Intervista a Vauro
di Ubaldo Buttafava

Non pensi che in Italia ci sia una crisi della critica, della coscienza e forse della satira. Se c'è, come spieghi questo fenomeno?

Io ho sempre pensato, come autore satirico che la satira non sia una necessità, un bene di prima necessità; è un lusso. Però è un lusso dell'intelligenza, della capacità critica, è un lusso come la democrazia.
Più una società diventa ademocratica più i margini di questo lusso vengono ristretti, anche in modo coercitivo, basti pensare alla lista di prescrizione di Berlusconi, quando era in Bulgaria, che ha portato alla scomparsa dal video di Biagi e di Santoro, il primo della lista era Luttazzi, un autore satirico che operava in televisione, come peraltro non fanno più informazione Biagi e Santoro. Questo per dimostrare quanto labile sia il confine fra satira e informazione.

Non credi che ci sia anche la responsabilità di una certa "sinistra"?
Assolutamente si, e non solo sul piano della satira, ma in molti campi. Naturalmente questo si ripercuote sulla satira e non a caso in Italia non c'è più un giornale di satira, quando ce ne sono ad esempio due in Senegal.
E la questione non è se la satira è di destra o di sinistra, da noi c'è un terreno di cultura ben preciso, una cultura a cui una parte della sinistra sta rinunciando. Quella cultura che rifiuta l'omologazione, l'uniformità imposta; quella cultura che consentiva ancora alle persone di indignarsi, indignazione che è indispensabile alla satira.
Credo comunque che nel nostro paese ci siano ancora molti autori di satira e persone capaci di indignarsi.
Come vedi la situazione mondiale alla luce anche dei documenti del Governo USA desecretati in cui si afferma che Washington non permetterà a nessuno di minacciare la sua egemonia politica, economica e militare.
Certa sinistra si chiede sempre cosa potremmo fare per il "terzo mondo", perchè non ci si chiede cosa non dovremmo fare noi paesi egemoni? Dove sta andando il mondo, Vauro?
Mi viene in mentre Gramsci: "l'ottimismo della volontà, il pessimismo dell'intelligenza".
Il mondo sta andando verso una situazione catastrofica, pensiamo solo al problema ecologico, alle malattie che dilagano, se poi guardiamo allo strumento scelto dall'Impero per non sgretolarsi, lo strumento della guerra, vediamo che essa è divenuta una sorta di luogo comune, tollerato. E non dimentichiamoci che siamo di fronte ad un pericolo reale di guerra nucleare; questo è il pessimismo dell'intelligenza.
Ma c'è anche l'ottimismo della volontà, malgrado che il sistema globale dell'informazione sia nelle mani di un pugno di oligarchi nel mondo, i quali inquinano le coscienze delle masse, mai come in questo periodo migliaia di individui che diventano massa, ripropongono il tema del diritto umano, partendo dal diritto all'esistenza, alla salute, all'istruzione.
Si tratta di un agire politico non ancora particolarmente organizzato, non sempre decodificabile, ma è quell'agire politico che ha trovato ad esempio nella Pace, nelle bandiere, un suo primo linguaggio.
A suo tempo "L'Unità " uscì con il titolo di prima pagina: "La crisi più grave". In sostanza si sta realizzando il Piano della P2 di Licio Gelli; quali futuri vedi per il nostro Paese?
Molto spesso la gente mi dice: hai visto quello che ha detto Berlusconi? Ma a me lui non fa ridere, quando si arriva ad usare quel linguaggio che c'era sulla rivista fascista "La difesa della razza", parlando di "differenze antropologiche", credo che si sia di fronte ad un fenomeno molto preoccupante: l'imbarbarimento totale del linguaggio politico. Distruggere, disintegrare il messaggio politico dicendo di "parlare come parla la gente" in verità si esprime il peggio di ciò che pensa il peggio della società, la feccia.
In conclusione vedo una sinistra incapace di cogliere la portata drammatica di questa sfida, anche sul terreno del linguaggio, che poi esprime il contenuto; questo è il fascismo di oggi, la negazione della cultura, della dialettica, della critica; la volontà di negare alla collettività la capacità di reagire.
Non ti sembra che tutta la sinistra sia incapace di dare una risposta alla globalizzazione sui diversi terreni: economico, politico, ideologico, culturale, ecc.?
C'è un forte ritardo anche rispetto al Movimento, speriamo che sorgano nuove forme di aggregazione.
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