Francesco Paladino

  L'Armata operaia

 

Nato a Scilla il 5 novembre del 1890 da Beniamino e Annunziata Biasi. Cresciuto nel quartiere di Chianalea, appena sedicenne si arruolò volontario scegliendo la vita militare. Per le sue capacità e le particolari doti personali, operò ottimamente nel campo militare tanto da raggiungere i più alti gradi, iniziò da semplice soldato e concluse il suo impegno militare con il grado di generale. Conobbe il battesimo del fuoco durante la guerra libica e partecipò alla presa di Tripoli, Derna e Bengasi. Dopo la pace di Ouchy in Svizzera nel 1912, entrò all’Accademia Militare di Modena e ne uscì con il grado di sottotenente del Genio. Erano gli anni della Prima Guerra Mondiale e dopo un primo periodo di neutralità l’Italia, il 24 maggio del 1915, entrò nel conflitto. Il giovane ufficiale Paladino fu destinato a raggiungere la zona del Carso con la 6a compagnia telegrafisti e vi operò con coraggiose e gloriose operazioni. Negli anni che seguirono, l’Italia, comandata da Mussolini, intraprese la guerra di Etiopia ed il Paladino, con il grado di tenente colonnello, partecipò ad una nuova campagna e compì tante e tali azioni che gli procurarono la promozione a colonnello per meriti di guerra. Ebbe onorificenze ed encomi solenni: fu nominato commendatore della Corona d’Italia, dei santi Maurizio e Lazzaro, di Scanderberg e della Stella di Romania. Fu decorato con Medaglia d’Argento dell’Ordine Militare d’Italia. Nel ’40 il colonnello Paladino partecipò alle campagne di Grecia e Jugoslavia e nel ’41, promosso generale, fu destinato al Ministero della Guerra per incarichi speciali. Dopo l’8 settembre, il generale Graziani ideò l’Ispettorato del Lavoro al fine di stroncare le funeste deportazioni operate dai tedeschi. A tale incarico fu chiamato il generale Paladino, che si trovò in una posizione delicata, da una parte le ire dei Fascisti poiché contestavano il ruolo apolitico e dall’altra l’odio dei Tedeschi che cercavano di corromperlo affinché si asservisse ai loro fini. Accusato di aver dato rifugio in seno all’Ispettorato (oltre 310.000 uomini) a molti renitenti e disertori defluiti dalle montagne, fu arrestato ma subito assolto con formula piena e portato in trionfo da tutti coloro che aveva contribuito a salvare. Trascorse gli ultimi anni della sua esistenza nella città di San Remo fino al giorno della sua morte avvenuta il 16 ottobre 1974. Dal sito http://www.scillaweb.com/scillacivitas/personaggi/Paladino Francesco.htm 

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ISPETTORATO MILITARE DEL LAVORO
Da "Ho difeso la Patria" Graziani

Il comando superiore germanico subito dopo la resa del 9 settembre aveva richiesto al comando di Roma Città Aperta* uomini per il servizio del lavoro - Ord. 11 del 21/9 Gen. Calvi di Bergolo "E' necessario permettere un più largo gettito alla chiamata del Servizio del lavoro... ordino pertanto che la chiamata di cui al n. 9 che è stata disposta per i militari delle classi 20/21/22/23 e 24 (in procinto di leva) che si trovano nei limiti della Città Aperta sia sospesa".

*Per “Citta Aperta si identifica un’area urbana, in genere di rilevante interesse storico o culturale che per una o tutte le parti contendenti viene dichiarata (riconosciuta) sgombra da strutture militari non essenziali. La semplice dichiarazione unilaterale o bilaterale di città aperta non è, tuttavia, sinonimo di inviolabilità della stessa, in quanto molte città aperte furono ugualmente bombardate. Diversi sono gli esempi di città aperte, italiane e non: Parigi, Roma, Firenze, Belgrado.

Il Servizio del Lavoro di seguito abbreviato in SDL era uno strumento già introdotto in Italia nel febbraio 1943:

Testo Unico delle leggi sulla disciplina dei cittadini in tempo di guerra e il regolamento per l'esecuzione dello stesso T.U.. Il primo si compone complessivamente di 44 articoli ripartiti in 4 capi che riguardano: il Servizio del Lavoro - disposizioni penali; disciplinari; finali. La parte dedicata al SDL stabilisce che vi sono soggetti, ciascuno secondo l'età, le condizioni fisiche o familiari e la propria capacità tecnica o professionale, gli uomini dai 14 ai 70 anni e le donne da 14 ai 60 anni. Tale obbligo è d sospeso durante la prestazione del servizio militare o di militarizzato.
Gli organi del Servizio
Il SDL viene fatto attraverso la prestazione della propria opera personale, intellettuale o manuale, presso le pubbliche amministrazioni o i pubblici servizi, le imprese, gli enti o attività comunque necessarie alla vita, alla difesa, all'efficienza della Nazione in guerra. Ne sono dispensati i seminaristi, gli allievi interni degli a istituti cattolici per le missioni e gli appartènenti a ordini religiosi, mentre possono essere dispensati dalla precettazione coloro che dimostrino di trovarsi in speciali condizioni di famiglia, ovvero in condizioni di salute tali da avere bisogno di speciali cure. I cittadini, i quali ritengono di non essere idonei fisicamente o professionalmente al SDL, al quale sono stati destinati, possono chiedere di essere sottoposti ai necessari accertamenti per l'assegnazione ad altro servizio al quale si ritengano più adatti, oppure per ottenere dispensa temporanea o definitiva dal SDL. Nella assegnazione al SDL debbono avere la precedenza i cittadini che si offrono volontariamente e si precisa che la chiamata per il Servizio stesso è fatta per precetto personale o per manifesto. Sono preposti al SDL il Partito Nazionale Fascista e il ministero delle Corporazioni. Il Partito provvede al censimento e all'addestramento dei cittadini soggetti per legge al SDL. Il ministero delle Corporazioni provvede all'assegnazione e alla chiamata dei cittadini medesimi per il SDL. Il ministero dell'Interno collabora sia mediante i suoi organi centrali, sia a mezzo dei prefetti e dei comuni. Sono organi del Partito per il SDL il Centro nazionale del SDL e i Centri federali del SDL, i centri di censimento del servizio del lavoro. Sono organi periferici del ministero delle Corporazioni per il SDL prefetti, presidenti del Consigli provinciali delle corporazioni.
 

Il comando germanico aveva iniziato prelevamenti indiscriminati nelle province di Frosinone e Littoria (Latina) per il fronte di Cassino. Subito dopo, il 23 settembre 1943, il prefetto e il federale di Frosinone mi avevano chiesto di interporre la mia autorità perché fossero evitati ulteriori passi (sequestri e catture) che del resto si erano già verificati nelle stesse vie di Roma. ...volli allora affrontare personalmente la questione (coi tedeschi) ...che esasperando il popolo avrebbe sortito effetti assolutamente contrari. In data 1° ottobre venne quindi costituito l'Ispettorato Militare del Lavoro, a capo del quale posi il Generale del Genio Francesco Paladino che ben conoscevo. Clausole concordate coi tedeschi:

1) arruolamento esclusivamente volontario
2) apoliticità della organizzazione
3) inquadramento nel Genio
4) Nessun ufficiale inquadrato nell'ispettorato avrebbe dovuto esserne rimosso per destinazione nelle costituende forze armate, salvo volontariamente
5) nessuno dei lavoratori doveva essere inviato in Germania, ma solo nella provincia nella quale venivano arruolati (quando venne rispettato)

Dal discorso di Mussolini del 16 dicembre 1944 al Teatro Lirico di Milano: .... Non posso, per evidenti ragioni, scendere a dettagliare le cifre nelle quali si compendia l'apporto complessivo, dal settore economico a quello militare, dato dall'Italia. La nostra collaborazione col Reich in soldati e operai è rappresentata da questo numero: si tratta, alla data del 30 settembre, di ben settecentottantaseimila uomini. Tale dato è incontrovertibile perché di fonte germanica. Bisogna aggiungervi gli ex-internati militari: cioè parecchie centinaia di migliaia di uomini immessi nel processo produttivo tedesco, e molte altre decine di migliaia di italiani che già erano nel Reich, ove andarono negli anni scorsi dall'Italia come liberi lavoratori nelle officine e nei campi.

L'esistenza di questo servizio non ebbe vita facile, fra ingerenze di partito e tedesche. Graziani rivendica di avere difeso Paladino

1) dai Tedeschi che lo volevano corrompere

2) da arresti da parte della polizia fascista. I servizi segreti infiltravano uomini per scoprire fra gli operai, renitenti e disertori che avevano forse già avuto contatti con la resistenza. - questi uomini sono detti operai ma si meritano la qualifica di combattenti perché non può essere chiamata lavoro una attività che si svolge sotto l'assillo incessante degli aerei nemici .... a fine ottobre la falange dei lavoratori si gloriò del primo caduto falciato da un caccia bombardiere inglese. Al termine del 1943 si poté così vergare il seguente bilancio: 5 ispettorati interregionali, 25 provinciali, 55 battaglioni. L'obbligatorietà del servizio del lavoro entrata in vigore il 15 febbraio 1944 mette l?ispettorato di fronte a nuovi problemi non ultimo quello del numero. Il lavoro si svolge sempre più spesso in prossimità del fronte o delle retrovie e i mitragliamenti e spezzonamenti sono all'ordine del giorno. Tutte le strade ponti stazioni sono oggetto indiscriminato di attacco ed alla fine i caduti si contano a  centinaia. 

 

 

Sauckel

 

**L'Organizzazione Todt: Creata nel 1933 dall’ingegnere tedesco Fritz Todt con lo scopo di lenire la disoccupazione in Germania attraverso la realizzazione di migliaia di chilometri di autostrade, durante la seconda guerra mondiale viene utilizzata per costruire fortificazioni, assumendo un ruolo ausiliario nella Wehrmacht. In Italia ha il compito di costruire le fortificazioni delle linee Gustav, Hitler e Gotica. Utilizza mano d’opera volontaria o reclutata a forza. Molti giovani italiani si arruolano nella Todt, ottenendo così l’esonero dalla chiamata alle armi nella RSI. Da Istituto Storico Comune di Modena.

Speer con Hitler

 

             

I tedeschi utilizzavano da anni mano d’opera italiana in Germania (pagandola e continueranno ad utilizzarla nel periodo della R.S.I.) e sembra che ne fossero anche contenti. **Todt, nome che si sente spesso riecheggiare nelle storie di guerra, era morto il 15 febbraio 42 e il suo posto era stato preso da Albert Speer, Ministro degli armamenti e delle produzioni di Guerra dal 2 settembre del 43. La svolta nella gestione della economia tedesca di guerra si ebbe dopo la resa di Stalingrado (feb 1943, data che ricorre anche sul ritaglio di quotidiano qui sotto e che fa il paio col Servizio del Lavoro italiano citato prima e evidentemente simbolo delle difficoltà ormai certe in cui navigava l'Asse). La svolta negativa del conflitto richiese che tutto il paese, tutti i tedeschi, venissero coinvolti nella guerra che ora diventava patriottica per difendere lo spazio vitale e si pensava per vincere la guerra!!!. Decreti di Hitler (13 gennaio 1943) e del GBA (27 gennaio 1943) imponevano la registrazione obbligatoria a tutti gli uomini (fino a 65 anni) e a tutte le donne (fino a 45 anni) che non lavoravano, in base al principio generale per cui il lavoro era un dovere. Questa ora si chiamava guerra totale e non coinvolgeva solo i tedeschi come detto sopra ma tutte le forze disponibili, civili e prigionieri dei paesi occupati oltre ai già sfruttati ebrei. La destinazione per morte da sterminio ora era cambiata in “sterminio attraverso il lavoro” (ritmi, insidie e pericolosità). Ricordiamo che l'offensiva aerea alleata verso le fabbriche strategiche colpiva stabilimenti dove la percentuale dei prigionieri ed ebrei, per sostituire i tedeschi morti o al fronte, era ormai di 1/4. La maggioranza delle fattorie tedesche ebbero in assegnazione dei contingenti di prigionieri. Si stima che al lavoro coatto al servizio della Germania nazista andassero dagli 8 ai 12ilioni di persone.

 

Con le fabbriche vuote gli operai dovevano essere trovati ovunque, ma si preferivano specializzati. Era questo il programma schiavi che portò anche Speer sui banchi di Norimberga (Processo ai criminali nazisti). Il controllo della mano d’opera, noi diremmo l’ufficio personale, era però rimasto a Fritz Sauckel (vecchio e fedele nazista), incaricato direttamente da Hitler già dal 21 marzo del 42 all'indomani della morte di Todt. Tutti i piani convergevano nel programma dei 4 anni, che secondo loro li avrebbe portati fuori dalla guerra, vittoriosi !!. Speer continuò quindi ad essere responsabile della pianificazione di tutte le produzioni, anche aeree e navali, dalla impostazione (materie prime) allo sviluppo (tecnologia e ricerca), ma non si occupava dei lavoratori. Lo sdoppiamento delle responsabilità nel programma schiavi fu quello che salvò il collo a Speer, a Norimberga. Fritz Sauckel, nato nel 1894, imputato dei capi d’accusa 1, 2, 3 e 4, fu invece condannato alla pena capitale per i capi 3 e 4. Il 17 settembre 1943 Keitel emanò anche per l’Italia un ordine rigoroso (il primo) con cui i comandanti in capo delle truppe tedesche in Italia furono invitati a dare la caccia ai lavoratori. Keitel riteneva - accanto agli internati IMI (ex militari rastrellati) - di ottenerne altri 500.000 per l'industria degli armamenti. L’impossibilità di trasferirli tutti in Germania e di sorvegliarli, farà si che molti catturati all'indomani dello sbarco di Salerno e dei fatti di Napoli riusciranno a fuggire.

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