LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

Le scoperte coperte: Quelle che non hanno cambiato il corso della guerra

IL COMPUTER

IL CASO IBM

Le valvole di Eniac

 

Edwin Black, L'IBM e l'olocausto. I rapporti fra il Terzo Reich e una grande azienda americana, Rizzoli - Milano 2001 Sulla collaborazione fra Ibm e Terzo Reich si è fatto un gran parlare in anni recenti, attribuendo a questo periodo la presunta "nascita" del Computer e, chissà perchè conseguentemente, della cattiva macchina. Se di "cattiva macchina" si trattava, stiamo sicuramente parlando di "ordinateur", come direbbero i Francesi, che PC non li chiamano ancora la cui nascita e scopo "per contare" le cose risale ad oltre 120 anni fa !!! (censimento Usa1890) e non dei moderni personal o mainframe. 

Il computer come lo conosciamo noi (il personal nelle forme ridotte) risale ad anni molto recenti e per quanto riguarda il computer nella sua accezione generale, capace di memoria, interna ed esterna e di ram per programmi e calcoli, risale all'immediato dopoguerra. I brani che seguono sono stati riassunti dal libro e dal sito sottostante. Si tratta di una vera e propria indagine storica per la quale Edwin Black (giornalista Usa) si è valso della collaborazione di un team di ricerca negli archivi dei paesi coinvolti nella seconda guerra mondiale. Le conclusioni sono le seguenti: tramite la filiale tedesca Dehomag, l'IBM avrebbe collaborato alla politica razziale nazista e sostanzialmente reso possibile dal punto di vista tecnico l'attuazione della stessa, comprese le deportazioni e il funzionamento dei campi di concentramento e di sterminio per gli ebrei coi suoi "computers". Tutto ciò mediante lo sfruttamento del know-how IBM in fatto di censimenti (rapidamente convertiti in schedatura delle popolazioni soggette, ebree ma anche altre) e del brevetto IBM delle schede perforate Hollerith (vedi sotto profilo) che permettevano l’elaborazione di un numero allora enorme di dati, selezionabili per voci combinate (censimento Usa di fine ottocento) sesso, età, nazionalità ..etc 

Per saperne di più http://www.windoweb.it/edpstory_new/ep_hollerith.htm   - http://www.comune.bologna.it/iperbole/assminsto/Sche_2001black.htm  

 
"Colossus", si chiama  il primo “calcolatore” britannico impiegato per trovare ad enorme velocità tutte le possibili combinazioni dei codici di Enigma. Proprio la decrittazione del codice tedesco di "Enigma" costò alla marina italiana tre incrociatori pesanti e due cacciatorpediniere nella battaglia di Capo Matapan del 28 marzo 1941. Questo perché gli inglesi seppero fin dall'inizio le strategie e i movimenti della nostra flotta. "Colossus" era fornito di 1.500 valvole e pesava più di una tonnellata. Non aveva “memoria” e non poteva essere “programmato”. Eppure, era in grado di trattare 5.000 caratteri al secondo e di decifrare ogni giorno, dopo avere scardinato il sistema crittografato di "Enigma", più di 4.000 messaggi segreti tedeschi e altrettanti giapponesi e italiani. Churchill, però, non si rese conto fino in fondo delle enormi possibilità date dai calcolatori e dalle teorie di Turing (morto suicida nel 1954). Dopo la guerra, ordinò di smontare e distruggere tutti i modelli di "Colossus" utilizzati per sconfiggere i nazisti. Un'altra versione assegna a questi il forzamento di Lorenz macchina usata dagli alti comandi tedeschi.   Proprio durante la presidenza di Thomas Watson (negli anni '20 l'IBM assume il nome di International Business Machines.) ci sarà un avvicinamento dell'IBM al governo nazista. L'ossessiva volontà classificatoria (discriminatoria e vessatoria secondo altri ma allora oggi siamo nella stessa o peggiore situazione per di più spiati in continuazione da telecamere) nei confronti "anche" degli ebrei, costituisce un humus estremamente favorevole per espandere la competenza dell'azienda in fatto di censimenti e ne prevede i notevoli profitti che possono derivarne. Potenziando la filiale tedesca della IBM De-ho-ma-g (Deutsche Hollerith Maschinen Gesellschaft) Watson farà sì che si possa operare indisturbati per anni anche in presenza di un embargo. Watson inizia già nel 1933 a rifornire con tecnologia e personale il primo censimento moderno dell'era nazista. La tecnologia IBM inoltre risulterà utilissima alla Germania anche per la riorganizzazione industriale, compresa quella bellica, e per l'organizzazione dei trasporti. Lo stesso Watson intrattiene rapporti personali con Hitler, dal quale viene insignito nel 1936 della "Croce al merito dell'aquila tedesca", la più alta onorificenza nazista concessa ad un non tedesco. Nella sua veste di presidente della Camera di commercio statunitense organizzò proprio a Berlino, la Conferenza annuale delle Camere di commercio internazionali. L’opinione pubblica e i vertici governativi americani, al contrario, cominciavano a isolare e boicottare la Germania di Hitler in quanto regime liberticida e con dichiarate velleità imperialistiche. Anche quando sarà costretto, per opportunità politica, a restituire l'onorificenza, Watson rimarrà uno strenuo difensore dell'affidabilità economica del partner tedesco e un suo sostenitore in campo politico.

Hal9000 del film Odissea nello spazio

  Allo scoppio della guerra Watson, pure schiacciato dagli eventi, riesce a superare il boicottaggio nella finestra della neutralità americana ('39-41) facendo gestire la Dehomag dalla filiale di Ginevra (Svizzera). Riuscirà anche a pilotare la gestione controllata della ditta, (nazionalizzata dal Reich), al momento dell'entrata in guerra degli USA a dicembre del '41. Dopo aver conquistato il mercato tedesco, la Dehomag segue l'esercito sui nuovi territori di conquista, aprendo nuove filiali e organizzando censimenti in Austria e in Cecoslovacchia. Il quadro delineato da Edwin Black tende a ricostruire una pressoché totale dipendenza dalla tecnologia IBM e un sostanziale assecondamento di quest'ultima (o del suo deus ex machina Watson) al climax persecutorio contro gli ebrei.

Si tratta, come si può capire, di accuse gravi, che Black supporta con dati e documenti apparentemente inoppugnabili. Nella stessa situazione dell’Ibm c’erano però altre società americane come la G.M. e la Ford nei confronti delle quali non è stato sollevata alcuna obiezione. Anche camion e macchine concorrono allo sforzo bellico. Un selezionatore, ordinatore non è comunque un computer come lo intendiamo noi e gli stessi servizi statistici furono utilizzati da molti altri stati che facevano censimenti e quant'altro servisse e occorresse da decine d'anni. (A quando un libro di Black sul caso Italia in calce). E' sempre la stessa storia passata attraverso il coltello e la dinamite di Nobel. Tutto sta a che scopo si raccolgono i dati e chi li utilizza cosa ne fa. Regola attualissima ancor oggi e  scarsamente applicata. 

"Bessie", così si chiamava il calcolatore elettromeccanico "Harvard Mark 1", realizzato nei laboratori IBM da Howard Aiken con la collaborazione di alcuni esperti e ricercatori dell'università di Harvard. "Bessie", pesava 4,5 tonnellate, aveva più di 800 chilometri di cavi e più di tremila "relè", per un totale di 76o mila componenti. Lungo 16 metri e mezzo e alto due e mezzo 50 feet long, 8 feet tall, and weighed approximately 5 tons (americane) !, l'ASCC  automatic sequence controlled calculator o Harvard Mark 1" fu il primo calcolatore a funzionare automaticamente con programmi registrati, gli "antenati" degli odierni "softwares" . Questa macchina era in grado di sommare due numeri di ventitrè cifre in tre decimi di secondo e moltiplicarli in soli sei secondi. Se consideriamo che queste stesse operazioni sono effettuate oggigiorno da semplicissime calcolatrici da taschino in un tempo più breve, possiamo benissimo capire cosa è stato fatto in meno di cinquant'anni. "Bessie" venne impiegata dalla Marina militare statunitense nel dopoguerra per studi di balistica e progettazione di navi e dalla Commissione per l'energia atomica per ricerche sulla disintegrazione dell'atomo.    I primi passi, di quella che possiamo definire la vera "storia del computer", datano al 1925, quando il professor Vannevar Bush ed altri docenti del MIT (Massachusetts Institute of Technology http://web.mit.edu/ ) progettarono il "Differential Analyzer", il primo calcolatore meccanico d'uso pratico. Fu indubbiamente questa la prima macchina che poteva vantare, in modo assai improprio, il termine di "computer" . Entrata in funzione due anni più tardi, il "Differential Analyzer" fu in grado di risolvere automaticamente equazioni differenziali contenenti fino a 18 variabili indipendenti. La macchina era costituita da un insieme di valvole termoioniche e da parti elettromeccaniche e venne prodotta in una decina di esemplari. Uno di questi fu acquistato dai militari americani che lo utilizzarono fino all'inizio degli anni Cinquanta per calcoli balistici. Ovviamente il fatto di considerare tale apparecchio un prototipo dei nostri " computer" non deve trarre in inganno: si trattava di una grossa scatola in legno, dalle dimensioni ancora contenute, che poteva essere programmato in alcuni giorni (tempo necessario). Un'altra grossa novità fu quella della scheda perforata che risale però a qualche centinaio d'anni addietro. Questo rettangolo di carta dura, composto da 45 a 80 colonne di numeri e lettere, veniva perforato e introdotto in speciali macchinari, chiamati calcolatori meccanografici (o ordinatori), per effettuare diversi tipi di calcoli. Ma nessuna di queste macchine, fino ad allora, aveva utilizzato quel tipo di codice divenuto universale per coloro che si occupano di informatica. Questo codice, che qualcuno di noi ha studiato a scuola, si chiama "sistema binario" e si basa unicamente su due numeri: 0 e 1 o acceso e spento. Furono i cinesi a inventarlo nel 1100 a.C. !!!, come scrisse Wong Sang, vissuto tra il 1182 e il 1135 a.C., nel suo " Libro delle permutazioni" . Del tentativo del tedesco Konrad Zuse (1936 università di Saarbrucken) di impiegare il sistema numerico binario si hanno poche notizie e nessun riferimento pratico.

  Ma per proseguire nel "sentiero" che abbiamo ricordato all'inizio c'era bisogno di una grande invenzione capace di fare progredire ulteriormente l'avvento delle macchine calcolatrici. Questa invenzione, la prima di una lunga serie, si chiama "transistor". Furono tre ricercatori americani, John Bardeen, Walter Houser Brattain e William Bradford Shockley a idearlo e a perfezionarlo solo il 23 dicembre 1947 !!!. Il "transistor" subentrò alle fragili e costose valvole utilizzate nelle apparecchiature radio e, nel nostro caso, dei calcolatori. I punti a favore erano diversi: praticamente indistruttibile grazie a una durata di 90 mila ore, più piccolo, qualche millimetro contro i diversi centimetri delle valvole "miniaturizzate" di vetro, meno "affamato" di elettricità e con la possibilità di funzionare subito senza attendere il riscaldamento, a differenza delle valvole. Ma si dovette attendere fino al 1950 per vedere il primo elaboratore elettronico costruito in serie. Si trattava dell'"Univac-1" con un costo assolutamente proibitivo, 250.000 $ (dollari) dell'epoca. Anche l'"Univac-1" in fatto di misure non scherzava: pesante 5 tonn., l'unità centrale occupava uno spazio di 5 metri e mezzo per quasi quattro ed era alta due metri e mezzo. Funzionava ancora a valvole, ne aveva 5.400 miniaturizzate. Troppo grande e soprattutto troppo costoso per essere alla portata di molti. Un'altro di questi modelli L'"Eniac" si guastava in media ogni cinque ore e mezza e in un anno era capace di bruciare quasi 20 mila valvole, un succhiasoldi.  Il resto è quasi storia moderna
Popular-Science Oct, 1944 -The first large-scale automatic digital computer in the USA. Some interesting facts about the I.B.M ASCC: It cost $ 250,000. It could calculate using numbers with up to 23 signifigant digits. These were set with an array of 1,440 dials It took 3/10 second for add/subtract, 5.8 for multiplication and 14.7 seconds for division.
It weighed 3.5 tons and was powered by a 2 horse-power motor. It contained 500 miles of wire
 
  900 km di cavi.. Ma questo calcolatore, seppure dotato di misure ragguardevoli, può essere considerato piccolo davanti alle dimensioni del gigantesco elaboratore elettronico Eniac entrato in funzione nel 1946

"Eniac", acronimo di "Electronic Numerical Integrator and Calculator" . Questo mastodonte entrò in funzione il 16 febbraio1946 in un salone di 9x15 metri, al poligono di tiro del comando di artiglieria di Aberdeen, nel Maryland e a ragione è considerato il bisnonno dei computer. Ecco alcune sue caratteristiche: aveva quasi 17 mila valvole, 70 mila resistenze e 10 mila condensatori, 5 mila saldature e un peso di 30 tonnellate. Era capace di effettuare 300 moltiplicazioni o 5.000 addizioni al secondo e assorbiva la bellezza di 174 Kw quando era in funzione, con il risultato di fare fondere continuamente, per via del terribile calore, gli isolanti dei diversi condensatori. Originariamente doveva costare 150.000 dollari, alla fine però il suo costo triplicò. Considerato una meraviglia del tempo, questo gigante rimase in servizio per 9 anni, fino a quando divenne praticamente impossibile usarlo a causa dei continui guasti e spese di manutenzione (una squadra di dieci tecnici era sempre disponibile ventiquattro ore al giorno).

     

 

IL TELAIO DI JACQUARD (a sinistra) e la parentesi torinese di BABBAGE

Nel 1804, l'imprenditore francese J. M. Jacquard pensò d'introdurre nei telai di legno della sua azienda che produceva stoffe a Lione (andate nel vecchio quartiere della Croix Rouge a Lione per assaporarne parzialmente l'atmosfera), delle lunghe schede di cartone forato: ad ogni scheda corrispondeva un preciso disegno, formato da forellini. Sembrava si potesse finalmente dare ordini a una macchina perché eseguisse da sola un lavoro ripetitivo. La reazione degli operai fu immediata: i telai di Jacquard rischiavano di gettare in miseria i 4/5 della popolazione di Lione e l'intero quartiere. Il Consiglio della città gli ordinò di distruggerla. Tuttavia, nel 1812 operavano in Francia già 11.000 telai a scheda perforata. Dieci anni dopo la macchina era diffusa in Inghilterra, Germania, Italia, America e persino in Cina. Alla fine degli anni '50 del XX secolo le lavabiancheria "automatiche"(ma si chiamavano semiautomatiche) funzionavano introducendo una scheda perforata metallica nel pannello comandi per gestire un ciclo di lavaggio con varie funzioni.

 

LE "ORDINATRICI" POWERS 

  Era la fine del 1840 e si svolgeva presso l'Accademia delle Scienze di Torino il 2° congresso degli scienziati, o, come si diceva allora, dei "filosofi italiani". Dall'Inghilterra arrivò anche il matematico Charles Babbage, oggi considerato il primo informatico della storia. Lo accompagnava un amico piemontese, Federico Prandi, che viveva in esilio, essendo stato condannato a morte per i moti liberali del 1821, e che proprio in virtù della sua amicizia con Babbage aveva ricevuto uno speciale salvacondotto per un breve ritorno in patria. Più tardi Prandi sarà graziato. "Nel 1840 il re Carlo Alberto invitò i saggi d'Italia a riunirsi nella sua capitale. Su invito del suo più grande matematico, io portai con me i disegni e le spiegazioni dell'Analitical Engine. Essi furono ampiamente discussi e la loro validità fu riconosciuta dai più eletti figli d'Italia. Al Re, Vostro Padre, io devo il primo riconoscimento pubblico ed ufficiale di questa invenzione" http://www.torinoscienza.it/accademia/dossier/apri?obj_id=6462  

Così lascerà scritto Babbage. A Torino, per la prima volta, si parlò di programma, il concetto centrale della scienza e della tecnica informatica: ossia della descrizione della sequenza delle istruzioni, con possibili salti e diramazioni, da eseguirsi automaticamente senza l'intervento dell'uomo fra un'operazione e la successiva e da considerarsi come un dato di ingresso alla pari dei dati numerici. La descrizione del programma era affidata, nell'invenzione di Babbage, alla scheda perforata, figlia del cartone che Jacquard aveva introdotto nel telaio qualche decennio prima. Le schede erano di due tipi: le schede dati, destinate ai valori numerici delle grandezze da trattare e le schede programma contenenti la descrizione analitica delle singole istruzioni, ossia delle singole operazioni elementari da eseguirsi. Le schede perforate, come la filosofia operativa, costituiranno le unità fondamentali di ingresso nei calcolatori elettronici IBM della prima e della seconda generazione sino al 1975, quando il floppy disk subentrerà alla scheda.

 

 

 

The government gave Powers the right to patent his machines, and he left the Census Bureau in 1911 to establish the Powers Accounting Machine Company in Newark, New Jersey. The company sold a punch, a sorter that was somewhat easier to use than Hollerith's, and a printing tabulator developed by W.W. Lasker. The printing feature was an improvement over Hollerith's tabulator, where the totals had to be written down by hand. In 1914, the Powers company moved to Brooklyn and also began selling in Europe. It asked CTR to sell it licenses to some of Hollerith's patents. Thomas Watson, the president of CTR, was very sensitive on issues relating to U.S. antitrust laws and agreed to the sale. However, the terms were very stiff: a payment to CTR of 25 percent of the gross rental of Powers machines for a license which covered only mechanical sensing of the punched card holes. Electrical sensing was not licensed. This left Powers with both cost and technical handicaps, a position so tenuous that the company was on the verge of closing during the recession of 1921. In 1922, CTR consented to cut the license fees in half, since Watson still feared a government antitrust suit should Powers go out of business. Powers merged with Remington Typewriter Company and Rand Cardex to form Remington-Rand Corporation in 1927.

 

IL "CASO" ITALIA ?!

Nel 10° anniversario della vittoria (1928) quella che era stata per anni una iniziativa locale di pochi privati e amministrazioni  nel dare un nome e un numero ai caduti della Grande Guerra si trasformò in un impegno a livello nazionale per la pubblicazione dell'"Albo d'Oro dei caduti" (R.D. 2130 del 22/11/1925). Con tale decreto si diceva espressamente che si doveva soddisfare un bisogno di ordine morale e patriottico profondamente sentito dal Governo e in secondo luogo, quello di valutare il tributo di vite umane immolate nello sforzo di guerra del paese. Circa la forma dell’Albo d’Oro si stabilì, per facilitare le ricerche, che esso dovesse essere regionale. Per ogni regione si compilano uno, due e anche tre volumi nei quali i nomi sono disposti in ordine alfabetico senza alcuna suddivisione nè per forza armata di appartenenza, nè per grado, nè per causa di morte; soltanto quando per la regione occorra pubblicare due o più volumi si addiviene ad una suddivisione per provincia. I nomi dei Gloriosi Caduti si presentano su due colonne di 30 nomi ciascuna per pagina, inquadrate da un bellissimo fregio avente per motivo il fascio littorio; le colonne sono separate da un fregio arieggiante una fiaccola. I nomi dei morti decorati di medaglia d’oro occupano ciascuno una intera pagina dell’Albo, in cui, oltre i dati segnaletici sul Caduto, è riportata la motivazione dell’altissima decorazione.
Il procedimento tecnico seguito nella formazione dell’Albo è il seguente:
Dall’archivio dell’Ufficio Stato Civile del Ministero della Guerra, contenente circa 64o.ooo fascicoli ordinati numericamente; 250.000 atti di morte, ordinati per corpo e reparto; 8o.ooo atti d’irreperibilità, ordinati anch’essi per corpo e reparto, si sceglie il materiale che riguarda i Caduti della regione allo studio.

Herman Hollerith e James Powers (quest'ultimo emigrato russo), primi ad aver capito le potenzialità della scheda perforata, svilupparono apparecchiature che potevano leggere automaticamente le informazioni che erano state perforate senza che vi fosse intermediazione umana. Gli errori di lettura, conseguentemente, furono notevolmente ridotti, il flusso di lavoro aumentato e, cosa ancora più importante, le pile di schede perforate potevano essere utilizzate come una memoria complessiva accessibile di capacità praticamente illimitata. La loro prima applicazione fu il censimento americano del 1890 dove occorsero 6 mesi di lavoro contro i 7 anni del precedente. Praticamente si faceva un censimento quando si era appena terminata l’elaborazione (con errori) dell’altro. Dai dati ben difficilmente si riuscivano a trarre indicazioni sulla programmazione e sullo sviluppo economico o a predisporne i relativi piani. I due presero poi strade diverse confluendo il primo nel colosso IBM mentre Powers costituì la SAMAS (Société anonyme des machines à statistiques) invadendo l’Europa di “calcolatori”. Un norvegese Bull si lanciò anche lui nel business con macchine che raggiungevano una velocità di trattamento di ben 140 schede al minuto. Questi sistemi presto inclusero prestazioni come l'alimentazione automatica di un prefissato numero di schede tramite una stazione di lettura; l'esecuzione di operazioni come l'addizione, la moltiplicazione e il riordinamento; la restituzione di schede perforate con i risultati. Per più di 50 anni dopo la loro apparizione, i sistemi a scheda perforata eseguirono la maggior parte del lavoro d'elaborazione nel mondo degli affari, dei censimenti, dei trasporti e una considerevole parte del calcolo scientifico.   le impiegate del ministero al lavoro, a sinistra una perforatriceIl materiale cosi estratto viene sottoposto ad un primo esame dopo il quale, se il documento contiene tutti i dati necessari per l ‘identificazione del Caduto passa al personale addetto alla compilazione delle schede; se invece occorre che i dati in esso contenuti siano completati o comunque accertati, passa all’apposito gruppo di istruttoria (che interverrà nelle anagrafi etc. L'incrocio di più archivi evitava di tralasciare caduti e verificava che molti dati fossero esatti). Per avere un’idea della mole di lavoro che richiede l’estrazione dei documenti dall’archivio ed il loro completamento, basti pensare che per il primo volume, compiuto nei mesi di febbraio e marzo 1926, si ebbe una cernita di circa 30.000 fascicoli, che richiesero l’invio di circa 5.000 richieste di informazioni, e il controllo presso la Direzione Generale Pensioni del Ministero del Tesoro di 8.000 cause di morte, al fine di stabilire se quelle definitivamente accertate come movente per servizio, fossero conformi ai primitivi giudizi della Autorità Militare. Per gestire questa immane mole di dati e per farne al di là di un elenco un dato statistico, di studio e di riflessione bisognava ordinare anche se anonimamente le cifre. Per fare questo intervennero le macchine a schede perforate, già conosciute per il loro servizio durante i censimenti, che provvidero a elaborare quelle centinaia di dati.  Le perforatrici (donne foto sopra) si misero all'opera e con codifiche numeriche classificarono (si calcola perforassero 120/150 schede all'ora cadauna) le schede con l'indicazione per ogni caduto di data morte, fronte, classe di nascita, provenienza, corpo, grado, causa morte, medaglie,  figli, professione etc... (ad esempio i bersaglieri avevano il codice 06, gli alpini il 05, i mitraglieri 07 etc...). Le macchine che si occupavano del lavoro erano le Powers. .. si tratta come diceva l'articolo della rivista del T.C.I. La sala pratica e schedein complesso di un lavoro non semplice, nè breve, ma, compiuto questo, si aprono vaste possibilità di aggruppamento per caratteri combinati e questi possono essere eseguiti con tale rapidità da compensare ad usura il tempo impiegato nella perforazione. Quando si tratta di contare e operare successivi smistamenti a mano di diecine e centinaia di migliaia di schede, riesce pressochè impossibile che i calcoli quàdrino, e si devono limitare gli aggruppamenti a quelli relativi ad un solo carattere. Nel caso presente sarebbe già grande risultato, senza le macchine, poter far conoscere alla fine di ogni volume la distinzione dei morti isolatamente per classe e per distretto. Le Powers invece, che contano e classificano circa 17.ooo schede all’ora, hanno consentito e consentiranno all’Ufficio Statistico di porre alla fine di ogni volume tabelle contenenti i principali smistamenti e gli eventuali aggruppamenti dei morti per caratteri combinati, quali ad es. arma e grado, data e causa della morte, distretto di nascita e medaglie al valore, ecc.

LA STORIA DELLA IBM ITALIANA  http://www-03.ibm.com/ibm/history/history/history_intro.html   e i suoi computer al servizio degli alleati in guerra  (Dal  sito del Gen. Patton) http://www.pattonhq.com/ibm.html per saperne di più  storia del computer  http://www.windoweb.it/edpstory_new/eh.htm 

 
 

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