LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

L'ATOMICA DI HITLER 2a parte

(se siete arrivati casualmente su questa scheda vi consigliamo, col torna indice a piè pagina, di leggere anche la 1a parte,  il PROGETTO MANHATTAN e la biografia di Einstein)

“IN MISSIONE PER MUSSOLINI”

Rai 3 - Vania Del Borgo

  - Le cazzate a pagamento di mamma Rai
     

  Le armi segrete di Hitler. In Germania la tecnologia bellica era ad una svolta epocale: erano state sviluppate bombe volanti e missili radiocomandati, le micidiali V1 e V2; erano già operativi caccia che potevano viaggiare a velocità doppie dei velivoli convenzionali; ed era in corso la produzione di una nuova flotta di sommergibili lanciamissili in grado di restituire l'offensiva nei mari dominati dalla marina tedesca. Ma di tutte le armi segrete in via di sviluppo nell'arsenale bellico nazista, la bomba disgregatrice, come veniva chiamata allora la bomba atomica, era sicuramente la più importante. Correva voce che durante un discorso Hitler avesse detto: “Dio mi perdoni gli ultimi 5 minuti di guerra”. Il documentario prende spunto dalle recenti ricerche dello storico tedesco Rainer Karlsch, autore del libro Hitlers Bombe (Deutsche Verlagsanstalt, 2005), per raccontare l'avvincente missione che il giornalista Luigi Romersa intraprese, su ordine di Mussolini, alla ricerca di informazioni riservate sulle armi segrete dei Nazisti. Romersa fu il messaggero fidato, detentore di informazioni sulle armi che erano destinate a cambiare il corso della Seconda Guerra Mondiale e che alimentarono fino all'ultimo le speranze di riscossa del Duce.

In onda su History Channel (canale 406 di Sky) Venerdì, 3 febbraio 2006, ore 21.00
In onda su RAI Tre – “La Grande Storia” Giovedì, 9 febbraio 2006, ore 21.05
Questo documentario è il primo risultato dell’accordo siglato fra Doc/It (Associazione dei Documentaristi Italiani) e l’Istituto Luce, nonché il primo esempio della nuova sinergia produttiva fra RAI e Fox International Channels Italy. E' in vendita la versione Dvd-Luce

  In una lunga intervista, Romersa ripercorre le tappe della sua missione in Germania nell'ottobre del 1944, oggetto di uno dei suoi quattro volumi di memorie editi da Mursia (Le armi segrete di Hitler, 2005). Romersa racconta il suo incontro con Göbbels a Berlino e poi con Hitler a Rastenburg; la sua visita alla base di Peenemünde dove assistette all'assemblaggio della V2 e conobbe lo scienziato tedesco Wernher von Braun; ma soprattutto Romersa racconta di essere stato testimone di un esperimento di deflagrazione a terra di un ordigno nucleare sull’isola di Rügen, nel mar Baltico (golfo di Pomerania). La sua testimonianza, finora senza riscontro alcuno, trova inattesi punti di contatto con gli indizi raccolti dallo "storico" Rainer Karlsch (al suo primo libro)

  La tesi di Karlsch. Mentre la storia dell'atomica tedesca è stata finora incentrata sulla figura di Werner Heisenberg*, Premio Nobel, uno dei più brillanti fisici tedeschi della sua generazione, le ricerche di Karlsch gettano luce per la prima volta su uno scienziato finora rimasto in penombra: Kurt Diebner. Secondo la ricostruzione di Karlsch, il gruppo di ricerca guidato da Diebner, al centro sperimentale di Gottow, nei dintorni di Berlino, coperto dal segreto di Stato, riuscì a costruire un reattore nucleare tra il 1943 e il 1944 e addirittura ottenne sia pur per pochi minuti o ore una reazione a catena nell'autunno del 1944. E' noto che Heisenberg non riuscì mai a costruire un reattore funzionante. Diebner inoltre, secondo Karlsch, nonostante la scarsa disponibilità di materiale fissile in Germania, fu in grado di costruire e testare un ordigno atomico rudimentale e condusse almeno due test tra la fine del 1944 e la primavera del 1945.

foto attribuita a Mittelbau Dora. Internati al lavoro su particolari di V2

   
Nordhausen è sul versante meridionale delle montagne dell’Harz, nella zona di Gottingen Erfurt
Rügen, dove è stata testata la prima bomba (definita da Romersa Atomica), è un’isola  poco lontana da Peenemunde nel golfo di Pomerania, rinomato centro di vacanze allora come oggi. Se cercate la bomba vi rideranno in faccia
Peenemunde è sul mare più vicino a Berlino a est di Rostock
Volkenrode è sul versante settentrionale della catena dello Harz
  Quest’ultimo, secondo testimonianze raccolte da Karlsch, avrebbe avuto un esito drammatico: circa 500 prigionieri sarebbero stati utilizzati come cavie e avrebbero perso la vita. Le ricerche di Diebner godevano dell'appoggio logistico ed economico di Heinrich Himmler e dell'ufficio armamenti dell'esercito e, secondo Karlsch, miravano alla realizzazione di una testata nucleare destinata ad armare la V2 di Wernher von Braun. Karlsch sottolinea che l'ordigno realizzato da Diebner non è paragonabile alla bomba atomica lanciata dagli Stati uniti sulle città di Hiroshima e Nagasaki. Con l'incalzare dell'offensiva alleata sul fronte occidentale e orientale, Diebner fu costretto ad abbandonare il campo e i suoi progetti non furono portati a compimento. La storia non cambia ma il documentario - In missione per Mussolini - ne illumina una pagina finora rimasta in penombra.
     

Con la guerra il cantiere di Prora venne sospeso e servì per i rifugiati di Amburgo e di altre città tedesche bombardate. Durante la guerra il complesso è stato utilizzato anche come centro di formazione per la polizia e le ausiliarie (donne), e come ospedale militare. Dopo la guerra gli edifici erano occupati dall'esercito sovietico. La Germania Est ha usato il complesso dal 1950 al 1991. Durante questo periodo il blocco n. 4 sul lato nord era apparentemente usato per  addestramento al combattimento urbano e ampie sezioni sono state fatte saltare (ruderi oggi). Una parte degli edifici veniva comunque usata per i soldati poi come un villaggio per gli ufficiali. Dal momento che gli edifici erano a mattone nudo nel 1940 quello che vedete e di finitura della Germania orientale. http://www.thirdreichruins.com/prora.htm

(Nota: Più cabine formavano un appartamentino nel caso la famiglia fosse numerosa, ma mancavano i bagni e un qualsiasi uso cucina perché questo era collettivo, tipico da caserma o di colonia marina di Mussoliniana memoria).

  Rügen complesso Prora

After Hitler came to power it was part of his "Strength through Happiness or Joy" (Kraft durch Freude KDF) programme, one of the first mass tourism ventures. He chose a four-mile stretch on the Baltic island Rügen to build the world's largest vacation complex. The massive building complex was built between 1936 and 1939. The eight buildings are identical, and while they were planned as a holiday resort, they were never used for this purpose. The giant complex was designed to house 20,000 tourists. Among the most ambitious of the Third Reich construction projects were five planned seaside resort complexes for the KdF workers association, part of the Deutsche Arbeits Front (DAF) under the leadership of Dr. Robert Ley. In conjunction with KdF cruise ships, these seaside resorts were meant to provide affordable vacations for the average German worker. Although five such resorts were planned, only one was ever started, on the east coast of the Baltic Sea island of Rügen, along the beach at Prora. Construction began in May 1936, and the Prora resort had reached various stages of construction when World War II started in 1939. Completion had originally been planned for 1941, but the complex was never finished. The Prora resort was planned to consist of two complexes - North and South. Every room had a view of the sea. Between the two complexes would have been administration buildings and a large open festival square with an assembly hall at one end. The housing sections were joined by community buildings and swimming halls. The complex included plans for several restaurants, cinemas, sport halls, and other entertainment sites, as well as housing for workers, a rail station, and other necessary infrastructure (water works, electrical substation, post office, etc.). When completed, the complex would have stretched along the beach for almost five kilometers. A large quay was built at the seaside in the center of the complex, with moorings for the KdF cruise ships "Robert Ley" and "Wilhelm Gustloff."   http://www.youtube.com/watch?v=G4D5vewLngg&feature=related 

Francesca Rosa.... La colonia nella baia di Prora, che avrebbe dovuto servire da modello per le altre, fu l’unica a essere parzialmente costruita tra il 1936 e il 1939 su progetto di Clemens Klotz (1886-1969). L’architetto era stato coinvolto nel 1935 da Robert Ley, responsabile del Daf, nella operazione relativa alla struttura balneare producendo un progetto che, presentato in più di un’occasione pubblica, era stato commentato e apprezzato anche dalle più alte cariche del governo. Ciò nonostante, nel 1936 fu bandito un concorso coordinato da Albert Speer, all’epoca direttore dell’Amt für Schönheit der Arbeit (Ufficio per la bellezza del lavoro) all’interno della KdF (la versione tedesca del nostro dopolavoro), al quale furono invitati undici progettisti tra cui Emil Fahrenkamp, Erich zu Putlitz e Heinrich Tessenow, oltre allo stesso Klotz che partecipò con una sostanziale rielaborazione della prima proposta. Secondo le direttive del bando l’insediamento, dimensionato per accogliere simultaneamente 20.000 ospiti, doveva essere imperniato su una Festhalle per manifestazioni di propaganda e di spettacolo circondata da un ampio spazio aperto, ed essere dotato di un sistema di alloggi, costituito da migliaia di stanze con vista sul mare, in grado di funzionare in caso di guerra come ospedale. Attraverso l’organizzazione funzionale e la conformazione degli edifici e degli spazi la struttura avrebbe dovuto favorire il controllo e la manipolazione degli individui, perseguiti dal regime. Fu prescelto il lavoro di Klotz ad esclusione della Festhalle che, giudicata troppo sobria, fu sostituita con quella di zu Putlitz ispirata al linguaggio neoclassicista e segnata da un carattere più aulico e monumentale. Il progetto definitivo elaborato da Klotz e da zu Putlitz fu presentato nel 1937 all’Esposizione Universale di Parigi ottenendo il Gran Prix per l’Architettura. Blocchi identici di rilevanti dimensioni, ripetuti per una notevole estensione, avrebbero generato un insieme austero e monumentale. Le stanze, poco ampie e denominate ‘cabine’ secondo la metafora della nave (12 mq), si susseguivano nella parte dei corpi di fabbrica rivolta verso il mare, servite da lunghi corridoi disposti nella parte opposta. Al piano terreno dei blocchi erano previsti alcuni servizi, tra cui asili e negozi, gli appartamenti per gli impiegati e ampi passaggi di comunicazione..... .
http://www.hevelius.it/webzine/leggi.php?codice=113 

     

Uranverein e Farm Hall dove vennero rinchiusi gli scienziati prigionieri

  * Kurt Diebner. Fu lui a mettere insieme l'Uranverein, ovvero il «club dell'uranio», incaricato di esplorare la possibilità dello sfruttamento della fisica nucleare a fini bellici. Il gruppo si riunì a Berlino nel settembre del 1939 e tra gli scienziati arruolati, oltre a Harteck, ci furono Otto Hahn, il ventisettenne von Weizsäcker, ma soprattutto il suo maestro Werner Heisenberg. Heisenberg era un fisico teorico straordinario, il cui nome rimarrà per sempre legato alla meccanica quantistica, di cui formulò, tra le altre cose, il celeberrimo principio di indeterminazione. Werner Heisenberg era fermamente convinto che la fisica dovesse interessarsi di grandezze misurabili e si interessò molto alle misure nel mondo atomico. I suoi ragionamenti lo condussero a una conclusione molto importante: alcune misure nel mondo atomico formano coppie, ed è impossibile misurare con precisione i valori di ciascuna componente della coppia. Heisenberg dimostrò che ci saranno sempre una certa indeterminazione nella misura della posizione di una particella ed una certa indeterminazione nella misura della quantità di moto della particella. Questa legge è nota come "Principio di indeterminazione". Lo avrebbero voluto tutte le università del mondo, ma lui si ostinava a rimanere in Germania. Erano stati i suoi colleghi a scagliare i feroci attacchi contro Einstein negli anni venti. E nel 1937 toccò a Heisenberg subire gli attacchi. A segnare il suo destino giunge, inatteso, l’aiuto dello stesso Himmler, il potente capo della Gestapo. Nell'estate del 1939 Heisenberg fece un ultimo viaggio negli Stati Uniti e qui parlò con tanti colleghi e amici, molti dei quali erano profughi, come Wigner, Szilard, Teller, Weisskopf, Bethe e Fermi. Ci provarono tutti a convincerlo a lasciare la Germania: Heisenberg rispose che amava il suo paese e non l'avrebbe lasciato.
Himmler, potente capo della Gestapo: "Heisenberg è una persona perbene che non possiamo permetterci di perdere o di mettere definitivamente a tacere"

Wernher von Braun e la conquista dello spazio

     

Badge d'ingresso all'Heimat Artillerie Park 11

  ….. Il direttore tecnico del nuovo centro di ricerca, in codice conosciuto come Heimat Artillerie Park 11, è il 25enne von Braun. Nel giro di poco tempo intorno a questo centro i tedeschi costruiscono gli alloggi per gli scienziati e i loro familiari, una centrale elettrica, una galleria del vento, un impianto per la produzione di ossigeno e idrogeno liquido, numerose rampe di lancio e una fabbrica per razzi. Il Centro di lancio di Peenemünde, zona segreta situata nel Mar Baltico, venne localizzato dagli Alleati e di conseguenza si decise di bombardarlo pesantemente più volte. I tedeschi alla fine furono costretti a decentrarlo, visto i danni subiti e ripiegarono dapprima per un altro centro segreto nelle montagne dello Harz.……I russi sono alle porte: al suo ritorno a Peenemunde (la Gestapo lo aveva fermato con accuse di disfattismo),  von Braun riunì il suo staff, e chiese loro a chi avrebbero voluto consegnarsi. Molti scienziati erano impauriti dai russi, pochi pensavano ai francesi, mentre la Gran Bretagna non aveva abbastanza soldi per affrontare un programma missilistico. Rimanevano gli americani. (ndr: intanto bisognava però sottrarsi alle SS che nell'imminenza della fine avrebbero cancellato tutto anche le loro vite Con documenti falsi, von Braun condusse molti scienziati verso i reparti americani).  Realizzata l'importanza di questi ingegneri, gli USA avevano mandato subito l'esercito a Peenemünde e Nordhausen (Dora) per requisire tutto ciò che restava delle V2 e distruggere entrambe le fabbriche, ma buona parte della produzione era già stata requisita dai russi assieme a un migliaio di tecnici specializzati di un certo valore. Dal canto loro, le truppe americane erano arrivate per prime a Volkenrode e quando i russi, conformemente agli accordi di Potsdam, vennero per installarvisi, gli americani avevano già trasportato via ogni cosa. La base fu smantellata alla meno peggio e il 2 maggio 1945 un folto gruppo di tecnici e scienziati, tra i quali Wernher con suo fratello maggiore Magnus e Dornberger, si consegnarono nelle mani della 44a divisione di fanteria americana http://efour4ever.com/44thdivision/vonbrauncapture.html  .  Durante gli interrogatori a von Braun e al suo gruppo venne offerto un contratto di sei mesi per lavorare negli Stati Uniti allo sviluppo di razzi. Il primo ottobre del 1945 partì ufficialmente l'Operazione Paperclip, con la quale vennero trasferite in America le migliori menti al servizio del Reich. Pochi giorni prima, il 18 settembre, von Braun con altri sei scienziati aveva raggiunto la Newcastle Army Air Base di Wilmington, nel Delaware. Von Braun era rimasto rinchiuso al campo Oberjoch (Hinderlang) mentre Dornberger (Generalmajor) proseguirà per lo "special camp 11" dove erano detenuti tutti gli alti ufficiali nazisti.  da http://www.torinoscienza.it/personaggi/apri?obj_id=223 http://it.wikipedia.org/wiki/Wernher_von_Braun
The history of one of the liberating divisions, the 104th Infantry, tells the ghastly story:

Two miles northwest of Nordhausen a huge underground V-bomb factory was discovered. It was two miles in length, with two large tunnels approximately fifty feet in width and height, connected laterally by forty-eight smaller tunnels. From 1943 to 1945, 60,000 prisoners had toiled here in the production of V-1 and V-2 bombs. Of these, 20,000 had died from various causes including starvation, fatigue, and execution. The SS was in charge of the factory and the camp, with German criminals as straw bosses. Workers were executed at the slightest suggestion of sabotage. No workers had ever been allowed to leave the camp and when they became too weak to work, they were abandoned to die and their bodies burned at the crematorium within the grounds. Reports indicated that approximately one hundred bodies were cremated per day, and there were about thirty corpses piled on the ground awaiting such treatment when the 104th arrived. These bodies showed many signs of beating, starvation, and torture.

Per saperne di più o di meno
http://www-news.uchicago.edu/fermi/Group17/efermi_website/concetti/enucl.htm 
http://www.cronologia.it/storia/a1938z.htm 
http://www.cronologia.it/storia/tabello/tabe1580.htm  U 234
energia nucleare http://en.wikipedia.org/wiki/German_nuclear_energy_project 
http://www.ctie.monash.edu.au/hargrave/rpav_germany_fiesler.html
le bombe volanti tedesche

 

 -da "Il SECOLO XIX" - 7-12-04

ECCO COME IL DISCO VOLANTE DELLA 1A PARTE SI MATERIALIZZAVA AGLI OCCHI DI ROMERSA SECONDO L'AUTOREVOLE STAMPA GENOVESE  

Romersa aveva raccolto la testimonianza di Schriever (vedi prima parte) non c’era andato lui nella base, ma questo piccolo particolare nel passa notizia si era già perso
"Per riuscire a capovolgere all'ultimo momento le sorti della guerra e sfuggire alla disfatta totale che si andava già profilando, Adolf Hitler aveva puntato tutte le sue ultime carte sulla costruzione di speciali dischi volanti, in grado di riuscire a bombardare le forze nemiche sfuggendo all'occhio dei radar. Non era la bomba atomica, dunque, ma una specie di UFO la famosa "Wunderwaffe", la fantomatica arma segreta e miracolosa in cui riponeva le speranze anche Mussolini. La rivelazione che i tedeschi stavano realmente lavorando ad un progetto avveniristico per l'epoca viene dal quotidiano Bild, che è riuscito a carpire le indiscrezioni contenute in un autorevole programma della televisione inglese, che il 18 dicembre prossimo spiegherà in dettaglio i risultati delle ricerche compiute. Gli storici ed i giornalisti di 'Discovery' - questo il titolo della trasmissione scientifica della tv britannica - sono riusciti anche a rintracciare l'ex consigliere militare di Mussolini, Luigi Romersa, 84 anni, il quale ha confermato di aver visto con i propri occhi l'UFO dei nazisti in costruzione nella fabbrica della Skoda a Praga. «Era una cosa straordinaria - ricorda Romersa - l'Ufo era rotondo, aveva al centro una cabina di pilotaggio con una cupola trasparente e tutto intorno erano disposti gli ugelli di propulsione». .... Degli UFO progettati dal giovane ingegnere tedesco Andreas Epp, deceduto nel 1997, al quale i nazisti non permisero comunque di partecipare alle fasi costruttive del disco volante, vennero costruiti 15 prototipi, secondo quanto ha rivelato adesso lo storico dell'aviazione inglese Henry Stevens, il quale ha spiegato che essi «vennero prodotti su incarico delle SS. Disponevano di eliche nella parte inferiore del disco ed avevano un propulsore a reazione». Lo stesso Epp confermò nelle sue memorie i progetti costruttivi dei nazisti. «Appresi - annotò l'ingegnere - che stavano lavorando ai miei dischi volanti a Praga. Ero furioso, poiché avevano rubato la mia idea. Nel febbraio 1945 i nazisti distrussero la fabbrica della Skoda di Praga, compresi tutti i prototipi dei loro UFO e gli schizzi tecnici relativi".

 Riveste particolare importanza - ed è un colpaccio giornalistico - l'intervista a Romersa, consigliere particolare di Mussolini e dunque uomo ben addentro ai segreti del Gabinetto RS/33 e che già nel 1952 aveva pubblicato sulla rivista Il Tempo- di Roma una serie di articoli sui dischi volanti nazisti, addirittura con interviste ai progettisti, come il pilota Schriever, che aveva avuto la fortuna di pilotare una V-7. Il supporto di storici e giornalisti confermano la serietà e l'attendibilità storica del Progetto nazista sugli UFO (a dispetto di chi, ancora oggi, si arrampica sugli specchi e cerca storici compiacenti ben disposti a negare questi fatti inoppugnabili). Deve essere proprio andata così...

LA CONQUISTA DELLO SPAZIO

  La bomba...Un quarto d'ora dopo, un boato spaventoso fece tremare le pareti della torretta. Seguì un bagliore accecante mentre una densa cortina di fumo si distese sulla campagna: Con gli occhi incollati alle feritoie guardavamo la nube che avanzava compatta. Ne fummo inghiottiti. La  sensazione di tutti fu che la torretta fosse precipitata in un abisso... Romersa da "Storia Verità" 1992: Il punto di forza comunque era la cosiddetta bomba disgregatrice, vale a dire l'Atomica il cui primo esperimento, con un ordigno (sicuramente non atomico), sistemato a terra, venne compiuto a Rügen nel Golfo di Pomerania. Il piano tedesco in proposito era elementare: Sul fronte russo ci sarebbe stata una grande offensiva aerea seguita dal lancio di una bomba quale segnale d'avvertimento per gli alleati occidentali invitati in tale maniera ad aprire trattative di pace. Nella notte fra l'11 e il 12 ottobre ero a Berlino. una vettura venne a prelevarmi all'Hotel Adlon....partimmo alle due del mattino. "assisteremo a una prova della bomba disgregatrice" disse un tecnico "E' il più potente esplosivo che fino a oggi sia mai stato scoperto". Non fiatavo. Guardavo l'orologio e aspettavo l'ora. Mezzogiorno "fino a  sera bisognerà restare qui dentro. Usciremo verso l'imbrunire. La Bomba emana radiazioni che sul momento possono danneggiare seriamente...."...La bomba ... "fra sei o sette mesi avremo le prime bombe in serie in grado di essere lanciate dagli aerei: allora le cose cambieranno, sebbene molti siano perplessi circa l'impiego di questo terribile mezzo". Verso le sedici, nella foschia, apparvero delle ombre. Correvano verso il nostro rifugio, erano soldati. Indossavano strani scafandri. Entrarono nel bunker e richiusero frettolosamente la porta "alles kaput" disse uno di loro. Anche a noi venne dato una specie di mantello ruvido e filamentoso. Non saprei dire di cosa fosse fatto. Davanti agli occhi avevamo una lastrina di mica. calzammo stivali e mettemmo guanti dello stesso tessuto del mantello.... a un tratto col piede urtai qualcosa. Era la carogna di una capra carbonizzata. Le casette viste poche ore prima, erano sparite, ridotte a mucchi di pietra. In nottata rientrai a Berlino.

Il principio teorico della propulsione a razzo era noto già dal 1232 ai soliti Cinesi (del resto sono loro che hanno inventato i fuochi artificiali), ma non era ancora possibile superare la forza di gravità terrestre. Il primo razzo a propellente liquido venne lanciato con successo il 16 marzo 1926 dal fisico statunitense Robert Goddard. Dal 1883 al 1946 furono Goddard ,Herman Oberth, Konstantin Tsiolkovsky e Wernher von Braun, quasi  indipendentemente l'uno dall'altro a sviluppare nuovi razzi a combustibile liquido. Fu poi l'Unione Sovietica il 4 ottobre del 1957 a lanciare il primo satellite della storia: lo Sputnik 1 ed il 3 novembre lo Sputnik 2 con a bordo la cagnetta Laika. Dopo diversi insuccessi, nel 1958, nasce la NASA(National American Space Agengy) e l'America affida il progetto allo scienziato Wernher von Braun. Recuperato in poco tempo lo spettacolare vantaggio acquisito dai sovietici, gli Usa lanciano il 31 gennaio 1958 alle ore 22,48, un missile a 4 stadi del tipo Jupiter C . Il 17 marzo 1958 gli Usa posero in orbita il Vanguard 2 che per oltre 6 anni trasmise segnali utilizzando solo energia solare: lo studio preciso delle variazioni della sua traiettoria fornì preziosi dati sulla forma del nostro pianeta . Il Vanguard 2 fu seguito dall'Explorer 3, lanciato il 26 marzo 1958 e dal terzo Sputnik, lanciato il 15 maggio. Quest'ultimo effettuò misurazioni delle radiazioni solari ,dei raggi cosmici e del campo magnetico. Nel 1959 l’URSS lancerà una sonda (lunik 3) che riprenderà il lato nascosto della luna. L'URSS sbalordì ancora l'opinione pubblica il 12 aprile del 1961 con il lancio della Vostok 1 con a bordo il primo uomo dello spazio :Yuri Gagarin .La capsula effettuò un volo di 1 ora e 48 minuti intorno alla terra, raggiungendo un'altitudine di 320 Km.

TORNA ALL'INDICE DEL 1945

 

«Quando tornai in Italia feci una lunga relazione a Mussolini, dove spiegai i mezzi che avevo visto, le armi in azione, la loro efficacia, le persone che avevo incontrato. Riferii tutto, insomma. Il Duce aveva un interesse enorme per la mia missione. Eravamo nel suo studio, e prese molti appunti». Gli stessi che usò - molto probabilmente - per il suo ultimo discorso pubblico, il 16 dicembre 1944, al Teatro Lirico di Milano.

MUSSOLINI E LE ARMI SEGRETE:
Il discorso al Teatro Lirico di Milano del 16 dicembre 1944

..........…Vi è stato un periodo in cui la conquista di Parigi e Bruxelles, la resa a discrezione della Romania, della Finlandia, della Bulgaria hanno dato motivo a un movimento euforico tale che, secondo corrispondenze giornalistiche, si riteneva che il prossimo Natale la guerra sarebbe stata praticamente finita, con l'entrata trionfale degli Alleati a Berlino. Nel periodo di tale euforia venivano svalutate e dileggiate le nuove armi tedesche, impropriamente chiamate «segrete». Molti hanno creduto che grazie all'impiego di tali armi, a un certo punto, premendo un bottone, la guerra sarebbe finita di colpo. Questo miracolismo è ingenuo quando non sia doloso. Non si tratta di armi segrete, ma di «armi nuove», che, è lapalissiano il dirlo, sono segrete sino a quando non vengono impiegate in combattimento. Che tali armi esistano, lo sanno per amara constatazione gli inglesi; che le prime saranno seguite da altre, lo posso con cognizione di causa affermare; che esse siano tali da ristabilire l'equilibrio e successivamente la ripresa della iniziativa in mani germaniche, è nel limite delle umane previsioni quasi sicuro e anche non lontano. Niente di più comprensibile delle impazienze, dopo cinque anni di guerra, ma si tratta di ordigni nei quali scienza, tecnica, esperienza, addestramento di singoli e di reparti devono procedere di conserva. Certo è che la serie delle sorprese non è finita; e che migliaia di scienziati germanici lavorano giorno e notte per aumentare il potenziale bellico della Germania. …

E indice eloquente dello spirito della nazione è la percentuale dei volontari dell'ultima leva, che raggiunge la quasi totalità della classe. La Germania è in grado di resistere e di determinare il fallimento dei piani nemici. Minimizzare la perdita di territori, conquistati e tenuti a prezzo di sangue, non è una tattica intelligente, ma lo scopo della guerra non è la conquista o la conservazione dei territori, bensì la distruzione delle forze nemiche, cioè la resa e quindi la cessazione delle ostilità. Ora le Forze Armate tedesche non solo non sono distrutte, ma sono in una fase di crescente sviluppo e potenza…..