Nasi Guglielmo     

1879-1971

 

1924 Comandante del 3° Artiglieria
1925/1928 Addetto Militare a Parigi 
1928/1931 Capo di S.M. truppe coloniali, North Africa

 

Nasi costruisce gran parte della sua carriera in Africa dove ricopre, dopo la carica di C.S.M., quella di vice-governatore della Cirenaica dal '34 al '35, governatore dell'Harar dal '36 al '39, dello Scioa nel '39 al '40 (cumulandola con quella di vice-governatore generale dell'AOI) e dell'Amhara nel 1941. Con l'entrata in guerra dell'Italia è comandante in capo in Africa orientale. Allo scoppio del conflitto guida personalmente gli ascari nella fortunata campagna del Somaliland britannico. Si distingue l’anno successivo per la resistenza a Gondar protrattasi fino al Novembre 1941. Finisce prigioniero col Duca D’Aosta in Kenya. Negli anni di governo in Etiopia, Nasi è fra i più tenaci moralizzatori dell'apparato amministrativo civile e militare dell'Impero. Cerca di colpire corruzione e abusi, sia morali che amministrativi, perpetrati a danno dell'erario e degli indigeni che si manifestano con violenze - fustigazioni, sulla base di semplici sospetti o per estorcere informazioni che il generale punisce con inflessibilità. Dal 1936 al 1937 conduce le operazioni di "pacificazione" nell'Harar per stroncare la ribellione amhara, mostrando di saper utilizzare il terrore quanto l'arma della trattativa, normalmente non condivisa né da Graziani né dal governo metropolitano. Mosso da considerazioni di opportunità politica oltre che da spinte umanitarie, appoggia e sostiene le scelte del viceré Amedeo d'Aosta, quando questi subentra a Graziani, condividendo la politica di riavvicinamento ai notabili. Nel 1939 viene anche eletto Senatore. Alla morte del Duca in prigionia, Nasi diviene la guida, anche morale, della turbolenta comunità italiana di prigionieri (circa 60.000), governando non senza difficoltà una situazione di forte conflittualità che il precipitare degli eventi in Italia contribuisce ad acuire. Con la caduta di Mussolini Nasi aderisce al governo Badoglio. Rientra in Italia dalla prigionia nel novembre 1945 per presentarsi davanti all'Alta Corte di Giustizia a seguito di una denuncia presentata contro di lui dall’Alto Commissario per le sanzioni contro il fascismo. Viene prosciolto e nel 1949 è nominato Commissario Straordinario della Somalia, data in affidamento all'Italia in regime di amministrazione fiduciaria dall’ONU. La nomina di Nasi viene violentemente contestata dalle sinistre in Italia e dall'imperatore Hayle Sellasie presso il Dipartimento di Stato americano. Il governo è costretto a revocargli l'incarico.

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