TELEBENITO e

LO STATO DELLA TECNICA TELEVISIVA

Nessuno può dire che sia andata così,
ma nemmeno che non sia andata così !?

Roma: 1939. Prima immagine sperimentale TV del tecnico dell'EIAR Manlio Bonini, trasmessa dal trasmettitore di Monte Mario (quartiere di Roma) e ricevuta su teleschermo situato nel Circo Massimo nei pressi del Colosseo. L'immagine è riprodotta su ricevitore Fernseh a specchio a 441 Linee, sullo sfondo appare la sigla EIAR. Nel dicembre del ’38 l’ufficio stampa dell’Eiar comunicava entusiastica che nei primi mesi del ’39 sarebbero iniziati servizi regolari di televisione da Roma con trasmettitori a Montemario e da Milano dalla stazione di Torre Littoria.

Per quanto queste pagine siano ora dimenticate Achille Starace, il gerarca che volava sulle baionette, s’inarcò anche sulle parabole inaugurando alcune trasmissioni sperimentali alla Mostra del Leonardo il 4 giugno 1939. La Tv di Mussolini aveva già dei palinsesti, produsse dei varietà, delle aspiranti Nicolette Orsomando, scritturò le stelle del momento fra cui Nicolò Carosio. Sul Radiocorriere apparivano i programmi e persino le pubblicità di alcuni paleolitici apparecchi televisivi. Dulcis in fundo una storia personale e in qualche modo il simbolo di quanto siano stati complessi nel nostro paese gli intrecci e le storie individuali con la propaganda del regime. L’uomo di punta della squadra giornalistica portava un nome che oggi evoca l’idea della modernità televisiva: Vittorio Veltroni  padre, tragicamente scomparso, di Walter Veltroni, futuro Primo Ministro ?,  futuro esperto di emittenza ? Un uomo cresciuto  a quanto pare sulle gambe di Mike Bongiorno ma  già segnato nel Dna da una predisposizione catodica. Ma cosa fermò dunque il progetto che aveva tanto affascinato F. T. Marinetti e i gerarchi del regime? Cosa impedì ai circuiti chiusi che trasmettevano i programmi sperimentali di diventare Tv di massa e teleschermo in camicia nera? Semplice:la guerra. http://www.radiomarconi.com/marconi/cronologia.html 

23 giugno 1940: A seguito dell'entrata in guerra dell'Italia tutte le stazioni radiofoniche trasmettono un unico programma. Intorno a quella stessa data vengono sospese anche le trasmissioni televisive dalla stazione di Roma. Erano andati in onda "Le disgrazie di Gedeone", una parodia dei film storici di Cecil B. De Mille firmata ancora da Vincenzo Rovi, con Valentino Del Duca e Marisa Vernati, regia di Victor De Sanctis e drammi e commedie che resteranno sconosciute.  1943 – Al Nord Novembre: L'Ispettorato per la Radiodiffusione e la Televisione viene abolito dal governo della RSI che trasferisce la sede a Torino. A Sud il governo alleato insedia a Roma un commissario per la gestione delle attività radiofoniche nell'Italia Centro-meridionale. Il 26 ottobre 1944 l'Eiar diventa  Radio Audizioni Italiana (Rai) (Decreto Luogotenenziale 26.10.44 n.457)

LO STATO DELLA TECNICA TELEVISIVA QUALCHE ANNO PRIMA

da un articolo di Luciano Bonacossa su Le Vie D’Italia n. 9 settembre 1932. quali sono i risultati concreti finora raggiunti? Diciamo subito che i tentativi di trasmettere per broadcasting delle scene di varietà o d’altro genere, non hanno ancora permesso di organizzare trattenimenti veri e propri, poiché se il dilettante trova modo di essere l’uomo più felice della terra al solo ricevere radiotrasmesso il mezzo busto di un dicitore o qualche saltellante figurinetta di ballerina-cantante, - il tutto sopra uno schermo di dimensioni molto ridotte e con una nitidezza assai scarsa - è logico pensare che il pubblico in genere si stancherebbe assai presto di un risultato tanto imperfetto. Appunto a perfezionarlo si dedicano molti studiosi nei diversi paesi: così in Germania il Karolus che si serve della ruota di Weiller per la trasmissione degli impulsi, il Barthélemy in Francia che opera secondo un procedimento da lui stesso ideato, ed in Inghilterra Baird - sia col classico sistema del disco di Nipkow, sia con la ruota di Weiller - che merita di esser ricordato in modo speciale perché la sua opera nel campo della televisione può esser paragonata a quella di Guglielmo Marconi nella telegrafia senza fili, avendo avuto in primo luogo il grande merito di trasportare nel campo pratico quanto esisteva soltanto in teoria. In America, invece, le grandi organizzazioni industriali compresero subito che non sarebbe stato possibile ottenere sentiti e notevoli progressi se non attraverso esperienze successive, e perciò disposero per la creazione di appositi laboratori attrezzatissimi, ove numerosi tecnici e specialisti dei vari rami apportano valido contributo all’opera degli studiosi nelle loro ricerche. Tale larghezza di vedute, accoppiata ad un’adeguata potenza di mezzi, non ha infatti tardato a dare i suoi frutti, e fin da due anni fa venne stupito il mondo con una rappresentazione al teatro di Schenectady durante la quale si ricevettero per televisione (attraverso la distanza di 5 chilometri) brevi scene di varietà sopra uno schermo di ben due metri di lato: enorme, in confronto a quelli di pochi decimetri quadrati coi quali fino ad allora si pensava di aver già fatto dei passi da gigante.
L’eccezionale rappresentazione venne organizzata alla presenza di un ristretto numero di tecnici e di personalità, dalla General Electric Co. che volle in tal modo rendere noto al pubblico quanto silenziosamente - e con la tenacia di parecchi anni di ricerche - i suoi tecnici avevano realizzato. In questo impianto, una delle maggiori difficoltà da vincere consisteva nella scelta di una sorgente luminosa di grande intensità — per illuminare uno schermo di dimensioni inusitate — che fosse inoltre suscettibile di essere modulata in modo perfetto; poiché evidentemente a nulla sarebbe valso il disporre di una sorgente molto forte se fosse poi mancata la possibilità di passare facilmente dalle più vive intensità di luce alle sfumature più delicate per il risalto del soggetto da riprodurre. Il problema venne allora risolto nel seguente modo: per quanto riguardava la sorgente intensa, si fece uso di una potente lampada ad arco mentre per la modulazione si applicò la speciale cellula che il Karolus di Lipsia aveva costruito sfruttando una scoperta effettuata molto tempo prima dal Kerr, in relazione a certe influenze elettriche sulla luce polarizzata. In poche parole, questa cellula consta di due nicol o prismi formati dalla riunione di due pezzi di spato d’Islanda (cristallo di rocca) fra i quali vien collocato un piccolo condensatore elettrico immerso in una soluzione di nitrobenzolo. Per comprenderne il funzionamento, dobbiamo ricordare che un raggio luminoso vibra trasversalmente secondo infiniti piani disposti come una rosa attorno ad esso, e quando sul suo percorso vien posto un nicol allora si polarizza ossia esce con una sola vibrazione. Se questo raggio così semplificato si fa penetrare in un secondo nicol avente il proprio piano di polarizzazione perpendicolare a quello del primo, esso si estinguerà totalmente, e solo dopo aver girato questo secondo nicol fino a renderlo parallelo al primo, la luce potrà uscire. Se ora, quando i due nicol sono incrociati, ossia il raggio di luce è estinto al di là del secondo, si pone in mezzo una vaschetta di nitrobenzolo contenente un condensatore elettrico, la tensione variabile delle sue armatore - derivante dalla corrente modulata proveniente dalla stazione di emissione - influisce sulla proprietà birifrangente del nitrobenzolo, facendo sì che l’oscurità completa prodotta dai due nicol incrociati sia mitigata proporzionalmente all’intensità delle correnti stesse. Lo spettacolo di Schenectady segnò veramente l’inizio di una nuova fase nella storia della televisione, e dopo quell’epoca tanti altri esperimenti ebbero luogo, ma quei risultati non furono mai superati e forse nemmeno eguagliati. Essi non possono tuttavia considerarsi di pratica portata, data la breve distanza alla quale la trasmissione venne effettuata.
È qui opportuno ricordare ora brevemente che cosa sia il problema della modulazione che oggi è diventato, per i tecnici, di grande importanza, poiché è precisamente con una sua soddisfacente soluzione che si potranno disciplinare meglio che adesso le varie trasmissioni radiotelefoniche, e domani quelle di televisione, A ciascun posto di emissione viene assegnata - come sappiamo - una data lunghezza d’onda: per esempio, 6oo metri, e ciò vuol dire che su tale onda portante vengono innestate, per cosi dire, le innumerevoli vibrazioni che costituiscono i diversi suoni nel caso della radio o che corrispondono, nella televisione, alle luminosità delle numerosissime zone secondo cui sono stati suddivisi i soggetti da trasmettere. Vediamo di chiarire l’idea con un esempio e prendiamo come base pratica la dimensione di millimetri 25 x 58 scelta da Baird per la finestra rettangolare che delimita il campo di esplorazione dei raggi luminosi uscenti dal disco di Nipkow. Calcolando che l’immagine venga idealmente suddivisa in tante zone quadrate aventi il lato di mm, o,5, il numero di esse sarà 58oo, e siccome, per la persistenza delle immagini sulla rètina è necessario che il soggetto sia esplorato 15 volte al secondo, ne viene che il numero di impulsi luminosi da trasmettere per secondo dovrà esser pari a 87.000. Vi saranno cioè, in un secondo 87,000 variazioni di corrente e poiché due variazioni formano un ciclo, si avrà una corrente variabile avente 43,500 periodi, con una lunghezza d’onda - quindi - di 6900 metri circa, che si sovrapporrà all’onda portante, modulandola.
Di qui, la necessità di stabilire per ciascun posto di emissione - oltre che un’onda propria - una banda di frequenza da non invadere assolutamente con le bande di altre stazioni vicine, se si vogliono evitare interferenze e simili disturbi, In questo caso la banda dovrebbe avere un’estensione di ben 43.500 cicli: però in pratica ci si deve accontentare di meno, allo scopo di permettere 1’esistenza contemporanea a parecchie stazioni. Il campo delle onde medie, nel quale si opera attualmente colle trasmissioni radio e con quelle sperimentali di televisione, va dai 200 ai 500 metri, ossia da 1 milione e 500.ooo a 6oo mila cicli al secondo, e con una zona, quindi, utilizzabile di 900 mila cicli. Se ora a ciascuna stazione si riservasse una banda di 43mila e 5oo cicli, in tale zona dell’etere vi sarebbe posto solamente per 21 stazioni: numero evidentemente troppo esiguo per soddisfare le esigenze di tutti i paesi europei. Perciò - almeno per le radioaudizioni - si è limitata la banda a 1o.ooo cicli, cosicché nella zona dei 900.000 cicli vi è posto per 90 stazioni.
Come si vede, nelle attuali condizioni non vi è posto per le trasmissioni di televisione, ed è precisamente per tale motivo che l’orientamento moderno è per le onde corte - comprese fra 1o metri ed un metro, ossia fra 30 milioni e 300 milioni di cicli - per cui la relativa zona d’etere viene a contenere 270 milioni di periodi, con la possibilità quindi di mantenere in contemporaneo funzionamento ben 27.000 stazioni. Per adesso, quindi, ci si deve limitare assai per quanto riguarda le esigenze di nitidezza e di dimensione nella ricezione delle scene trasmesse. Uniformandosi a tali necessità, sono oggi parecchie le stazioni americane ed europee che dedicano qualche ora della giornata alla trasmissione di regolari programmi di televisione, e sembra anche assai prossima in Italia l’entrata in funzione di un grandioso e moderno impianto per spettacoli di televisione. Finora, in mezzo a tanto fervore di conquiste nel campo di questa sicura promessa scientifica, noi fummo solo spettatori. Non v’ha dubbio che il pubblico vorrà, a suo tempo, degnamente apprezzare tale iniziativa, dimostrandosi lieto che il nostro paese non sia da meno degli altri, proprio nel campo in cui primeggiò il genio italiano con la scintilla che annullo le distanze e riunì i continenti
. LUCIANO BONACOSSA.
Immagine sopra: Per trasmettere scene con sufficiente chiarezza, è necessario che le zone luminose nelle quali le immagini vengono idealmente suddivise siano molto numerose, e ciò porta a dover vincere parecchie difficoltà d’ordine costruttivo negli apparecchi quando trattasi di usufruire di linee telefoniche in cavo per la trasmissione da una stazione all’altra. Quando invece si fa uso di radioonde, la complicazione è anche maggiore per i disturbi che, nell’attuale stato della tecnica, le varie stazioni diffonditrici generano, una rispetto all’altra. Una recente innovazione studiata dal Baird permette di ovviare in parte agli inconvenienti, suddividendo in tre parti i flussi luminosi di trasmissione, collocando cioè dietro la lente, nelle stazioni di emissione, tre cellule fotoelettriche aventi ognuna un proprio campo di lavoro ridotto alla terza parte della zona totale. Opportune linee telefoniche condurranno i corrispondenti impulsi elettrici alla stazione ricevente ove 3 lampade prive di inerzia ricostruiranno, attraverso una lente ed una ruota del Weiller simile a quella dell’altra stazione,  la scena trasmessa. Il sistema è adatto  anche per  scene all’aperto.
Immagine a fianco: Nell’esperimento di Schenectady, per ottenere la ricezione sopra non schermo di quattro metri quadrati, il grande problema do. risolvere era quello di ottenere una conveniente illuminazione di tutte le zone, senza che l’inerzia della sorgente luminosa guastasse gli effetti di chiaroscuro delle scene stesse. La modulazione perfetta del pennello luminoso venne ottenuta culla speciale cellula Karolus accoppiata ad un potentissimo arco elettrico. La ricostruzione delle immagini non differiva poi dal solito schema con disco di Nipkow, Come risulta dal disegno.

http://www.iy1ttm.org/ita/0017.htm il radio faro Marconi - Luciano Bonacossa

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