LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

MALARIA E GUERRA 

Il dramma delle paludi pontine 

 Le Paludi Pontine sono l'angolo più selvaggio e affascinante d'Europa. (Goethe)


Al termine della bonifica i due consorzi (Piscinara e Pontino) realizzarono:
- 800 Km di strade di grande comunicazione e 500 Km di strade poderali e comunali
- 2400 ponti per attraversare i 500 km di canali di scolo e 250 Km di canali irrigui
- 18 impinati idrovori fra i quali l'idrovora Mazzocchio in grado, con le sue sette pompe, di raggiungere una portata di 5.000 litri/secondo.

 

http://www.sabaudia.biz/parco.htm

http://it.wikipedia.org/wiki/Agro_Pontino

" disse Mussolini… Vittoria sulle forze disordinate della natura, vittoria sulla inerzia dei vecchi governi che furono e non torneranno. Per questa vittoria abbiamo impegnato manipoli di ingegneri, falangi di tecnici, moltitudini di operai che hanno tracciato strade, scavato canali, costruito case per riporre la vita li dove regnava la morte. Se il regime fascista nei suoi primi 17 anni di vita non avesse al suo attivo altra opera che fu quella della bonifica della paludi pontine, ciò basterebbe per raccomandarne la gloria e la potenza ai secoli che verranno. Ma il regime ha al suo attivo altre formidabili imprese ed è ben lungi dall'avere esaurito il suo ciclo e sopratutto la forza indomabile della sua volontà. Camerati Rurali ! Mettetevi subito al lavoro con quella intelligente tenacia che e' un peculiare attributo della razza italiana, portate - nel vostro interesse e in quello della nazione - al massimo della fecondità della terra che attende la vostra fatica. Questi poderi che vi vengono consegnati dall'Opera Nazionale Combattenti un giorno potranno essere vostri e dei vostri figli: Dipende soltanto da Voi” .  

La malaria è una malattia causata da protozoi del genere Plasmodium (falciparum, vivax, ovale, malariae). L'infezione è trasmessa all'uomo dalla puntura di una zanzara anofele femmina che ha punto in precedenza una persona ammalata. Il parassita si moltiplica nella zanzara e, attraverso la sua puntura (che non provoca prurito o dolore), infetta il nuovo ospite. L’incubazione può durare dai 7 ai 30 giorni o può protrarsi per alcuni mesi (come per alcuni ceppi di P. Vivax e di P. Ovale). In ogni caso, trascorso questo periodo, i plasmodi riescono ad eludere il sistema immunitario e a raggiungere il sangue, dove attaccano e distruggono i globuli rossi, dando così inizio alla fase sintomatica. I sintomi della malattia sono molto variabili: essi dipendono dal Plasmodio responsabile (la forma più grave è la malaria da falciparum) e dalle condizioni del soggetto. In genere è presente febbre, a volte preceduta da brividi, mal di testa, dolori muscolari e simil-influenzali come possono essere quasi asintomatici e non destare apprensione. Gli episodi febbrili si ripetono a vari intervalli. Le recidive si possono verificare anche dopo anni dall'infezione primaria. La malaria da falciparum, se non trattata in tempo, può determinare insufficienza renale, coma e morte. Il rischio di contrarre la malaria è molto variabile in relazione al Paese a rischio che si visita, all'area (urbana o rurale) in cui si soggiorna, alle condizioni degli ambienti in cui si vive. La prevenzione della malaria è basata in primo luogo sulla prevenzione meccanica e sulla prevenzione con farmaci e, in caso di infezione già avvenuta, sulla diagnosi e sul trattamento precoce.

"MALIGNANT MALARIA – KEEP OUT"
("ZONA MALARICA - STATE LONTANI ").

 

  capanno in lestra

 

il testo integrale 

 

Per secoli le paludi, rappresentarono il peggiore ambiente umano, invivibile perfino oltre gli estremi del deserto o dei ghiacci eterni. Le poche persone che occasionalmente le frequentavano avevano sviluppato in proprio forme genetiche di parziale protezione (I portatori della anemia mediterranea, ad esempio, godono di un buon grado di immunità contro la malaria), ma era come passare dalla brace alla padella. Le paludi Pontine, che si estendono fino a Terracina, erano percorse solo da pochi pastori e boscaioli, ciociari ed abruzzesi, che nel periodo estivo lasciavano le lestre e risalivano i monti allontanandosi dalla calura e dalla mortifera anofele (zanzara). La lestra era una radura destinata a pascolo invernale, con al centro una capanna. Il naturale innalzamento e abbassamento della Costa, che facevano di volta in volta del Circeo penisola o isola, accoppiato alla scarsa cura che ne fecero i tardo romani e popoli che seguirono, condussero irrisolto il problema della palude fino ai giorni nostri. Nerva, Traiano, Massenzio e Costantino, imperatori romani, a vario titolo si preoccuparono di garantire la viabilità dell'Appia, sempre più compromessa dall'espandersi della palude che nel Medioevo la rese intransitabile (veniva allora usta la Via Latina tortuosa e pedecollinare). Fu solo durante il Pontificato di Pio VI (1775-1799) che ben 30.000 ettari di terre vennero strappate alla malaria. Dopo Porta Pia il problema passa ai Savoia e qualcosa sembra muoversi. Con la grande guerra (i postumi) si crea quella organizzazione che porterà alla definitiva soluzione del problema, l’ONC, l'Opera Nazionale Combattenti e Reduci a cui, anche in tempi non fascisti, qualcuno pensava di dover qualcosa. Il periodo fascista apre una grande fase di lavori e vede impiantarsi in queste zone lavoratori e proletari da ogni parte che bonificano, dissodano, scavano canali permettendo così a molti coloni, per la maggior parte provenienti dal nord, di stabilirsi stabilmente in questa regione. Il 29 agosto 1931 l'ONC prende in consegna i primi 18.000 ettari di terreno da appoderare; La Croce Rossa Italiana si incarica del coordinamento del programma di eliminazione della malaria. L'ONC realizzava così 3.040 poderi, che si andavano sommando ai 573 realizzati da privati. Sarebbero state le famiglie dei coloni trentini della Bosnia (emigrati in) e dei coloni veneti della Romania (emigrati in) a consolidare le opere della bonifica. I primi ad arrivare furono però i romagnoli appena reduci da una alluvione (Rachele Mussolini stessa li aveva accompagnati in stazione). Arrivate ai poderi dopo aver attraversato strade sterrate, i fattori del ONC consegnarono ai capi famiglia le chiavi dei casali. All'interno dei casali c'era di tutto: mobili, letti, lenzuola, coperte, generi alimentari e perfino la legna ed i fiammiferi sul camino del focolare. L'entusiasmo iniziale fu interrotto molto presto dalla realtà circostante : terreni in parte umidi, cespugli di spini, mosche e zanzare. Alla fine di Luglio del 1939 terminò la bonifica dei campi e la mattina del 1 Agosto con due fischi di sirena iniziò la prima aratura. Aratri che andavano in profondità per circa un metro, trainati da due grandi macchine a vapore, le cosiddette trattrici Fowler, ribattezzate dai coloni " le favole" solcarono e rivoltarono i terreni. La terra rivoltata a un metro di profondità copriva le zolle di erba, gli insetti, le tarantole, le vipere ecc. Per la prima volta dopo millenni la terra vergine e fertile veniva baciata e riscaldata dai raggi del sole d'Agosto. L'ONC consegnò quindi ad ogni famiglia l'attrezzatura necessaria per il completamento della bonifica e per la coltivazione: aratri, erpici, rompizolle e due resistenti vacche maremmane. Dopo le prime piogge di Settembre i coloni iniziarono a spianare i terreni per prepararli alla semina. Con la fine del '39 si cercò una casa anche ai contadini, espulsi dalla Francia, a cui non era piaciuta la nostra neutralità. Le nuove case erano costruite a due piani, prevedevano al piano rialzato 3/4 camere da letto (famiglia numerosa), al piano terra c'era la cucina, il magazzino, il capannone e la stalla. All'esterno, dietro il fabbricato, c'era la concimaia e il gabinetto e il forno, il porcile ed il pollaio a fianco del fabbricato. Davanti al casale c'era il pozzo completo di pompa a mano e tre vasche in cemento. Ogni casa colonica aveva un podere che variava dai 16 ai 32 ettari di terreno e veniva consegnato in relazione ai componenti lavorativi d'ogni famiglia. La guerra, che non passa mai indenne, non evitò le paludi e le utilizzò come mezzo offensivo o difensivo che dir si voglia. Come i belgi e gli olandesi allagavano i campi quando arrivavano i tedeschi, qui furono i tedeschi a chiudere le pompe e ad allagare i campi. In Belgio il problema anofele non c’era ma qui non ci mise due minuti per esplodere di nuovo e vanificare 15 anni di lotta alla malaria. Nel solo agro pontino i tedeschi del Fliegerkorps di Student allagarono, dopo lo sbarco degli alleati ad Anzio, ben 12.000 ettari di terreno ( ma tutta la fascia fino a Cassino fu interessata).

"MALIGNANT MALARIA – KEEP OUT" 

Nell'autunno del 1945 un gruppo di soldati inglesi, proveniente dal nord dell'Italia e diretto a Napoli per il rientro in patria via mare, sostò per alcune ore (di sera) presso la stazione ferroviaria di Cassino; la breve sosta provocò numerosi casi di malaria. La zona di Cassino venne dichiarata "proibita" "Off limits".

L'altra "Cassino"

Mentre nel vicino agro pontino si combattevano le paludi e la malaria, qui per naturali coincidenze i Plasmodium vivax e falciparum proliferavano. Nel 1933 l’endemia da Plasmodium era grave in tutte le zone limitrofe ai laghi artificiali. Le larve venivano trattate col larvicida noto come "Verde di Parigi" giungendo a una quasi radicale soluzione del problema. Altre cause però erano in agguato e non ultima la guerra (introduzione di soggetti infetti provenienti da zone a elevata endemia, migrazioni stagionali per lavori agricoli, inondazioni, distruzioni di opere di bonifica, colture risicole, etc). L’epidemia, nota col nome di Cassino e datata 1945, fu accertata documentalmente ma la sua origine si fa risalire già a due anni prima. In quel momento, sotto Cassino, avevano ben altro di cui occuparsi. I drammatici avvenimenti militari e politici di quei due anni non consentirono infatti una valutazione precisa del problema ne tanto meno efficaci provvedimenti. Fu solo dopo il passaggio del fronte che la sanità pubblica si mobilitò, prima attraverso l’opera di alcuni pionieri poi progressivamente in modo più organizzato. Il numero totale dei soggetti colpiti dall’epidemia tra il 1943 e il 1946 e stato stimato in circa 40.000, oltre il 20% dei quali con infezioni da Pl. falciparum. Il numero di morti per malaria non si conosce con precisione ma è da ritenersi non inferiore a 300. I fattori all’origine dell’epidemia e quelli che ne favorirono l’estensione e la gravità furono i seguenti (principali).

1) Abbandono dei lavori agricoli e di manutenzione delle opere di regolazione delle acque superficiali.
2) Allagamenti provocati dalle forze armate tedesche specialmente con azioni specifiche lungo il corso dei fiumi Rapido e Gari.
3) Aumento delle zone idonee allo sviluppo delle larve di Anopheles in seguito ai bombardamenti alleati: in pratica ogni cratere di bomba su terreni con falda freatica superficiale formava una pozza d'acqua stagnante ottimale come focolaio larvale per i vettori di malaria.
4) Introduzione nella zona di numerosi soggetti infetti presenti tra le truppe tedesche, tra i reduci italiani e tra le truppe alleate (in particolare soldati nordafricani).
5) Evacuazione o distruzione degli animali domestici (bovini e suini) che rappresentavano gli ospiti preferiti per la suzione del sangue da parte delle specie di Anopheles zoofile e una alternativa frequente anche per le specie più antropofile come An. labranchiae.
6) Distruzione della grande maggioranza delle abitazioni per cui la popolazione sfollata al suo rientro dormiva spesso in ricoveri di fortuna o in case prive di infissi e di qualsiasi protezione verso la puntura della zanzara.


Il trattamento antimalarico doveva essere eseguito, non solo nei settori compresi tra le due linee di difesa che erano state create dai tedeschi, ma anche per circa 10 km in profondità a sudest della I linea Gustav e per la stessa distanza a nord della II linea Hitler-Senger. In tutto questo territorio erano ovunque presenti acque stagnanti che formavano vasti impaludamenti alla confluenza dei fiumi e lungo il corso di questi. Nei punti pianeggianti, buche di bombe con acqua e reticolati di filo spinato, qua e la o in lunghe linee, sbarravano il passaggio; dove questo era possibile, mine attive di tutti i generi sotto le acque e lungo i sentieri transitabili. In tali condizioni i trattamenti con larvicida potevano essere effettuati solo su una minima parte dei focolai larvali e sempre con molta attenzione.


GUAI A CHI SI FERMAVA A CASSINO: Racconta un dottore: «Un episodio interessante accadde verso la fine dell’estate del 45 o all’inizio dell’autunno, non ricordo la data. Una mattina si presentò un ufficiale medico inglese e chiese cosa potevamo dirgli della malaria del posto. Presi il registro degli esami del sangue e glielo porsi. Dopo averlo esaminato mi disse: "Questi dati spiegano dei fatti di cui non ci rendevamo ragione". Circa 2000 uomini delle truppe inglesi erano partiti da una località non malarica dell’Italia del nord con un treno diretto a Napoli per essere imbarcati e fare ritorno in patria. Si erano trattenuti qualche giorno a Napoli prima di partire. Durante il viaggio molti di questi uomini ebbero attacchi febbrili che non poterono essere subito diagnosticati.
Raggiunta l’Inghilterra, risultò evidente trattarsi di malaria con numerosi casi di perniciosa. L’ufficiale stava ripercorrendo a ritroso la strada che avevano fatto quegli uomini ed esaminava i posti dove avevano sostato. Alla stazione ferroviaria di Cassino, situata poco più in basso delle nostre baracche, erano rimasti fermi per alcune ore, dopo le 20. Nello stesso giorno 1’ufficiale fece mettere lungo la via Casilina ed alla stazione ferroviaria vistosi cartelli con la scritta vista sopra: "MALIGNANT MALARIA – KEEP OUT" 

Il problema per gli alleati non s'era posto solo qui. Il turn over dei reparti e dei comandanti faceva spesso dimenticare le raccomandazioni date già all'epoca dello sbarco di Sicilia. Ritirare il Mepacrine dalla Farmacia militare, usare prodotti repellenti e non portare calzoni corti o maniche arrotolate dopo il tramonto. Una divisione non ritira la sua dotazione di Mepacrine e ne pagherà le conseguenze. Alla fine della campagna un rapido calcolo dà per annullata (fuori gioco in infermeria) una intera divisione, come numero di uomini, su due armate schierate.

http://www.cassino2000.com/sezioni.php?action=content&idsezione=81&cat=Il fronte di Cassino  

Here Fred Toelle depicts the Army spraying inside the clothing of the Italian population in the area of the Pontine Marshes with a powder containing a heavy concentration of DDT. This was done to coat their bodies in an attempt to ward off mosquito bites and thus malaria, as well as to rid the living spaces in their homes of lice and bedbugs. There were also frequent incursions into the homes where the bedding was thoroughly dusted with this same mix. [M.C.S.]  

Fred Toelle paintings

 

The Melvin C. Shaffer Collection, World War II, 1939 - 1945: Digital Resources from the Library Collections at Southern Methodist University, Government Information Resources, Central University Libraries, Southern Methodist University, Dallas, Texas. http://digitallibrary.smu.edu/."
 

Depicted here is the manner in which the private dwellings of Italian families in the vicinity of the Pontine Marshes area in Italy, 1944 were disinfected. Teams of medical officers and technicians would enter private homes and spray DDT as they judged necessary to kill various bugs and, in particular, mosquitoes. Malaria was a huge problem in this area and fairly drastic measures were taken to control it. [M.C.S.]  

 

Per gentile concessione dell'Università Metodista di Dallas (Texas) Central University Libraries dalla collezione Melvin C. Shaffer  

 

 

 http://digitallibrary.smu.edu/cul/gir/ww2/mcsc/ 

... Not infrequently the situation, the soldiers gave or shared their food rations with the local population. This happened with special frequency in areas where there was a stagnant front for long periods of time. The population could not leave and the departing German forces lived off the land and had usually looted their food stores. [M.C.S.]     

The Melvin C. Shaffer Collection, World War II, 1939 - 1945: Digital Resources from the Library Collections at Southern Methodist University, Government Information Resources, Central University Libraries, Southern Methodist University, Dallas, Texas.

 

Un reporter al seguito degli alleati: centinaia di foto del teatro bellico europeo dall'Africa alla Germania del 45 (Browse per immagine (by image) 

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