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KAMIKAZE - L'EPOPEA DEI GUERRIERI SUICIDI

 

Chi sono veramenti stati i kamikaze giapponesi? Che nesso c'è tra gli aviatori suicidi della seconda guerra mondiale e i terroristi odierni che si fanno esplodere tra la popolazione civile per seminare la strage? Quali gli ideali che li hanno mossi e la cultura  che li ha ispirati? Leonardo Vittorio Arena ricostruisce la figura di questi combattenti misteriosi e affascinanti, ripercorrendone la filosofia e reinterpretando alcuni dei testi su cui sono formati, come il settecentesco Hakagure. E nel ricollegarli alla grande tradizione del Bushido, il codice che definiva lo stile di vita del guerriero, nega che si trattasse di terroristi: si accanivano infatti solo su obiettivi militari, bersagli che avevano il potere di difendersi, e soprattutto in tempo di guerra. Non solo, ci spiega che è errato parlare di "suicidio" per la loro scelta di sacrificare la propria vita. Gli stessi comandanti la chiamavano "strategia speciale" , un eufemismo per mascherare la pretesa che tanti giovani rinunciassero al proprio futuro; e la parola "kamikaze" significa "vento divino", una tempesta propizia, soccorrevole. Per questi piloti si tratta di una consapevole negazione di sé in nome della fedeltà all'imperatore, un cancellare la propria individualità per salvare il paese e preservare il marchio di una cultura e di un'identità irripetibili. Alcuni interrogativi tornano di frequente: i kamikaze sono stati volontari o vittime ubbidienti? Supereroi o uomini comuni? Audaci o vili? Arena ricostruisce i momenti più struggenti e tragici che accompagnarono la genesi e poi l'attuazione della "strategia speciale". Presenta alcuni dei personaggi più significativi, come gli ammiragli Onishi e Ugaki, il capitano Seki, e descrive le varie armi di offensiva kamikaze: gli oka, missili guidati da un pilota e sganciati da un aereo, i kaiten o torpedini umane, le shinyo, barche esplosive. E accanto agli aspetti eroici dell'epopea kamikaze non dimentica quelli elegiaci, riportando brani di lettere e diari dei piloti destinati alla morte e i versi struggenti degli haiku, le brevi poesie dedicate ai giovani martiri, simili a "fiori di ciliegio che durano una sola stagione". Conclude il libro una riflessione sulla morte attraverso l'illustrazione del tao dei kamikaze, cioè la condotta che condizionò gli ultimi giorni della loro breve esistenza. Sullo sfondo, le grandi battaglie della seconda guerra mondiale, della campagna delle Filippine ai tumultuosi scontri di Okinawa all'epilogo segnato da Hiroshima e dall'atomica.

 

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