LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

INDUSTRIA BELLICA ITALIANA

2a parte

Da questa pianta di origine messicana poteva infatti essere estratta della gomma (e viene fatto ancora oggi da qui deriva il Latex anallergico)

GUAYULE

(Parthenium argentatum)

More than 2,000 species of plants can produce rubber, but guayule  is the only one other than Hevea which has had commercial success, dating to the first decade of the XX century, when guayule rubber producers operated along the U.S.-Mexican border.

La gomma sintetica, il caso Lancia e il caso Agip

"Illustrazione del Popolo" 2 agosto 1942 "....si pensi che un pneumatico per rimorchi pesa più di 60 Kg. Sono quindi 60 Kg di gomma risparmiati per ogni "ruota autarchica"  che entra in circolazione..." 

Ruota autarchica

Japanese internees at Loveday (sotto campo di prigionia australiano che includeva anche italiani) planting seedlings of  the experimental crop guayule, thought  to be a possible alternative source of
natural rubber.

 

       

3RO Lancia

La gomma sintetica

Giulio Natta riceve il premio Nobell 10 dicembre 1963 a Stoccolma

http://regioesercito.dns1.us/industria/ecoguerra.htm un articolo sulla economia di guerra

 

 

 

 Al termine del 1° conflitto il parco automezzi non raggiungeva le 50.000 unità, moto incluse. Si contava nell'emergenza di utilizzare quelli civili requisendoli (come se non servissero a niente).  Già dal 1937 era stato quindi stabilito che tutti i camion dovevano avere caratteristiche minime conformi alle normative militari, Peso, portata, raggio di curvatura, velocità, motore etc.

Come negli Stati Uniti uno dei primi provvedimenti presi in Italia è la limitazione della velocità per risparmiare battistrada. Un altro provvedimento è aggiungere rimorchio a rimorchio e fare un treno, come succede in Australia oggi su strade dritte e piatte (le manovre risulterebbero impossibili anche in Australia). La crisi della gomma aveva portato anche a questo, ma come c’eravamo arrivati. Durante il periodo dell’autarchia le difficoltà di approvvigionamento fanno intensificare le ricerche di prodotti e processi industriali alternativi. Abbiamo sperimentazioni con il coke, gas metano, benzine di scisti e lignite, alcol ed ammoniaca. La società SIRI mette a punto il suo processo di sintesi del metanolo (già utilizzato come combustibile, per la produzione di materie plastiche e di esplosivi). Nel 1938 l’IRI e la Pirelli, sollecitate dal Ministero dell’ Industria, costituiscono la SAIGA Società Agricola Italiana Gomma Autarchica (vedi libri freetime) per lo sfruttamento del Guayule. Tra il 1936 e il 1937 il Centro Chimico Militare, aveva ottenuto la collaborazione della statunitense International Rubber Co. per la coltivazione, in Puglia, del guayule. Da questa pianta di origine messicana poteva infatti essere estratta della gomma. A quella data il fabbisogno nazionale di gomma è stimato in 30.000 t/anno e la SAIGA prevede di poterlo soddisfare per un terzo. Lo scoppio del conflitto mondiale e l’entrata in guerra dell’ Italia interrompono i contatti con i tecnici americani e nel 1943 l’impresa viene chiusa (per vicende di guerra). Il 14 settembre 1939, sempre la Pirelli e l’ IRI, costituiscono la  SAIGS Società Anonima Industria Gomma Sintetica per la produzione di butadiene (o gomma sintetica) a partire dall’acetilene (carburo di calcio quello che da ragazzi ci si faceva i botti o ci si alimentava le lampade) secondo un brevetto tedesco concesso alla Bicocca.

 

(sopra) RO 37 Imam biplano costruito in Italia a partire dal 1937 e destinato alla ricognizione strategica e al combattimento, venduto alle forze aeree afgane nel 1938 in numero di 16 pezzi. Montava i motori Piaggio Pxr stellari a nove cilindri raffreddati ad aria che consentivano una velocità di 310 Km/h a bassa quota. La targhetta “Aeroplani Romeo Napoli” e il numero di matricola, nonché le date, come quella su una bombola all’interno di un relitto (22.06.1937) attesta l’autenticità del materiale rinvenuto e gli conferisce un valore storico di notevole importanza. Fonte: Italfor Kabul  

Per lo svolgimento di questa attività sono previsti due stabilimenti, uno a Ferrara e uno a Terni. Nell’ottobre 1943 la linea per la produzione della gomma sintetica non era stata però ancora completata. L’avanzata delle truppe alleate indusse i tedeschi ad asportare i macchinari già installati per proseguire la produzione in Germania. Dal 1926 risultano di fondamentale importanza le ricerche di Giulio Natta nella sintesi catalitica del metanolo da ossidi di carbonio e idrogeno. Agli anni '30 risalgono anche le sue indagini sulla gassificazione del carbone con ossigeno, effettuata con un gassogeno sperimentale da lui installato presso l’Istituto di Chimica Industriale del Politecnico. I risultati di queste ricerche sono stati largamente applicati in diversi gassogeni industriali, ciascuno avente una potenzialità di 50.000 m3/g di gas, utilizzato per la produzione di fertilizzanti, di carburanti e di esplosivi. Ancora agli inizi degli anni '30 Natta avviava i suoi studi sulla preparazione della formaldeide mediante ossidazione del metanolo. All’inizio degli anni '40 risalgono invece i lavori di Natta per la messa a punto di nuovi processi per la produzione di butadiene e, soprattutto, lo studio e la realizzazione di un metodo del tutto originale per il frazionamento di miscele di idrocarburi a quattro atomi di carbonio che, per la prima volta, consentiva di separare, con un procedimento di tipo fisico, butadiene ad elevata purezza, necessario per la preparazione delle gomme sintetiche
   

IL CASO LANCIA

 
Vincenzo Lancia è molto previdente, conosce i bisogni dell’Esercito e già dal 1912 (Libia) ha impostato il camion (22 q.li) che qualche anno dopo farà da chassis alla prima autoblinda 1Z carrozzata Ansaldo. Altri modelli escono durante e dopo il conflitto, ma il boom arriva, anche in casa Lancia, col Diesel. La Junkers tedesca concede in licenza la costruzione di un propulsore bicilindrico a 2 tempi che viene montato sul nuovo autocarro "Ro", prodotto per l'esercito in due versioni differenziate dal passo e dalla portata. Una di queste può trasportare 54 quintali di carico. Costruito in circa 600 unità, il "Ro" rimane un fedele compagno delle nostre truppe fino al 1936, quando esce di produzione. L’esperienza porta a progettare iniettori e camere o precamere di combustione più perfezionate che consentono di lasciare il 2 tempi per il 4. Nasce così il "3 Ro"  (dopo la breve parentesi del RO-RO) nuovo veicolo azionato da un motore a 5 cilindri in linea di 6875 e 93 CV. E’ il camion più famoso, quello che compare in tutte le fotografie. Farsi la foto accanto a un 3RO è rassicurante è sinonimo di progresso e affermazione personale. E’ con i militari italiani in Russia e in Africa dove dimostra tutta la propria versatilità ed affidabilità, anche nella versione "autocannone", che monta un pezzo d'artiglieria da 90 millimetri. Dal '43 in poi, le versioni Diesel, vengono affiancate dall'"EsaRo" dotato di un propulsore a benzina da 80 CV del quale si costruiranno 400 !! esemplari. Le scorrerie africane della cavalleria esplorante inglese coi loro piccoli e pungenti mezzi blindati, spinge il governo a chiederne un analogo. Modificando il motore dell’Astura 1° serie nasce il Lince italiano, esternamente simile al Daimler Mk II (che loro chiamano Dingo, ma anche Lince). Corazza in acciaio (da 14 a 30 millimetri), motore da 60 CV, trasmissione integrale, sospensioni indipendenti e velocità massima di 90 km/h. Verrà costruito in 250 esemplari che non vedranno mai l’Africa. Vincenzo Lancia è anche colui che ha dato alla motorizzazione moderna una svolta importante con la carrozzeria portante introdotta nel 1922 con la Lambda. La casa di Chivasso nel II dopoguerra partecipa ai gran premi di F1 "rubando" il miglior pilota della piazza, Alberto Ascari alla Ferrari. Un tragico incidente a Monza (Ascari volle provare la Ferrari di Castellotti), segna la fine della Lancia nei gran premi. Disegno e progetti delle auto vittoriose vengono consegnati a Enzo Ferrari designato erede italiano delle corse. http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/statistiche.htm Supporto tedesco all'industria di guerra italiana

Nel 1864 fu perforato a Vallezza, tra Respiccio e Neviano de’ Rossi (Pr), il primo pozzo per idrocarburi (40 m di profondità). Per l’epoca l’Italia diventava il secondo produttore mondiale di petrolio 

IL CASO AGIP

“Enrico ce l’abbiamo fatta”

 
PRODUZIONE E LAVORAZIONE DI PETROLIO IN ITALIA DAL 1926 AL 1950
anni Petrolio (tonn) Metano (mc). Benzina (tonn) Oli lubr. (tonn)
1926-30  6.242   6.776  28.873  14.274
1931-35 21.183  13.224 136.242  24.505
1936-40 13.377  18.666 329.233  62.594
1941-45 10.080  48.615 (55.000)  40.085 20.134
1946-50  9.565 206.686 484.566 30.550

Il 3 aprile 1926 nasce l'Agip, Azienda Generale Italiana Petroli (decreto 556-3/4 - per il 60% dello stato), per l'estrazione, il trasporto, la raffinazione e distribuzione dei prodotti petroliferi.

Una pubblicazione ufficiale mette il ritiro dall'Iraq come “l’impossibilità italiana di affrontare gli oneri finanziari per un serio sfruttamento in un’aerea a forti tensioni internazionali …. (Gli oneri ci sono in ogni ricerca e il petrolio non sgorga mai da solo. Le tensioni erano esclusivamente nostre che avevamo rotto con i nostri ex alleati. Lasciare un pozzo che funziona per uno che non esiste sarebbe stata una ben strana opzione del fascismo. Non si capisce perché oggi qualcuno spacci e difenda ancora questa versione).  

OMICIDIO MATTEOTTI

L'Agip, costituita con struttura di holding , opera per conto dello Stato in competizione con il duopolio che domina il mercato italiano: la Siap, Società italo-americana per il petrolio, filiale della Standard Oil of New Jersey costituita nel 1891, e la Nafta, filiale della Royal Dutch-Shell, attiva dal 1912. Fin dall'inizio della propria attività, in virtù di una convenzione stipulata dal governo italiano con i sovietici nel 1923, l'Agip distribuisce in Italia la benzina Victoria. La scarsità dei mezzi e delle tecnologie, per un paese dove la scoperta degli elementi era più difficile che in altri non portò a grandi risultati. L’Agip si rivolse quindi a paesi esteri non ancora monopolizzati da Inglesi e Francesi e alle nostre colonie. In Iraq, nel 1932, l'Agip riesce per fortuite vicende a diventare socio di minoranza della British Oil Development (Bod) per le ricerche nei campi petroliferi di Mossul nel nord del paese. L’Italia sostiene poi anche politicamente con vendite di armi Re Feisal d'Iraq, inviso agli stessi inglesi (che lo hanno messo sul trono) e che di fatto esercitano un protettorato, come fa la Francia con la Siria. Feisal I morirà prematuramente nel 1935 dopo che l’Italia si sarà portata al 55% nella B.O.D. L’anno dopo per le note vicende etiopiche l’Italia lascerà l’Iraq vendendo, volente o nolente, le sue quote. Si dice che i soldi/oro ricavati servirono per pagare agli inglesi i passaggi delle navi da Suez, che chiusero l’occhio delle sanzioni, ma anche due visto il luccichio. Il risultato fu che andammo comunque a cercare il petrolio in Eritrea e Etiopia dove non esisteva. Ma sugli oneri si poteva anche fare le creste e sondaggi ed esplorazioni vengono effettuate in diverse località. In Italia intanto l’Agip assume una posizione dominante assorbendo aziende del settore, raffinerie etc: Programmi di studio vengono avviati anche per verificare la possibilità di sfruttamento del gas naturale nel sottosuolo della Pianura Padana. Si perfora oltre che in Padania, in Abruzzo, Ripi (Lazio), in Basilicata.  

Una storia un po’ bizzarra la racconta il figlio di Matteotti che attribuisce la macchinazione dell'assassinio del padre ad affari “illeciti” sul petrolio nazionale e coloniale. La società petrolifera americana Sinclair, aveva versato "tangenti", pari a 150 milioni a diversi personaggi del regime, finanche al Re in forma di azioni della Società. Il tutto per ottenere in esclusiva i diritti delle ricerche in Italia e guarda caso per evitare che gli italiani cercassero petrolio in Tripolitania !!!. Sic et simpliciter. I dubbi su questa verità sono molti, visto che l'Agip continuava a lavorare, altre compagnie lavoravano e che il petrolio Italiano (nel nostro sottosuolo) non era per ora una ricchezza per nessuno. Matteotti, venuto a conoscenza di questo patto scellerato (del 1923), ne avrebbe minacciato la pubblica diffusione o l’uso come arma di ricatto. Giancarlo Fusco  articolo del 2/1/1978 su "Stampa sera"
(giornali seri e giornalista serio !!!).

Cosi un testimone nel 1936: “Il rendimento del solo pozzo n. 1, sull’anticrinale chiamato di Kirkuk, gettò fuori una formidabile tromba di petrolio di 12.000 tonnellate giornaliere che inondò il territorio… In tutto a Kirkuk furono perforati 42 pozzi il cui “rendimento sorpassava talmente i bisogni che venne deciso di far lavorare soltanto 15 pozzi. Essi forniscono i 4 milioni di  tonnellate annue che gli oleodotti inglese (lungo 750 km) e francese trasportano rispettivamente a Caifa (allora Palestina, oggi Israele n.d.r.) e a Tripoli di Siria.” (oggi Libano).  

Fine della Guerra

In Libia intanto qualcosa sembra sgorgare dal sottosuolo. Nel 1936 Ardito Desio venne incaricato dal Governo della Libia di creare il Museo Libico di Storia Naturale e di dirigere ricerche geologico-minerarie e di acque artesiane nel sottosuolo. Di tutto scoprì fuorché l’acqua: un giacimento di magnesio e potassio (carnallite) nell'Oasi di Marada, nonché l'esistenza di idrocarburi nel sottosuolo da dove furono estratti, nel 1938, alcuni litri di petrolio. Per i successivi tre anni si perforò a casaccio (12 o 18 pozzi) senza trovare praticamente nulla. Lo scoppio della guerra (dal 40) impedì di fatto lo sviluppo delle ricerche. Dissero e dicono ci mancava la nuova tecnologia americana sulla prospezione geologica (onde sismiche provocate da esplosivi); ma non è vero gli americani erano già venuti e il petrolio in Valpadana a Caviaga (Lodi ) lo avevano quasi trovato. Poi quando dichiarammo guerra anche a loro nel 41 se ne andarono lasciandoci le macchine e il Know How per  proseguire. Caviaga dal '43 cominciò a pompare gas, ma i tecnici centellinavano le estrazioni e molto spesso nascondevano le attrezzature per la perforazione di ulteriori pozzi che sarebbero tornati convenienti ai tedeschi.

IL CASO MATTEI

A fine conflitto per il governo del Sud e per il CLNAI l’Agip era un fallimento, un pozzo senza fondo per gli investimenti divorati. Andava venduta e simili avventure andavano evitate in futuro gettando soldi in aziende pubbliche. Incaricato di stendere la relazione Enrico Mattei, nominato da Poletti governatore alleato del Nord Italia testè liberato. Mattei si recò dall’Ing. Carlo Zanmatti che a dispetto di ogni evidenza gli disse che li sotto c’erano milioni di mc. di gas. Mattei ci rimase male, l'uomo che aveva di fronte probabilmente era su una lista da epurare* e Mattei non poteva di colpo credergli. Aveva bisogno di una proroga che gli concessero. Per fedeltà agli ordini continuava a trattare coi compratori, che non discutevano mai sul prezzo di attrezzature malridotte e potevi sparare qualsiasi cifra sui diritti di perforazione e questi l’accettavano. Il sospetto che si nascondesse qualcosa si fece grande, ma restava da convincere il governo che tirava dritto per la sua strada. Zammatti gli disse."Perforiamo con quello che abbiamo dove so io". Alla fine Zammatti telefonava a Mattei “Enrico ce l’abbiamo fatta” . 50.000 mc/g di Gas sgorgarono a 150 atmosfere. Era fatta o quasi.

Devoli Albania

(Nel 1938 l'Agip si dotò di due "gruppi sismici" di fabbricazione americana, con i quali era possibile effettuare prospezioni tecnologicamente più avanzate che sfruttavano conoscenze mutuate dalla sismologia).

Ai primi di aprile del 1945 i pozzi
petroliferi di Montechino furono
sottoposti ad un prolungato attacco
di cacciabombardieri anglo-americani.
Le attrezzature subirono gravissimi
danni. L'ultimo carico di greggio da
Piacenza a Milano fu compiuto fra il
19 e il 20 aprile del 1945 sotto
continui attacchi di aerei e pattuglie
partigiane. Fonti partigiane dicono che alcuni pozzi abbandonati servivano per rifornire gli automezzi dei partigiani. Non si conosce con quale tecnica o quale motore potesse bruciare questo greggio non raffinato, anche se di buonissima
qualità.

S. Angelo Lombardi

*tutti gli uomini coinvolti col vecchio regime vennero epurati, almeno in un primo tempo. Zanmatti nel ricordo della figlia http://archiviostorico.corriere.it/2001/giugno/18/Mio_padre_Mattei_Agip_Una_co_0_0106189450.shtml

La Marina militare, in previsione di una guerra contro l'Inghilterra era riuscita a acquistare, negli anni precedenti allo scoppio del conflitto, ingenti quantità di nafta per caldaie fino a raggiungere i 2.000.000 di tons, ritenute sufficienti per circa un anno e mezzo di guerra. A queste riserve attinsero in vari periodi più o meno forzatamente diverse strutture come il ministero delle Corporazioni e la Regia Aeronautica, le cui cisterne costruite nel 1939 con laminati di zinco, anziché in ferro, avevano rovinato gran parte del combustibile. Fino al gennaio del 1941 non ci furono limitazioni al consumo di nafta, ma in quel mese, quando si erano già bruciate 671.560 t di carburanti, Supermarina fu costretta a ridurre l'attività delle unità della Squadra. Fino a quel momento nessuna grande partita di nafta era stata acquistata per reintegrare quella consumata: infatti le circa 50.000 t che provenivano mensilmente dalla Romania erano destinate  all'Esercito e ai consumi per usi civili, mentre l'Aeronautica beneficiava delle circa 200.000 t di nafta annue, di qualità appena accettabile, proveniente dai pozzi albanesi scoperti nel 1918 cercando acqua. L’Aipa, Azienda italiana petroli Albania verrà  assorbita dall’Agip dopo il '26.

 La fine di MatteiIl 27 ottobre 1962, l'aereo Morane-Saulnier MS-760 Paris su cui stava tornando da Catania a Milano, precipitò nelle campagne di Bascapè, un piccolo paese in provincia di Pavia, mentre durante un violento temporale si stava avvicinando all'aeroporto di Linate. Morirono tutti gli occupanti: Mattei, il pilota Irnerio Bertuzzi ed il giornalista inglese William McHale. http://www.disinformazione.it/enrico_matei.htm  
le maggiori compagnie tuttora esistenti sono
1 Continental Oil (ribattezzata Conoco)
2 Standard Oil of Indiana, (ora Amoco)
3 Standard Oil of New Jersey poi nota come Esso oggi ExxonMobil per fusione con Standard Oil of N.York
4 Standard Oil of California poi Chevron, ora ChevronTexaco !! per fusione
Delle famose 7 sorelle dell'epoca Eni-Mattei la Standard Oil era nelle sue filiazioni per la legge antitrust i 3/7: le altre erano la BP (già Anglo-Persian Oil Company), la Texaco !!, la Royal Dutch Shell, Anglo-Olandese e la Gulf Oil in buona parte confluita nella Chevron

 

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