riviera e in villaggio? Quelli che da 2000 anni adorano l'immagine di un disgraziato che penzola da una croce inchiodato a sangue (che più macelleria non si può...)? Quelli che "'Sto frocio", "Quella zoccola", "Anvedi 'sto negro di mmerda", "Ce vole la pena di morte"... (Potrei continuare per settimane).

 

Daniele Luttazzi
Che rapporto c'è fra satira e immoralità?

Stefano Benni Tutt'e due si credono spesso onnipotenti e cercano di sfuggire alle responsabilità (questo non mi piace). Tutt'e due sono in perenne dialogo con la morale o in eterna sfida con chi sostiene di essere il depositario della morale (questo mi piace).

 

Sergio Saviane
La satira è moralista.

Riccardo Mannelli
La satira è la rappresentazione artistica dell'immoralità. Ovvio che agli occhi del rappresentato, l'immorale sia l'artista. Nel giochino delle parti essere l'immorale mi diverte, rido di più. Eppoi se non avessi disegnato fin dalla nascita probabilmente sarei diventato Hannibal Cannibal alla pistoiese.

Daniele Luttazzi
La satira è alla fin fine reazionaria?

Stefano Benni
Dipende da chi la fa e a cosa "reagisce". Non è geneticamente reazionaria perché non è una verità ultima, ma penultima. Può fare la burattina del regime, può diventare accademica e retorica, ma ha dentro un meccanismo che quasi sempre la riavvia e la inquieta. O almeno fino a poco tempo fa era così.

Sergio Saviane
Il termine "reazionario" è in contrasto con la parola "satira" che distrugge sul nascere ogni altra definizione perché la satira, se è autentica, nasce dal cuore ed è poesia.

Riccardo Mannelli
In senso fisico, senz'altro: reazione al potere, qualsiasi potere. (Anche quello che pretende di esercitare il mio cervello su di me). In senso politico il termine reazionario, in questo momento, mi sembra un tantino sdrucciolo. Vai a sapé perché.

Daniele Luttazzi
La satira agisce sulla Storia? Se sì, come? Se no, perché?

Stefano Benni
La satira è una grande descrittrice dei suoi tempi. Quindi spesso agisce più sulla storia futura che su quella attuale. La scrittura satirica resiste al tempo e può far capire gli orrori passati come e più di un archivio ufficiale. Per questo la si esorcizza nella chiacchiera, che è il regno del dimenticare in fretta: perché la satira lascia una traccia. Non importa se scritta col sangue, con l'oro o con la merda.

 

Sergio Saviane
Certamente, deve agire sulla storia. Karl Kraus è il primo grande esempio del potere della satira. Per non parlare degli antichi satirici latini.

Riccardo Mannelli
Basta ricordarsi di quanto abbiamo attinto da Aristofane o da Marziale o Giovenale.

Daniele Luttazzi
Perché si diventa autori satirici?

Stefano Benni
O perché si sa scrivere molto bene o perché non si sa scrivere per niente.

Sergio Saviane
La satira è un dono di natura; non si può diventare satirici. Berlusconi diventa satirico quando va per i suoi frumentoni travestito da padreterno-Bonolis col caffè Lavazza. Gli esempi di travestimento satirico nei giornali e nella televisione sono infiniti e sono la causa del grande malinteso. Nessuno si accorge più che la vera satira è ormai merce rara. Il vero satirico colpisce la vittima ma sa coinvolgere con intelligenza anche se stesso, senza paura, anzi con generosità, quasi un piacere. Non si può pensare di scrivere satira rimanendone fuori. È il grande errore dei fighetti televisivi che sono diventati tutti satirici. Il novanta per cento di Strissialanotissia è semiqualunquista. Fa danni immensi.

 

Riccardo Mannelli
Vedi la prima risposta.

Daniele Luttazzi
Quale consiglio dare ai nuovi talenti?

Stefano Benni
Siate unici, cercate la strada più difficile e diffidate dei vecchi satiri che vi danno consigli. E leggete il più grande testo di satira moderno, la motivazione del Nobel per la Pace a Kissinger.

 

Sergio Saviane
Non si diventa autori satirici se non lo si è dentro al cuore.

Riccardo Mannelli
Quello che dico ai miei allievi dell'istituto Europeo di Design: non pensate ai quattrini. E siate scemi. Sul serio. Non basta fare gli scemi: bisogna esserlo davvero.

 

Daniele Luttazzi
Quali persone consideri tuoi maestri? Chi ti ha influenzato?

Stefano Benni
La mia infanzia: i pescatori dei bar di Rioveggio, mio zio dentista, il becchino del paese e i libri della biblioteca.

Sergio Saviane
I maestri? Karl Kraus. Ma ho succhiato molto anche dai giovani; Vincino, Vauro (con cui abbiamo inventato Il Male), Massimo Gramellini, non sempre Michele Serra, Vittorio Zucchi, Curzio maltese, il grande Stefano Benni, il satiro terrificante Ceronetti; e poi Luigi Pintor e Indro Montanelli.

 

Riccardo Mannelli
Mio nonno Attilio. Da bambino passavo giornate intere nella sua bottega di fabbro: una specie di spelonca nerofumo dove lui, fra una bestemmia ed una risata, modellava il ferro per farlo diventare foglia, tralcio di vite e altre meraviglie. Lì ho capito per davvero quanto ci si possa divertire usando le mani e il proprio spirito. In più, pensa che culo, Attilio era amico, sostenitore e spesso finanziatore (ci ha rimesso piccole fortune) della gente del circo. Immagina te cosa si poteva vivere quando mi portava nelle roulotte di Darix Togni o Nando o Rinaldo Orfei, quando passavano da Pescia...

 

Daniele Luttazzi
Perché voterai Berlusconi?

Stefano Benni
Perché ha sfatato l'odioso pregiudizio della mafia al sud.

Sergio Saviane
Perché la satira è così libera che ti può permettere di votare perfino per il nanetto di Arcore, quanto di più pestilenziale esiste oggi in Italia.

Riccardo Mannelli
Perché l'ho già fatto insieme a 50 milioni di furbissimi coglioni per lo meno da vent'anni votando un'altra cosa. E perché non andrò a votare, convintissimo di fare la cosa giusta. E lo sarà (prima o poi).

 

ESISTONO CRIMINI DI SERIE B?
di Dario Fo, Franca Rame e Jacopo Fo

 

Quest'ultima settimana sono stato in Francia e mi sono reso

conto che li' i maggiori quotidiani e settimanali trattano le

notizie di cronaca nera in maniera diversa rispetto a come

accade da noi: anche in Francia ci sono delitti efferati, ma

finiscono raramente in prima pagina.

Non parliamo poi di quando si discute di violenza in televisione.

Ieri sera, per esempio, seguendo un dibattito politico in un

programma ci siamo accorti che il tema "criminalita'" e'

diventato la chiave di volta dello scontro elettorale, soprattutto

da parte della destra che ne ha fatto il proprio cavallo di

battaglia, cosi' da stornare abilmente l'attenzione degli elettori

da problemi di gran lunga piu' gravi.

La sinistra e' caduta nella trappola accettando di controbattere e

di entrare in campo su questo argomento. Gli"ulivisti" hanno

sciorinato una serie di risultati piu' che positivi, tutti comprovati

da dati e statistiche fedelmente riportate: enorme calo del

numero di crimini (sono diminuiti di ben un terzo), migliaia di

condanne, centinaia di mafiosi arrestati, migliaia di miliardi

confiscati (anche se poi queste confische hanno aspetti nebulosi:

non si capisce bene infatti dove vadano a finire tutti questi

quattrini e soprattutto non si capisce se veramente verranno

restituiti ai cittadini rapinati).

Tutti dati giusti e corretti, eppure su questo terreno e' la destra a

vincere e a farla da padrona. Perche'?

Perche' grazie al bombardamento messo in atto dai mass media,

gli elettori non hanno negli occhi e nel cervello altro che le

immagini di questi efferati delitti "urlati dai telegiornali" e poi

rivangati per anni dai format orrorifici. In poche parole, la

criminalita' grande, media e minuta (compreso piccolo spaccio e

scippo) e' diventata il problema assoluto, il tormentone.

Ma come si puo' allora bloccare l'incastrata messa in atto dal

Polo delle Liberta'?

Basta rivolger loro alcune domande:

Come mai nei vostri programmi non parlate mai di operai morti

sul lavoro? Lo sapete o no quante sono le vittime ogni anno

nelle fabbriche, nei cantieri? Ebbene, se vi fosse sfuggito,

sappiate che sono cinque volte tanto quelle uccise dai criminali.

(in Italia nel solo anno 2000 le denunce di infortuni sul lavoro

sono state 904.565. Dati pubblicati sul sito www.inail.it)

E chi sono, in questo caso, i responsabili? Imprenditori che,

quasi sempre, non applicano le norme di legge per la sicurezza

sul lavoro.

E quanti sono gli operai e le operaie che perdono qualche arto,

che restano storpi e inabili per tutta la vita? Avete idea a quanto

ammonti il loro numero? Supera di dieci volte e piu' l'ammontare

dei feriti causati da rapine o scippi.

Vogliamo poi parlare di giustizia anche a proposito di giovani e

meno giovani, magari assunti in nero, senza copertura

assicurativa? Sia chiaro: non e' che vogliamo passare sotto

silenzio gli aggrediti, chiediamo solo che si sposti un attimo la

vostra attenzione anche su questi "crimini".

E a proposito di crimini e di distrazioni civili, come mai nel

vostro programma si tratta raramente e solo di sfuggita il

gravissimo problema dell'inquinamento acustico e atmosferico?

Nelle citta' che i vostri sindaci stanno amministrando si e'

riusciti a battere tutti i record di invivibilita'. In una citta'

come Milano ci sono piu' di tre morti al giorno a causa di tumori da

smog, per non parlare di tutte le altre malattie legate al sistema

respiratorio e cardiocircolatorio. La Lombardia e' la regione che

da sola realizza il record di otto morti al giorno. Fate il conto

voi quanti sono in un anno. Ma voi, cari uomini di destra, vi interessate

solo alla sicurezza nelle citta', nelle banche e nei negozi. E dei

morti per gli incidenti d'auto non ne vogliamo parlare?

In questo ultimo week-end di Pasqua la televisione con il suo

solito bollettino di morte ci ha fatto sapere che ben 27

automobilisti sono deceduti, quasi tutti a causa dell'eccessiva

velocita'. Basti vedere le immagini prodotte nei servizi

televisivi: le auto sono ridotte a veri e propri catorci.

Grappoli di lamiere nelle quali sono rimasti incastrati

i corpi delle vittime. Oggi sappiamo che i morti

sulle strade superano ogni altro dato relativo alle morti violente.

Non si puo' far niente per arginare, per evitare questo problema?

Sapete che esiste una legge che fissa un limite di velocita'? Sulle

strade e le superstrade e' fissato a 90 km orari, sulle autostrade

e' di 130 km orari. Siamo sicuri che ne siate a conoscenza, cosi'

come saprete sicuramente che sono previste sanzioni pesanti e

persino ritiro di patente per chi trasgredisce e mette a rischio la

propria vita e quella degli altri (nei paesi civili il limite di

velocita' e' fissato a 110 chilometri orari).

Vi chiediamo allora: come mai questo limite non vale anche per

i costruttori di auto? Non sarebbe piu' semplice imporre la vendita

di macchine il cui motore venga bloccato ad una determinata

potenza, cosicche' l'auto automaticamente non possa superare

il limite in questione?

Per quale ragione si permette di produrre e mettere in commercio

auto che raggiungono e superano i 200 km orari?

Vi chiediamo ancora: chi sono in questo caso i criminali? Come

mai non affrontate questo argomento?

Dal momento che avete a cuore la vita dei cittadini e siete

portati a calcolare il numero delle vittime della criminalita',

giorno per giorno, calcolate anche le vittime di questa

criminalita' che vede alla propria base la massima: "velocita'

uguale profitto".

 

Come diceva un famoso criminologo, il delitto maggiore che lo

Stato mette in atto quotidianamente e' il non rispetto del

cittadino, non punendo il potente affarista e stritolando il debole.

Ed e' la stessa brutalita' che si usa nei confronti dei defunti e dei

loro cari. Non sappiamo se vi sia mai capitato di seguire un

feretro fino al cimitero Maggiore di Musocco a Milano. E' uno

spettacolo al limite del disumano. Uno dietro l'altro, arrivano i

carri funebri, a centinaia. Scaricano i feretri lungo una linea

segnata da numerosi paletti, ognuno distante di un metro e

mezzo dall'altro. Appare una ruspa che produce un solco largo

un paio di metri e lungo da cinquanta a sessanta metri. A questo

punto entra in scena un prete seguito da due chierichetti. Dal

lato opposto del solco, ecco che appare un trattore con braccio

meccanico. Il braccio scende sulla prima bara, la solleva mentre

il prete benedice e recita ad alta voce alcune orazioni. La bara

viene fatta scendere nello spazio a lei destinato. Altro

movimento del braccio meccanico, altra bara, altra preghiera e

benedizione.

E cosi' via per innumerevoli feretri che rimarranno a cielo

aperto, sotto le intemperie fino a che tutto il fossato non sara'

pieno di casse. I parenti seguono l'azione allocchiti, senza

riuscire neanche a pronunciare una sola preghiera. Ecco che si

muove di nuovo la ruspa. La grande pala preme contro il cumulo

di terra ricoprendo le bare e tutto il lungo solco. Dieci minuti

e i numerosi defunti sono sistemati!

Sul "Corriere della Sera" di lunedi' 23 aprile c'era la cronaca di

una vera e propria rivolta dei congiunti dei defunti: per errore la

ruspa ha scavato in uno spazio dove i morti erano ancora freschi.

Sul giornale c'erano anche le fotografie. "La gente passa lungo

la strada che costeggia il campo 42, ma c'e' qualcosa di strano

nell'aria, un odore tremendo. Il 42 sembra un campo di battaglia

dopo il passaggio delle ruspe (di recente e' stato bonificato,

cioe' sono stati tolti i resti di persone perlopiu' sepolte alla

fine degli anni 80, per far spazio ai nuovi arrivati). Se il

corpo non e' del tutto consunto si provvede a risepellirlo

altrimenti le ossa si inviano all'ossario comune."

A chi si soffermasse a osservare con attenzione si presenta

un'autentica scena da Grand Guignol: "Un teschio ben conservato,

lucido e pulito dalla pioggia dell'altro ieri, vestitini marci, calze

di nylon, un femore, una tibia, due costole, un cuscino viola, una

maglietta azzurra e targhette consunte ma ancora leggibili col

nome del defunto, data di nascita e morte. Per giunta, superata la

parte centrale del campo, il fetore diventa insopportabile, una

nube di mosconi ronza attorno a un piccolo cumulo di terra.

Soltanto ossa? Meglio non appurare. Ma possibile che una

simile vergogna capiti nel cuore del Cimitero Maggiore di

Milano? Come non indignarsi? Tutto appare come una orribile

vicenda d'incivilta' e di inefficienza."

Pare che questi incidenti siano all'ordine del giorno.

Vedete, cari uomini di destra, tragedie del genere chissa'

perche' succedono solo ai poveri cristi.

 

Dario Fo, Franca Rame e Jacopo Fo

 

 

ABOLIRE IL COPYRIGHT

 

Nell'epoca della critica e della contestazione della globalizzazione, denunciata come neocolonialismo,
si pongono obiettivi concreti da perseguire.
C'è chi propone l'annullamento dei debiti del "terzo mono", chi sostiene il commercio equo e solidale,
e chi appronta fantastici piani di sviluppo dei continenti in via di estinzione.
Altri ancora, più pratici e radicali, sono passati alla critica delle armi, stanchi di anni di desolazione.
Noi che viviamo nella "grande mela" ( marcia) delle asfissianti metropoli, sommersi da detersivi, incerti
se usare il telecomando per il garage o la TV, mentre ci aggiriamo come topi in trappola fra milioni di
automobili, alla ricerca di una costosa sauna, o incolonnati per raggiungere esotiche spiagge dove di
autentico c'è solo il conto, non sappiamo andare oltre il concetto di Carità e un ipocrita "dolore" per
l'esodo di masse sterminate da noi precedentemente rapinate.
Solidarietà, pietà, elemosina, ma non toccateci i nostri trastulli, la sacra proprietà, frutto di sudati secoli
di colonialismo, di "sante" guerre in nome della civiltà.
Ma visto che ci si riempie la bocca di bei principi morali, salvo poi sfruttare in nero e rimorchiare lungo
i viali della periferia, perchè non cominciamo a dare ai popoli derubati le nostre stesse possibilità di
sviluppo abolendo il copyright ( il diritto di Brevetto) su tutti i prodotti della tecnica e della scienza,
della medicina, della tecno-biologia, ecc, ecc.
Conservare il principio di copyright significa perpetuare per decenni il gap economico fra noi e il "terzo
mondo", gap che anno dopo anno cresce in modo esponenziale.
Noi lanciamo questa idea, che ve ne pare? Attendiamo pareri.

 

LA DOPPIA FACCIA

DELLA CHIESA CATTOLICA

E' evidente che l'ideologia cattolica odierna ha ben poco da condividere con il
cristianesimo della Chiesa delle origini cristiano-giudaica di Giacomo il Giusto fratello
di colui che la leggenda chiamerà Cristo Gesù, ucciso insieme ai suoi compagni Zeloti,
che combattevano l'impero romano.
Ma questa è cosa vecchia e risaputa, è dal 325 d.C al Concilio di Nicea, convocato dall'avventuriero e imperatore Costantino, che il cristianesimo, sulla via
tracciata dal gnostico S. Paolo, è strumento del potere.
Se mla Chiesa cattolica è rimasta in piedi per 2000 anni è perchè -fra l'altro- ha servito
tutti i regimi, più che per l'opera dello Spirito Santo.
Oggi, per esempio, è indubitabile che il Sistema Italia si regge anche su questa "potenza
dello spirito", che consente al nostro Paese una capacità di espansione e presenza in
vaste aree del mondo.
Rendere veramente laica la Penisola non sarà facile, come non è un compito di poco
conto sradicare la Mafia che manovra annualmente 200 mila miliardi, che finiscono in
gran parte alla Borsa di Milano; figurarsi la Chiesa dei poveri che è una delle prime
potenze finanziarie del mondo.
Ma questi, si dirà, sono affari loro. Sarà, ma a noi da fastidio il fatto che ci fanno sorbire dall'alba al tramonto, nel 2001, la propaganda del Vaticano, che pretende di presentarsi
come il paladino della giustizia sociale, dell'uguaglianza, dell'umanità, ecc.
La Chiesa è sempre schierata contro la scienza, contro la liberazione dello spirito
umano, contro l'amore sessuale quale veicolo di socialità, contro l'aspirazione all'emancipazione dai poteri sovrastanti, economici, politici, ideologici.
La deformazione del cristianesimo primitivo ha fatto del cattolicesimo un'arma repressiva e terroristica con il concetto di sacro ( cioè il concetto di proprietà privata), con il senso di colpa, indispensabile per castrare, deviare, intimidire gli individui, con la deviante prospettiva di una giustizia che si può realizzare in un altro mondo e non in questo.
Il dubbio che ci sorge è che questa Chiesa dei poveri, serva tanto alla Chiesa dei ricchi.
Questa doppia faccia della Chiesa scricchiola sempre più, l'umanità vuole vivere e non soffrire, chiede libertà e non costrizione, esige felicità in questa vita e non nell'altra......
L'ideologia necrofila e sessuofobica ha fatto il suo tempo.

Intervista a:Nicola Alesini
ricercatore di nuove sonorità nell'ambito dei ritmi
e delle melodie della tradizione mediterranea
di Paolo Paolacci

 

 

D: Siamo entrati nel nuovo millennio. Molti affermano che nella musica non

c'è più niente da esprimere. Oltre il campionare o il rimpastare cose già

sentite non si va oltre.

Cosa ne pensi?

 

R: Si sa bene che la maggior parte della produzione ha preso da tempo questa

direzione; cioè quella di mescolare cose già esistenti, ma esistono anche

prodotti diversi.

Vedi Peter Gabriel nel rock o lo stesso David Sylvian. In questi casi ci

troviamo di fronte ad esperimenti di fusione tra musica etnica e sonorità

moderne, compresi i campionamenti, ma eseguiti con cura, rispetto delle

tradizioni e con contenuti originali.

 

C'è chi invece ruba pezzi qua e là, dando vita ad un vero saccheggio

estetico, per creare una merce fredda e priva di senso allo scopo di vendere

e nient'altro.

Questa è pura mancanza di fantasia. Per quanto riguarda il campionamento;

anche in questo caso dipende in che modo lo utilizzi.

 

Si può campionare se è utile per creare musica diversa.

Ritengo che usare campioni non è sbagliato. Vedi Brian Eno: senza i

campionamenti non avrebbe potuto creare quelle meravigliose atmosfere

originali che conosciamo.

 

L'originalità è importante; e la mia vita di musicista è sempre andata verso

la ricerca d'originalità. Utilizzare tutto per evolvere verso un sound

personale.

 

D:Oggi, quant'è importante l'improvvisazione musicale?

 

R: A livello commerciale conta poco.

Troviamo esempi nel jazz estremo e radicale, ma oggi sono pochi i musicisti

che si azzardano a suonare musica improvvisata.

 

Dal punto di vista artistico, invece, credo che l'improvvisazione è la

musica.

Devo dire che in occidente la musica improvvisata è stata soffocata, ma ha

ripreso vita grazie al jazz.

 

Nel mio caso l'improvvisazione è la base. Le mie composizioni nascono

dall'improvvisazione.

Dal vivo, poi, ti permette scambi con il pubblico non indifferenti.

 

D:Cosa pensi dell'educazione musicale in Italia? E quali sono i tuoi

consigli e proposte?

 

R: Genericamente, in Italia, l'educazione musicale è inesistente.

Nelle scuole elementari, non ci sono insegnanti/musicisti, però devo dire

che l'introduzione del metodo Orff, ha aperto un pò degli spazi importanti.

L'utilizzo di strumenti rudimentali, che tutti possono suonare, danno la

possibilità a tutti i bambini di improvvisare e di interessarsi con amore

alla musica. Tralasciando momentaneamente gli studi classici (solfeggio,

etc.) che possono inizialmente pesare al bambino.

 

Nelle scuole medie, ad esempio, esiste proprio questo problema: ci si limita

ad una didattica ed a un insegnamento ortodosso.

 

Ultimamente si sono aperte nuove strade con la nascita di laboratori

musicali, dove i ragazzi si avvicinano alla musica suonando la loro musica,

quella che sentono dentro in quel momento e non quella che viene imposta da

qualcuno.

Non solo, attraverso questi laboratori si ha la possibilità di far suonare

insieme ragazzi delle medie con ragazzi delle superiori.

 

Questa è la differenza e un punto di partenza per dare la possibilità a

tutti di poter suonare, di poter comunicare, di poter crescere.

Soprattutto nei quartieri poveri, nelle borgate. Uno strumento non più per

pochi eletti, ma per tutti.

Una medicina contro l'emarginazione, o lo sballo del sabato sera.

 

Nicola Alesini

Compositore e polistrumentista (i suoi grandi amori sono però il sax soprano

e tenore), Nicola Alesini è uno dei più attenti ricercatori di nuove

sonorità nell'ambito dei ritmi e delle melodie della tradizione

mediterranea. Nella sua ricerca sonora si fondono jazz e musica popolare,

ambient e world music in un'apertura totale che coinvolge linguaggi

diversificati come la parola, la gestualità e l'immagine. A questo proposito

ha sempre svolto la sua attività nella confluenza della musica con altre

forme espressive come il teatro, la poesia e le arti figurative. Collabora

con la Rai e con diversi programmi radiofonici e nel suo carnet vanta

prestigiose collaborazioni live con musicisti come Glen Velez

(percussionista newyorkese) e Hans Joachin Roedelius (musicista elettronico

tedesco) e discografiche con David Sylvian, Roger Eno, David Thorn, Harold

Budd, Steve Jansen, Richard Barbieri. Il suo ultimo prestigioso progetto,

Marco Polo, a fianco di Pierluigi Andreoni, lo ha fatto conoscere in tutto

il mondo.

 

 

Immigrati,
fra sfruttamento
e ipocrita demagogia

 

A noi sembra che il Parlamento viaggi a due velocità, una, rapidissima, come
quella che recentemente ha deciso all'unanimità un altro aumento ai nostri
oberati deputati, un'altra, come nel caso del lavoro nero o degli immigrati,
che ha percorsi complessi e che non concretizzano niente.
Colpa della burocrazia? Di Leggi che si contraddicono fra loro?
Oppure l'ipocrisia dominante, a destra e a sinistra, nasconde qualcosa d'altro.
Recentemente la Banca d'Italia in un momento di distrazione ha dato alcuni dati
interessanti.
Negli ultimi 6 anni il monte complessivo dei profitti è stato uno dei più corposi
degli ultimi decenni, invece quello dei salari è calato notevolmente nel suo
potere d'acquisto.
Inoltre la " torta " salari e stipendi viene divorata sempre più dai Signori del
petrolio, delle Assicurazioni, delle Telecomunicazioni, a cui non si può sfuggire
a causa delle imposizioni, delle bollette, del modello di vita.
Il libero arbitrio di noi consumatori può esprimersi solo nell'acquisto degli
alimentari e del vestiario.
Ma torniamo all'ipocrisia. L'impossibilità di allargare la base dei consumi,
spinge gli oligarchi delle "multinazionali" a cercare il profitto nelle tasche
di chi lavora, da qui il par-time, il lavoro in affitto, i salari d"ingresso e via
dicendo.
E non solo. Il lavoro nero, specie degli extra-comunitari contribuisce ad ancorare
sempre verso il basso tutta la scala dei salari, abbassando i "costi di produzione"
nell'edilizia, nel commercio, nell'agricoltura, nell'industria che impiega molta mano
d'opera ( metallurgia., tessile, ecc).
Ma non è ancora finita. La destra vuole liberalizzare ancor più la politica dei redditi,
cioé assumi 3 e paghi uno.
La Sinistra parla, parla, parla, promette, denuncia, quando tutti sappiamo che ogni anno
la Confindustria chiede 80.000 nuovi lavoratori extra-comunitari da pagare sempre con
salari extra-bassi.
E' il valzer del cinismo inumano e della demagogia parolaia, tanto per conservare consensi.
C'è poi chi si indigna perchè i giovani italiani rifiutano certi lavori. Ma i signori
benpensanti che hanno ville, seconde case, 3 automobili, cosa pretendono? Di trasformare
tutti in extracomunitari che dormono in 6 e più in una stanza, che comprano nei Discount
e viaggiano in auto che cadono a pezzi?
Si dica una volta per tutte che questa società per continuare ha bisogno di tasse, di tariffe
e rendite parassitarie da strozzini, di salari pari alle elemosine; per questo gli oligarchi
emigrano in Romania, nelle Filippine e ovunque ci sono schiavi disponibili.

 

PRIMA CONFERENZA PLANETARIA
DEI MOVIMENTI E PARTITI ECOLOGISTI
 

  

Durante la due giorni di seminario dedicato ai cambiamenti climatici ed al riscaldamento del Pianeta, si sono tracciate analisi comuni e risposte globali.

E' stata duramente attaccata la scellerata decisione di Bush di non ratificare gli accordi di Kyoto, ma si è convenuto sulla necessità di ridurre le emissioni di gas di una percentuale notevolmente superiore rispetto agli accordi. Un taglio del 20-30% delle emissioni sarà indispemsabile nei prossimi venti anni se vogliamo portare le riduzioni al 90% alla fine di questo secolo.

Nel breve periodo questa risoluzione supporta tutte le azioni contro le multinazionali del petrolio statunitense (come Exxon-Mobil, Esso, Total-Elf) e invita a svolgere campagne di informazione globali. Si chiamano a raccolta tutte le "piazze" che si sono mobilitate da Seattle sino a Porto Alegre e Quebec City per difendere i diritti umani, sociali e dell'ambiente e per realizzare un Tribunale Pubblico Internazionale contro le multinazionali del petrolio (come il Tribunale Russel).

La risoluzione convoca una mobilitazione mondiale in occasione delle conferenza sul clima del prossimo anno che si terrà a Johannesburg in Sud Africa.

La risoluzione chiede anche l'attuazione della Tobin Tax.

Uno degli emendamenti più importanti alla Carta dei Verdi è stato senza dubbio quello relativo all' OMC, al FMI ed alla BM.

Questo "cambio" di linea testimonia la volontà di essere vicini alla piazza che in questo momento sta protestando contro questo tipo di globalizzazione economica, vista anche la coincidenza con la stessa da parte di molti dei movimenti e partiti presenti alla conferenza.
Il matrimonio Economia Ecologia ci obbliga a "divorziare" dal finto paradigma dello Sviluppo sostenibile e ad riportare centrale la "Sostenibilità" intesa in senso ampio. Non è, infatti, un caso che proprio le multinazionali oggi parlino di sviluppo sostenibile come concetto guida, essendo questo concetto completamente privo di significato, ma soprattutto fuorviante.

Non solo. Perché il PIL dell'Europa cresce ininterrottamente da anni, ma a questo non si accompagna una pari diminuizione della disoccupazione?

Oggi assistiamo ad una socializzazione dei costi delle multinazionali, pagati dunque dalla collettività, e ad una internalizzazione-privatizzazione dei benefici.

I profitti sono privati ed i costi sono socializzati. Questo paradosso economico non può piùessere "sostenuto" se vogliamo salvare il pianeta.

Ecco perché non ci può essere difesa dell'ambiente senza giustizia sociale, senza una situazione in cui i diritti umani, politici ed economici di tutti i viventi vengano pienamente rispettati. Dunque, la lotta alla povertà, allo sfuttamento, la lotta per ridurre i consumi, la lotta per una giusta distribuzione dei redditi e delle risorse, la lotta per la terra, la lotta a delle condizioni di vita degne, la lotta per i popoli indigeni, risultano pre-condizioni alla difesa della Natura.

Le mozioni proposte e sostenute sono state:

a.. La moratoria internazionale sulle estrazioni petrolifere dove sono presenti comunità indigene, foreste pluviali e zone di particolare interesse naturalistico, così come previsto dalla dichiarazione di Kyoto del '97; la mozione completa è disponibile in allegato.

b.. La Dichiarazione dei Popoli Indigeni realizzata a Quito il 4-6 maggio 2000, che riconosce ai Popoli Indigeni il diritto di partecipare a livello nazionale ed internazionale a tutti i processi sulla sostenibilità.

Dopo cinquecento anni di saccheggi e di distruzioni l'occidente ha un debito ecologico nei confronti del sud del mondo incalcolabile. I Paesi arricchiti hanno completamente impoverito i paesi del sud del mondo e non posson avere l'arroganza di parlare di debito dei paesi poveri. Per questo chiediamo l'immediata cancellazione di un debito che in realtà non è mai esistito e ribaltando l'ottica ed il linguaggio chiediamo all'occidente di risarcire gli incalcolabili danni prodotti da cinquecento anni di colonialismo e sfruttamento.

e.. Mozione contro l'accordo di libero scambio frai 34 paesi delle Americhe, che avrà gli stessi tragici effetti prodotti dal NAFTA (siglato il primo gennaio 1994) che ha aumentato il numero dei poveri, prodotto ulteriore conflittualità, concentrato il potere nelle mani di poche multinazionali, distrutto economie locali, danneggiato l'ambiente e la biodiversità.

 

 Cinema

TERRA E LIBERTA'

Se avessimo avuto qualche dubbio sull'anarchismo, se ciò ritenevamo solo immatura e innocua, questa concezione
della pratica politica, dopo la tardiva visione del film "Terra e Libertà" ( sollecitati da alcuni amici), molti di questi
dubbi sono svaniti.

Non ci sorprende che la "critica" ufficiale, "autorevole" perchè prezzolata, abbia esaltato questo, che più che un film,
sembra un manifesto anticomunista.

E' un metodo vecchio e logoro, quello di attribuire alle vittime la causa della loro sconfitta. Anche oggi si imputa ai
comunisti la responsabilità delle attuali sconfitte. E' questo un modo puerile e maldestro di nascondere i crimini dei nemici del progresso; e peggiori di tutti sono coloro che fingendosi o credendosi di sinistra, puntano la loro "critica", contro chi
ha fatto e fa la Storia del progresso umano, e non contro le classi dominanti e i loro strumenti, politici, militari e
ideologici.

" Terra e Libertà", da un punto di vista artistico, a voler essere benevoli, sembra un documentario amatoriale,
per cui i "riconoscimenti" attribuitogli si spiegano evidentemente per il contenuto.

Franco e il franchismo, nel film, quasi non si avvertono, sono una presenza invisibile e lontana.

Il conflitto che occupa tutta la storia, i dialoghi e persino gli scontri armati sono quelli fra gli anarchici e i comunisti
( gli stalinisti). Si tace sulle "democrazie occidentali" e non vola mosca sulla loro aventiniana accondiscendenza verso
i dilaganti fascismo e nazismo. L'intervento poi di questi ultimi non è commentato, dal regista, da un aggettivo o un
sostantivo di condanna. Viceversa tutti i dialoghi sono un'orgia di gratuite invettive e di giudizi da far inorridire persino gli storici seri della borghesia.

Non ci credete? Riassumiamoli. Per i democratici seri, i politicamente laici e le persone di sinistra.

" Comunisti e socialisti non vogliono fare la rivoluzione", "Stalin ci teme, siamo per lui una minaccia per la sua
credibilità verso le democrazie", "Gli stalinisti stanno tradendo la Rivoluzione, usano le camere di tortura, fanno
scomparire i veri compagni. Stalin usa la classe operaia come pedoni, è corrotto e malvagio", " La sconfitta della
Repubblica spagnola è colpa degli stalinisti".Direte, ma questi sono gli argomenti noti della reazione e di tutti coloro
che ripudiando il comunismo decapitano il movimento operaio di ogni prospettiva di cambiamento, condannandolo
ad accettare questo sistema e a rinunciare all'emancipazione dalla propria condizione di lavoratori.

Infatti il film, esaltando la divisione della terra in piccoli appezzamenti per i contadini, contrapponendola alla
collettivizzazione immediata e totale, prospettando per la Spagna repubblicana una rivoluzione radicale contro tutte le
componenti del fronte antifascista, è l'immagine della confusione, che degenera nell'estremismo reazionario.

Ne fu un esempio lo sciopero generale indetto dagli anarchici contro il Governo repubblicano, in piena guerra civile
contro il franchismo avanzante e i conseguenti conflitti a fuoco fra anarchici e forze democratiche.

L'incapacità di ogni estremismo di contrapporsi in modo politico all'opportunismo, ha sempre favorito la reazione,
ieri e oggi.

Le classi dominanti lo sanno bene, per questo premiano e apprezzano certe idee e certi film.

 

CONCORSO
IL RACCONTO DEL NONNO

C'è una storia che hai sentito nella tua infanzia che ti abbia particolarmente colpito? Hai memoria di una novella, più o meno fiabesca, che tuo nonno o tua nonna ti raccontava per tenerti buono o per farti paura? Hai incontrato, leggendo libri o giornali, un embrione di trama che avrebbe potuto generare, se sviluppata, un racconto appassionante?

Questi, e molti altri, possono essere gli spunti per partecipare al concorso letterario Il racconto del nonno, di cui alleghiamo il bando.

Il concorso si inserisce nel più generale progetto La terra dei racconti, che si sta svolgendo in questi mesi nel comprensorio umbro della Valnerina e che mira al recupero e alla reinvenzione del patrimonio narrativo orale.

Tutte le informazioni sono reperibili presso il sito Internet www.laterradeiracconti.it (e-mail: concorso@laterradeiracconti.it) o possono essere richiesti a "La terra dei racconti" c/o Comune 06040 Vallo di Nera (PG), tel. 0743 616 146, 0743 616 333, fax 0743 616 143.

 

 

IL RACCONTO DEL NONNO

 

Bando di partecipazione

Nell'ambito del progetto La terra dei racconti, il Comune di Vallo di Nera e la Provincia di Perugia, in collaborazione con la "Pro Loco", l'IRRSAE Umbria e il CEDRAV, indicono un concorso letterario per racconti che traggano origine da miti, leggende, storie popolari. Queste "rivisitazioni narrative" possono essere svolte sia in prosa che in versi, in lingua o in dialetto.

Tre le sezioni:

la prima, a tema libero, è individuale e aperta a tutti;

la seconda, anch'essa a tema libero, è riservata agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, che possono partecipare individualmente o a collettivi di gruppo, di classe, d'Istituto;

la terza, aperta a tutti, è a tema, in quanto prevede che elemento fondamentale della storia sia un'erba.

Ogni singola opera non può superare la lunghezza di quindici pagine, ognuna di 30 righe per 60 battute, equivalenti a 1.800 battute per pagina.

 

Modalità di partecipazione

Possono partecipare autori italiani e stranieri con opere in lingua italiana e dialettale (con traduzione).

Gli autori devono inviare una copia di ogni opera iscritta al Premio. L'opera deve essere inedita. Il numero massimo di opere per ogni singolo autore è di tre.

Sono ammesse anche opere in forma orale (cassetta) o visuale (video) purché accompagnate con la trascrizione del testo. I testi devono essere dattiloscritti o stampati da computer.

I testi inviati al concorso non saranno restituiti.

L'invio può essere fatto anche per il tramite della posta elettronica all'indirizzo concorso@laterradeiracconti.it. In questo caso, i testi devono essere in formato .doc di Word o nei formati standard .rtf o .txt.

In ogni caso le opere devono essere corredate da una "scheda di deposito" debitamente compilata e da una cartella di autopresentazione, che sarà utilizzata in caso di vittoria per i risvolti di copertina. La "scheda di deposito" è prelevabile dal sito Internet www.laterradeiracconti.it oppure può essere richiesta direttamente alla Casa dei Racconti, al Comune o alla Pro Loco di Vallo di Nera.

Tutte le operazioni di partecipazione al Concorso possono essere facilmente e direttamente effettuate dal sito Internet www.laterradeiracconti.it.

Sempre attraverso il sito Internet i concorrenti potranno seguire tutte le fasi del concorso.

 

Spedizione

In alternativa all'invio telematico, si possono spedire gli elaborati a: La Casa dei racconti, 06040 Vallo di Nera (PG).

La spedizione deve essere effettuata entro e non oltre il 10 luglio 2001 (per gli invii tradizionali, farà fede il timbro postale).

 

Valutazione

Le opere pervenute saranno valutate da un giuria nominata dal Comune di Vallo di Nera articolata in tre commissioni in corrispondenza delle sezioni del concorso.

Il giudizio della giuria del concorso è insindacabile.

 

Premiazione

La premiazione avverrà l'11 agosto 2001 a Vallo di Nera nell'ambito delle manifestazioni "Festivallo".

 

Premi

Il premio consiste nella pubblicazione delle opere vincitrici in volumi separati (uno per ogni opera). Ad ognuno dei vincitori spetteranno n. 30 copie della propria opera pubblicata.

I vincitori, pena la non attribuzione del premio, dovranno essere presenti alla premiazione.

 

Importante

La partecipazione al concorso comporta la totale accettazione del presente regolamento e l'automatica cessione a titolo gratuito dei diritti per la pubblicazione dell'opera.

I dati richiesti ai partecipanti saranno finalizzati esclusivamente alla gestione del Premio (ai sensi della Legge n.675/96).

 

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FORM PER IL DEPOSITO DEI RACCONTI

 

chi racconta

cognome e nome

indirizzo

telefono

e-mail

età

 

il racconto

titolo del racconto

origine geografica del racconto

da chi l'ho sentito?

in che occasione?

note ed eventuali altre comunicazioni

 

 

 

 

 

Cosa diceva Bossi di Berlusconi

IL CAVALIER BERLUSKA, MAFIOSO E FASCISTA

   

..Silvio Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. E' una costola del vecchio regime. E' il più efficace riciclatore dei calcinacci del pentapartito. Mentre la Lega faceva cadere il regime, lui stava nel Mulino Bianco, col parrucchino e la plastica facciale. Lui è un tubo vuoto qualunquista. Ma non l'avete visto, oggi, tutto impomatato fra le nuvole azzurre?

 

Berlusconi è bollito. E' un povero pirla, un traditore del Nord, un poveraccio asservito all'Ulivo, segue anche lui l'esercito di Franceschiello dietro il caporale D'Alema con la sua trombetta. Io ho la memoria lunga. Ma chi è Berlusconi? Il suo Polo è morto e sepolto, la Lega non va con i morti. La trattativa Lega-Forza Italia se l'è inventata lui, poveraccio. Il partito di Berlusconi neo-Caf non potrà mai fare accordi con la Lega. Lui è la bistecca e la Lega il pestacarne.

 

Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. E' un kaiser in doppiopetto. Un piccolo tiranno, anzi è il capocomico del teatrino della politica. Un Peròn della mutua. E' molto peggio di Pinochet. Ha qualcosa di nazistoide, di mafioso. Il piduista è una volpe infida pronta a fare razzia nel mio pollaio.

 

Berlusconi è l'uomo della mafia. E' un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra. C'è qualche differenza fra noi e Berlusconi: lui purtroppo è un mafioso. Il problema è che al Nord la gente è ancora divisa tra chi sa che Berlusconi è un mafioso e chi non lo sa ancora. Ma il Nord lo caccerà via, di Berlusconi non ce ne fotte niente. Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi? Dalle finanziarie della mafia? Ci sono centomila giovani del Nord che sono morti a causa della droga. A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini, fondata da un certo Giuseppe Azzaretto, di Palermo, che poi è riuscito a tenersi tutta la baracca. In quella stessa banca lavorava anche il padre di Silvio e c'erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra.

 

Bisognerebbe conoscere le sue radici, la sua storia, Gelli fece il progetto Italia e c'era il buon Berlusconi nella P2. Poi nacquero le holding. Come potrà mai la magistratura fare il suo dovere e andare a vedere da dove vengono quei quattrini, ricordando che la mafia quei quattrini li fa con la droga e che di droga al Nord sono morti decine di migliaia di ragazzi che ora gridano da sottoterra? Se lui vuole sapere la storia della caduta del suo governo, venga da me chè gliela spiego io: sono stato io a metter giù il partito del mafioso. Lui comprava i nostri parlamentari ed io l'ho abbattuto.

 

Quel brutto mafioso guadagna soldi con l'eroina e la cocaina. Il mafioso di Arcore vuole portare al Nord il fascismo e il meridionalismo. Discutere di par condicio è troppo poco: propongo una commissione di inchiesta sugli arricchimenti di Berlusconi. In Forza Italia ci sono oblique collusioni fra politica e omertà criminale e fenomeni di riciclaggio. L'uomo di Cosa Nostra, con la Fininvest, ha qualcosa come 38 holding, di cui 16 occulte. Furono fatte nascere da una banca di Palermo a Milano, la banca Rasini, la banca di Cosa Nostra a Milano.

 

Forza Italia è stata creata da Marcello Dell'Utri. Guardate che gli interessi reali spesso non appaiono. In televisione appaiono volti gentili che te la raccontano su, che sembrano per bene. Ma guardate che la mafia non ha limiti. La mafia, gli interessi della mafia, sono la droga, e la droga ha ucciso migliaia e migliaia di giovani, soprattutto al Nord. Palermo ha in mano le televisioni, in grado di entrare nelle case dei bravi e imbecilli cittadini del Nord.

 

Berlusconi ha fatto ciò che ha voluto con le televisioni, anche regionali, in barba perfino alla legge Mammì. Molte ricchezze sono vergognose, perché vengono da decina di migliaia di morti. Non è vero che "pecunia non olet". C'è denaro buono che ha odore di sudore, e c'è denaro che ha odore di mafia. Ma se non ci fosse quel potere, il Polo si squaglierebbe in poche ore.

 

Incontrare di nuovo Berlusconi ad Arcore? Lo escludo, niente più accordi con il Polo. Tre anni fa pensarono di farci il maleficio. Il mago Berlusconi ci disse: "Chi esce dal cerchio magico, cioè dal mio Governo, muore". Noi uscimmo e mandammo indietro il maleficio al mago. Non c'è marchingengno stregato che oggi ci possa far rientrare nel cerchio del berlusconismo. Con questa gente, niente accordi politici: è un partito in cui milita Dell'Utri, inquisito per mafia.

 

La Padania chiede a Berlusconi se è mafioso? Ma è andata fin troppo leggera. Doveva andare più a fondo, con quelle carogne legate a Craxi. Io con Berlusconi sarò il guardiano del baro. Siamo in una situazione pericolosa per la democrazia: se quello va a Palazzo Chigi, vince un partito che non esiste, vince un uomo solo, il Tecnocrate, l'Autocrate. Io dico quel che penso, lui fa quel che incassa. Tratta lo Stato come una società per azione. Ma chi si crede di essere: Nembo Kid?

 

Ma vi pare possibile che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei cittadini? Quando quello piange, fatevi una risata: vuol dire che va tutto bene, che non è ancora riuscito a mettere le mani sulla cassaforte.

 

Bisogna che Berlusconi-Berluscosa-Berluskaz-Berluskaiser si metta in testa che con i bergamaschi io ho fato un patto di sangue: gli ho giurato che avrei fatto di tutto per avere il cambiamento. E non c'è villa, non c'è regalo , non c'è ammiccamento che mi possa far cambiar strada. Berluscoso deve sapere che dalle nostre parti la gente è pronta a fargli un culo così: bastano due secondi, e dovrà scappare di notte. Se vedono che li ha imbrogliati, quelli del Nord gli arrotolano su le sue belle ville e i suoi prati all'inglese e scaraventano tutto nel Lambro.

 

Berlusconi, come presidente del Consiglio è stato un dramma.

 

Quando è in ballo la democrazia, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di fargli saltare i tralicci dei ripetitori. Perché lui con le televisioni fa il lavaggio del cervello alla gente, col solito imbroglio del venditore di fustini del detersivo. Le sue televisioni sono contro la Costituzione. Bisogna portargliele via. Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità gravissima, da Sudamerica. Un uomo ha ottenuto dallo Stato la concessione delle frequenze tv per condizionare la gente e orientarla al voto. Non accade in nessuna parte del mondo. E' ora di mettere fine a questa vergogna. Se lo votate, quello vi porta via anche i paracarri.

 

Se cade Berlusconi, cade tutto il Polo, e al Nord si prende tutto la Lega. Ma non lo faranno cadere: perché sarà pure un figlio di buona donna, ma è il loro figlio di buona donna e per questo lo tengono in piedi.

 

Ma il poveretto di Arcore sente che il bidone forzitalista e polista, il partito degli americani, gli va a scatafascio. Un massone, un piduista come l'arcorista è sempre stato un problema di "Cosa Sua" o "Cosa Nostra". Ma attento Berlusconi: né mafia, ne P2, né America riusciranno a distruggere la nostra società. E lui alla fine avrà un piccolo posto all'inferno perché quello lì non se lo pigliano nemmeno in purgatorio. Perché è Berlusconi che dovrà sparire dalla circolazione, non la Lega. Non siamo noi che litighiamo con Berlusconi, è la Storia che litiga con lui.

 

 

Testo raccolto da Marco Travaglio ed apparso in: "La primavera di MicroMega" n° 2 (supplemento al n° 2/2001 di MicroMega)