ORESTE MORICCA

1891/1984

IL SOLDATO 

           

 

Oreste Moricca é nato a Filandari (oggi Vibo Valenza allora Cosenza) il 5 agosto 1891 da Gabriele e Caterina de Mendoza Laredo. Rimasto orfano in tenera età, si è trasferisce a Roma nel 1908 con la madre ed il fratello Umberto (1890 o 88-Nettuno 1948 famoso latinista, traduttore di opere letterarie e scrittore) per frequentare il Liceo. Nel 1913 entra all'Accademia militare, da dove ne esce aspirante ufficiale nel 1915. Durante la prima guerra mondiale, Oreste Moricca combatte valorosamente nel corpo dei bersaglieri. Viene ferito nel 1917 e decorato del bronzo.  Riprende il servizio e si laurea in lingua e letteratura francese nel 1924. L’amato sport, praticato nonostante la ferita al suo 10° Bersaglieri, lo porta sulle pedane internazionali tanto da entrare nella selezione olimpica per i giochi (VIII) di Parigi del 1924. Campione di scherma militare nel ‘20 a Parigi è  Bronzo con Giulio Basletta, Marcello Bertinetti, Giovanni Canova, Vincenzo Cuccia, V. Mantegazza nella spada a squadre e oro con Renato Anselmi, Guido Balzarini, MArcello Bertinetti, Bino Bini, Vincenzo Cuccia, Oreste Puliti, Giulio Sarrocchi nella sciabola a squadre

Nel prosieguo della carriera è docente di storia militare presso la Scuola di guerra (all'epoca situata a Torino) dal 1932 al 1934 e autore dei Trattati di arte militare coloniale del 1930 e "Da Tolone a Vienna" del 1936 (campagne napoleoniche). Si è intanto sposato nel ‘28 con  Carolina Berlingieri dei marchesi di Valle Perotta di Crotone (Ha avuto 3 figli: Gabriele, avvocato, Francesco, medico chirurgo e docente universitario e Caterina). Allo scoppio del secondo conflitto dopo la morte del Col. Scognamiglio nella campagna di Grecia nel 1941 fu destinato a prendere il suo posto al comando del 4° bersaglieri che passa poi al Col. Straziota (a sua volta destinato nell’agosto ‘42 al comando del 7° in Libia alla vigilia di El Alamein). Dal 1942 Moricca è sul fronte russo, con il Generale Giovanni Messe, quale Intendente generale dell’ARMIR. Organizza, in tale veste, l'evacuazione dei superstiti attraverso la Romania nel 1943. Successivamente alla firma dell'armistizio fu destinato a Bari, quale comandante del ricostituito IX° Corpo d'Armata. Nel 1944 fu nominato, a Salerno, Comandante Generale della Guardia di Finanza. Trasferitosi a Roma nell'autunno del 1944 con lo spostamento della Capitale restituì il comando al Gen. Aldo Aymonino. Nel 1945 fu nominato Presidente di Commissione ministeriale. Si congedò nel 1946 con il grado di Generale di Corpo d'Armata. Moricca muore a Brà (CN) il 21 giugno 1984.

La situazione della Guardia di Finanza dopo l’ 8 settembre 1943 al Sud
Lo stato italiano in quei mesi di fine ’43 era confinato a 4 province della Puglia (Taranto, Lecce, Brindisi e Bari). I dicasteri erano disseminati in varie città, la Marina a Taranto, la Guerra e gli Interni a Lecce, l’Economia, le Ferrovie, le Poste, la Giustizia, i Lavori Pubblici e l’Aeronautica a Bari e la capitale a Brindisi. Si dovette aspettare la primavera del 44, con lo spostamento del Governo a  Salerno, per includere anche le altre regioni meridionali. Caduta Roma se ne sarebbe andato anche il re, che non lasciava il  trono ma una luogotenenza al figlio Umberto. A Roma quindi veniva insediato un governo “normale” sotto il profilo democratico composto dai partiti antifascisti ma con ministri e vice ancora discutibili. Per le Finanze fu nominato il prof. Guido Jung  economista già ministro nel governo fascista dal 1932 al 1935. L’autorità latitava come l’organizzazione. Regioni vicinissime rimasero completamente isolate per molti giorni, sicché nessuno riusciva a sapere da una parte quello che accadeva dall’altra e mentre in una zona vi era abbondanza di generi alimentari, a pochi chilometri di distanza si moriva letteralmente di fame. L’economia era in mano a veri e propri intrallazzatori e condizionata dalle Am lire vero punto di forza della inflazione italiana. Gli anglo-americani non considerarono per nulla che in Italia, e specialmente nelle regioni meridionali, la velocità di circolazione della moneta era bassissima, sia per mancanza di beni da acquistare sia per l'accentuata tesaurizzazione. In tale situazione, l’immissione delle am-lire ebbe un grave effetto inflazionistico, anche se in parte neutralizzato dall'aumento delle merci da scambiare, provenienti dai rifornimenti militari che erano spesso deviati dalla loro specifica destinazione per affluire al mercato nero.Nel restante territorio nazionale inizio l’attività il Governo Repubblicano Fascista che seguì le normali procedure previste dalle leggi sulla contabilità generale. Da una parte e dall’altra il limite monetario erano i tempi di manutenzione delle rotative che stampavano moneta. L’enorme massa monetaria accumulatasi alla fine della guerra (alle emissioni della Banca d’Italia andavano aggiunte le emissioni di am-lire degli alleati) fece assumere all’inflazione, che si era manifestata in forma tenue fino al 1945, proporzioni gigantesche senza precedenti nella storia finanziaria italiana. Il deficit di bilancio dal settembre 1943 al maggio 1945 si quintuplicò, il P.I.L. aumentò di 2,5 volte in valori monetari correnti, ma si ridusse di quasi due terzi in termini reali. Il livello dei prezzi  raggiunse 30 volte quello del 1938.

Fuori dal territorio nazionale la GF era presente con 10.000 uomini la cui sorte non fu dissimile da quella delle altre Forze Armate ubicate in territori controllati dai tedeschi: Nella penisola, e quindi anche al Nord, altri 40.000. L’organizzazione territoriale comprendeva 5 comandi a Genova, Venezia, Trieste, Firenze, e Napoli.  All’indomani dell’armistizio la Guardia di finanza rimaneva sul posto e continuava ad assolvere i compiti di istituto, in applicazione dell’art. 56 della legge di guerra. Nel caso anche in servizio di ordine pubblico in zone occupate. Come detto all’epoca, nei territori liberati, se si esclude Napoli ancora in mano tedesca solo la Legione di Bari (Puglia, Basilicata e Cosenza) aveva mantenuto la giurisdizione con Palermo e Messina sotto responsabilità americana. Liberata Napoli vennero acquisite anche le legioni di Potenza e Molise. Mancando ufficiali generali idonei o disponibili al Comando della Regia Guardia di Finanza dell’Italia liberata venne posto il colonnello più anziano. Un battaglione speciale costituito da uomini comunque filtrati al sud fu mobilitato dalla “ Peninsular Base Section” per scorta depositi e autocolonne in attesa che si costituissero similari reparti dalle divisioni ausiliarie ex costiere.
Dal sito GF http://www.gdf.it/repository/ContentManagement/information/N162037992/La%20Guardia%20di%20Finanza%20nell'Italia%20liberata.pdf :

Furono proprio le vicende legate al potenziamento di questo reparto che costarono l’incarico al Col. Acampora. In vista dell’ occupazione di Roma, che si riteneva ormai prossima , gli Alleati intendevano istituire battaglioni delle forze di polizia per il mantenimento dell’ordine pubblico nella capitale, e per concordare i dettagli dell’operazione per la parte concernente la Guardia di Finanza il Col. Acampora, autonominatosi “ Comandante Superiore della Regia Guardia di Finanza ” prese contatti il 7 gennaio 1944, presso il Quartier Generale della 5^ Armata a Caserta con il tenente colonnello Pollock, designato Senior Police Officer, per la città di Roma, in sostanza capo della polizia della capitale all’atto della liberazione della città. Fu concordato di mettere a disposizione degli Alleati un battaglione del Corpo composto da 980 militari di cui 80 del contingente di mare con il compito di vigilare sui trasporti di vettovagliamento da Roma a Napoli, e sui depositi, banche , istituti di credito e della Zecca, controllare i mercati e i prezzi, reprimere la borsa nera e vigilare sulla distribuzione dei viveri alla popolazione. Pollock e Acampora, poi, debordarono dalle loro attribuzioni, concordando una procedura per il trattamento dei militari del Corpo rimasti a Roma all’atto della liberazione. Fu deciso che ufficiali sottufficiali e finanzieri sarebbero stati disarmati, concentrati nella caserma di viale XXI Aprile e lì sottoposti a giudizio sul loro comportamento durante l’occupazione tedesca da parte di una commissione nominata dal Col. Acampora. L’ufficiale , per svolgere tali compiti, aveva chiesto che gli fosse messo a disposizione l’edificio sede del Comando Generale, di via Sicilia.
 

La difficile questione politica e l’atteggiamento o se tenerne uno nei confronti di funzionari del passato regime o “collaborativi” costarono il posto al Colonnello. Non erano ancora stati istituiti organi ad Hoc, men che meno a livello operativo. Il gen. Messe, ora capo di S.M, prese la patata bollente su di se e il 1 marzo 1944 nominò il conosciuto Oreste Moricca, generale di brigata Oreste Moricca comandante territoriale del IX Corpo d’Armata. Il corpo poteva contare ora su 7621 unità di cui 221 ufficiali. Il servizio allora svolto era molto lontano dalle competenze creando nel personale naturale scontento e impotenza. Del resto le condizioni del paese erano di totale anarchia finanziaria e reddituale e l’unica attività riconosciuta era la guerra alla borsa nera (non esistendo dichiarazione dei redditi). La demotivazione spingeva anche a comportamenti impropri per una futura ripresa e normalizzazione. Su questo si puntò l’opera di Moricca.
Sempre dal sito : Peraltro esistevano concrete attenuanti per i responsabili dei disservizi: innanzitutto mancavano od erano inefficienti i mezzi di trasporto in dotazione che rendevano difficoltose le ispezioni dei superiori,e neppure era possibile ricorrere ai mezzi di trasporto pubblico, dato il caos del settore. In secondo luogo la crisi alimentare, endemica al Sud,durante la guerra si ripercuoteva sul vettovagliamento dei militari dei reparti operativi che anch’esso era gravemente ostacolato dalla inesistenza di trasporti. Anche l’accasermamento soffriva di una seria crisi in dipendenza dei danni causati dai bombardamenti, ma anche dalle requisizioni di immobili pubblici che gli alleati praticavano indiscriminatamente.
Lo stesso spostamento del comando a Salerno avvenne mendicando i camion dall’Allied Military Governement (AMG) a cui faceva riferimento. In mare il compito maggiore era prevenire il contrabbando e l’uso di esplosivi nella pesca. Il gen. Moricca nella sua opera di riorganizzazione, visitava tutti i comandi e le legioni, si doleva delle continue interferenze alleate anche nelle nomine e nei trasferimenti che pregiudicavano ogni suo rapido intervento atto a ripristinare la fiducia del cittadino nelle istituzioni. Con la caduta di Roma e lo spostamento del Governo (Agosto) il gen. Moricca cessò dalle sue funzioni interinali che furono riassunte dal gen. Aldo Aymonino, comandante generale fino all’ 8 settembre1943 poi autosospesosi.
 

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