Margherita Grassini Sarfatti
Venezia 1880 - Cavallasca (Como) 1961
Nasce in una famiglia ebraica (un cugino è padre di Natalia Ginzburg), a Venezia, l'8 aprile 1880. Margherita Grassini trascorre un'adolescenza dorata fra lo studio e l’arte. Si sposa giovanissima (1898) con l’avvocato Cesare Sarfatti (si erano conosciuti quando lei aveva ancora 15 anni), ma si trasferisce quasi subito a Milano per liberarsi del provincialismo veneziano del momento. Ha intanto avuto dal matrimonio due figli Roberto e Amedeo. Si impegna politicamente nel partito socialista, come il marito ( vicino ad Anna Kuliscioff), continuando però a sfoggiare i segni della ricchezza della sua classe sociale borghese che si incrementa ulteriormente quando eredita. Si trasferisce allora in Corso Venezia 95 in una casa lussuosissima che diventerà il salotto artistico di Milano (Marinetti, Carrà, Boccioni, Sironi, Funi pittori…. Etc, Palazzeschi, Panzini, Sem Benelli, Mario Missiroli e Ada Negri, scrittori http://www.girodivite.it/antenati/xx2sec/sarfatti/salotto_sarfatti.htm ). Sempre nel 1908 viene acquistata la casa di campagna di Cavallasca, sul lago di Como, (già appartenuta a Carlo Imbonati) dove i Sarfatti trascorreranno le loro vacanze e dove Margherita vivrà gli ultimi anni della sua vita. L'interesse per l'arte moderna, intanto, si sta trasformando in vera professione. I suoi articoli compaiono regolarmente sull'"Avanti della Domenica" e dal 1909 è responsabile della rubrica di critica d’arte dell’"Avanti!", giornale socialista. Quando Anna Kuliscioff fonda nel 1912 "La difesa delle lavoratrici", Margherita si impegna con scritti e con denaro alla riuscita dell'iniziativa. Il 1 dicembre 1912 Mussolini assume la direzione dell'“Avanti!” e si trasferisce a Milano. Margherita, avversaria di corrente interna, si presenta per dare le dimissioni. Dal diverbio fra i due nasce una simpatia reciproca che si trasforma presto in relazione più intima. Scoppiano però anche furiose liti di gelosia perché Mussolini non intende interrompere le sue numerose relazioni. I rapporti restano così sospesi su un piano di "comune libertà socialista". Allo scoppio della guerra Mussolini non può tirarsi indietro come interventista (era stato espulso dal partito) e resta gravemente ferito durante un'esercitazione. Anche per Margherita il destino ha in serbo una disgrazia. |
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IL DRAMMA DEL FIGLIO Il primogenito Roberto, nato a Venezia il 10 ottobre 1900, dopo molte insistenze e tentativi (gli mancava l’età), riesce ad arruolarsi. Note biografiche: ..fu un ardente e convinto interventista tanto che alla mobilitazione generale dell’esercito nel 1915 lasciò gli studi immediatamente e con documenti falsi procuratigli da Filippo Corridoni (Medaglia d’Oro, 1915) riuscì ad arruolarsi volontario nel 35° reggimento fanteria (brigata Pistoia). Venne però riconosciuta la sua giovanissima età (era appena quindicenne) e quindi rimandato a casa. Si imbarcò poi su un bastimento diretto in America e dal comandante fu incaricato della disciplina di numerosi emigranti. Quando tra alcuni di costoro scoppiò una rissa, egli riuscì ad imporsi ed a sedarla. Compiuti i 17 anni, riuscì finalmente ad arruolarsi nel 6° reggimento alpini rifiutando la proposta fattagli di essere ammesso ad un corso allievi ufficiali volendo subito andare a combattere. Dopo ripetute domande, il 21 novembre 1917 ottenne di raggiungere in guerra il battaglione “Monte Baldo” di nuova formazione del suo reggimento e combatté cogli arditi ottenendo un encomio e meritandosi i galloni di caporale. Dopo breve licenza, tornò il 27 gennaio 1918 alla sua 92ª compagnia e con essa il giorno dopo trovò morte gloriosa partecipando all’azione per l’attacco al Col d’Echele.alle Case Ruggi (la motivazione della medaglia oro e le note biografiche sono trascritte dal libro – le Medaglie d’Oro al valor militare – Torino 1925). |
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http://www.corrieredicomo.it/pg_interna.cfm?IndiceID=55&MenuID=5 ) | ||
Come raggiungere il monumento (foto sopra a
fianco)
dedicatogli dalla madre e progettato da Giuseppe Terragni. Dal fianco (sinistro) della Chiesa di Sasso
d'Asiago, a destra per chi guarda, dall'incrocio della Via Stoccareddo-Asiago parte una strada per le contrade aggrappate sul Col Rosso e Echele. La strada (stretta ma discreta, 4/5 km) sale di tornante in tornante verso case Caporai. In cima, quando vi si apre la visuale panoramica, trovate a destra Via Echele e una strada sterrata che scende a Ruggi (a sinistra si va a Caporai Col Rosso). Dopo circa 2/300 metri
per Case Ruggi, si passa accanto alla tomba monumento di Roberto Sarfatti.
In realtà la salma di Roberto
Sarfatti riposa nell'ottagono centrale del Leiten di Asiago, assieme a quella di altri undici eroi, medaglie oro, caduti sull'Altopiano. Tra questi i già bersaglieri Prestinari, De Lamberti e Stasi. I nomi di tutti loro sono incisi alla base del calice d'oro usato nelle Messe che si celebrano sull'altare della Cappella dell'Ossario.
Il
pittore Achille Funi dedicava un dipinto a Roberto Sarfatti in
marcia con due suoi alpini, 1918. Funi riproduce la faticosa esperienza al fronte in un quadro in cui domina, nel bagliore che gli illumina il volto, la figura di Roberto mentre cavalca un asino dignitosamente portato da due alpini. Il lento incedere del loro cammino sui ciottoli dissestati di uno stretto sentiero montagnoso è calato in una suggestiva oscurità, resa attraverso il sapiente dosaggio delle tonalità brunastre con cui l'artista modella le figure. |
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Alla fine della guerra Margherita, espulsa anche lei dal partito, entra nella redazione del “Popolo d'Italia”, il nuovo giornale fondato da Mussolini. Il legame con Mussolini si fa sempre più stretto, in politica e in amore. Durante tutti questi anni la loro relazione resta però ufficialmente segreta. Accasati entrambi, anche se nessuno dei due nasconde al rispettivo coniuge la relazione, ritengono tuttavia opportuno non ostentarla. Nasce intanto il gruppo d’artisti “Novecento”. Novecento (corrente artistica moderna) esordisce a Milano dalla attività di 7 pittori, Bucci, Dudreville, Achille Funi, Malerba, Marussig, Oppi, Sironi, grazie a Margherita Sarfatti, critica d'arte ed organizzatrice della prima mostra ufficiale del 1926, al Palazzo della Permanente (presenti anche i futuristi Balla, Depero, Prampolini e Russo), cui fanno seguito, l'anno dopo, a Roma, la mostra "Dieci artisti del Novecento italiano". Novecento si riproponeva la continuità con il classicismo in chiave moderna con la riproposizione di temi classici quali il ritratto, la natura morta ed il paesaggio. Gli artisti del Novecento sono affascinati dal "... carattere inconfondibile dell’arte plastica italiana del 400/500/600... " diceva la Sarfatti. La poetica di Novecento si lega quindi al Rinascimento ed alla precedente, composta pittura di Giotto, cercando di darsi un'identità attraverso il legame con le radici culturali nostrane, nel nome di una italianità che il regime fascista strumentalizzerà legandolo ad un concetto di nazionalismo deteriore. La presenza della Sarfatti, “Ebrea”, ne condizionerà la vita e la sua marginalizzazione quando verrà attaccata da Farinacci e dovrà lasciare l’italia. | ||
sotto il figlio Roberto |
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Da Novecento prenderà avvio la pittura metafisica teorizzata anni prima da De Chirico, Carrà, Ardengo Soffici e Giorgio Morandi. Nella sostanziale incertezza teorica con qualche risvolto revisionista, in polemica con le avanguardie europee, questi movimenti, tutti animati da una sorta di tensione visionaria, si riallacciano alla cultura figurativa del Trecento e del Quattrocento italiano, considerata da un punto di vista esclusivamente e talvolta vuotamente formale. Dei primi sette restavano legati a Margherita però solo Funi, Marussig e Sironi, ma tra i nuovi arrivati c’è De Chirico, Campigli, Casorati, Guidi, Morandi, Severini. L'unico gruppo dissidente è quello toscano di Strapaese guidato da Soffici e Rosai, ma in questa mostra alcuni di loro sono egualmente presenti. La terza Biennale di Monza del 1927 è dedicata a "Il Novecento e il Neoclassicismo nella decorazione e nell'arredamento". Questa mostra, che si teneva nella Villa Reale di Monza dal 1923, è fortemente sostenuta dalla Sarfatti che riesce ad avviare nel 1931 la costruzione a Milano del nuovo Palazzo dell'Arte destinato ad ospitare quella che ormai è diventata la Triennale, regno incontrastato dei novecentisti fino alla caduta del fascismo. |
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Dirà nella biografia ufficiale del Duce "...capi fascisti in sottordine, ras di provincia, senza eccessivi scrupoli per le convenienze, devoti al capo, ma fra di loro rissosi gelosi l'uno dell'altro e dei supremi favori, innamorati della gloria, ma facili a scambiarla con una gloriuccia qualsiasi, idealisti, egocentrici, non insensibili ai cupidi beni, esecutori impareggiabili, mediocri strateghi, eccellenti per l'azione rivoltosa, pericolosi qualche volta, dissolvitori per l'azione di governo: è da chiedersi se Mussolini da essi abbia avuto maggiore aiuto, in un primo tempo, o più gravi fastidi in un secondo momento". |
Roberto Sarfatti Motivazione della Medaglia d’Oro al V.M. “alla memoria”:Volontario di guerra, appena diciassettenne, rientrato dalla licenza ed avendo saputo che il suo battaglione si trovava impegnato in un’importante azione contro formidabile posizione nemica, si affrettava a raggiungere la linea. Lanciatosi all’attacco di un camminamento nemico, vi catturava da solo trenta prigionieri e una mitragliatrice. Ritornato nuovamente all’attacco di una galleria fortemente munita, cadeva mortalmente ferito. Case Ruggi (Val Sasso), 28 gennaio 1918 |
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Dux Negli anni ‘20 Margherita raggiunge il massimo della sua fama. Morto il marito Cesare nel 1924, inizia a scrivere la biografia di Mussolini. L'idea era stata di Prezzolini per diffondere all’estero le capacità del nuovo Primo Ministro italiano. Il libro esce infatti in Inghilterra nel 25 come “The Life of Benito Mussolini”. L'anno dopo la Mondadori col titolo Dux in Italia. Seguiranno ben 17 ristampe in Italia mentre all'estero verrà tradotto in 18 lingue. In Giappone ne verranno vendute più di 300.000 copie. Margherita è ormai per tutti "la donna del Duce". Nel 1928, quando Mussolini va ad abitare a Villa Torlonia, Margherita lascia definitivamente la casa di Milano e trasloca con la figlia Fiammetta nelle vicinanze della Villa. I tempi però stanno cambiando. Le trattative per il Concordato con la Chiesa consigliano Mussolini di sposare "in chiesa" Rachele e poi di far arrivare a Roma la vecchia famiglia "dimenticata". Margherita ha ormai 50 anni, è ingrassata e ha un carattere dispotico. Dopo la morte di Arnaldo Mussolini, il moderatore di famiglia, il clima cambia e si involgarisce nella retorica. Retorica "imperiale" che Margherita e altri avevano cercato di combattere. Anche Toscanini, seguace di Mussolini dai tempi di San Sepolcro, lascia l'Italia. La loro unione ormai su un piano prettamente intellettuale va sfumando. Margherita viaggia negli Stati Uniti tentando di trovare per Mussolini nuove vie occidentali lontane dal Fuhrer (su questo periodo si innesta la trama del Film " Il Prezzo della Libertà" scheda sotto . La freddezza di Mussolini nei suoi confronti diventa ostilità dopo il matrimonio di Edda con Galeazzo Ciano e il varo delle leggi razziali (1938). Nonostante i suoi rapporti personali con il duce e la conversione al cattolicesimo avvenuta anni prima è costretta ad emigrare. Il figlio Amedeo, con l'aiuto di Raffaele Mattioli, The fabulous italian banker, come lo chiamavano da direttore della Banca Commerciale Italiana http://www.romacivica.net/anpiroma/antifascismo/biografie antifascisti60.html , gli trovano una sistemazione in Uruguay. Margherita, dopo aver portato al sicuro in Svizzera le lettere di Mussolini, si trasferisce in novembre a Parigi e l'anno seguente raggiunge il figlio a Montevideo. Ritornerà solo nel 47. Muore al “Soldo” il 30 ottobre 1961 lasciando nel suo ultimo libro “Acqua passata” del 19 55 le memorie della sua vita e dei suoi amici. La parola "fascismo" compare nel libro una sola volta. |
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Il Prezzo della Libertà (2003)
http://www.cinematografo.it/bdcm/bancadati_scheda.asp?sch=37428
SUSAN SARANDON
MARGHERITA SARFATTI Nella New York anni '30 il clima culturale è in pieno fermento, ma la censura incombe e i nuovi capitalisti non sono disposti a subire facili ironie. Così Orson Welles si vede costretto a rinunciare alla messa in scena dello scandaloso musical 'Cradle will rock', scritto da Marc Blitzstein, perchè sospettato di simpatie comuniste . Nel frattempo il pittore Diego Rivera deve decorare, su incarico di Nelson Rockfeller, il Rockfeller Center e una contessa italiana (la patriota Margherita Sarfatti) cerca di vendere opere d'arte di Leonardo Da Vinci per sovvenzionare la causa fascista di Mussolini. |
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Una scheda del film n. 3 è visibile al link http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/indicecinema.htm |